[AIB]AIB Notizie 9/2002
AIB-WEB | AIB Notizie | Sommario fascicolo 9/2002


Corrispondenze dall'IFLA

Entusiasmo e impegno in alta dose sono quanto serve per cercare di orientarsi in un evento come il congresso annuale dell’IFLA, quest’anno a Glasgow dedicato al tema “Biblioteche per la vita: democrazia, diversità, disponibilità”. Più di 200 eventi in una grande città invasa da quasi 5000 congressisti di 122 paesi diversi, tutti con badge IFLA al collo per l’accesso libero a trasporti pubblici e sale; tre enormi edifici per ospitare in contemporanea convegni, seminari, riunioni, presentazioni, esposizioni; varie sedi esterne coinvolte ad accogliere appuntamenti satelliti che vanno oltre gli otto giorni ufficiali di congresso; visite e gite guidate; due cene – di benvenuto e di saluto – organizzate per tutti (i quasi 5000!): tutto questo aiuta a capire perché l’organizzazione di ogni congresso IFLA inizia con vari anni di anticipo.



Public Libraries Standing Committee
Il mio percorso personale, in questa sovrabbondanza di occasioni eccezionali, non poteva che essere guidato dall’impegno assunto come membro del Public Libraries Standing Committee. Le due riunioni ufficiali del Comitato, e le altre informali, mi hanno permesso di conoscere i colleghi, il programma di lavoro (in corso di aggiornamento su Iflanet alla pagina http://www.ifla.org/VII/s8/annual/sp08.htm), e di assumere personalmente i primi compiti. È centrale nel programma la promozione delle Linee guida per le biblioteche pubbliche, con un consistente finanziamento e un gruppo di lavoro allargato, nel quale per l’Italia è stata accolta la generosa disponibilità di Domenico Ciccarello. A questo scopo è prevista la preparazione di un kit di materiali a uso dei presentatori in tutto il mondo.
Collateralmente prosegue l’impegno per la diffusione e la traduzione del Manifesto Unesco per le biblioteche pubbliche in molte lingue. Per sostenere lo sviluppo degli strumenti professionali, oltre alla collaborazione con il Comitato per le statistiche, è stato avviato un progetto per raccogliere le esperienze migliori nell’ambito dei metodi di acquisizione delle conoscenze dei bisogni dell’utenza. In questo progetto, assieme a John Lake e Assumpta Bailac, sono stata inserita con il compito di individuare le migliori indagini sull’utenza reale e l’utenza potenziale, mentre gli altri colleghi si occuperanno di come vengono utilizzate nel mondo le statistiche e gli indicatori di risultato (Bailac), l’uso di focus groups, amici della biblioteca, reclami e commenti, discussioni di lavoro fra bibliotecari (Lake).
