[AIB]AIB Notizie 1/2002
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Valutazione individuale dei bibliotecari di ente locale:
i risulati dell'indagine 2001 condotta dall'Osservatorio lavoro


di Nerio Agostini

Premessa
La valutazione individuale permanente è un istituto introdotto dal CCNL 1998-2001 del personale degli enti locali. La valutazione deve essere fatta dal Dirigente/Responsabile, attraverso una scheda di valutazione, almeno una volta all'anno ed è uno dei parametri utilizzati per la progressione orizzontale (passaggio di posizione economica all'interno della categoria di appartenenza ovvero aumento di merito), per il premio incentivante la produttività e in parte anche per la progressione verticale (passaggio con selezione interna alla categoria superiore a quella di appartenenza).
L'Osservatorio lavoro, Comparto Enti locali, partendo dalle segnalazioni pervenute dai soci sull'uso anomalo delle schede, sui contenuti delle medesime e spesso sulle ricadute negative per i bibliotecari, ha promosso un'indagine nazionale attraverso un questionario fatto recapitare ai soci tramite le sezioni regionali dell'AIB. Il questionario conteneva anche domande utili a verificare lo stato di attuazione della contrattazione decentrata e a verificare e aggiornare la situazione rispetto al riconoscimento del profilo professionale specifico di bibliotecario.
I questionari sono stati raccolti dalle Sezioni tra maggio e luglio e i dati fanno quindi prevalentemente riferimento al primo semestre 2001, salvo gli elementi relativi alle schede di valutazione che per ovvie ragioni si riferiscono all'anno 2000. L'elaborazione dei dati pervenuti e la relativa analisi ha fornito numerose informazioni utili e parecchie indicazioni operative per i bibliotecari. Quindi anche un utile "ritorno" per i soci, come si è potuto apprezzare nei recenti seminari o corsi tenutisi ad Aosta, Mestre, Ravenna, Oristano, Udine, organizzati dalle relative Sezioni regionali.
Si riportano qui di seguito informazioni e considerazioni, sia pure nella necessaria sintesi dovuta all'economia degli spazi.

