Le novità nel settore Catalogazione
La 67th IFLA Conference ha offerto un programma ricchissimo, come sempre. La partecipazione italiana è stata relativamente numerosa, ma ancora sparsa, non organizzata. I francesi arrivano al congresso con una tabella delle riunioni a cui devono partecipare e su cui devono relazionare rientrati in patria. Le principali biblioteche nazionali europee (comprese quelle dei paesi che si sono resi autonomi dopo il 1989) e di altri continenti sono presenti con molti bibliotecari responsabili di servizi e attività centrali, una presenza politica prima ancora che tecnica. Noi italiani abbiamo partecipato attivamente a diverse commissioni (biblioteche scolastiche, catalogazione, classificazione, libri rari e manoscritti, università) e, come di consueto, alle riunioni dei direttori delle biblioteche nazionali. Dopo molti anni l’Italia ha di nuovo membri in diversi standing committees e nell’ISBD Review Group e può adesso intervenire nel processo elaborativo e decisionale. La presenza implica continuità di impegno e soprattutto la funzione di rappresentatività in un duplice senso: riportare in ambito IFLA il lavoro svolto in Italia; riportare in Italia il lavoro svolto in ambito IFLA.
Cose notevoli discusse nel settore catalogazione.
Poco prima del congresso è stata pubblicata ISBD(CR),
Continuing Resources, che sostituisce ISBD(S); lo standard comprende, oltre ai seriali, la più ampia categoria delle risorse continuative (opere in aggiornamento programmato e opere “dinamiche”); è stato un parto difficile, tanto che l’ISBD Review Group e la Commissione Catalogazione dell’IFLA hanno deciso a Glasgow di stabilire un periodo di “quarantena”, ovvero di sperimentazione, di due anni, poiché le soluzioni adottate continuano a non riscuotere il consenso generale (si veda la presentazione di Pino Buizza,
Un'ottica nuova per le ISBD: la piccola rivoluzione delle risorse integrative, di prossima pubblicazione sul «Bollettino AIB»). La nuova edizione di ISBD(M) sarà pubblicata entro l’anno; non presenta, per la verità, molte varianti rispetto alla precedente. ISBD(CM), ISBD(PM) e ISBD(A) sono in corso di revisione. Anche ISBD(ER) è in aggiornamento (nonostante sia stato edito nel 1997)al punto 0.5 e alle aree 3 e 5, dopo uno studio di Ann Sandberg-Fox. L’ISBD Review Group ha discusso le modalità di segnalare due IGM (Indicazione generale del materiale) per le ER ad accesso locale costituite da una tipologia precisa di materiale (per esempio, carte geografiche, film); il membro italiano ha proposto di usare & [e commerciale] come punteggiatura convenzionale per unire le due IGM (anziché il segno + [più] o il segno ; [punto e virgola], come proposto da altri); dal 1971 è il secondo segno accettato, dopo la doppia barra diagonale usata per le descrizioni analitiche (spoglio).
L’ISBD Review Group mantiene aperta la possibilità di redigere una sola ISBD, con articolazione per i vari materiali, sul modello di AACR2; prosegue lo studio sul rapporto fra ISBD e metadati, seppure alcuni membri e alcuni studiosi (tra cui Gorman) li considerino due modalità completamente diverse. Tutte le ISBD subiscono modifiche sulla base di FRBR – che molti pronunciano
farbar – che rappresenta il documento di riferimento anche per i nuovi codici di catalogazione in elaborazione (in particolare tedesco e russo). Prosegue la traduzione delle AACR2, tra cui in vietnamita; sotto i riflettori è la traduzione in tedesco, diretta da Monika Münnich, già responsabile della parte descrizione delle RAK, la quale ha organizzato un seminario sul tema a cui hanno partecipato esperti internazionali. I problemi che stanno affrontando i tedeschi sono gli stessi che si posero a suo tempo gli italiani per la traduzione delle AACR2 (edite nel 1997): concetti assenti dal codice tedesco (per esempio, identità bibliografica distinta), necessità di coniare termini catalografici ecc.). Dall’esperienza della traduzione in tedesco ha ripreso vigore il Working Group for the Multilingual Dictionary of Cataloging Terms and Concepts, il cui scopo è «costruire un archivio dei termini usati in catalogazione in più lingue possibili». Il Gruppo di lavoro su FRBR prosegue la ricognizione di saggi e progetti sperimentali. Patrick Le Boeuf, coordinatore, ha citato l’interesse dell’Italia per FRBR; il Seminario di Firenze del gennaio 2000 (atti editi dall’AIB nello stesso anno, recensiti da Tom Delsey e Eugenie Greig) è stato il primo e finora l’unico incontro dedicato espressamente a FRBR. Il Gruppo di lavoro su FRANAR, ora presieduto da Glenn Patton, è fermo. Il Working Group on the Use of Medatada Schemes, presieduto da Lynne Howarth, prosegue i lavori, cercando di coniugare gli schemi con FRBR. È stata proposta la redazione di un Virtual International Authority File (VIAF), progetto a cui stanno lavorando la Library of Congress e la Deutsche Bibliothek. Molto interessante l’Open Forum della Sezione Catalogazione al quale hanno presentato relazioni Gunilla Jonsson sui nuovi codici e FRBR (ha citato ampiamente il lavoro della Commissione RICA), Knut Hegna e Eeva Murtomaa ancora su MARC e FRBR, Chis Taylor sulla implementazione di FRBR in AustLit, il catalogo australiano.