La calorosa disponibilità dimostrata verso la nuova collega italiana dagli altri membri del Comitato si è concretizzata anche nella scelta proprio di Biblioteca Sala Borsa come sede della prossima riunione di primavera, che infatti si terrà a Bologna. Un altro importante indirizzo di lavoro del Comitato riguarda l’uso delle tecnologie e la diffusione della libertà di accesso alle informazioni: su questo si è tenuto a Glasgow un seminario e si sta attuando la collaborazione con FAIFE, che ha prodotto il Manifesto per Internet. L'argomento è centrale in questi anni, e la stessa Kay Raseroka (Botswana), presidente eletta appartenente per la prima volta a un paese del cosiddetto terzo mondo, ha voluto dedicare al tema “Bridging the digital divide” la sessione preparatoria della sua futura presidenza 2003-2005.
Formazione per tutto l’arco della vita, diritto d’autore, marketing e management sono altre linee di azione del programma, in collaborazione con le sezioni e i comitati specifici, in un intreccio di relazioni complesse e definite da un meccanismo statutario e regolamentare assai articolato. Durante i lavori il partecipante è continuamente chiamato a riferire la propria esperienza personale, quella della propria biblioteca, ma soprattutto a offrire il quadro della situazione nel proprio paese: il "rapporto sul paese", che i membri di ogni Comitato consegnano per iscritto (quello sulle biblioteche pubbliche italiane si trova su Iflanet in inglese a http://www.ifla.org/VII/s8/annual/country.htm e su AIB-WEB in italiano a https://www.aib.it/aib/cen/ifla3.htm), non è diverso dal contributo richiesto a ciascuno. Forse più che per i seminari di lavoro, tra i quali d’altra parte occorre scegliere, a causa della simultaneità dei molti appuntamenti, il congresso lascia un segno profondo in chi vi partecipa per il fatto di essere la tangibile testimonianza di una volontà diffusa fra tanti popoli a favore dello sviluppo delle biblioteche. Sono stati sicuramente interessanti il seminario sulla misurazione, la seduta aperta su democrazia e biblioteche pubbliche, il seminario sulla percezione della biblioteca pubblica da parte dei politici. Sotto una regia che mira a mettere in luce proprio quell’aspetto del congresso che lo fa essere luogo di incontro, di lavoro, fucina di accordi, ho apprezzato soprattutto la sapiente organizzazione di quegli strumenti e strategie di cui infatti i bibliotecari devono essere professionisti: la capacità di favorire e stimolare la comunicazione e lo scambio delle conoscenze. In questa prospettiva non sono dettagli il ricevimento di benvenuto per chi partecipa la prima volta, l’ufficio per la gestione della messaggistica fra i partecipanti, la newsletter giornaliera, l’area computer per la posta elettronica, l’appuntamento con gli espositori della poster session.
Alla fine quello che resta più impresso sono i tanti popoli, i costumi, i colori, i guantini di pizzo accanto al turbante imponente, il kilt scozzese accanto al kaftano arabo, e mille “lingue inglesi” in un miscuglio di accenti e pronunce non di rado incomprensibili. E allora torna in mente quella sorprendente affermazione di Philip Gill, nell’introduzione alle Linee guida: «esiste un forte movimento a favore delle biblioteche pubbliche nel mondo».

