[AIB]AIB Notizie 8/2002
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La biblioteca. Il futuro della memoria, conservazione,
valorizzazione e promozione dei patrimoni documentari nella società dell’informazione

Maria Cristina Di Martino

“Il futuro della memoria”: non solo un titolo accattivante, filo rosso dei diversi interventi che hanno scandito le due giornate del convegno italo-egiziano, tenuto ad Alessandria d’Egitto il 10 e 11 giugno di quest’anno, promosso dal Comitato italiano Cultura dei mari e organizzato dalla Direzione generale per i beni librari e gli Istituti di cultura del Ministero per i beni e le attività culturali. Futuro e memoria anche, e soprattutto, come poli dialettici in cui s’iscrive l’impegno programmatico e strategico della Bibliotheca Alexandrina. Le due opposte direttrici temporali convergono in un’idea che ha sostenuto quanti hanno creduto nella ricostruzione dell’antica biblioteca, ne hanno sostenuto il progetto e le successive fasi di attuazione: l’idea, che ha la forza propulsiva dell’utopia, di bibliotheca universalis, cui il regno dei Tolomei aveva inteso dare concretezza, e a cui ancora oggi si aspira attraverso percorsi diversi: dall’universalità del possesso all’universalità dell’accesso.
Erede di un glorioso passato, ma proiettato verso un futuro che si vuole altrettanto luminoso, l’istituto, come si legge nel programma di lavoro, si propone di realizzare quattro obiettivi: diventare finestra dell’Egitto sul mondo, finestra del mondo sull’Egitto, essere biblioteca per l’era digitale, essere un centro internazionale di dialogo e di dibattito. Riprendere, cioè, nella società dell’informazione, quel posto occupato dall’antica biblioteca nella geografia intellettuale e culturale del periodo alessandrino.
Resta poi da vedere come, in concreto, sarà possibile coniugare la vocazione universale dell’Alexandrina e la sua integrazione nel tessuto culturale egiziano ed arabo, obiettivi entrambi dichiarati dall’Unesco (http://www.unesco.org/webworld/alexandria_new/objectives.html).
Lo stesso progetto dell’edificio – vincitore del concorso internazionale è stato lo studio Snøhetta di Oslo – ha inteso riaffermare il legame tra passato e presente, Oriente e Occidente: ubicazione, scelta dei materiali da costruzione, elementi strutturali, organizzazione degli spazi interni: ogni cosa è pregnante di significati.
Non è possibile ripercorrere le tappe del progetto e le fasi della sua attuazione o esaminare in dettaglio l’impianto architettonico e gli elementi strutturali, ma solo registrare impressioni ed emozioni.
L’edificio sorge vicinissimo al sito della biblioteca-madre, e quindi al centro di Alessandria: di fronte, il Mediterraneo, alle spalle l’Università, cui la collega un ponte. La simbologia della forma è altrettanto esplicita: il disco solare, adagiato sulla sponda del Mediterraneo, rimanda ai culti dell’antico Egitto, ma anche alla luce della civiltà e della cultura; centro di un sistema come la biblioteca aspira ad essere centro del sistema dell’informazione e della conoscenza. Il tetto inclinato, che ricorda un microchip, le pareti di granito – la pietra dei faraoni – su cui sono tracciate le lettere dei diversi alfabeti, gli ulivi del laghetto che circonda l’edificio sono altrettanti simboli di comunicazione, dialogo, pace.
L’interno, su sette livelli, dove la luce filtra uniformemente dal tetto inclinato, disegna un grande spazio aperto, le terrazze a gradoni, su cui sono distribuite le postazioni di lavoro, i tavoli per la consultazione e le scaffalature, creano un ambiente uniforme nelle diverse sezioni, ma, nello stesso tempo, introducono una distinzione tra i diversi luoghi.
La collocazione del materiale bibliografico e documentario non solo risponde a criteri di efficienza e di accessibilità, ma ribadisce l’ideale rapporto di continuità con l’antica biblioteca.
