[AIB]AIB Notizie 4/2002
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Il mondo dell'università:
biblioteche storiche e sistemi bibliotecari
d'ateneo all'insegna delle nuove tecnologie


Che la definizione "biblioteche universitarie" evochi nella nostra mente due tipologie di biblioteche, di diversa appartenenza amministrativa, è constatazione pacifica: se ognuno di noi ne ha accuratamente studiato la distinzione in vista per esempio di una prova di concorso e, nella cura scrupolosa di evitare confusioni, ne ha esaminato le specificità, distinguendo tra "biblioteche universitarie" e "biblioteche di università", l'esperienza che poi si troverà a fare sul campo in una città universitaria in cui i due tipi di istituti convivono sarà quella di sentire lo studente che definisce quasi sempre "centrale" l'Universitaria, e con epiteti più o meno appropriati le biblioteche di dipartimento, di facoltà e così via. Questa almeno è l'esperienza che noi bibliotecari viviamo a Sassari e Cagliari, sedi entrambe di due prestigiose biblioteche universitarie, e allo stesso tempo di un notevole numero di biblioteche di ateneo. Quella che è per noi una esigenza di tipo professionale ed una delle prime acquisizioni che lo studio della legislazione bibliotecaria impone, è per l'utente l'offerta di due servizi diversi e alternativi l'uno all'altro, indipendentemente dal diverso inquadramento amministrativo, peraltro sconosciuto e probabilmente indifferente ai più.
Che poi le vicende delle biblioteche cittadine abbiano prodotto sia a Cagliari sia a Sassari la perdita della originaria specializzazione delle universitarie a favore di una più marcata tendenza alla generalità delle raccolte, è storia nota a tutti e non peculiare della Sardegna. Prioritario rimane comunque l'obiettivo originale, di supportare l'università: tra l'altro a oggi discussa è la loro stessa appartenenza amministrativa al Ministero per i beni e le attività culturali. Si parla da tempo della possibile alternativa tra un passaggio alla Regione Sardegna - che tra l'altro, nella ipotesi legislativa avanzata oggi alla Commissione cultura, ne prospetta una normazione come biblioteche "nazionali" - e il passaggio alle rispettive università come previsto dal d.lgs. 112/1998.
Nel frattempo le due biblioteche storiche per eccellenza coniugano felicemente l'attenzione alla conservazione del loro preziosissimo patrimonio con l'aggiornamento degli strumenti di lavoro ed anzi non raramente l'aggiornamento tecnologico investe proprio le misure di tutela dello stesso.
In che modo e con quali risultati lo abbiamo chiesto ai diretti interessati.
Certo, il passo più significativo negli anni Novanta è stata l'adesione al Servizio bibliotecario nazionale che data al 1991 per Cagliari, al 1997 per Sassari.
L'ingresso di SBN nella Universitaria di Sassari ha avuto un effetto positivo anzitutto in quanto ha promosso una maggiore apertura della biblioteca verso l'esterno e ha dato nuovo impulso all'entusiasmo dei bibliotecari anche grazie alle numerose occasioni di incontro e aggiornamento. Il risultato raggiunto, ossia la registrazione di 115.000 inventari dal 1997 ad oggi (febbraio 2002), quantitativamente rilevante, lo è soprattutto qualitativamente rappresentando un notevole ritorno di immagine per una biblioteca che, dotata di raccolte di notevole pregio ma soprattutto di non pochi esemplari unici, ha potuto dare visibilità al proprio patrimonio, all'interno di un Servizio, qual è SBN, che della condivisione dei documenti ha fatto il punto qualificante della propria filosofia. L'attivazione di nuovi servizi di SBN online ha visto la biblioteca tra le 20 che per prime hanno sperimentato il prestito interbibliotecario "SBN ILL". Alla base dei risultati ad oggi raggiunti vanno sottolineati il contributo dato dagli operatori impegnati nell'attuazione del progetto regionale per l'attivazione di SBN in Sardegna e una politica di inserimento dati che ha privilegiato il materiale locale, le grandi collezioni, il materiale in lingua.
Nella stessa direzione va un progetto presentato dalla Sezione Manoscritti e rari della biblioteca, insieme alla Biblioteca universitaria di Cagliari, per iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali, che prevede il recupero catalografico delle edizioni del Settecento: l'obiettivo è quello di far conoscere il materiale di un'epoca scarsamente rappresentata nel Catalogo nazionale e in genere negli OPAC consultabili online.
