[AIB]AIB Notizie 10/2001
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Document delivery: gratuità o tariffazione?

di Vittorio Ponzani

Un appello in AIB-CUR contro i rimborsi per il servizio di document delivery (DD) solleva un problema da tempo dibattuto tra i bibliotecari: è giusto tariffare i servizi di base offerti dalla biblioteca? E il DD può essere considerato un servizio di base? Si tratta di un tema appassionante e anche questa volta ha provocato un dibattito davvero intenso (oltre 45 messaggi), con posizioni anche molto diverse ma sempre caratterizzate dal tentativo di proporre un'analisi puntuale della situazione italiana e un confronto serrato ma corretto fra esigenze diverse.
Le argomentazioni sollevate da chi chiede un'iniziativa per l'abolizione dei rimborsi, che talvolta sono così costosi da configurarsi come una vera e propria tariffazione, riguardano prevalentemente due aspetti: uno teorico e di principio e un altro eminentemente pratico. Quest'ultimo è probabilmente quello che scatena l'impazienza di quei bibliotecari che, dovendo richiedere la copia di un articolo ad un'altra biblioteca, si vedono costretti a gravi perdite di tempo per andare alla posta a fare un vaglia o un conto corrente oppure a svolgere complicate operazioni burocratiche per il pagamento del servizio. Le varie soluzioni finora utilizzate (compresi i voucher IFLA) appaiono del tutto inadeguate per un'attività che deve avere le caratteristiche della rapidità e dell'efficacia. Trattandosi spesso di cifre piuttosto irrisorie, ci si domanda se il costo della gestione amministrativa dei rimborsi non giustifichi l'eliminazione dei rimorsi stessi. Alcuni messaggi sottolineano poi che, se proprio si ritenesse indispensabile una forma di rimborso, si dia luogo almeno a una radicale semplificazione delle procedure di pagamento e soprattutto vengano create delle regole ragionevoli che valgano per tutti.
Accanto a queste motivazioni di tipo pratico, i sostenitori dell'appello contro i rimborsi ne propongono altre di tipo teorico, che negano la correttezza di tale prassi. Essi sottolineano infatti come la tariffazione dei servizi contraddica la funzione di servizio pubblico della biblioteca (che è pubblica, per dirla con Crocetti, "se funziona da biblioteca pubblica"). Il servizio di DD deve essere considerato un servizio "essenziale" della biblioteca e in quanto tale non può essere tariffato (né soggetto a rimborso spese). Questo dovrebbe valere come principio ed orientamento generale, al quale eventualmente derogare se si dimostrasse l'impossibilità di offrire il DD gratuitamente, dopo un'analisi attenta della situazione che prenda in considerazione le funzioni della biblioteca, i fondi a disposizione e i costi reali del servizio. Tale analisi però deve sempre sottrarsi al rischio del pregiudizio ideologico per cui è "inevitabile" il pagamento di alcuni servizi essenziali.
Chi al contrario sostiene che sia giusto far pagare un rimborso spese per i servizi interbibliotecari afferma che tali servizi costituiscono un costo rilevante che incide sul bilancio della biblioteca. Si tratta quindi di una scelta necessaria, non solo per garantire l'efficienza e la qualità del servizio (anche se alla corresponsione di una tariffa non corrisponde necessariamente la qualità del servizio), ma anche per garantire una distribuzione equa delle risorse della biblioteca e per tutelare la generalità degli utenti. Naturalmente, come avviene per gli altri servizi essenziali della biblioteca, l'utente non paga i costi relativi all'acquisto, alla gestione, alla conservazione del materiale documentario, la sua catalogazione, il personale e le infrastrutture, ma rimborsa solamente le spese "vive" del servizio, costituite dal costo di fotoriproduzione e dai francobolli. La scelta dell'obbligo del rimborso spese può avere come ulteriore vantaggio quello di evitare gli abusi e impedire che un utente richieda un numero esagerato di articoli, a prescindere dalla loro reale necessità per la ricerca che sta svolgendo. Questi abusi andrebbero a gravare soprattutto su quelle biblioteche che sono ben fornite e che offrono un servizio efficace e celere, che sarebbero penalizzate rispetto a biblioteche che offrono servizi più scadenti oppure che, non partecipando a cataloghi collettivi e non avendo il proprio catalogo in linea, non permettono ad utenti esterni di verificarne il posseduto ed eventualmente richiederlo.