Afferma Layla Abdel Hady, responsabile dei servizi: «ogni livello della biblioteca ospita una diversa branca di studi secondo la loro evoluzione storica». Così al primo livello sono collocati i documenti relativi ai percorsi della conoscenza – filosofia, religioni, geografia e storia – al secondo, che ospita il Centro multilinguistico e multimediale, lingue e letterature , fino all’ultimo – nuove tecnologie – a sottolineare come l’informazione e la conoscenza di oggi poggino sull’eredità del passato.
Informazioni più dettagliate sul sistema di collocazione, sulle sezioni della Biblioteca, sono disponibili sul Web all’indirizzo www.bibalex.gov.eg.
Questa la biblioteca; ma l’Alexandrina vuol essere molto di più di una biblioteca: con le sue strutture satellitari che affiancano il corpo centrale si propone come un sistema culturale integrato – biblioteca, museo, area espositiva, centro di formazione e spazio per convegni internazionali – per reinventare il ruolo culturale di Alessandria nel bacino del Mediterraneo.
In sintonia con la mission dell’Alexandrina il convegno italo-egiziano è stato una significativa occasione di confronto tra culture ed esperienze diverse, oltre che un momento di reciproca conoscenza in vista di future sinergie, come nei loro interventi inaugurali hanno auspicato l’ambasciatore italiano Mario Sica e l’ambasciatore per le relazioni internazionali dell’Alexandrina.
Come Massimo Pistacchi, della Direzione generale per i beni librari e gli istituti culturali, ha disegnato la mappa degli interventi del Ministero per i beni e le attività culturali in materia di conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio documentario.
Di questa mappa i successivi interventi hanno focalizzato i punti nodali.
Giorgio Boldini, della Finsiel, ha tracciato le linee evolutive di SBN, di cui ha posto in luce il valore di infrastruttura dell’informazione e della conoscenza.
Luciano Scala, direttore dell’ICCU, nell’illustrare il progetto Biblioteca digitale italiana, ne ha sottolineato le aree prioritarie d’intervento – periodici, spartiti musicali, carte geografiche – e gli obiettivi a medio e lungo termine: tra questi l’avvio del progetto “Rinascimento virtuale”, la costruzione di un portale della BDI, il sostegno al progetto europeo “Minerva”, la costruzione di una carta costituzionale della biblioteca digitale.
Di “Rinascimento virtuale” ha parlato anche Daniele Broia, (Fotoscientifica di Parma), come ulteriore campo di applicazione dell’analisi spettroscopica finalizzata al recupero dei diversi piani di scrittura dei palinsesti, tecnologia applicabile sia ai supporti membranacei, sia a quelli papiracei.
Sui problemi legati alla conservazione e alla tutela di fondi di particolare pregio e interesse, come quello papiraceo della Biblioteca Mediceo-Laurenziana, si è incentrato l’intervento di Franca Arduini, mentre Maria Lilli Di Franco, nell’illustrare le molteplici attività della Fondazione per la conservazione e il restauro di Spoleto, di cui è responsabile scientifico, ha insistito sull’importanza di un’adeguata formazione in materia di conservazione e di restauro anche per un efficace utilizzo delle enormi possibilità applicative delle nuove tecnologie.
Di grande attualità le problematiche connesse alla conservazione delle memorie digitali, analizzate nell’interessante intervento di Clara Ronga della BNCF.
Nel confronto con il punto di vista egiziano è emersa la convergenza sulle stesse tematiche: Yousef Ziedan, conservatore dei manoscritti dell’Alexandrina, in un vibrante intervento, attraversato dall’orgoglio di essere e sentirsi erede di uno straordinario patrimonio culturale, troppo a lungo ignorato e, in gran parte, ancora sommerso, ha affermato che il mondo arabo deve riappropriarsi della memoria e renderla fruibile al resto del mondo.
