[AIB]AIB Notizie 10/2001
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Media & Teche &... note


di Stefania Fabri


Il convegno internazionale "Media & Teche" svoltosi all'interno di Bibliocom 2001 è stato di un interesse non scontato e prevedibile, non solo perché ha fatto il punto sull'argomento mediateche in Italia e illustrato alcuni esempi di eccellenza stranieri, ma in quanto, in modo che mi ha quasi sorpreso, ha messo a nudo alcuni nervi scoperti, ha messo in evidenza nodi irrisolti e questioni progettuali di vitale importanza e di immediata attualità per lo sviluppo della biblioteca nei reali contesti della società contemporanea.
Gianni Bonazzi della Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali, che ha collaborato con l'AIB alla realizzazione del convegno, ha introdotto la sessione antimeridiana rilevando che attraverso gli interventi previsti nella mattinata si trattava di ridefinire l'identità bibliotecaria in Italia a partire da due maggiori entità: quella dell'area lombarda con il progetto della BEIC e della Mediateca di Santa Teresa e quella del Sud col piano d'azione Mediateca 2000. Tali progetti poi avrebbero avuto un confronto di respiro europeo nella relazione di Michel Fingerhut della Mediateca dell'IRCAM del Centro Pompidou, all'avanguardia sul terreno della gestione dei documenti multimediali.
Sulla Biblioteca europea di Milano è intervenuto Giovanni Solimine che fa parte del gruppo di elaborazione del progetto. Solimine ha sottolineato come il modello messo a punto per la BEIC si collochi in una fascia di servizi di alta qualificazione ma non specialistici e di come si sia affrontato con molta determinazione il problema di rispondere ai bisogni formativi dell'utenza odierna delle biblioteche pubbliche. Da una parte la convergenza utenti-documenti-bibliotecari dovrà essere solidissima - da qui il forte ruolo affidato ai servizi di reference -, dall'altra la consapevolezza di dover affrontare nuovi campi del sapere non solo settorialmente. Il progetto prevede infatti tre dipartimenti tematici (scienza e tecnologia, scienze umane, letteratura e arti) che prevedono collegamenti orizzontali tra le discipline. Notevole spazio viene dato nel progetto della BEIC - da qui l'inserimento nel programma del convegno - alla sua caratteristica di struttura orientata alla multimedialità intesa come capacità di creare supporti integrati: la multimedialità infatti non è una rassegna di tante "monomedialità", ha ribadito Solimine. Si fa riferimento quindi alla possibilità di creare un Media Forum e di realizzare in concreto per un pubblico anche non specialistico servizi innovativi come il print on demand e la digitalizzazione dei documenti e di dare il via al business information che negli USA è molto sviluppato persino a livello municipale.
Armida Batori ha inserito in questo panorama di grandi interventi nell'area lombarda un progetto che si avvia a diventare realtà. Infatti si prevede l'inaugurazione per la primavera del 2002, della Mediateca di Santa Teresa a Milano. Di questo progetto si parla fin dai primi anni Novanta, ma ora si è andato chiarendo come biblioteca ibrida o biblioteca digitale, anche se comunque rimarrà il termine mediateca (termine che risulterebbe sorpassato perché presuppone la presenza dei libri insieme agli altri media). La Mediateca di Santa Teresa infatti, essendo la sezione senza libri della Biblioteca nazionale Braidense, proporrà al pubblico soprattutto postazioni, circa 150, una sala riunioni e servizi aggiuntivi quali la caffetteria e il bookshop. Il Ministero e la Regione hanno finanziato in maniera cospicua l'operazione che si avvale di un edificio storico di proprietà del Comune. La gestione, che avrà il contributo di privati, dovrebbe essere svolta da una Fondazione. Le aree tematiche da valorizzare, secondo una ricerca effettuata, sono la moda, il design, l'architettura, l'arredamento e la produzione artistica contemporanea. Gli studi svolti per mettere a fuoco il progetto sono stati di tre tipi: biblioteconomico, gestionale, informatico.
