[AIB] AIB Notizie 5/99
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Flash sulla direttiva del Parlamento europeo sull'armonizzazione del copyright

di Anna Maria Mandillo

Gli obiettivi
La proposta di direttiva «sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella Società dell'informazione» è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee il 7 aprile 1998 (98/C 108/3) e ha compiuto, dopo poco più di un anno, parte dell'iter previsto prima della sua definitiva emanazione.
Allo stato attuale è stata approvata in prima lettura dal Parlamento europeo con 58 emendamenti al testo iniziale elaborato dalla Commissione. Testo ed emendamenti a confronto sono consultabili al sito Internet del Parlamento (http://www.europarl.eu.int/ tra i processi verbali con il codice A4- 0026/99).
Le disposizioni in essa contenute sono di particolare importanza perché sono proposte alla fine di un lungo e ampio processo di consultazioni e confronti nell'ambito degli organismi dell'UE e degli Stati membri, iniziato con la diffusione del Libro verde sul diritto d'autore (COM(95)382) e delle successive comunicazioni della Commissione, note come il Follow-up al Libro verde (COM(96)568), sulle iniziative da prendere alla fine delle consultazioni.
La direttiva, in via di definizione, dovrebbe perciò dare concreta risposta alla richiesta, da più parti avanzata, di armonizzazione delle leggi sul copyright negli Stati membri e dovrebbe inoltre dare adempimento agli impegni assunti con l'approvazione, anche da parte dell'UE, nel dicembre 1996 a Ginevra, dei due trattati OMPI sul diritto d'autore e sui diritti connessi. Nell'opera di armonizzazione infine Commissione e Parlamento dovranno tenere conto dei punti finora stabiliti con le direttive emanate negli anni passati (il cosiddetto acquis communautaire) che hanno già indicato linee guida su temi di rilievo, quali la tutela dei programmi per elaboratore, il diritto di noleggio e di prestito, la tutela delle basi dati. L'ultima di queste direttive in ordine di tempo – quella del 1996 sulla tutela giuridica delle basi dati – non è ancora stata recepita in Italia tra le leggi nazionali.
La direttiva sull'armonizzazione, ora all'esame, ha quindi l'ambizioso obiettivo di portare a sintesi l'opera finora compiuta e di contemperare le esigenze diverse emerse in questi ultimi dieci anni.
In sintesi si tratta di:
– favorire e proteggere, in primo luogo, il funzionamento del mercato interno;
– rispettare il principio della sussidiarietà nei confronti delle legislazioni nazionali degli Stati membri;
– proteggere i diritti di proprietà intellettuale nel nuovo contesto digitale, individuati nel diritto di riproduzione, diritto di comunicazione al pubblico, diritto di distribuzione;
– mantenere l'equilibrio tra i diritti d'autore e quelli degli utenti e del largo pubblico.

I rapporti con le biblioteche
Se il risultato dell'opera sarà soddisfacente per tutte le parti interessate non è dato ancora sapere, ma certo è che, per quanto riguarda le biblioteche, le esigenze che esse rappresentano fanno fatica ad essere accolte con grande consenso. Anche se l'opera di convincimento di Eblida, l'organizzazione che rappresenta molte associazioni di biblioteche a livello europeo, tra i membri del Parlamento e dei diversi comitati di consulenza, è attenta e tempestiva, non è agevole ovviamente far emergere sullo stesso piano i problemi del mercato con quelli specifici del servizio pubblico delle biblioteche o dell'uso privato dei documenti a fini esclusivamente di informazione, di studio, di ricerca. Ciò accade purtroppo, nonostante l'enunciazione di principio, mai respinta in nessuna sede, che l'equilibrio (la parola balance è diffusissima in tutti i documenti europei) deve essere mantenuto tra gli opposti interessi.
Particolare importanza ha, a questo punto, per le biblioteche il dibattito in corso sulla direttiva sia a livello degli organismi comunitari che nelle sedi nazionali. Sono in gioco i problemi di sempre: il riconoscimento delle biblioteche come le naturali intermediarie tra gli utenti e le fonti d'informazione anche nel contesto digitale, la necessità di garantire condizioni paritarie di accesso ai servizi consentiti dalle nuove tecnologie.
In Italia sono da poco tempo ripresi gli incontri al Ministero degli esteri, promossi dall'Ufficio del Delegato italiano per gli accordi per la proprietà intellettuale, per poter conoscere le diverse posizioni delle parti interessate, tra le quali anche l'AIB è rappresentata, e presentare a livello comunitario le esigenze di parte italiana.
Anche l'Ufficio legislativo del Ministero per i beni e le attività culturali ha chiesto osservazioni e proposte agli uffici centrali competenti per i diversi settori del Ministero.
é da notare purtroppo che il testo originario, elaborato dalla Commissione, non è stato modificato in meglio nella discussione al Parlamento, come si può notare esaminando l'articolato delle due proposte. Gli emendamenti presentati, di diverse tendenze, sono stati molti, più di 300, ma quelli elaborati in ambito bibliotecario sono stati accolti solo in piccola parte.
La direttiva, attualmente, è stata rinviata dal Parlamento alla Commissione che dovrà pronunciarsi tra breve e proporre una nuova versione. Si saprà allora quali emendamenti approvati dal Parlamento saranno fatti propri dalla Commissione, quali rifiutati e quali nuove formulazioni saranno proposte al Parlamento in seconda lettura. Data la difficoltà di raggiungere l'unanimità sul testo, si prevede che passerà molto tempo prima dell'approvazione definitiva.