L’impegno decennale di Ziedan è volto, perciò, all’incremento del fondo manoscritto della biblioteca, alle attività di inventariazione, restauro, catalogazione, alla costruzione di una biblioteca virtuale, di cui l’indice multilingue su CD-ROM del Museo dei manoscritti rappresenta il primo contributo.
Al decollo della Bibliotheca Alexandrina è funzionale la crescita di un sistema bibliotecario che si radichi su tutto il territorio egiziano e che, a sua volta, divenga testa di ponte verso realtà geograficamente e culturalmente affini; ma è altrettanto funzionale che negli operatori si consolidi la consapevolezza di essere parte di una comunità professionale che supera i confini nazionali e le barriere culturali e ideologiche. La presenza dell’AIB al convegno è stata un valore aggiunto. Si è trattato di un’ulteriore attestazione della presenza forte dell’Associazione nel tessuto bibliotecario italiano e di una conferma della sua vocazione internazionale, del riconoscimento del lavoro svolto finora e dell’apporto futuro di proposte ed energie.
Ricca di proposte per un futuro comune è stata la relazione inaugurale svolta da Igino Poggiali, presidente dell’AIB: costruire esperienze comuni significa confermare quei valori che debbono essere patrimonio comune di quanti, come i bibliotecari, sono mediatori d’informazione e di conoscenza e attori nei processi di democratizzazione e di integrazione sociale. In un sistema che si muove nella prospettiva di una sempre maggiore globalizzazione la nascita e lo sviluppo di una singola biblioteca – questa volta l’Alexandrina – fa crescere anche le altre biblioteche e rafforza la nostra professione.
Il ventaglio di iniziative dell’AIB apre molteplici possibilità di lavorare insieme. Gianni Lazzari ha sottolineato che il ruolo di rappresentanza professionale dell’Associazione si esplica e si rafforza anche attraverso i suoi rapporti internazionali: ha ricordato il suo crescente peso all’interno dell’IFLA, il suo apporto a Eblida, il suo attivo coinvolgimento in progetti come Nati per leggere, @lla tua biblioteca, Presidi del libro, Scudo blu, in cui possono iscriversi iniziative diverse, facilmente adattabili anche a contesti e culture diverse.
Chi scrive ha evidenziato come la partecipazione a progetti e programmi di iniziativa comunitaria – da Impact a NEL a Cremisi fino all’attuale Abside – oltre ad avere un valore politico e strategico, ha accreditato l’Associazione come referente qualificato nel campo della formazione e dell’aggiornamento professionale, aree prioritarie di interesse e di impegno dell’AIB sia a livello nazionale sia regionale. La qualità dell’offerta formativa è garanzia della capacità da parte degli operatori del settore di incidere sui processi di scambio e di integrazione culturale: in tal senso l’esperienza capitalizzata dall’AIB, specialmente attraverso la messa a punto di un articolato ventaglio di modelli formativi, può rappresentare un possibile modello.
Sulla necessità della formazione e dell’aggiornamento L. A. Hady, a conclusione dei lavori, ha raccolto l’invito a mettere insieme esperienze e risorse e a cercare occasioni di incontro e di scambio. La prima occasione sarà Bibliocom, dove, a seguito anche ai contatti avviati dal Comitato organizzatore, la Bibliotheca Alexandrina sarà presente con uno stand, nel quadro dell'iniziativa "Biblioteche senza frontiere". A partire dal 14 ottobre, inoltre, grazie all’impegno del Ministero degli esteri norvegese, verrà anche allestita una mostra presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma.

mcdimartino@libero.it

DI MARTINO, Maria Cristina. La biblioteca: il futuro della memoria, conservazione, valorizzazione e promozione dei patrimoni nella società dell'informazione. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 8, p. 14-15.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-09-25 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-08dimartino.htm

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