In non casuale sintonia con la ventata multimediale che il progetto regionale @jò porterà nelle biblioteche pubbliche della Sardegna, la Biblioteca universitaria di Sassari è tra le sei biblioteche individuate da una Commissione ministeriale per lo studio di fattibilità di un progetto di mediateca in rete: la biblioteca ha accolto con entusiasmo la proposta e ha ricevuto apprezzamento dal Ministero per la notevole mole di materiale microfilmato già a disposizione degli utenti.
Di recente allestimento un importante Gabinetto di tutela informatizzato che consente tra le altre cose di riprodurre stampe a definizione elevatissima di materiale altrimenti non riproducibile, pena il rischio di un irrimediabile deterioramento.
Nel senso della sperimentazione la decisione di dotare la biblioteca di alcune tra le più innovative tecnologie, come il sistema di identificazione digitale per una serie di procedure, una per la ricerca dei volumi fuori posto, che l'operatività dello strumento digitale renderà più veloce e soprattutto più efficace; e l'adozione di un sistema di "confezionamento" dei documenti di non frequente consultazione che, oltre a garantirne la migliore conservazione, permette una maggiore ottimizzazione degli spazi.
Anche per la Biblioteca universitaria di Cagliari la partecipazione al Catalogo collettivo nazionale ha significato sentirsi parte di una comunità e lavorare in un'ottica di condivisione. L'ingresso in SBN data al 1991 e al febbraio 2002 sono circa 90.000 gli inventari registrati, con una politica degli inserimenti orientata al recupero del materiale locale e dei periodici. Anche qui in attuazione del progetto regionale per l'attivazione di SBN dal 1997 è in atto una convenzione con una cooperativa esterna.
Di immediata futura esecuzione un progetto sul recupero catalografico delle seicentine finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali. È stato recentemente acquisito un locale di notevoli dimensioni nel quale verrà allestita una sala multimediale.
Fiore all'occhiello della biblioteca un laboratorio di restauro con sei addetti e un laboratorio fotografico, oltre al Gabinetto delle stampe sorto nell'immediato dopoguerra e che documenta soprattutto autori locali. È in corso di istituzione l'Ufficio relazioni con il pubblico in ottemperanza alla legge 241/1990.
Integrate a tutti gli effetti nella struttura universitaria, le biblioteche di università da sempre hanno con i propri utenti un rapporto diretto e privilegiato e di principale supporto alla ricerca e alla didattica. Non vi è dubbio che a migliorare la funzionalità delle biblioteche, con notevoli benefici per gli utenti, ha contribuito l'organizzazione in Sistema che nei due atenei sardi ha vita piuttosto giovane, ma già ricca di significativi risultati su tutti i fronti.
A Sassari la scelta di tipo "sistemico" sancita dal Regolamento entrato in vigore all'inizio del 2000, ha favorito anzitutto la razionalizzazione delle strutture: massima espressione l'organizzazione delle biblioteche in poli, previsti in numero massimo di 8, che nell'ateneo sassarese trovano comunque un importante precedente nelle due biblioteche interfacoltà, per le scienze umanistiche e per le scienze giuridiche, politiche ed economiche. Tra le altre cose l'aggregazione di più «biblioteche caratterizzate da affinità culturale e disciplinare», come recita l'articolo 6 del Regolamento, ha favorito e continuerà a favorire in futuro l'armonizzazione delle collezioni.
Strumento principale e più visibile di condivisione delle risorse documentarie il Catalogo collettivo d'ateneo.
Andava d'altra parte già nel senso della cooperazione la rete REBUS istituita, con non comune lungimiranza, dall'Università di Sassari nel 1995 per favorire la diffusione delle informazioni bibliografiche di biblioteche appartenenti ad enti diversi, operanti nell'area urbana della città di Sassari.
Il risultato più importante raggiunto è oggi la considerazione delle biblioteche come punti strategici dell'ateneo: a favorirne le condizioni sono stati l'intervento di nuove tecnologie, l'aumento della produzione scientifica in formato digitale, la maggiore attenzione agli utenti. Questo ha attirato il consenso del mondo accademico e la possibilità di beneficiare di maggiori finanziamenti. Non sono mancati gli interventi nel campo dell'edilizia, che in alcuni casi si sono concretizzati nella costruzione di nuove biblioteche.
Principi cardine del Regolamento la distinzione tra indirizzo scientifico e direzione tecnica del sistema e il ricorso alla cooperazione come strumento fondamentale di intervento nei vari settori.
A questo proposito va sottolineato che l'organizzazione in Sistema bibliotecario ha ampliato gli ambiti della cooperazione anche all'esterno dell'ateneo, con l'adesione al CIPE, per l'acquisizione e la gestione delle risorse elettroniche e dei periodici online. Grazie al servizio, gestito centralmente, si è potuto rispondere in maniera più efficace alle richieste di studenti e ricercatori soprattutto dell'area scientifica.