I punti critici
I punti della direttiva che più accendono il dibattito sono nell'art. 5, dove sono individuate le eccezioni e limitazioni ai diritti d'autore, le sole esclusivamente consentite. Agli Stati membri è data la facoltà di applicare tali eccezioni nelle legislazioni nazionali in nome dei cosiddetti interessi "prevalenti" che attengono alla sfera della cultura e della ricerca scientifica, alla didattica, alle facilitazioni per i portatori di handicap, ed infine all'uso privato dei documenti.
Non c'è unanimità di vedute, come è facile immaginare. Si discute se la lista delle eccezioni debba restare chiusa o aperta ad accoglierne altre che i singoli Stati potrebbero aggiungere, tenendo conto delle disposizioni e delle tradizioni legislative nazionali. Ci si domanda inoltre se è opportuno mantenere facoltative le eccezioni con il rischio inevitabile di non ottenere mai, con tale scelta, l'auspicata armonizzazione delle leggi nazionali.
Da un punto di vista più strettamente bibliotecario c'è da notare che nel testo dell'articolo 5 della direttiva con gli emendamenti del Parlamento sono state aggiunte disposizioni che devono essere valutate con molta attenzione perché andranno a incidere in modo rilevante sull'organizzazione e gestione dei servizi agli utenti.
é stato introdotto l'obbligo di versare un equo compenso a tutti gli aventi diritto per ogni tipo di riproduzione: su carta, escludendo la possibilità di riprodurre opere musicali; su supporti analogici di registrazioni sonore, visive o audiovisive; su supporti digitali.
Sono state limitate solo «a fini di archiviazione e conservazione» le riproduzioni consentite alle biblioteche, agli archivi e ad altre istituzioni pedagogiche.
Ciò significa che le biblioteche, pur continuando, nel tempo che rimane da qui all'approvazione della direttiva, l'opera di sensibilizzazione nei riguardi degli organismi comunitari e nazionali sulle esigenze del servizio pubblico da loro svolto e sulla necessità di rivedere in modo più adeguato la parte relativa alle eccezioni, dovranno di pari passo individuare le modalità e gli strumenti più efficaci per porsi come controparti forti di fronte agli editori e produttori, con i quali dovranno stipulare contratti. é noto che il settore editoriale e della produzione multimediale è molto più agguerrito in questo momento e che dalla parte delle biblioteche sono state sperimentate finora forme prototipali di licenze, ma nel nuovo scenario dell'epoca digitale questo rapporto deve cambiare, non può più essere sbilanciato a favore unicamente delle leggi del mercato.
I tipi di contratto o licenze d'uso devono essere studiati e formulati in modo da dare il giusto peso anche ai compiti istituzionali delle biblioteche e quest'ultime dovranno trovare nelle amministrazioni dalle quali dipendono supporti normativi e di consulenza adeguati.


MANDILLO, Anna Maria. Flash sulla direttiva del Parlamento europeo sull'armonizzazione del copyright. «AIB Notizie», 11 (1999), n. 5, p. 8-9.

Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1999-05-25 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n11/99-05mandillo.htm

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