Lo stand dell'OCLC presentava anche quest’anno, dopo la novità dello scorso anno a Boston, l'edizione italiana di DDC21 e la
Guida pratica, entrambe edite dall’AIB. Dal gennaio 2002 sono disponibili WebDewey e Abridged WebDewey. Nell’estate del 2003 uscirà DDC22 e l’Edizione 14 della Ridotta. I principali cambiamenti riguardano alcune parti di 004-006 Elaborazione dei dati, Informatica, 340 Legge (con l’introduzione del Diritto europeo, oggetto di un seminario lo scorso anno), 370 Educazione, 510 Matematica, 610 Medicina, Tavole 2 Iran (e corrispettivi in 900), 3, 5 e 6. Nel 2002 è stata edita la quinta traduzione in norvegese e la prima edizione in greco (con seminario as Atene il prossimo ottobre) della DDC; sono in corso traduzioni in vietnamita e soprattutto in tedesco, avvenimento certamente importante, data la riottosità dimostrata in passato verso le classificazioni con la preferenza per la soggettazione alfabetica; i tedeschi, come detto un’altra volta, considerano un modello l’edizione italiana. La UDC viene aggiornata periodicamente sotto la direzione di I.C. McIlwaine; nel 2000 è stata pubblicata una guida (
The Universal Decimal Classificatioon: a guide to its use, di cui sono in corso traduzioni in varie lingue; sono disponibili le extensions and corrections che riguardano Società e Associazioni, Chiesa ortodossa, Popolazione e Demografia, Medicina, Chimica e altre sezioni. La Library of Congress Classification è su Web (cfr.
http://www.loc.gov/cds/classweb.html). Ha aggiornato la sezione H Scienze sociali e sta sviluppando la sottoclasse KB Sistemi legali religiosi (in particolare: KBM, BM, KBP, KBR, KBU, KBS, KBV, KBX relative alla legislazione giudaica, islamica, della Chiesa cattolica, …).
Molto attiva la Sezione Bibliografia (che ha diffuso due brochure assai carine); ha organizzato l’Open Forum sulla cooperazione tra l’industria editoriale e le agenzie bibliografiche nazionali nella produzione di bibliografie nazionali (tema attuale, dibattuto anche nell’Open Forum della sezione Catalogazione) e il workshop dal titolo "Bibliografia e biblioteche nazionali: controllo bibliografico o caos?".
Il convegno è stato l’occasione per definire con Barbara Tillett, incontrata insieme a Cristina Magliano, alcuni dettagli del programma del Convegno internazionale "Authority control. Definizione e esperienze internazionali", che si terrà a Firenze dal 10 al 12 febbraio 2003 (cfr.
http://www.unifi.it/biblioteche/ac); la chair della Commissione Catalogazione ne ha dato notizia in chiusura dei lavori, così come ha ricordato il Convegno internazionale sulle risorse elettroniche (Roma, 26-28 novembre 2001), i cui atti saranno editi nel novembre 2002.
Impegni futuri.
L’organizzazione di un convegno internazionale di esperti che discuta l’attualità dei Principi di Parigi a 42 anni dalla loro emanazione e la pubblicazione di nuovi principi per i cataloghi in linea, con l’ipotesi (certo non nuova) di redigere un Codice di catalogazione internazionale, programmato a Francoforte per la fine di giugno 2003.
