[AIB]AIB Notizie 4/2002
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Apriamo le biblioteche pubbliche anche la domenica...


di Vittorio Ponzani

I delicati problemi relativi al diritto d'autore tornano a circolare ancora una volta nella lista di discussione dei bibliotecari italiani e questa volta riguardano il prestito delle videocassette in biblioteca. Una bibliotecaria chiede infatti dei chiarimenti, dal momento che un agente della SIAE le ha detto che non è assolutamente possibile dare in prestito le videocassette. I messaggi di risposta ribadiscono la possibilità del prestito delle videocassette, dividendosi poi tra chi afferma che il prestito sia possibile dopo 18 mesi dalla data di distribuzione e chi dice che bisogna aspettare 24 mesi.
Un mail chiarisce la situazione, ricordando che l'articolo 69 della legge n. 633 del 1941 afferma che «il prestito eseguito dalle biblioteche [...], ai fini esclusivi di promozione culturale e studio personale, non è soggetto ad autorizzazione da parte del titolare del relativo diritto, al quale non è dovuta alcuna remunerazione». Per le videocassette, inoltre, viene specificato che devono essere "decorsi almeno diciotto mesi dal primo atto di esercizio del diritto di distribuzione ovvero, non essendo stato esercitato il diritto di distribuzione, decorsi almeno ventiquattro mesi dalla [loro] realizzazione».
Chiarito questo punto, il dibattito si è spostato sul problema delle duplicazioni dei CD musicali e delle fotocopie di libri (in genere in riferimento ai libri di testo universitari) fatta dai privati per scopi personali. La maggior parte degli interventi concorda sul fatto che la copia privata di un disco o di un libro non ha nulla a che fare con la pirateria, che invece persegue scopi di lucro, ottenuti producendo enormi quantità di copie a prezzi bassissimi. Certamente anche la copia privata può limitare qualche acquisto, ma è altrettanto vero che spesso crea nuovi consumatori e inoltre favorisce il diffondersi della conoscenza di autori minori e di piccole case editrici.
Se uno degli scopi della legislazione relativa al diritto d'autore è quello di favorire, attraverso la tutela della proprietà intellettuale originale, la diffusione della cultura e il progresso tecnologico della collettività, allora occorre riflettere se una limitazione eccessiva del diritto di accesso alle informazioni non rischi di produrre effetti negativi nell'ambito della ricerca e della didattica. È per questo che la Direttiva europea sull'armonizzazione del diritto d'autore n. 2001/29/CE prevede una serie di eccezioni al diritto di riproduzione, che però i paesi europei sono liberi di recepire o meno nella legislazione nazionale.
Un messaggio ricorda come nell'ultimo numero del «Bollettino AIB» (n. 4 del 2001) in un interessante saggio dal titolo Diritto d'autore, duplicazione d'informazioni e analisi economica l'economista Giovanni B. Ramello riprende la tesi della "appropriabilità indiretta", esposta negli anni Ottanta dall'economista canadese Stan Liebowitz, affermando che «i profitti persi dai titolari e licenziatari dei diritti nella mancata vendita di copie di un'opera di ingegno a causa delle copie private, vengono in realtà recuperati tramite canali diversi, ad esempio facendo pagare un prezzo maggiorato all'acquirente della prima copia». È questa infatti la ragione per cui le biblioteche acquistano le riviste scientifiche ad un prezzo maggiorato rispetto alle tariffe di abbonamento destinate ad altre tipologie di utenti.

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La Regione Lombardia ha organizzato un'iniziativa di promozione del libro e della lettura che ha coinvolto oltre 400 biblioteche pubbliche lombarde, rimaste aperte domenica 7 aprile 2002 per presentare i loro servizi anche a chi generalmente non li utilizza. La notizia di questa iniziativa, che aderisce alla campagna "@lla tua biblioteca" promossa da IFLA e AIB, ha provocato uno scambio di opinioni diverse sull'argomento.
Alcuni messaggi manifestano una posizione di dissenso rispetto alla decisione di aprire le biblioteche anche di domenica perché considerano ingiusto organizzare iniziative del genere in un giorno festivo quando si potrebbero fare in un giorno feriale, o magari di sabato. Viene inoltre evidenziata la contraddizione per cui, mentre vengono organizzate manifestazioni che hanno lo scopo di promuovere e valorizzare le biblioteche, contemporaneamente la stessa Regione Lombardia taglia una parte importante dei finanziamenti destinati alle biblioteche.
Altri mail esprimono invece un'opinione molto diversa, affermando che, sul piano dei principi, le biblioteche dovrebbero essere sempre aperte, anche la domenica e fino a sera tardi, per favorirne l'utilizzo anche da parte di chi ha problemi a frequentarle nel normale orario di apertura. Viene anche sottolineato come tali iniziative promozionali siano molto utili per riaffermare la presenza sul territorio delle biblioteche e dei loro servizi. Tali servizi, infatti, soprattutto nelle regioni dove funzionano bene e vengono vissuti dai cittadini come "normali" servizi pubblici, rischiano talvolta di essere poco visibili e quindi poco considerati dagli amministratori e politici (che poi decidono la distribuzione dei fondi). Certamente iniziative promozionali come questa non risolvono i complessi problemi strutturali che pesano sulle nostre biblioteche, ma sono comunque importanti per dare maggiore evidenza a servizi che spesso sono di ottima qualità.

ponzani@aib.it

L'archivio storico di tutti i contributi inviati in AIB-CUR è consultabile, da parte degli iscritti alla lista, a partire dall'indirizzo https://www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3


PONZANI, Vittorio. Apriamo le biblioteche anche la domenica.... «AIB Notizie», 14 (2002), n. 4, p. 6.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-04-20 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-04ponzani.htm

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