Dopo la relazione di Armida Batori, Gianni Bonazzi ha ritenuto utile aprire subito un dibattito con il folto pubblico presente, per la gran parte di addetti ai lavori, per discutere gli elementi di criticità presenti nei due progetti illustrati. Ad Armida Batori è stato chiesto di specificare come avverrebbe la partecipazione dei privati per sostenere gli alti costi di gestione e se possano essere considerate realistiche le ipotesi di rientro previste dalla tariffazione dei servizi. Il dibattito su questi punti è stato piuttosto vivace. Alcuni interventi del pubblico hanno sollevato anche la questione dell'uso di risorse dello Stato in progetti di area locale. Tra Solimine e Bonazzi ci si è interrogati sull'opportunità di istituire a Milano la BEIC considerando che lo stanziamento necessario sarebbe notevole e che l'Italia si è distinta piuttosto nelle creazione di strutture di media e piccola portata piuttosto che in quelle di grande dimensione, come la très grande bibliothèque francese, che già sembra mostrare le prime crepe.
Evocata non a caso la Francia, si è passati all'intervento di Michel Fingerhut dal titolo La biblioteca multimediale agli incroci col digitale. Fingerhut ha iniziato con una premessa sul rapporto tra nuove tecnologie e vecchi problemi, volto a trattare quelle che sembrano forti antinomie tra le biblioteche tradizionali e le biblioteche digitali, ma che per quanto riguarda la Mediateca dell'IRCAM, nata come ambiente multidisciplinare, non sembrano importanti, perché si può evidentemente ascoltare e leggere contemporaneamente; la storica divisione tra gli archivi di materiali cartacei e non può non avere senso a ben vedere, soprattutto per una disciplina come la musica. Fingerhut ha poi illustrato il funzionamento della Mediateca in cui l'accesso a Internet avviene solo guidato e dove l'interfaccia per la consultazione dei dati è unico: tutti i dati nascono uguali da questo punto di vista. Per i record bibliografici viene usato l'UNIMARC e per i metadati il Dublin Core e l'MPEG-7, ma gli standard secondo Fingerhut, sono comunque insufficienti per un reference di alto livello come quello necessario all'IRCAM. È stato scelto quindi di realizzare un sistema di classificazione che consentisse una consultazione simulata dei documenti digitalizzati.
Paola Bertolucci e Gabriele Lunati hanno parlato del piano d'azione Mediateca 2000. Nell'intervento della dirigente del settore Beni librari della Regione Sardegna si è messo in evidenza come poche Regioni siano riuscite ad utilizzare i fondi strutturali della CEE. La prima è la Regione Puglia, la seconda la Regione Sardegna. La progettazione della gara europea per lo studio di fattibilità ha individuato 32 possibili mediateche (di cui sei in Sardegna) su cui effettuare il piano di fattibilità che è stato illustrato da Lunati. La ricerca realizzata da Etnoteam, Tecnobyblos e Ifnet ha esaminato un modello di qualità esistente e uno realizzabile attraverso una campionatura che tenesse conto di dotazioni, ambienti, personale, servizi e comunicazione. Sono stati quindi messi a punto veri e propri progetti, ma la sintesi generale è piuttosto critica, in quanto le situazioni analizzate si sono mostrate per lo più deboli o inadeguate.
Nel pomeriggio ho introdotto le tematiche che a mio parere erano interessanti da discutere per le mediateche effettivamente funzionanti e non solo per quelle da realizzare e per gli spunti da riprendere negli interventi soprattutto degli ospiti stranieri: alcuni punti di criticità che erano stati messi in evidenza anche da Fingerhut, come ad esempio il problema dell'interpretazione del termine mediateca che sembrerebbe paradossalmente non essere una biblioteca come nel caso della Mediateca di Santa Teresa, il paradosso di una mediateca senza bibliotecari, perché restii ad affrontare la competizione tra il libro e gli altri media, la mediateca come teca dei media, luogo in cui si conservano vari supporti oppure come medium per le teche, cioè la possibilità per le teche di conservare il proprio ruolo e interagire con i media.
