[AIB]AIB Notizie 1/2002
AIB-WEB | AIB Notizie | Sommario fascicolo 1/2002

L'uso delle risorse Web:
i dati dei vendor e le valutazioni dei bibliotecari


di Elisabetta Poltronieri

«College & research libraries» è il periodico ufficiale dell'Association of College and Research Libraries (ARL, http://www.arl.org) che costituisce una sezione dell'American Library Association. L'Associazione raggruppa le biblioteche di istituzioni di ricerca nordamericane e si attiva per mantenere vivo il dibattito sulle tematiche che investono la cultura del mondo accademico e lo sviluppo dei servizi resi dalle biblioteche universitarie. Nell'ambito della sua attività istituzionale a favore delle biblioteche affiliate, l'ARL organizza annualmente due congressi dei quali promuove la pubblicazione degli atti e supporta attivamente progetti e servizi diretti ad integrare le politiche di ricerca con l'innovazione delle strutture bibliotecarie.

La valutazione d'uso delle risorse elettroniche via Web è un elemento essenziale della gestione del patrimonio informativo reso accessibile dalle biblioteche. L'analisi e l'interpretazione dei dati di consultazione dei vari prodotti informativi costituiscono infatti un passo cruciale nelle definizioni di spesa che impegnano le biblioteche, notoriamente alle prese con bilanci ristretti.
L'articolo The measurement of use of Web-based information resources: an early look at vendor-supplied data di Deborah D. Blecic, Joan B. Fiscella e Stephen E. Wiberley Jr., apparso su «College & research libraries» (September 2001), p. 434-453, illustra i criteri di rilevazione degli accessi all'informazione adottati dai vari fornitori di prodotti elettronici (editori, consorzi, distributori ecc.) integrandoli con gli standard utilizzati dai bibliotecari.
Le categorie di risorse analizzate appartengono a vari settori disciplinari (dall'area bio-medica a quella delle scienze sociali) e sono costituite principalmente da basi di dati bibliografiche o full text e collezioni di e-journals. Le misurazioni di cui si discute sono quelle fornite dai vendor nei loro consueti rapporti statistici ai clienti ed effettuate sulla base dei cinque elementi (ICOLC set) codificati dalle Linee guida elaborate dall'International Coalition of Library Consortia (ICOLC http://www.library.yale.edu/consortia/webstats.html): le singole query inviate ai server, le opzioni selezionate nei menu di ricerca, le sessioni di lavoro attive in contemporanea, le richieste non "processabili" perché eccedenti i limiti imposti all'utenza e i documenti visionati (selezionati scaricati, inviati per e-mail o stampati).
Esiste una serie di variabili che rendono difficile l'interpretazione delle statistiche d'uso dei prodotti online. È il caso delle caratteristiche di programmazione dei software impiegati dai vari fornitori di risorse per effettuare il monitoraggio degli accessi. Alcuni inconvenienti legati alle rilevazioni possono essere ovviati mantenendo sempre disponibile la documentazione di riscontro acquisita antecedentemente, al fine di procedere a utili comparazioni. Un campo di osservazione basilare è la durata delle sessioni di ricerca che può essere interrotta da cadute di connessione e quindi obbligare a ripetuti tentativi di ripristino. I gestori dei servizi informativi sono tenuti a dare conto alle biblioteche di tali incidenti di percorso che possono compromettere la qualità dei risultati di ricerca e riservare tempi anche piuttosto lunghi di riattivazione delle sessioni.
Una questione cruciale è rappresentata dagli intervalli di rilevazione dei dati di consultazione. Se gli accessi dimostrano di tenersi stabili da un mese all'altro, non è necessario monitorare l'andamento mensile, ma è sufficiente effettuare un controllo su base annua. Se invece l'entità degli accessi dovesse variare sensibilmente nel breve periodo (nell'arco di un mese) è utile disporre di una rilevazione a cadenza mensile. Esiste un coefficiente di variazione che se pari a 0,2 può definirsi relativamente basso, in quanto indica che i dati variano solo del 20% dalla media, mentre un coefficiente di 0,8 dimostra uno scostamento dei dati pari all'80% rispetto ai valori standard di consultazione attestati per una dato prodotto informativo. Le prime due tabelle riportate nell'articolo illustrano, per ciascuna risorsa monitorata, il coefficiente di variazione estratto a cavallo degli anni 1999-2000, con riferimento ai vari elementi del set ICOLC.