Notevole il ricorso al servizio di Prestito interbibliotecario e document delivery, servizio attivato nel 1993 dal Coordinamento servizi bibliotecari in seguito ad una convenzione stipulata con la Biblioteca "Marconi" del CNR e gestito operativamente dalla Biblioteca della Facoltà di medicina veterinaria.
Tra i servizi centrali il Centro di documentazione europea che la dice lunga sulla vocazione europeista dell'ateneo che ha voluto che il CDE fosse un servizio centrale per l'università: esso è oggi sede del coordinamento nazionale.
La creazione del Sistema ha favorito inoltre l'assunzione di nuovo personale con contratti di collaborazione continuata e coordinata e con contratti di lavoro interinale: ad essi si è ricorso anche per estendere l'orario di apertura. Al massiccio impiego delle collaborazioni studentesche si aggiunge la possibilità, a seguito di un accordo tra università e Ministero della difesa stipulato nel corso del 2001, di beneficiare della collaborazione degli obiettori di coscienza.
Analogo il percorso dell'Università di Cagliari: a partire dal 1996 l'istituzione del Sistema bibliotecario d'ateneo e le maggiori attenzioni ad esso dedicate da parte delle autorità accademiche hanno dato impulso a un'intensa attività finalizzata al miglioramento della qualità dei servizi, la quale ha raggiunto i seguenti obiettivi: accorpamento delle biblioteche da 62 a 34 con 140 postazioni per gli operatori e gli utenti collegate alla rete d'ateneo. In ciascuna delle cinque aree di aggregazione scientifica e disciplinare a cui sono state attribuite virtualmente le biblioteche, almeno una, di norma quella centrale, ha applicato il contratto decentrato, garantendo giornalmente l'apertura al pubblico lungo una fascia oraria continuativa di 12 ore dal lunedì al venerdì e di 6 ore al sabato; la Biblioteca centrale di ingegneria a partire dal 1999, dopo un periodo di sperimentazione che ha avuto notevole successo, è aperta al pubblico in modo continuativo dalle ore 7,30 alle 22. Tale risultato è stato reso possibile anche grazie al contributo di personale assunto a tempo determinato e all'utilizzo degli studenti collaboratori.
È migliorata altresì la fruibilità del patrimonio destinato ai servizi per la didattica avendo finalizzato sempre maggiori somme, a partire dal 1996, all'acquisto di più copie di documenti da rendere disponibili per la consultazione e il prestito a domicilio.
Per i servizi alla ricerca, dal 1996 è stata stipulata una convenzione col CNR per il servizio di document delivery, poi annualmente rinnovata, e, a livello locale, è stato reso disponibile a partire dall'area biomedica un format in linea per la richiesta di ricerche bibliografiche e copia di documenti.
Nel 1996 è stato firmato il Protocollo d'intesa tra la Regione autonoma della Sardegna e l'Università degli studi di Cagliari per la creazione di un sistema informativo bibliotecario integrato, col quale la Regione si impegnava a mettere a disposizione dell'Università il collegamento con l'Indice nazionale del Servizio bibliotecario nazionale e anche a sostenere finanziariamente i piani per la catalogazione retrospettiva del patrimonio dell'università. Nel corso del 1998, grazie all'attività di un gruppo di lavoro ad hoc formalmente costituito, è stato realizzato l'OPAC di ateneo.
Grande attenzione oggi è dedicata allo sviluppo del sistema informativo locale in cooperazione con altri sistemi a livello nazionale: attualmente è in corso di valutazione la partecipazione a consorzi nazionali per l'ottimizzazione dell'accesso alla documentazione in formato elettronico, peraltro ampiamente sviluppata. A oggi sono disponibili in linea circa 550 periodici in formato elettronico a testo completo tra quelli in abbonamento alle varie strutture, a vantaggio di tutti gli utenti dell'ateneo a prescindere dalla biblioteca che ha sottoscritto i singoli abbonamenti. Tale risultato è stato raggiunto grazie a una buona gestione delle relazioni commerciali con i produttori e i fornitori condotta dal gruppo di lavoro per le risorse elettroniche.
È inoltre stata definita a partire dal 2000 l'acquisizione, a livello centralizzato, delle banche dati con interfaccia Ovid ad ampia copertura disciplinare.


Il mondo dell'università: biblioteche storiche e sistemi bibliotecari d'ateneo all'insegna delle nuove tecnologie. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 4, p. III-IV.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-04-20 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-04mondo.htm

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