[AIB]AIB Notizie 3/2002
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La formazione dell'identità europea


di Michela Ghera

Approvato dalla Comunità europea nell'ambito del programma Cultura 2000 sul tema "Europa come luogo della memoria", l'Istituto Luigi Sturzo ha sviluppato un progetto dal titolo: "L'identità d'Europa nei luoghi storici degli esili" e sarà coadiuvato da altri partner europei, tra i quali ricordiamo la Wiener Library di Londra e l'Istituto di Storia del Cristianesimo dell'Università di Lione.
Il progetto si basa sulla premessa che il periodo tra le due guerre mondiali ha costituito una fase determinante nel processo di maturazione dell'idea d'Europa modernamente intesa, fondata cioè su alcuni valori oggi considerati imprescindibili dall'idea stessa d'Europa: libertà, democrazia, tolleranza e solidarietà. Per raggiungere questi principi era necessario sottoporsi a un doloroso processo catartico di affinamento e sviluppo dell'idea stessa d'Europa in seguito ai tragici eventi della seconda guerra mondiale. Di qui, quel che successe in Europa tra il primo Congresso paneuropeo, svoltosi a Vienna il 4 ottobre 1926, e la formazione dell'Assemblea europea, nata a Londra il 5 maggio 1949, con la denominazione di Consiglio d'Europa, costituisce il nucleo di importanti eventi, spesso tragici, basilari per la formazione dell'identità europea.
Muovendo da questa premessa, la ricerca mira a ricostruire l'apporto del fuoriuscitismo europeo tra le due guerre alla formazione, sul piano politico e culturale, della identità europea.
In particolare la ricerca si pone l'obiettivo di valorizzare i "luoghi" storici dell'esilio scelti da alcuni intellettuali europei nel corso degli anni Venti e Trenta perché costretti dalle dittature totalitarie ad abbandonare il proprio paese per ragioni politiche o religiose: tra loro citiamo come esempi Luigi Sturzo, Francesco Luigi Ferrari, Alfred Wiener.
Le tre città - Londra, Parigi e Bruxelles - verso le quali si è diretta, per la maggioranza, questa corrente di profughi sono prese in considerazione e diventano, grazie ai contatti fecondi fra le personalità degli esuli e il prezioso ambiente sociale dei paesi ospiti, luoghi di elaborazione politica e culturale dell'identità europea.
Il risultato della ricerca consiste nella definizione di un prodotto comunicativo multimediale plurilingue che sottolinei la pluralità delle fonti, dei percorsi geografici, dei contesti storico-sociali entro cui gli esuli si sono trovati a elaborare i testi di riferimento, delle reti di relazioni umane e culturali intessute, dei prodotti editoriali, radiofonici e filmici intesi come momenti culturali e storici condivisi dagli europei.
Per rispondere alle caratteristiche comunicative del prodotto di diffusione proposto s'intende impostare la ricerca documentaria su una pluralità di fonti anche non tradizionali (archivi audiovisivi, radiofonici e fotografici, di quotidiani, repertori iconografici).
Le indagini della ricerca, tenendo conto dell'ipertesto multimediale, si muoveranno da percorsi differenti:
- individuazione delle diverse idee di Europa che hanno alimentato negli anni Venti e Trenta le speranze di chi, lontano dalla propria patria, continuava a credere in un'unione democratica di nazioni in Europa e a contribuire attraverso il reperimento di materiali prodotti di varia natura, ad alimentare il dibattito e a esprimere le proprie convinzioni;
- ricostruzione dei "luoghi" dell'esilio geografici e sociali intesi come luoghi della memoria;
- integrazione dei contenuti della ricerca attraverso le vicende biografìche degli esuli (storici, politologi, letterati, filosofi, artisti) che hanno alimentato il dibattito culturale europeo in una condizione di opposizione (culminata in taluni casi nell'esilio) ai regimi totalitari negli Anni Venti e Trenta.
Il prodotto finale, sia per la natura della ricerca volta a ricostruire l'identità europea da prospettive differenti, sia per la varietà del prodotto multimediale, è destinato a un pubblico di giovani in età scolastica: partecipando in prima persona alla costituzione di un'unica identità europea, questi ultimi più di altre categorie sociali necessitano di strumenti innovativi atti a evidenziare i valori e le radici culturali comuni.

Con questa comunicazione si interrompe la mia collaborazione con «AIB notizie»; desidero ringraziare tutta la Redazione per l'attenzione e la disponibilità con la quale ha seguito il mio lavoro in questi anni sia sul piano professionale che su quello personale. Spero solo che il mio apporto abbia reso più familiare e maggiormente degno di interesse il mondo degli istituti e delle fondazioni culturali, i patrimoni da questi conservati e gli sforzi che si compiono per valorizzarli. Anche se ognuno conserva la propria missione, tentiamo di costruire tra noi un coordinamento e una cooperazione per quanto riguarda le strutture degli istituti stessi, biblioteche e archivi dotati, o da dotare, di tecnologie informatiche collegate alle reti nazionali e transnazionali.
Il fine ultimo, comunque e per qualsiasi istituzione culturale pubblica o privata, resta di fatto la tutela e la valorizzazione dei propri patrimoni documentari con la piena consapevolezza, che ognuno di noi operatori deve avere, di voler "fare e trasmettere" semplicemente cultura.



GHERA, Michela. La formazione dell'identità europea. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 3, p. 16.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-04-10 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-03ghera.htm

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