Elena Boretti
boretti@aib.it




IFLA Section on Rare Books and Manuscripts
Il tema di fondo programmato dalla Sezione verteva sulle possibili, auspicabili relazioni e collaborazioni tra biblioteche, archivi e musei. Questo filo rosso ha percorso i due momenti topici organizzati da ciascuna sezione: la Open Session e il Workshop.
A contorno, nel primo e ultimo giorno, si sono tenute le riunioni dello Standing Committee dove si sono discussi i programmi dei congressi futuri. Non appena verranno formalizzati in modo definitivo, sarà cura del gruppo sul Libro antico dell’AIB verificare la possibilità di inserire qualche intervento italiano.
Per maggiori informazioni sullo staff e le attività della Sezione si rimanda alla pagina: http://www.ifla.org/VII/s18/srbm.htm e alla lettura della Newsletter.
Nella Open Session (relazioni alla pagina http://www.ifla.org/IV/ifla68/prog02.htm, meeting n. 141) tre relatori hanno trattato il tema della cooperazione tra biblioteche musei e archivi.
W. Undorf (Means before purpose: the development of cooperation between cultural heritage institutions in Sweden) della Biblioteca reale di Stoccolma, la sua analisi ha riguardato la situazione in Svezia dove manca una programmazione politica comune mentre sarebbe necessario creare un cultural heritage sector da finanziare in modo omogeneo. Solo da poco è nato un gruppo informale dei tre settori per fare pressione riguardo alle comuni esigenze.
M. Simpson (The medium and the message: some thoughts on a National Library’s digital library, current and future), della Biblioteca nazionale di Scozia di Edimburgo, ha fornito una carrellata sui progetti della biblioteca digitale della National Library, consultabili alla pagina http://www.nls.uk/digitallibrary/index.html.
S. Allen (Nobody knows you’re a dog (or library, or museum or archives) on the Internet: the convergence of three cultures), direttrice della biblioteca del Getty Research Institute di Los Angeles, vive da vicino la cooperazione tra musei e biblioteche. In breve la sua tesi è che sono possibili e auspicabili progetti trasversali purché si tengano presenti le differenze alla base delle tre culture in modo da trarne profitto piuttosto che viverle come ostacoli.
Per quanto riguarda il Workshop (relazioni alla pagina http://www.ifla.org/IV/ifla68/prog02.htm, meeting n. 145), durato un’intera giornata, questo è stato organizzato a Pollock House, la più famosa e grande tenuta di Glasgow, a soli 5 chilometri dalla città (http://www.nts.org.uk/properties_frmset.htm). Il tema della collaborazione locale tra musei, biblioteche e archivi è stato affrontato dal punto di vista della digitalizzazione.
M. Moss, Direttore del Humanities and Arts Technology and Information Institute all’Università di Glasgow), ha tenuto la prima lunga relazione When an object is not an object di cui ancora non è disponibile la versione scritta. La complessa dissertazione ha analizzato la trasformazione ontologica di un oggetto riprodotto che diventa oggetto digitale perdendo alcune caratteristiche e acquistandone altre.
K. Parson, della Royal Library di Stoccolma, collega di Undorf, ha proseguito in parte il suo intervento riferendo di un progetto di cui è coordinatrice: “Image databases and digitisation: platform for ALM collaboration”. L’obiettivo di questo progetto misto, iniziato nel 2000, è quello di stendere una piattaforma comune tra biblioteche, archivi e musei in fatto di standard, terminologia, criteri di selezione, authority files, copyright ecc. in modo da ottenere delle linee guida di best practice.
N. Schnetzer e U. Bergner, dell’Università di Graz, Austria, hanno esposto i loro progetti in Digitizing in Austria. Per la visione del molto lavoro fatto si rinvia alla pagina http://www.kfunigraz.ac.at/ub/sosa/index.html. Il progetto nazionale risale al 1995 con l’obiettivo di digitalizzare il patrimonio nazionale di manoscritti e incunaboli, in particolare quello custodito nei luoghi meno accessibili o conosciuti come conventi e monasteri.
La discussione che è seguita ha toccato e approfondito i seguenti punti: relazione tra cataloghi esistenti e quelli di nuova creazione; criteri di selezione, feedback degli utenti; finanziamenti interni, esterni ecc.; conservazione degli oggetti digitali; problemi di copyright e di deposito; authority files.
Luisa Buson
luisa.buson@pop.unipd.it



Le novità nel settore Catalogazione
La 67th IFLA Conference ha offerto un programma ricchissimo, come sempre. La partecipazione italiana è stata relativamente numerosa, ma ancora sparsa, non organizzata. I francesi arrivano al congresso con una tabella delle riunioni a cui devono partecipare e su cui devono relazionare rientrati in patria. Le principali biblioteche nazionali europee (comprese quelle dei paesi che si sono resi autonomi dopo il 1989) e di altri continenti sono presenti con molti bibliotecari responsabili di servizi e attività centrali, una presenza politica prima ancora che tecnica. Noi italiani abbiamo partecipato attivamente a diverse commissioni (biblioteche scolastiche, catalogazione, classificazione, libri rari e manoscritti, università) e, come di consueto, alle riunioni dei direttori delle biblioteche nazionali. Dopo molti anni l’Italia ha di nuovo membri in diversi standing committees e nell’ISBD Review Group e può adesso intervenire nel processo elaborativo e decisionale. La presenza implica continuità di impegno e soprattutto la funzione di rappresentatività in un duplice senso: riportare in ambito IFLA il lavoro svolto in Italia; riportare in Italia il lavoro svolto in ambito IFLA.

