[AIB]AIB Notizie 10-11/2002
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Le parole di Bibliocom

Giuliana Zagra

L’inaugurazione è alle dieci, ma ilo staff dell’AIB è già al lavoro dalle otto, sebbene la sera prima abbia fino a tardi preparato le cartelle. Bisogna organizzare le due segreterie del congresso, il complesso sistema della accoglienza, controllare che tutto sia in ordine nelle sale... Più o meno alla stessa ora arrivano anche gli espositori, molti non hanno finito di allestire gli stand, ci sono ancora attrezzature da scaricare, molte cose da mettere a posto.
Fanno capolino i primi convegnisti, i più mattinieri sono quelli venuti direttamente dalla stazione o dall’aeroporto, chi arriva dal nord si riconosce perché indossa abiti troppo pesanti e sbuffa trascinandosi dietro il cappotto, mentre a Roma a ottobre è ancora estate.
Poi alla spicciolata cominciano ad arrivare tutti: i membri de CEN e quelli del comitato scientifico, i vari presidenti, i rappresentanti istituzionali, gli ospiti, gli appartenenti alle altre associazioni, gli insegnanti, gli studenti, il pubblico.
Si formano capannelli davanti alle segreterie, ci si iscrive, si chiedono informazioni, si compila il questionario.
L’atrio del palazzo è ormai pieno di persone che si ritrovano, chiacchierano, scelgono gli eventi da seguire, si accordano per rivedersi più tardi.
Poi, a poco a poco, molta gente comincia ad affluire al piano di sopra, nella sala Esquilino, e finalmente si svolge la cerimonia inaugurale, con il saluto delle autorità, la relazione del Presidente, l’assegnazione dei premi, l’intervento della delegazione egiziana: è iniziata Bibliocom 2002.
Da questo momento, per tre giorni, sarà tutto un susseguirsi di convegni, tavole rotonde, presentazioni, seminari tecnici, incontri, dibattiti, riunioni...
Le sale (dieci più le salette per gli incontri di lavoro) saranno tutte occupate contemporaneamente e spesso al completo di pubblico o quasi.
Chi si affaccia dai ballatoi sul piano terra sottostante può avere la visione d’insieme dell’expo, con gli stand come cellette di un alveare, brulicante di attività.
Difficile il compito di parlare di Bibliocom per chi in questi tre anni lo ha vissuto da dentro. Si finirebbe inevitabilmente per parlarne bene col rischio di sembrare di parte.
Nel nostro mestiere di bibliotecari c’è una doppia anima, quella legata alla tradizione di una professione antica, l’altra proiettata in un futuro ipertecnologico che rimescola e rimette tutto in discussione. La trasformazione che in questi ultimi anni ha attraversato anche il nostro congresso si è portata dietro oltre agli entusiasmi qualche nostalgia - i bei tempi quando si girava per l’Italia e la sera ci si ritrovava tutti a cena insieme - e alcune perplessità - che tutti questi eventi siano alla fine troppo dispersivi. La complessità che va assumendo la nostra manifestazione dell'AIB più rappresentativa dell’anno - la vetrina per il mondo esterno ma anche lo specchio in cui ci riflettiamo - certamente ha a che fare con le complessità di cui ogni giorno di più si carica il nostro lavoro, così come gli sconfinamenti, le contiguità, le aperture, le pluralità, i confronti, le sperimentazioni: parole che in Bibliocom ci stanno tutte. A ciascuno, come in un castello dei destini incrociati, direbbe Calvino, il compito di trovare il suo percorso.

ZAGRA, Giuliana. Le parole di Bibliocom. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 10-11, p. II.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-25-12 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-10zagra.htm

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