Chi è contro il rimborso spese sostiene però che questo non ha alcun effetto dissuasivo, ad esempio per quanto riguarda le richieste magari inutili di un professore che dispone di fondi per la ricerca, mentre potrebbe danneggiare lo studente che ha davvero necessità di un certo numero di articoli per i suoi studi. Per evitare gli abusi è inoltre possibile imporre nel regolamento della biblioteca un limite numerico alle richieste, come avviene per i servizi "tradizionali".
Un'altra considerazione portata a favore di una (ragionevole) tariffazione del servizio di DD evidenzia come non sia giusto che una biblioteca fornisca un servizio a pagamento per i propri utenti (per esempio le fotocopie), mentre lo stesso servizio sia gratis per gli utenti di altre biblioteche, sopportando anche i costi di eventuali diritti di proprietà intellettuale che possono gravare sui documenti che si inviano. Ogni biblioteca progetta e organizza i propri servizi e pianifica l'acquisto di libri e periodici in base alle funzioni che assolve e agli obiettivi che persegue, oltre che al budget disponibile: la spesa di decine di milioni per l'abbonamento a una rivista scientifica è ovviamente finalizzata a soddisfare i bisogni informativi innanzi tutto dei propri utenti, che sono quelli che (direttamente o indirettamente) finanziano la biblioteca.Occorre avere ben chiaro che la gratuità non esiste e che i costi ricadono sempre sulla collettività. È necessario decidere con grande chiarezza a chi è rivolto il servizio e chi deve pagarlo (per esempio i cittadini, gli studenti, lo Stato attraverso i finanziamenti per la ricerca ecc.).
Garantire a tutti il servizio di DD gratuito rischierebbe di favorire il comportamento di quelle biblioteche che evitano di spendere molti soldi per gli abbonamenti ai periodici, per la loro gestione e conservazione, contando sul fatto che comunque riescono ad ottenere l'articolo quando serve (anche se naturalmente il DD non potrà mai sostituire il possesso o l'accesso diretto al periodico).
Una soluzione possibile, suggerita da una bibliotecaria di ambito biomedico, consiste nello sviluppo di un sistema di cooperazione tra biblioteche a favore di iniziative di scambio gratuito reciproco. Questo eviterebbe che l'onere dei servizi interbibliotecari cada sempre sulle stesse biblioteche, mentre dall'altra favorirebbe lo sviluppo di un servizio che è considerato assolutamente fondamentale per la diffusione dell'informazione e della conoscenza. L'aspetto più interessante di questa proposta è la richiesta di finanziamenti pubblici per lo sviluppo di reti nazionali (per tipologia di biblioteca o per area geografica), che consentano alle biblioteche di dotarsi del personale e delle attrezzature adeguate per questi servizi, che a questo punto diventerebbero obbligatori e rispondenti a determinati standard di qualità. In questo modo il servizio di DD diventerebbe non più una "scocciatura", spesso scoraggiata dagli stessi bibliotecari, ma un servizio fondamentale della biblioteca, finanziato da fondi specifici.
Alcuni messaggi invitano l'Associazione a prendere posizione su questo problema, magari attraverso delle linee guida per il funzionamento dei servizi interbibliotecari; in risposta, c'è il messaggio dei membri della Commissione nazionale Università e ricerca dell'AIB, che da un lato sottolinea l'importanza di valorizzare i servizi interbibliotecari e le infrastrutture necessarie per il loro svolgimento, e dall'altro lato sostiene la difficile applicazione di regolamenti obbligatori, soprattutto in relazione alla eterogeneità delle situazioni amministrative e gestionali delle diverse realtà bibliotecarie, tanto più nel quadro dell'autonomia universitaria.


PONZANI, Vittorio. Document delivery: gratuità o tariffazione?. «AIB Notizie», 13 (2001), n. 9, p. 20.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2001-12-04 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n13/01-10ponzani.htm

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