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Quando la biblioteca non va su disco, il disco va in biblioteca
Considerazioni sparse e disordinate su un fenomeno in espansione

a cura di Puntospaziolineaspazio


Nei mesi scorsi sulle pagine de "Il mucchio selvaggio" si è sviluppata una vivace discussione intorno alla crescente presenza dei CD tra i servizi normalmente offerti all'utenza della biblioteca pubblica. Quello che fino a poco fa sembrava un fenomeno di scarsa rilevanza, anche sul piano quantitativo, e che si risolveva, dal punto di vista della biblioteca, nell'accettare più o meno benevolmente la compresenza del compact disk tra le proprie dotazioni documentarie, ultimamente ha assunto una diversa connotazione, contribuendo in modo determinante alla costituzione di spazi multimediali che, lungi dal mettere in naftalina quelli tradizionalmente offerti, si sono caratterizzati come ulteriori servizi di base per la comunità.
La considerazione di Alex, nella sua veste di referente dei supporter italiani del gruppo musicale R.E.M. ("Il mucchio selvaggio", n. 296, 10-16 marzo 1998) prende le mosse dal fatto che – dati alla mano – i CD musicali italiani "sono i più cari d'Europa, con prezzi che variano tra le 26.000 e le 42.000 lire con una media di 35.000 lire a disco".
Se si considera inoltre che rispetto ad altri paesi comunitari (per esempio la Germania) dove i prezzi sono inferiori, la spesa per l'acquisto dei CD è di gran lunga superiore, non si può che condividere il giudizio negativo dell'articolista, visto che, in buona misura, gli acquirenti dei CD appartengono alla popolazione più giovane, e quindi anche più debole sotto il profilo economico.
La costituzione di spazi e servizi per l'ascolto e il prestito dei CD all'interno della biblioteca pubblica (e ricordiamo ancora una volta che parliamo di servizi totalmente gratuiti) può essere indubbiamente una seria risposta al mercato delle riproduzioni non autorizzate, come sottolinea Enzo Mazza, Direttore generale della Federazione contro la pirateria musicale, in un successivo contributo pubblicato sulle stesse colonne (n. 300, 7/13 aprile 1998); ci permettiamo di aggiungere che, se anche i luoghi di fruizione gratuita arrivassero a moltiplicarsi in gran numero, questo non significherebbe certamente creare una concorrenza alla vendita di un prodotto che in quanto tale deve necessariamente rivolgersi a un ben preciso settore di mercato. D'altra parte – e ciò è confermato da autorevoli colleghe e colleghi che operano in questo specifico settore – sempre più frequentemente l'industria del CD sforna raccolte compilative, la cui coerenza musicale non è sempre individuabile e che si spiegano unicamente con l'essere dei prodotti a basso costo; viceversa la scelta di una buona sezione musicale, che deve garantire ai suoi utenti organicità e completezza senza scivolare nello specialismo, e possibilmente condividere parametri di coerenza rispetto alla complessiva offerta documentaria da parte della biblioteca, si orienta verso titoli ed edizioni maggiormente rappresentativi e qualitativamente superiori.
Come certamente si è capito, Puntospaziolineaspazio non è un addetto ai lavori di questo specifico settore (addirittura si intende poco di musica), e pertanto si è recato in una biblioteca pubblica romana, che dedica particolare attenzione a questo ambito: 1500 CD musicali, circa 100 videocassette di concerti musicali, 4500 volumi (molti dei quali di musica). I dati del servizio di prestito sono piuttosto eloquenti: al principio del 1997 il movimento mensile era di circa 700 libri e 500 dischi, alla fine dello stesso anno si è verificato il sorpasso (1000 libri a fronte di circa 1400 dischi mensili); nel periodo gennaio-agosto 1998 si è registrato un movimento complessivo di 8000 prestiti libri e di oltre 11000 prestiti dischi, e i dati parziali dell'ultimo trimestre confermano un'ulteriore crescita dell'uso di questo servizio.L'allestimento di servizi di questo genere non è cosa semplicissima, e deve fare i conti con disponibilità di adeguate risorse sul piano degli spazi, delle professionalità e dei finanziamenti (non sempre tutte queste condizioni vengono soddisfatte); pur tuttavia, se la biblioteca vuole essere sempre più attrezzata sul piano della risposta da fornire all'utenza, non può prescindere dalle suesposte considerazioni.


Quando la biblioteca non va su disco, il disco va in biblioteca. Considerazioni sparse e disordinate su un fenomeno in espansione, a cura di puntospaziolineaspazio. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 9, p. 4.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-11-28 , a cura di: Andreas Zanzoni