Dati e considerazioni
I questionari sono pervenuti da 292 enti, di cui il 50% con una sola figura professionale in dotazione organica, per un totale di 1018 persone operanti in biblioteca ripartite nelle 4 categorie contrattuali. Un panorama statisticamente interessante.
Il Contratto integrativo decentrato è risultato ancora non firmato nel 37% degli enti e le schede di valutazione non sono state adottate nel 40% degli enti. Dati preoccupanti, se si considera che siamo alla fine del quadriennio di vigenza contrattuale e che comunque confermano le difficoltà applicative e i ritardi culturali nel recepire le tante innovazioni. Ritardi che non escludono danni per gli operatori.
Il tipo di scheda adottato dalla Dirigenza risulta prevalentemente uguale per tutti (72%). La diversificazione, almeno tra servizi con contenuti professionali diversi, delle voci o parametri di valutazione inseriti nelle schede si verifica solo nel 3% dei casi. Questi dati sono estremamente allarmanti perché dimostrano che la valutazione è stata vista come mero adempimento (ritorno al passato) piuttosto che come innovativo strumento gestionale delle risorse umane e della qualità dei servizi.
All'interno del Servizio Biblioteca, laddove vi è una dotazione organica con due o più persone, è stata adottata una "timida" diversificazione dei contenuti della scheda di valutazione nel 21% dei casi, dove prevale la differenziazione tra categorie (71%) e minoritario rimane il Ruolo (11%) o il Profilo professionale (18%). Rispetto al panorama abbastanza negativo, vi è una dimostrazione di "apertura" ad una metodologia corretta che però deve essere più coraggiosa nei contenuti e comunque estesa in tutte le biblioteche. Come può essere giustificata una scheda uguale nei contenuti e negli indicatori tra figure diverse quali ad esempio il Commesso, l'Assistente e il Bibliotecario responsabile di struttura? Occorre un preciso impegno sia deontologico che di serietà professionale del bibliotecario per un cambiamento sostanziale!
Stante la situazione, non certo idilliaca, qual è il giudizio individuale che i bibliotecari hanno espresso sui contenuti, sulle voci, sui parametri delle schede di valutazione ? Vi è la prevalenza di un giudizio negativo e la rilevazione della incongruità dei contenuti delle schede ricevute. Viene espressa la chiara bocciatura dello strumento di valutazione, così come è stato formulato ed utilizzato.
Gravissima risulta la situazione per quanto riguarda il coinvolgimento informativo da parte del Dirigente: solo il 2% preventivo e solo il 4% periodico. Questi dati dimostrano che non vi è la cultura della valutazione e tantomeno vi è la capacità o la volontà di "copiare" da chi da sempre usa questo strumento. Qui si pone seriamente il problema della formazione del valutatore e della valutazione della capacità del dirigente nelle sue azioni gestionali.
Rispetto al risultato della valutazione (il voto finale! ) il dato che emerge è abbastanza contraddittorio con quanto sopra riportato: viene espresso infatti un consenso pari al 66%. Il dato è spiegabile con le note che molte bibliotecari hanno riportato. Risulta infatti che alla fine il "voto della pagellina" non è negativo, perché è inserito nella logica della distribuzione a pioggia dei riconoscimenti economici che è però l'opposto dello spirito della normativa, del contratto nazionale e del nuovo Ordinamento professionale.
Interessante ed incoraggiante risulta essere il dato relativo alla opposizione espressa alla scheda di valutazione. Ben il 58% dei non soddisfatti della valutazione ha presentato osservazioni scritte e di questi il 28% ha fatto ricorso alle istanze di giudizio previste (nucleo di valutazione, conciliazione, giudice ordinario). Va anche detto che, per quanto i numeri assoluti non siano rilevanti, i risultati ottenuti dall'azione di opposizione sono pure incoraggianti e stimolanti, visto che per il 40% sono positivi (accoglimento totale o parziale del ricorso). Qui si apre tutta la problematica della conoscenza e della consapevolezza dei diritti individuali che i bibliotecari possono esercitare. In questo ambito trova spazio e spesso viene richiesto, incoraggiato e apprezzato l'intervento dell'Osservatorio lavoro con la sua funzione informativa, individuale o seminariale, a favore dei soci.
Con i questionari parecchi hanno trasmesso le copie delle schede di valutazione ricevute. Dalla loro analisi si può certamente affermare che non vi sono casi di eccellenza, pochi sono i casi interessanti, la stragrande maggioranza rappresenta la forma abbellita di una pagellina, priva di articolazioni significative legate alla professionalità, alla capacità e al merito.
In chiusura di questa sintetica esposizione analitica è opportuno riportare quanto rilevato sui Profili professionali. Ne esce una immagine "sconfortante" circa il riconoscimento effettivo del bibliotecario in quanto professionista. Vi è una tendenza percentuale che indica una ripresa positiva, rispetto a precedenti indagini, ma sostanzialmente è confermata la logica dell'assegnazione dei profili generici funzionali alla esasperata teorica flessibilità ed alla equivalenza professionale del personale. A titolo esemplificativo si riporta la situazione emersa nella Categoria C che rappresenta la fetta più grossa dei bibliotecari che si sono espressi. In questa categoria sono state registrate ben 43 denominazioni diverse e tra queste solo il 52% risultano corrette (Bibliotecario 7% - Aiuto bibliotecario 20% - Assistente di Biblioteca 25%).

Considerazione finale
L'indagine tra i soci, anche se defatigante ed impegnativa, ha dimostrato di essere una metodologia valida ed utile per acquisire conoscenze e per mantenere il rapporto con i soci e anche i non soci. Dall'indagine emerge una situazione abbastanza variegata, ma preoccupante sia sotto il profilo del riconoscimento della professionalità sia sotto il profilo della valutazione qualitativa. Le riflessioni che si possono fare sono tante e tutte coinvolgono la nostra Associazione. Certo è che non è opportuno assumere atteggiamenti passivi e dobbiamo semmai renderci ancora di più protagonisti, senza aspettare che altri lavorino per noi. Ciò deve avvenire sia a livello individuale che organizzato. Il risultato che si è ottenuto con l'inserimento nell'art. 24 dell'accordo contrattuale nazionale del 5 ottobre 2001 («AIB notizie» 10/2201) della esigenza di mettere in agenda l'esame del riconoscimento del profilo del bibliotecario nel CCNL del quadriennio 2002-2005 è un primo passo, anche se non sufficiente. Il confronto con il sindacato va quindi mantenuto, ma è anche necessario attivarsi a livello di singola Sezione regionale (e gli esempi positivi non mancano) per diventare interlocutori riconosciuti e credibili nei confronti dei singoli enti locali e delle relative Associazioni.
L'Osservatorio lavoro, come struttura di servizio ai soci,sia pure con tutti i limiti oggettivi esistenti, può e deve continuare a dare il necessario contributo informativo e di supporto.

Per i grafici presenti nell'articolo, si rimanda alla versione cartacea.

AGOSTINI, Nerio. Valutazione individuale dei bibliotecari di ente locale: i risultati dell'indagine 2001 condotta dall'Osservatorio lavoro. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 1, p. 14-15.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-02-02 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-01agostini.htm

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