Cose notevoli discusse nel settore catalogazione.
Poco prima del congresso è stata pubblicata ISBD(CR), Continuing Resources, che sostituisce ISBD(S); lo standard comprende, oltre ai seriali, la più ampia categoria delle risorse continuative (opere in aggiornamento programmato e opere “dinamiche”); è stato un parto difficile, tanto che l’ISBD Review Group e la Commissione Catalogazione dell’IFLA hanno deciso a Glasgow di stabilire un periodo di “quarantena”, ovvero di sperimentazione, di due anni, poiché le soluzioni adottate continuano a non riscuotere il consenso generale (si veda la presentazione di Pino Buizza, Un'ottica nuova per le ISBD: la piccola rivoluzione delle risorse integrative, di prossima pubblicazione sul «Bollettino AIB»). La nuova edizione di ISBD(M) sarà pubblicata entro l’anno; non presenta, per la verità, molte varianti rispetto alla precedente. ISBD(CM), ISBD(PM) e ISBD(A) sono in corso di revisione. Anche ISBD(ER) è in aggiornamento (nonostante sia stato edito nel 1997)al punto 0.5 e alle aree 3 e 5, dopo uno studio di Ann Sandberg-Fox. L’ISBD Review Group ha discusso le modalità di segnalare due IGM (Indicazione generale del materiale) per le ER ad accesso locale costituite da una tipologia precisa di materiale (per esempio, carte geografiche, film); il membro italiano ha proposto di usare & [e commerciale] come punteggiatura convenzionale per unire le due IGM (anziché il segno + [più] o il segno ; [punto e virgola], come proposto da altri); dal 1971 è il secondo segno accettato, dopo la doppia barra diagonale usata per le descrizioni analitiche (spoglio). L’ISBD Review Group mantiene aperta la possibilità di redigere una sola ISBD, con articolazione per i vari materiali, sul modello di AACR2; prosegue lo studio sul rapporto fra ISBD e metadati, seppure alcuni membri e alcuni studiosi (tra cui Gorman) li considerino due modalità completamente diverse. Tutte le ISBD subiscono modifiche sulla base di FRBR – che molti pronunciano farbar – che rappresenta il documento di riferimento anche per i nuovi codici di catalogazione in elaborazione (in particolare tedesco e russo). Prosegue la traduzione delle AACR2, tra cui in vietnamita; sotto i riflettori è la traduzione in tedesco, diretta da Monika Münnich, già responsabile della parte descrizione delle RAK, la quale ha organizzato un seminario sul tema a cui hanno partecipato esperti internazionali. I problemi che stanno affrontando i tedeschi sono gli stessi che si posero a suo tempo gli italiani per la traduzione delle AACR2 (edite nel 1997): concetti assenti dal codice tedesco (per esempio, identità bibliografica distinta), necessità di coniare termini catalografici ecc.). Dall’esperienza della traduzione in tedesco ha ripreso vigore il Working Group for the Multilingual Dictionary of Cataloging Terms and Concepts, il cui scopo è «costruire un archivio dei termini usati in catalogazione in più lingue possibili». Il Gruppo di lavoro su FRBR prosegue la ricognizione di saggi e progetti sperimentali. Patrick Le Boeuf, coordinatore, ha citato l’interesse dell’Italia per FRBR; il Seminario di Firenze del gennaio 2000 (atti editi dall’AIB nello stesso anno, recensiti da Tom Delsey e Eugenie Greig) è stato il primo e finora l’unico incontro dedicato espressamente a FRBR. Il Gruppo di lavoro su FRANAR, ora presieduto da