Quanto alle sessioni di lavoro attive per i diversi prodotti esaminati e alle interrogazioni registrate dai server, i dati risultano costanti per il settore delle scienze biomediche, a riprova della stabilità/continuità di accessi alle fonti di informazioni online da parte dei ricercatori di quest'area i quali, essendo i maggiori produttori di pubblicazioni in assoluto, si rivelano i più "avidi" di documentazione. Meno assidui nella consultazione sono invece gli studiosi delle discipline umanistiche. Variazioni consistenti sono state osservate anche in relazione al numero di item visualizzati in risposta ad una interrogazione e alle opzioni attivate su di essi che i software di rilevazione sono in grado di distinguere in semplice presa visione, marcatura (ad esempio, di citazioni brevi), scaricamento, trasmissione via e-mail o stampa di documenti.
Dai dati raccolti è risultata inoltre determinante, per decretare il grado di soddisfazione di un prodotto da parte dell'utenza, la decisione di sottoscrivere o meno accordi per accessi multiutenza e, in caso positivo, in quale numero. Si è visto anche che i gestori di risorse elettroniche sono sollecitati dalle biblioteche a fornire su base giornaliera il numero delle connessioni in simultanea ai server e non soltanto a intervalli mensili. Infatti, solo ispezionando quotidianamente il numero dei collegamenti si può dedurre se la più alta percentuale degli accessi si è realizzata una sola volta, ogni giorno oppure solo in determinati giorni.
Nel complesso, comunque, una pianificazione affidabile delle risorse da rendere disponibili dovrebbe basarsi su un monitoraggio degli accessi in un arco di mesi che va dai 12 ai 18. È risultato, ad esempio, che i giornali elettronici non sono consultati dalla maggior parte dei potenziali utenti nel primo anno della loro implementazione e che una certa stabilità di consultazione si manifesta invece nel lungo periodo.
Ancora più significativo è l'indicatore costituito dal rapporto combinato delle interrogazioni per singola sessione. Si è notato che monitorare soltanto il numero delle sessioni di lavoro aperte in un mese non comporta automaticamente l'acquisizione di dati su eventuali ricerche effettuate, in quanto possono verificarsi login che non preludono necessariamente ad interrogazioni del sistema. È il caso di un arresto o malfunzionamento del motore di ricerca su un database o dell'apertura di una sessione di lavoro eseguita solo a scopi illustrativi delle varie funzioni attivabili.
Altro indice rilevante è quello relativo agli orari di accesso alle risorse Web nell'arco della giornata. Il rapporto statistico fornito dai gestori dei sistemi informativi può prendere a riferimento, alternativamente, l'ora locale della biblioteca, l'ora registrata dai server sui quali girano i programmi di monitoraggio o l'ora di Greenwich. L'interpretazione dei dati deve quindi prevedere l'accertamento dei parametri temporali adottati ed, eventualmente, rapportare gli orari rilevati dai sistemi a quelli di connessione locale. Dai risultati dello studio analizzato in questo articolo è emerso che, in linea generale, la percentuale di accessi più elevata si situa durante gli orari di apertura delle biblioteche, tra le 10 e le 17, con valori che svettano, in alcuni casi, intorno alle 14. Interessante sarebbe poter conoscere, senza violare la privacy dei singoli ricercatori, la proporzione di interrogazioni effettuate all'esterno delle biblioteche, in modo da pianificare interventi di help on line o di assistenza telefonica agli utenti remoti.
