Il 16 ottobre 2002 è stata inaugurata la nuova biblioteca di Alessandria, dopo oltre dieci anni di lavori e un rinvio per ragioni di sicurezza, legate alla drammatica situazione in Medio Oriente.
Un dispaccio dell’agenzia MISNA (Missionary Service News Agency), citato in AIB-CUR, afferma che la nuova biblioteca conserverebbe 48 milioni di volumi. Un altro messaggio obietta come questa cifra non sia molto credibile, soprattutto se confrontata con precedenti informazioni che parlavano di un posseduto di circa 400.000 volumi.
Più verosimili sono i dati riportati sul sito della stessa biblioteca (
http://www.bibalex.gov.eg), secondo i quali le collezioni documentarie della biblioteca partono oggi da una base di 200.000 volumi, ma si calcola possano aumentare in pochi anni fino a raggiungere gli 8 milioni di monografie. La biblioteca possiede inoltre una significativa collezione di periodici, materiale audiovisivo, manoscritti e libri antichi.
Molto interessante risulta la riflessione proposta alla lista a proposito dell’uso distorto dei dati sulle biblioteche a fini politici e propagandistici, in cui viene sottolineato come talvolta le statistiche bibliotecarie riportate dalle autorità politiche siano poco attendibili, soprattutto in quei paesi dove (anche) la cultura viene utilizzata per scopi di propaganda.
Un messaggio mette in evidenza come spesso i regimi totalitari tendano a gonfiare le statistiche bibliotecarie, calcolando il numero delle riviste e dei volumi non in funzione dei titoli catalogati, ma secondo la quantità dei “pezzi” acquisiti. Questo dà come risultato che collezioni di poche centinaia di migliaia di volumi si trasformano in raccolte di molti milioni di libri.
Un ultimo messaggio ricorda che si è aperta presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma una mostra itinerante dedicata alla nuova biblioteca di Alessandria, che presenta fotografie, disegni, testi e materiale multimediale su questa grande opera architettonica, suddivisa in tre sezioni: il passato (l’antica biblioteca di Alessandria), il presente (il progetto e la realizzazione della nuova biblioteca), e il futuro (prospettive e progetti per l’avvenire).
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Virtual Reference Desk (VRD) o
directory? Alcuni messaggi chiariscono la differenza tra queste importanti risorse informative in rete, al di là dell’ambiguità terminologica dovuta alla continua evoluzione della nostra professione. Anche se alcuni considerano i due termini sinonimi, in realtà ci sono alcune significative differenze: infatti, mentre i VRD (detti anche
gateway o
virtual library) si caratterizzano per la loro selettività, in quanto segnalano le migliori risorse informative relative a uno specifico argomento, le
directory (o indici Web) tendono all’esaustività all’interno di un ambito specifico.
Inoltre, mentre i VRD selezionano opere di consultazione (o
reference works), cioè repertori, motori di ricerca, elenchi e altri VRD, talvolta aggiungendo una valutazione o un commento, le
directory puntano alle singole risorse (per esempio un articolo o un sito Web ecc.).
Un messaggio sottolinea che il rapporto tra VRD e
directory è lo stesso che c’è tra la collezione generale di una biblioteca e la raccolta della sua sala di consultazione. Il VRD peraltro non dovrebbe essere una semplice raccolta di link, ma un vero e proprio servizio di assistenza all’utente e di risposte personalizzate.
ponzani@aib.it
L'archivio storico di tutti i contributi inviati in AIB-CUR è consultabile, da parte degli iscritti alla lista, a partire dall'indirizzo
https://www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3
PONZANI, Vittorio.
Biblioteche e propaganda. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 10-11, p. 8.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-24-12 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-10ponzani.htm