Nota personale.
Indimenticabile la cena offerta da John Byrum e Michael Gorman il 21 agosto al ristorante dell’ArtHouse Hotel, alla vigilia del mio compleanno.
Mauro Guerrini
guerrini@aib.it
University Libraries and other General Research Libraries Section
La University Libraries and other General Research Libraries Section dell’IFLA ha come obiettivo dichiarato promuovere lo sviluppo e la gestione ottimale delle biblioteche accademiche e di ricerca nel mondo favorendo l’integrazione delle stesse nelle funzioni istituzionali dell’apprendimento, insegnamento, ricerca e offerta di servizi. È la più grande sezione IFLA con i suoi 513 membri che costituiscono il 25% dei soci totali. Lo Standing Committee si compone di 19 membri eletti provenienti da 16 paesi diversi, Cristobal Pasadas Urena ne è il Presidente. Lo Standing Committee si riunisce durante il Convegno IFLA due volte, all’inizio e alla fine dei lavori congressuali, alle riunioni sono ammessi e massicciamente presenti uditori interessati alle tematiche oggetto di discussione. Il Committee esplica la sua attività attraverso l’organizzazione di interventi coordinati che hanno luogo durante il Convegno: sessioni, workshop e satellite meetings a tema. Nel corso dell’anno le comunicazioni via e-mail consentono lo sviluppo di progetti finalizzati alla costante raccolta di dati e produzione di materiale informativo o di linee guida di utilità per gli utenti del settore. Esigenza primaria, considerando l’amplissima area tematica coperta dalla Sezione, è la stretta collaborazione con gruppi di discussione e altre sezioni per l’approfondimento di temi specifici. Il coordinamento di attività con la Statistics Section, la Management and Marketing Section, il Performance measurement in Academic Libraries Group e l’Information and documentation Group, solo per citarne alcuni, ha prodotto sia a Boston lo scorso anno sia quest’anno a Glasgow risultati egregi.
A Glasgow sono state presentate sessioni di estremo interesse, che ho personalmente seguito, sul marketing dei servizi bibliotecari, sull’impatto dei cambiamenti in atto sullo staff bibliotecario e sulle problematiche connesse alla
user education. Quest’ultimo settore, parte integrante dell’attività di reference, mi è parso decisamente oggetto di grande interesse e quindi strategicamente da approfondire. Nel corso di IFLA 2002 ho seguito due workshop: l’interessantissimo e ambitissimo incontro sul
digital reference tenuto da Anne Lipow e, sia l’intera sessione che il workshop, sulla
user education tenuto da Patricia Yocum. Su richiesta del Presidente del Committee e, nel pieno rispetto del mio ambito di ricerca, ho iniziato una collaborazione con la nascente ma vivacissima Information Literacy Section e, nello specifico, col Presidente stesso Jesus Lau, con l’obiettivo di raccogliere le linee guida al momento esistenti e di stilare quelle definitive siglate IFLA. Ovviamente c’è molta attesa per un’indagine sulla situazione italiana e questo credo ci consentirà di presentare dati interessanti già a Berlino.
L’Information Literacy è al momento una priorità di ricerca del Committee, è oggetto di studio l’adattabilità della European Computer Driving Licence al settore della library information così come ci si propone di costruire programmi educativi e fornire documenti di base che consentano ai professionisti impegnati sul campo di sviluppare iniziative pratiche presso i singoli centri. A Berlino verranno esaminate le cosiddette
best practices desumibili da esperienze realizzate nel mondo per utenti accademici del primo anno. Le altre priorità messe in evidenza dai membri sono risultate strettamente correlate alla tematica precedente: esiste un’esigenza di affidabili criteri di valutazione dei servizi di
information literacy, così com’è oggetto di studio il ruolo del bibliotecario nella
scholarly communication. In un momento in cui il mercato e le sfide con concorrenti commerciali sono una sorta di
Leit Motiv preoccupante è stato personalmente motivo di grande orgoglio sentire il vivo interesse e la disponibilità immediata dei membri per la cooperazione con paesi in via di sviluppo. L’impegno di collaborazione in questo senso, riassunto mirabilmente dalle parole «bridging the digital divide», non ha fatto che rispondere a quanto espressamente chiesto nel suo intervento dalla neoeletta Presidente IFLA Kay Raseroka.