Un ragionamento a parte, tra le risorse accessibili via Web, meritano le consultazioni dei giornali elettronici. Per la versione a stampa delle riviste scientifiche le valutazioni d'uso si riconducono alla regola testata per vari anni dalle biblioteche, in base alla quale l'80% delle esigenze di ricerca degli utenti sono soddisfatte dal 20% delle testate componenti il patrimonio di riviste di una biblioteca. Si tratta del principio dimostrato in biblioteconomia da Richard L. Trueswell nel 1969 e teorizzato nel suo articolo Some behavioral patterns of library users: the 80/20 rule, «Wilson Library Bulletin», 43 (1969), p. 458-461. A differenza dei titoli "cartacei", per le collezioni digitali si può avere traccia degli accessi alla singola testata e, in questo nuovo contesto, la "legge" di cui sopra non sembra pienamente confermata. Infatti, stando ai dati riferiti dall'articolo circa le raccolte di e-journal offerte da American Chemical Society, Karger, Project Muse e da Ovid e monitorate tra ottobre 1999 e aprile 2000, il rapporto è stato 80/48, a dimostrazione che, soprattutto per il comparto delle scienze biomediche, l'informazione ritenuta scientificamente valida è disseminata su un più ampio parco di titoli.
Un'ulteriore raccomandazione per le valutazioni d'uso riguarda la registrazione degli accessi pro capite che costituisce un indice del carattere multidisciplinare di una risorsa informativa. Questo tipo di rilevazione infatti dà conto dell'interesse suscitato da un prodotto anche per l'utenza non direttamente coinvolta dallo specifico ambito disciplinare coperto da quel prodotto. È il caso della base di dati PsychINFO che, dagli studi condotti, ha guadagnato accessi non solo tra gli utenti afferenti strutture accademiche di stretto riferimento, ma anche tra operatori di altre aree disciplinari. Questo può significare che, nelle determinazioni di budget da destinare all'acquisto di pacchetti di risorse si può spingere per ottenere integrazioni di spesa a favore di un'offerta più allargata di un dato strumento informativo.
Per riassumere, la consistente oscillazione dei parametri che misurano gli accessi alle risorse elettroniche via Web deve indurre a programmare rilevazioni su base mensile e in alcuni casi giornaliera per poter disporre di dati significativi, anziché affidarsi a resoconti solo annuali. Va costantemente tenuto presente che l'andamento delle consultazioni varia in considerazione del tempo da cui una data risorsa si è resa disponibile e dal riassortimento dei prodotti nel mix dell'informazione offerta sul mercato.
Le raccomandazioni per i fornitori/distributori sono, in generale, di adottare i parametri ICOLC e di fornire alle biblioteche tutta la documentazione utile a spiegare i processi attivati nelle rilevazioni nonché la data di eventuali modifiche introdotte nei sistemi di calcolo degli accessi. In particolare, le statistiche dei vendor dovrebbero riportare il numero massimo di accessi simultanei registrati giornalmente, i giorni per i quali in un dato periodo non si sono rilevate connessioni ai sistemi informativi e, infine, per le collezioni di giornali elettronici, i dati relativi all'accesso a un singolo titolo.
Sul fronte delle biblioteche, d'altra parte, il decalogo delle operazioni da assicurare per una interpretazione significativa dell'uso delle risorse in rete impone, tra l'altro, di esaminare i dati in maniera sistematica almeno mensilmente e in qualche caso anche giornalmente, di ricavare la stabilità degli accessi soprattutto calcolando il numero di querylanciate nelle singole sessioni di lavoro e di controllare se i dati temporali delle rilevazioni sono riferiti all'ora locale o ci sia necessità di "convertirli" da altri standard temporali. Non ultima in ordine di importanza, dopo aver raccolto le statistiche d'uso della propria utenza istituzionale, è l'utilità di confrontare i propri dati con quelli di altre biblioteche, anche al fine di diffondere una pratica di rilevazione uniformata a criteri standard.


POLTRONIERI, Elisabetta. L'uso delle risorse Web: i dati dei vendor e le valutazioni dei bibliotecari. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 1, p. 8-9.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-02-02 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-01poltronieri.htm

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