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La Biblioteca digital al via: la rivoluzione è cominciata

di Anna Maria Tammaro


La seconda European Conference on research and advanced technology for digital libraries si è tenuta a Creta dal 21 al 23 settembre 1998, organizzata dall'ERCIM (European Research Consortium for Informatics and Mathematics), l'Unione Europea, l'ICS-Forth e l'Università di Creta. Circa 500 sono stati i partecipanti al Convegno tra informatici, docenti, studiosi, bibliotecari (questi ultimi in minoranza), e provenienti da tutte le nazioni. L'idea della Biblioteca digitale ha acquistato concretezza. Il messaggio che tutti i partecipanti hanno portato a casa è stato questo: siamo pronti, la rivoluzione è cominciata.
Rimangono un insieme di problematiche tecniche e, soprattutto, sociali che devono essere risolte. In particolare è necessario creare i servizi della Biblioteca digitale. Gli interventi che si sono avvicendati nelle sedute del Convegno hanno discusso come creare l'infrastruttura del servizio e come migliorare la ricerca e il recupero dell'informazione.
La Biblioteca digitale è un elemento chiave della Società dell'informazione. La tecnologia del Web ha reso l'informazione della Rete accessibile a tutti, con browsers standard, e disponibile attraverso le linee telefoniche. Ma il Web come sistema informativo cambia la catena di distribuzione dell'informazione e crea confusione di ruoli tra autore e consumatore dell'informazione, tra editore, distributori ed intermediari. L'uso dell'informazione elettronica inoltre può essere diverso dalla semplice lettura ed acquisto, come ad esempio copiare, scaricare, citare, indicizzare, estrarre informazione dalla rete. Occorre costruire un'infrastruttura per l'intero ciclo:
– scoprire che c'è quel che interessa;
– accordarsi sulle licenze di uso;
– acquistare ciò che si è selezionato.
é ancora complicato farsi pagare attraverso Internet. é richiesto infatti un controllo degli accessi, insieme ad un sistema di gestione dei diritti di proprietà intellettuale. I modelli di pagamento che si stanno delineando sono tre:
– l'autore paga per produrre l'informazione (modello Ginspairg);
– l'abbonamento;
– la fornitura a domanda del documento (document delivery).
L'infrastruttura della Biblioteca digitale dovrà essere aperta, flessibile, interoperabile; dovrà essere abbastanza sicura da garantire la certificazione e la protezione dell'informazione. Il sistema per la gestione dei diritti dovrà anche identificare le versioni, i mirror dei documenti e i termini di licenza per il loro uso. Il nuovo ciclo della comunicazione dell'informazione elettronica dovrà basarsi su un'analisi economica che identifichi i costi, anche quelli nascosti, della Digital library.
Quale può essere il ruolo della biblioteca tradizionale in questo quadro così mutato? La biblioteca è un sottoinsieme di Internet o viceversa Internet è un sottoinsieme della biblioteca? Le opinioni divergono. Per James O'Donnell le biblioteche ancora tardano a capire che sono troppo limitate per competere con la Rete, troppo anguste per essere un portone per l'accesso a Internet. Anche le nuove biblioteche recentemente edificate come la Bibliothèque Nationale de France e la British Library continuano a garantire l'accesso alla collezione raccolta nell'edificio ma non danno la possibilità di utilizzare ad esempio la posta elettronica. Per Derek Law la biblioteca rappresenta un accesso eccezionale per Internet, poiché è capace di identificare i bisogni informativi degli utenti e raccogliere insieme ciò che è adatto per soddisfarli. Le funzioni tradizionali della biblioteca si trasformano così:
In realtà, l'ostacolo maggiore all'estensione del servizio della biblioteca tradizionale in una biblioteca ibrida è rappresentato dalle ristrettezze del budget ed è quindi richiesto un cambiamento strategico, basato sulla cooperazione e su nuove alleanze. Per le acquisizioni di risorse elettroniche sarà necessario per le biblioteche unirsi in consorzi e, nello stesso tempo, esplorare nuovi ruoli nella catena del valore della produzione e distribuzione dell'informazione.
La ricerca possibile in Internet è molto diversa dalla ricerca in biblioteca: i sistemi di ricerca si basano sulla pubblicità che il produttore della fonte fa del documento, non è possibile gestire edizioni differenti del testo e il problema dell'archiviazione per il lungo periodo è ancora irrisolto.
Dei circa 320 milioni di dati in Internet nel 1998 solo il 34% viene ricercato dai motori di ricerca. Va costruito un sistema di registrazione. Quali strumenti usare e quali procedure?
Un censimento dell'esistente è deputato ai Metadati. I Metadati sono dati strutturati che individuano i dati disponibili in rete con le relazioni tra documenti. I Metadati sono formati di dati leggibili dalle macchine e sono comprensibili all'utente. Sono usati per differenti funzionalità, come la certificazione del contenuto, le condizioni di uso, l'indicizzazione del contenuto, la gestione dei diritti di proprietà intellettuale, l'indicazione di rilevanza del contenuto per la ricerca. I Metadati sono:
– Dublin Core (DC) per la scoperta dell'informazione;
– Digital Object Identifiers (DOI) per la gestione dei diritti;
– Platform for Internet Content Selection (PICS) per la rilevanza del contenuto;
– FGDC per la descrizione di dati geografici;
– EAD per la descrizione di dati archivistici;
– GILS per l'informazione del Governo degli Stati Uniti.
I dati su Internet sono oggetti dinamici, di breve durata, spesso complessi, cioè formati da diversi documenti audio, video, testo messi insieme. I problemi in discussione sono dove archiviare i Metadati (separatamente dai documenti o estratti automaticamente dal documento stesso?), come potenziare le possibilità di ricerca con la selezione del contenuto, come realizzare la conversione automatica dal testo.
Rispetto alle regole di catalogazione, sono una semplificazione. I Metadati vivono il contrasto tra due esigenze opposte: da una parte la ricchezza dei dati descrittivi, dall'altra l'interoperabilità tra diversi sistemi. Le soluzioni praticate sono l'estensibilità e la modularità dei dati, insieme all'integrazione con standard di architettura dell'informazione, come W3C e RDF. I Metadati vanno usati nel modo giusto.
Il risultato più importante del Convegno è stato l'accordo di cooperazione tra Stati Uniti ed Europa per realizzare la Biblioteca digitale. Sono stati formati cinque gruppi di lavoro:
WG1: Metadata
WG2: Indexing and Discovery
WG3: Interoperability
WG4: Intellectual Property Right (IPR) and Economic issues
WG5: Multilingual Information Access
Un programma europeo specifico per la Digital library partirà dal prossimo marzo 1999. Sarà il 5. Framework Programme, la Key Action 3, che farà tesoro dei risultati raggiunti da precedenti programmi come ESPRIT e Telematics for Libraries, per accelerare la realizzazione della Biblioteca digitale europea.
Per concludere, si apre un periodo veramente interessante che vede l'integrazione tra tante professionalità e soprattutto tra esperti di diverse nazionalità con l'unico obiettivo di realizzare la Biblioteca digitale universale. Come tutti i periodi di grandi cambiamenti, è anche un'epoca di confusione, in cui è bene condividere criteri guida, come i seguenti, estratti dalla relazione iniziale al Convegno di O'Donnell:
– Let the Internet be Internet;
– Know what business you are in;
– Let 100 Digital libraries bloom.


TAMMARO, Anna Maria. La Biblioteca digitale al via: la rivoluzione è cominciata. «AIB Notizie», 10 (1998), n. 9, p. 6-7.
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Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1998-11-28 , a cura di: Andreas Zanzoni