[AIB]AIB Notizie 9/2000
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Linee guida del Consiglio d'Europa e di Eblida sulla legislazione bibliotecaria in Europa

Intervista a Rosaria Campioni

D.: Quali sono gli elementi che caratterizzano le Linee guida?
R.:
Le Linee guida del Consiglio d'Europa per la legislazione e le politiche in materia di biblioteche in Europa, oltre a ribadire e approfondire i principi fondamentali già efficacemente espressi nel Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche approvato nel 1994, sottolineano il ruolo strategico delle biblioteche per una politica culturale europea che si prefigga «uno sviluppo democratico delle nuove tecnologie e della globalizzazione». Le Linee prendono in esame quattro tematiche davvero centrali per un accesso democratico all'informazione e per lo sviluppo dei servizi bibliotecari:
a) la libertà di espressione e libero accesso all'informazione;
b) le biblioteche nell'ambito delle politiche nazionali sul libro e sull'informazione;
c) le biblioteche e le industrie del sapere;
d) la protezione del patrimonio librario.
D.:Come possono le Linee guida inserirsi nella realtà italiana, in relazione anche all'attuale legislazione nazionale e regionale?
R.:
Non è facile rispondere a questa domanda, in quanto la redazione delle Linee guida è avvenuta in un momento di profonda evoluzione del quadro legislativo italiano nel settore dei beni culturali. Per quanto riguarda la legislazione nazionale basti ricordare che nel 1998, in attuazione della legge n. 59/1997 (la cosiddetta Bassanini), sono stati emanati i decreti legislativi n. 112 e n. 368 - relativi il primo al Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni e agli Enti locali e l'altro alla Istituzione del Ministero per i beni e le attività culturali - e che nell'ottobre 1999 è stato approvato il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali.
Nel contempo alcune Regioni hanno promosso occasioni di confronto per rivedere le proprie leggi in materia di biblioteche e archivi storici, nell'ottica generale di una modernizzazione e semplificazione normativa. Ad esempio, le Regioni Abruzzo, Toscana ed Emilia-Romagna hanno provveduto a emanare nuove leggi di settore in quest'ultimo biennio.
D.: Qual è la situazione italiana riguardo alla convergenza delle istituzioni nei settori archivi, biblioteche e musei?
R.:
Si diceva che alcune Regioni hanno recentemente provveduto ad emanare nuove leggi, alcune di esse contemplano non soltanto le biblioteche e gli archivi ma anche i musei e i beni culturali. Ad esempio, la legge regionale n. 42/1997 del Lazio, che riguarda «i beni e servizi culturali», e la legge regionale n. 18/2000 dell'Emilia-Romagna, che detta norme in materia di biblioteche, archivi storici, musei e beni culturali e che abroga le due precedenti leggi che riguardavano rispettivamente le biblioteche-archivi e i musei.
A livello di dibattito scientifico è ampiamente condivisa l'opportunità di superare le separatezze fra le diverse istituzioni, tuttavia esistono notevoli difficoltà sul piano concreto per la diversa tradizione, anche catalografica, che le connota.
A tal proposito ritengo che sia importante stabilire delle occasioni di dibattito tra gli operatori dei diversi settori su specifiche problematiche. Ad esempio, la Soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna ha promosso recentemente, insieme all'ANAI, un primo momento di confronto tra le esperienze in atto nel settore archivistico, bibliotecario e storico-artistico sui temi della scelta e della forma delle intestazioni e in generale sull'accesso alle descrizioni che ha registrato una partecipazione attenta e qualificata.
D.: Come incardinare al quotidiano lavorativo e all'impegno di amministratori e politici i principi fondamentali e generali delle Linee anche se per loro natura non sono prescrittive?
R.:
È vero, le Linee guida non hanno potere prescrittivo, tuttavia sono importanti innanzi tutto per l'autorevolezza della fonte, il Consiglio d'Europa, e come punto di riferimento comune ai Paesi europei per armonizzare la legislazione nazionale. é chiaro che l'obiettivo non è di uniformare e appiattire in un'unica legislazione le normative di tutti i diversi paesi partecipanti, ma è piuttosto quello dell'avvio di un percorso per condividere alcuni principi essenziali, senza i quali non è possibile avere un libero e uguale accesso all'informazione, e per rafforzare una linea comune che porti a maturazione e a un adeguato sviluppo situazioni attualmente deboli, nel pieno rispetto delle diversità nazionali e regionali. é opportuno che i bibliotecari e l'AIB svolgano un'opera di diffusione dei principi del Consiglio d'Europa e di sensibilizzazione anche nei confronti degli amministratori. Un primo passo è stato compiuto dal Coordinamento delle Regioni e delle Province autonome per i beni culturali che, non solo ha proceduto prontamente alla traduzione italiana delle Linee guida, ma anche le ha diffuse con un convegno, intitolato "L'Europa del libro", nell'ambito della Fiera del libro di Torino (12 maggio 2000) per raggiungere il più vasto uditorio possibile.
D.: Quale ruolo possono svolgere le Regioni per attuare una politica culturale coerente con le Linee guida?
R.:
Le Regioni possono anzitutto far propri i principi espressi nelle Linee guida inserendoli nelle leggi regionali in materia di biblioteche o quanto meno comprendendoli negli indirizzi della programmazione poliennale. In particolare le Regioni che stanno rivedendo la propria legislazione dovrebbero dedicare una attenta riflessione alla seconda sezione delle Linee, che focalizza alcune questioni fondamentali: rapporti tra Governo centrale e locale, finanziamenti pubblici, standard relativi ai servizi bibliotecari, personale e formazione.
Va tuttavia riconosciuto che le leggi non operano miracoli, esse possono costituire un utile strumento per migliorare l'organizzazione bibliotecaria soltanto se si profonde un consistente impegno a vari livelli e se si cerca di attuarne le disposizioni con una gestione condivisa e concertata coi soggetti interessati: Province, Comuni, biblioteche e bibliotecari, altri enti pubblici e privati. Le Regioni, ben conoscendo le esigenze territoriali specifiche, possono svolgere un'opera preziosa di sensibilizzazione riguardo ad alcune tematiche imprescindibili per un duraturo rilancio della biblioteca soprattutto nel rapporto quotidiano con gli amministratori degli enti locali e coi bibliotecari. Per rilanciare le biblioteche pubbliche (in alcuni casi si tratta di ridare loro dignità) occorre far crescere una cultura del servizio bibliotecario più profonda, che lo faccia percepire a tutta la comunità come supporto irrinunciabile al diritto di accesso alle informazioni e alla conoscenza. Per raggiungere questo obiettivo ritengo che sia essenziale l'attenzione vigile e concorde non solo degli amministratori e degli operatori ma anche dell'associazione professionale e dei lettori.
D.: È opportuno rilevare, a proposito del libero accesso all'informazione, che le Linee guida fanno riferimento anche alle reti elettroniche.
R.:
Si tratta di un'osservazione opportuna: nella prima sezione delle Linee guida vi è un esplicito riferimento ai principi per l'accesso alle reti elettroniche insieme a un chiaro riconoscimento delle potenzialità offerte da Internet. Nella consapevolezza generale che non tutti possiedano le competenze adeguate per accedere all'informazione in rete e che si corra quindi il rischio paradossale di aumentare il numero degli esclusi dall'accesso alle informazioni, il documento europeo sostiene che le biblioteche dovrebbero «fornire punti di accesso pubblico con livelli appropriati di supporto e guida che consentano l'uso indipendente dell'informazione in rete». È significativo rilevare che il tema della formazione al personale e agli utenti «per fare buon uso dei nuovi strumenti e servizi» è ribadito anche nella parte dedicata al finanziamento bibliotecario.
Pensando all'esperienza italiana mi pare che varie biblioteche pubbliche abbiano compreso l'importanza dell'alfabetizzazione informatica e multimediale e abbiano affrontato la problematica attraverso l'assistenza diretta nella consultazione dei cataloghi in rete o mediante lo svolgimento di appositi corsi rivolti soprattutto alle fasce di lettori sprovvisti delle competenze di base per accedere all'informazione in rete. Molto resta ancora da fare, affinché tutti possano avvalersi delle nuove tecnologie per sfruttare criticamente le reti elettroniche, da parte sia delle biblioteche sia della scuola.