L'intervento di Petra Zimmerman, responsabile della Mediateca del ZKM, centro d'importanza europea collocato a Karlsruhe in Germania, che include un museo dei media, un museo d'arte contemporanea e appunto una mediateca, è stato molto utile per comprendere il ruolo di un servizio del genere all'interno di una realtà con un'utenza non solo specialistica e qualificata, ma diciamo di così vasta area. Nel 1998 la Mediateca ha avuto un'utenza di 34.000 visitatori scesa fino a 14.350 nel 2000. Tale affluenza ha creato grossi problemi, a partire dalla scarsa fruibilità dell'interfaccia che era stata studiata per la consultazione dei dati. Inoltre, un altro momento critico si è avuto con il cambio di direzione del Museo nel rapporto tra spazi espositivi e mediateca con una più marcata differenziazione degli spazi (tra quelli riservati agli utenti e quelli per i semplici visitatori) e una separazione più forte, coincisa anche con un restringimento dell'area mediateca. Anche alcune soluzioni di arredo tecnologico sono risultate "difficili" da gestire.
La relazione di Carla Sotgiu, direttrice della Discoteca di Stato, sul progetto del Museo dell'Audiovisivo, ha teso a definire tale struttura come grande contenitore per illustrare il ruolo dell'audio e del video nella nostra società. Anche qui sono previsti tre settori, la storia della tecnologia, la modalità interattiva, una grande biblioteca. Una struttura, quindi, che ha l'ambizione di essere nodo di raccordo tra tutte le collezioni nazionali e internazionali per facilitare una più ampia fruizione pubblica e attuare criteri ottimali per la conservazione dei beni audiovisivi. La fruibilità degli spazi e l'efficacia delle soluzioni espositive dovranno tenere conto di tutto l'arco dei problemi che è affiorato negli interventi di Fingerhut e Zimmermann.
L'intervento di Michelle Gauthier, responsabile della Mediateca del Museo d'Arte contemporanea di Montréal in Canada è servito a comprendere come anche tale struttura, che è all'avanguardia nella realizzazione di servizi documentari, abbia proceduto con molto pragmatismo avvalendosi spesso anche di soluzioni originali che non hanno preteso macchinari complicati o dispendio di forti risorse economiche. Tra l'altro le nuove tecnologie sono state integrate nel contesto del centro con gradualità. Si tratta di una struttura che tratta con 20.000 utenti l'anno e che dal 1994 ha utilizzato Internet come fonte fondamentale per le informazioni. Ciò che è stato maggiormente sottolineato è l'importanza del "valore aggiunto" dato dalla capacità di connettere i dati tra loro e dalla conoscenza approfondita degli stessi, nella campionatura delle informazioni. Il sito Web, attraverso un repertorio di circa 2500 bookmark, è diventato una risorsa eccellente per chiunque si occupi di arte contemporanea.
A conclusione della giornata di lavori siamo tornati sul contesto italiano con l'intervento di Erica Gay, dirigente del Settore Biblioteche della Regione Piemonte e di Maurizio Caminito, consulente per l'ATI (comprendente REAG, Area Progetti, Caire e Mediaware) che ha svolto la ricerca, sul progetto di ridisegno del sistema bibliotecario metropolitano nell'area torinese, la cui metodologia e impianto potrebbero costituire un modello per l'intero sistema regionale. L'intervento sull'area piemontese è sembrato particolarmente interessante come sintesi delle problematiche affrontate: lo studio di fattibilità, descritto da Caminito, ha rilevato come sia possibile riorganizzare le risorse informative e culturali presenti sul territorio tenendo conto sia della qualità già raggiunta sia dei miglioramenti da raggiungere e delle innovazioni necessarie soprattutto attraverso una più marcata gestione della multimedialità. Il piano piemontese sembra confermare l'idea che una politica di connessioni e valorizzazioni sul territorio possa essere più soddisfacente della propensione ad isolate macrostrutture, anche senza rinunciare ad alcuni poli di forte evidenza, come la nuova Biblioteca civica di Torino. Questa ricetta sembra essere quella più convincente sia per risolvere i problemi di qualità nella conduzione della singola struttura sia per risolvere quelli dell'insieme dei servizi disseminati sul territorio.



FABRI, Stefania. Media & Teche &... note. «AIB Notizie», 13 (2001), n. 10, p. 4-5.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2001-12-04 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n13/01-10fabri.htm

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