Glenn Patton, è fermo. Il Working Group on the Use of Medatada Schemes, presieduto da Lynne Howarth, prosegue i lavori, cercando di coniugare gli schemi con FRBR. È stata proposta la redazione di un Virtual International Authority File (VIAF), progetto a cui stanno lavorando la Library of Congress e la Deutsche Bibliothek. Molto interessante l’Open Forum della Sezione Catalogazione al quale hanno presentato relazioni Gunilla Jonsson sui nuovi codici e FRBR (ha citato ampiamente il lavoro della Commissione RICA), Knut Hegna e Eeva Murtomaa ancora su MARC e FRBR, Chis Taylor sulla implementazione di FRBR in AustLit, il catalogo australiano.
Lo stand dell'OCLC presentava anche quest’anno, dopo la novità dello scorso anno a Boston, l'edizione italiana di DDC21 e la Guida pratica, entrambe edite dall’AIB. Dal gennaio 2002 sono disponibili WebDewey e Abridged WebDewey. Nell’estate del 2003 uscirà DDC22 e l’Edizione 14 della Ridotta. I principali cambiamenti riguardano alcune parti di 004-006 Elaborazione dei dati, Informatica, 340 Legge (con l’introduzione del Diritto europeo, oggetto di un seminario lo scorso anno), 370 Educazione, 510 Matematica, 610 Medicina, Tavole 2 Iran (e corrispettivi in 900), 3, 5 e 6. Nel 2002 è stata edita la quinta traduzione in norvegese e la prima edizione in greco (con seminario as Atene il prossimo ottobre) della DDC; sono in corso traduzioni in vietnamita e soprattutto in tedesco, avvenimento certamente importante, data la riottosità dimostrata in passato verso le classificazioni con la preferenza per la soggettazione alfabetica; i tedeschi, come detto un’altra volta, considerano un modello l’edizione italiana. La UDC viene aggiornata periodicamente sotto la direzione di I.C. McIlwaine; nel 2000 è stata pubblicata una guida (The Universal Decimal Classificatioon: a guide to its use, di cui sono in corso traduzioni in varie lingue; sono disponibili le extensions and corrections che riguardano Società e Associazioni, Chiesa ortodossa, Popolazione e Demografia, Medicina, Chimica e altre sezioni. La Library of Congress Classification è su Web (cfr. http://www.loc.gov/cds/classweb.html). Ha aggiornato la sezione H Scienze sociali e sta sviluppando la sottoclasse KB Sistemi legali religiosi (in particolare: KBM, BM, KBP, KBR, KBU, KBS, KBV, KBX relative alla legislazione giudaica, islamica, della Chiesa cattolica, …).
Molto attiva la Sezione Bibliografia (che ha diffuso due brochure assai carine); ha organizzato l’Open Forum sulla cooperazione tra l’industria editoriale e le agenzie bibliografiche nazionali nella produzione di bibliografie nazionali (tema attuale, dibattuto anche nell’Open Forum della sezione Catalogazione) e il workshop dal titolo "Bibliografia e biblioteche nazionali: controllo bibliografico o caos?".
Il convegno è stato l’occasione per definire con Barbara Tillett, incontrata insieme a Cristina Magliano, alcuni dettagli del programma del Convegno internazionale "Authority control. Definizione e esperienze internazionali", che si terrà a Firenze dal 10 al 12 febbraio 2003 (cfr. http://www.unifi.it/biblioteche/ac); la chair della Commissione Catalogazione ne ha dato notizia in chiusura dei lavori, così come ha ricordato il Convegno internazionale sulle risorse elettroniche (Roma, 26-28 novembre 2001), i cui atti saranno editi nel novembre 2002.

