Una città per biblioteca

A un anno esatto dall'avvio delle prime pennellate sulla lavagna virtuale della rubrica «Biblioteche e città», Puntospaziolineaspazio ha incontrato l'assemblea dei segugi, per verificare il percorso fin qui fatto e determinare il prossimo a venire. Nel mondo che viviamo, la città è da sempre la cassa di risonanza dei processi di trasformazione (non tutti belli e positivi); la stessa idea di biblioteca pubblica non sarebbe per molti versi possibile se prescindesse da questo sfondo che non si esaurisce nel semplice "contesto urbano", come spesso viene chiamato. Ed è proprio per questo motivo che, un anno or sono, decidemmo di realizzare un piccolo sito dal quale osservare "cosa succede in città", come titolava l'articolo di apertura della nuova rubrica.Di cose, effettivamente, ne sono successe molte; per ragioni facilmente comprensibili non è stato sempre possibile dar conto di tutto, e tuttavia siamo giunti a una prima conclusione: nel grandissimo flusso di informazioni che una città metropolitana produce, gestisce e consuma, la biblioteca pubblica è uno snodo primario. Alla biblioteca sempre più frequentemente si chiede di essere luogo di orientamento anche rispetto a un tipo di informazione che per certi versi la trascende; da essa nessuno tollera la risposta: «non mi compete». Non solo luogo dell'informazione, ma anche della metainformazione, dell'informazione sull'informazione. Per dirla con le parole di Ranganathan, la biblioteca continua a essere un organismo che cresce, e continuerà a farlo anche nell'anno che verrà (grazie a Lucio Dalla e Giorgio Gaber).Fatte queste debite premesse, vorremmo ora iniziare una seconda fase della vita di questa rubrica: vorremmo andare città per città, e visitare che rapporto c'è con la biblioteca; diciamo la biblioteca, anche quando l'offerta è numerosa, perché, pur nel rispetto delle differenti tipologie che è giusto rispettare, per l'utente la biblioteca è una. Cooperazione tra le biblioteche significa in primo luogo esaltazione delle specificità, concorso di parti, che viceversa sarebbero utili solo a pochi, verso la realizzazione di un circuito informativo più ampio, che nella crescente quantità di informazioni che mette a disposizione ne facilita al tempo stesso l'uso, con mezzi di comunicazione sempre più amichevoli e versatili. A questo punto, in un paese come il nostro, che per tanti aspetti è ancora il luogo delle differenze anche su questioni di grande rilievo, il rapporto tra cittadino/utente e biblioteca/istituzione è un dato variabile, poco omologato; e se questo per molti versi è un elemento positivo, in quanto indicatore di grande vivacità storica e culturale, non può non armonizzarsi con l'obiettivo di garantire uno standard minimo nell'erogazione del servizio al cittadino della comunità, che va dal piccolo comune all'organizzazione comunitaria europea.Vi proponiamo, colleghe e colleghi, di conoscere e far conoscere le città attraverso le loro biblioteche. Città come biblioteca sarà un dossier in progress, nel quale condensare le esperienze, le impressioni, ma anche i progetti e le aspettative che si registrano nei territori metropolitani, e più in generale ovunque si faccia biblioteca, a vario titolo e livello. «Città come biblioteca vuole conoscere le considerazioni di tutte le identità che insistono nelle aree urbane, nessuno escluso: che relazione ci può essere con i centri sociali e con i musei di impresa, solo per parlare di due realtà apparentemente distanti ma molto presenti, quale immagine ci si aspetta per una biblioteca "alla moda" Ð o comunque al passo con i tempi Ð all'alba del nuovo millennio, e così via. Come è bella la città come è grande la città come è allegra la città come è viva la città, piena di biblioteche (ancora grazie a Lucio Dalla e Giorgio Gaber). Aspettiamo idee e suggerimenti all'indirizzo: «AIB notizie», Città come biblioteca, fax 064441139, e-mail aibnotizie@aib.it.