[AIB]AIB Notizie 6/2001
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Cara Livia,


ero alla Nazionale il giorno della riapertura, il 30 marzo scorso, e vi sono tornato da poco per l'Assemblea generale dell'AIB. In ambedue le occasioni ho approfittato della visita guidata ai servizi.
Ma, da bibliotecario un po' discolo qual io sono, durante questi momenti di comunicazione informativa mi sono allontanato dal gruppo, non perché non apprezzassi chi lo conduceva - ottime bibliotecarie e mie care amiche da tempo - ma perché volevo indagare fin dentro il nuovo meccanismo, capire cosa c'era dietro l'immagine, come il personale aveva accolto la novità: insomma cercavo il bello e anche il brutto, non per il gusto della polemica bensì per il piacere di sapere e per aggiungere conoscenze alla mia esperienza professionale.
Per far ciò mi fingevo lettore, ammiccavo, tentavo di cogliere mormorii degli addetti verso la direzione per i disagi sopportati, per le novità introdotte (si sa che il personale solitamente mal accetta di cambiare abitudini inveterate).
Nulla da fare.
Ho trovato un personale rinnovato, ben disposto verso l'utente, attento nel presentarsi: un personale, mi si passi il termine, orgoglioso di lavorare in una tra le più belle e funzionali biblioteche d'Europa che non teme il confronto con quelle d'oltre oceano.
La nostra Nazionale non si è limitata solo a curare l'aspetto esterno, ma ha affrontato anche, e soprattutto, il problema del servizio all'utente. In questo senso ho letto alcune tra le innovazioni più visibili quali la possibilità di avere nella stessa sala sia periodici sia volumi, oppure l'accostamento dei cataloghi cartacei a quelli informatizzati, o l'aumento dei terminali video e dei lettori di microfilm.
Forse non è il massimo, ma è un segnale importante, una strada dalla quale non si può tornare indietro. Purtroppo la carenza di personale, conseguente a pensionamenti non reintegrati, frena ulteriori possibilità di far meglio: tra queste si individuano facilmente, alla distribuzione, la mancata riduzione dei tempi di attesa e la limitazione del servizio al solo turno antimeridiano il martedì e il venerdì pomeriggio, e, all'ingresso, le file al guardaroba.
Certamente di questo stato di cose il personale e i lettori soffrono e quindi ora dovrai, risolti i problemi strutturali e della sicurezza, farti carico, come direttrice e prima responsabile del buon andamento della biblioteca, affrontare con la Direzione generale il problema della dotazione organica. Per come ti conosco so che farai il possibile (e anche l'impossibile) perché la Biblioteca nazionale centrale "Vittorio Emanuele II" di Roma abbia quanto le spetta di diritto per ciò che è e per ciò che rappresenta.
Dovrei dirti dell'anfiteatro da te voluto, bello fino all'abbagliarti se lo affronti senza quei Ray Ban che comprammo dal "barese" a New York nel lontano 1974 tornando dal XL Congresso IFLA di Washington dove tu seguisti la Commissione per le pubblicazioni ufficiali ed io quella per il prestito internazionale e per i cataloghi collettivi, ma non voglio infierire oltre.
Voglio invece rendere pubblica questa mia lettera che ti faccio avere, contravvenendo alle norme sulla privacy, attraverso il foglio dell'AIB che è, da sempre, la voce di noi bibliotecari.
Con affetto

DARIO D'ALESSANDRO

Lettera giunta in redazione l'11 maggio 2001

D'ALESSANDRO, Dario. Lettera a Livia Borghetti. «AIB Notizie», 13 (2001), n. 6, p. 9.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2001-07-01 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n13/01-06dales.htm

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