D.: In questi ultimi tempi è cresciuta l'attenzione verso la qualità dei servizi bibliotecari ed anche il Consiglio d'Europa sostiene che la legislazione dovrebbe «fornire Linee guida per la misurazione delle prestazioni di qualità relative ai differenti tipi e missioni di biblioteche». Che cosa ne pensa?
R.:
È una questione di grande rilievo e attualità, ma che presenta aspetti assai complessi come ben sa l'AIB che ha compiuto in questi ultimi anni un notevole sforzo di riflessione sulla tematica e ha prodotto pure documenti utili per l'analisi quantitativa e qualitativa dei servizi bibliotecari.
Nella legge regionale dell'Emilia-Romagna vi è un articolo intitolato "Obiettivi di qualità"; in tale articolo si precisa che essi devono essere elaborati dall'Istituto per i beni culturali, in collaborazione coi soggetti interessati e con le associazioni professionali, e che il rispetto degli standard è condizione per la concessione di contributi. Nella commissione consultiva che l'Istituto regionale ha istituito, per definire in un breve arco di tempo gli obiettivi di qualità, sono state tenute in debito conto sia le varie tipologie degli istituti culturali sia le diverse articolazioni territoriali. Mi pare tuttavia significativo rilevare che la legge preveda il contributo delle organizzazioni professionali per la definizione degli standard di servizio e di professionalità degli addetti, ritengo che la collaborazione della sezione regionale dell'AIB possa essere preziosa per tale elaborazione che ha lo scopo di innescare un complessivo miglioramento dei servizi culturali in un territorio che presenta tuttora alcune situazioni alquanto carenti.
D.: Le Linee guida sostengono il diritto delle minoranze linguistiche a vedersi rappresentate nell'accrescimento delle raccolte. Non le pare un'indicazione opportuna anche per le biblioteche italiane?
R.:
È senz'altro una raccomandazione che va tenuta in grande considerazione in Italia, che ospita ormai quasi due milioni di persone provenienti da altri paesi. Fino a pochi decenni or sono il problema di mettere a disposizione libri nelle lingue delle diverse nazionalità non era così urgente ed era in un certo senso risolto attraverso l'attività di alcune biblioteche speciali. Posso citare, ad esempio, la biblioteca del Centro studi e informazioni "Amilcare Cabral" di Bologna che dal 1974 costituisce un attivo punto di riferimento per gli studi di carattere politico-economico-sociale sui paesi del cosiddetto "terzo mondo" e pubblica pure una serie di strumenti bibliografici e informativi preziosi per approfondire la conoscenza dell'Asia, Africa e America Latina. L'esigenza di acquisire e fornire documenti anche per persone provenienti da paesi extraeuropei, che sovente conoscono poco la lingua italiana, è oggi fortemente avvertita da molte biblioteche pubbliche di base per non operare discriminazioni rispetto ai diritti di accesso all'informazione e alla lettura degli stranieri che hanno scelto di vivere nel nostro territorio. Ormai in varie biblioteche, anche di non grandi dimensioni, figura una sezione dedicata alla multiculturalità e si promuovono presentazioni di libri di autori di diversi paesi per favorire il dialogo interculturale. Del resto i nuovi bisogni di conoscenza, di informazione e di sviluppo creativo della persona tendono sempre più a connotare la biblioteca come luogo di incontro interculturale e di formazione continua. Tra le biblioteche comunali attente alla multiculturalità in Emilia-Romagna merita di essere citata la Biblioteca "Delfini" di Modena che dedica un impegno particolare verso la comunità di lingua araba, che costituisce il gruppo straniero più numeroso nel territorio modenese. La "Delfini" mette a disposizione una consistente raccolta di libri di narrativa e saggistica, corredata da un catalogo bilingue, organizza visite guidate, promuove altre iniziative mirate a rendere familiare la struttura bibliotecaria e svolge altresì un servizio di prestito per i detenuti di lingua araba presenti nel carcere di Modena.

Web
http://www.ibc.regione.emilia-romagna.it/soprintendenza/linee guida.htm


Linee guida del Consiglio d'Europa e di Eblida sulla legislazione bibliotecaria in Europa. Intervista a Rosaria Campioni. «AIB Notizie», 12 (2000), n. 9, p. 6-7.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2000-11-11 a cura di Gabriele Mazzitelli
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n12/00-09campioni.htm

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