Impegni futuri.
L’organizzazione di un convegno internazionale di esperti che discuta l’attualità dei Principi di Parigi a 42 anni dalla loro emanazione e la pubblicazione di nuovi principi per i cataloghi in linea, con l’ipotesi (certo non nuova) di redigere un Codice di catalogazione internazionale, programmato a Francoforte per la fine di giugno 2003.
Nota personale.
Indimenticabile la cena offerta da John Byrum e Michael Gorman il 21 agosto al ristorante dell’ArtHouse Hotel, alla vigilia del mio compleanno.

Mauro Guerrini
guerrini@aib.it




University Libraries and other General Research Libraries Section
La University Libraries and other General Research Libraries Section dell’IFLA ha come obiettivo dichiarato promuovere lo sviluppo e la gestione ottimale delle biblioteche accademiche e di ricerca nel mondo favorendo l’integrazione delle stesse nelle funzioni istituzionali dell’apprendimento, insegnamento, ricerca e offerta di servizi. È la più grande sezione IFLA con i suoi 513 membri che costituiscono il 25% dei soci totali. Lo Standing Committee si compone di 19 membri eletti provenienti da 16 paesi diversi, Cristobal Pasadas Urena ne è il Presidente. Lo Standing Committee si riunisce durante il Convegno IFLA due volte, all’inizio e alla fine dei lavori congressuali, alle riunioni sono ammessi e massicciamente presenti uditori interessati alle tematiche oggetto di discussione. Il Committee esplica la sua attività attraverso l’organizzazione di interventi coordinati che hanno luogo durante il Convegno: sessioni, workshop e satellite meetings a tema. Nel corso dell’anno le comunicazioni via e-mail consentono lo sviluppo di progetti finalizzati alla costante raccolta di dati e produzione di materiale informativo o di linee guida di utilità per gli utenti del settore. Esigenza primaria, considerando l’amplissima area tematica coperta dalla Sezione, è la stretta collaborazione con gruppi di discussione e altre sezioni per l’approfondimento di temi specifici. Il coordinamento di attività con la Statistics Section, la Management and Marketing Section, il Performance measurement in Academic Libraries Group e l’Information and documentation Group, solo per citarne alcuni, ha prodotto sia a Boston lo scorso anno sia quest’anno a Glasgow risultati egregi.
A Glasgow sono state presentate sessioni di estremo interesse, che ho personalmente seguito, sul marketing dei servizi bibliotecari, sull’impatto dei cambiamenti in atto sullo staff bibliotecario e sulle problematiche connesse alla user education. Quest’ultimo settore, parte integrante dell’attività di reference, mi è parso decisamente oggetto di grande interesse e quindi strategicamente da approfondire. Nel corso di IFLA 2002 ho seguito due workshop: l’interessantissimo e ambitissimo incontro sul digital reference tenuto da Anne Lipow e, sia l’intera sessione che il workshop, sulla user education tenuto da Patricia Yocum. Su richiesta del Presidente del Committee e, nel pieno rispetto del mio ambito di ricerca, ho iniziato una collaborazione con la nascente ma vivacissima Information Literacy Section e, nello specifico, col Presidente stesso Jesus Lau, con l’obiettivo di raccogliere le linee guida al momento esistenti e di stilare quelle definitive siglate IFLA. Ovviamente c’è molta attesa per un’indagine sulla situazione italiana e questo credo ci consentirà di presentare dati interessanti già a Berlino.
L’Information Literacy è al momento una priorità di ricerca del Committee, è oggetto di studio l’adattabilità della European Computer Driving Licence al settore della library information così come ci si propone di costruire programmi educativi e fornire documenti di base che consentano ai professionisti impegnati sul campo di sviluppare iniziative pratiche presso i singoli centri. A Berlino verranno esaminate le cosiddette best practices desumibili da esperienze realizzate nel mondo per utenti accademici del primo anno. Le altre priorità messe in evidenza dai membri sono risultate strettamente correlate alla tematica precedente: esiste un’esigenza di affidabili criteri di valutazione dei servizi di information literacy, così com’è oggetto di studio il ruolo del bibliotecario nella scholarly communication. In un momento in cui il mercato e le sfide con concorrenti commerciali sono una sorta di Leit Motiv preoccupante è stato personalmente motivo di grande orgoglio sentire il vivo interesse e la disponibilità immediata dei membri per la cooperazione con paesi in via di sviluppo. L’impegno di collaborazione in questo senso, riassunto mirabilmente dalle parole «bridging the digital divide», non ha fatto che rispondere a quanto espressamente chiesto nel suo intervento dalla neoeletta Presidente IFLA Kay Raseroka.
Sonia Minetto
Sonia.Minetto@giuri.unige.it


Corrispondenze dall'IFLA. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 9, p. 8-11.

Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-09-11 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-09ifla.htm