[AIB]AIB Notizie 3/2000
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A proposito di beni culturali

Sembra opportuno ritornare sulla legge finanziaria del 2000 perché, per quanto riguarda i beni culturali, le disposizioni delle entrate e delle spese assumono una diversa rilevanza e forse vanno lette con una logica nuova, per l'entrata del nuovo dicastero "Ministero dei Beni e delle Attività Culturali", nel CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica.
Il Ministero amministra più di 4.000 miliardi di fondi ordinari, oltre, per esempio, tra gli aggiuntivi, i 300 miliardi annui del lotto, ma va considerato che le competenze del nuovo dicastero nato nel 1998 si sono allargate e ad esso afferiscono, tra l'altro, il Dipartimento dell'editoria, la SIAE e Cinecittà Holding di cui è il nuovo azionista, solo per considerare gli affini ai beni culturali.
I tempi dovrebbero essere ormai maturi perché accordi di programma con le regioni e programmi comunitari rendano significativa la concertazione sulle spese nell'ambito dei beni culturali e non solo. Si aprono fronti di intervento per e con le fondazioni bancarie per le quali non è forse necessario attendere il processo di riforma completo per vederne il coinvolgimento nell'ambito dei beni culturali stessi, che sarà all'atto della riforma, atto dovuto.
La legge finanziaria prevede inoltre all'art. 61 la prosecuzione delle attività della riforma della pubblica amministrazione con la possibilità di utilizzare delle somme relative ai progetti finalizzati all'attuazione della Bassanini 1, e ancora la modifica ma non l'abrogazione della legge 17 febbraio 1982 n. 46 "Interventi per i settori dell'economia di rilevanza nazionale". Le modifiche tendono a renderne possibile la compatibilità pratica con l'art. 10 comma 2 del decreto legislativo 27 luglio 1999 n. 297 che ridisegna i criteri di accesso ai benefici del Fondo per la competitività tecnologica, oggetto della 46/82 e che richiederebbe sicuramente, per le potenzialità, un maggiore utilizzo e ancor prima una maggiore divulgazione.
La manovra finanziaria avrà la sua più significativa attuazione laddove le spese saranno coordinate nell'ambito del Patto di stabilità (art. 30 comma 7) che stabilisce la riduzione del disavanzo di regioni, provincie e comuni ma attraverso incentivi, nella logica di un decentramento concreto. Il deliberato di cui sopra necessita peraltro di un decreto ministeriale per il completamento della manovra in questo ambito. Nel momento in cui si scrive si attende come primo atto l'approvazione del collegato.
Per i beni culturali la operatività della stessa manovra si intreccia con la riforma del Ministero stesso che andrà a completamento con l'attuazione del Regolamento in elaborazione e a cui «AIB notizie» continuerà a dedicare lo spazio dovuto.


A proposito di beni culturali. «AIB Notizie», 12 (2000), n. 3, p. 10.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 00-04-23 a cura di Gabriele Mazzitelli
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