[AIB]AIB Notizie 1/2003
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Compensi per la conversione dei dati e orrori catalografici

Vittorio Ponzani

Un articolo pubblicato su «AIB notizie» qualche mese fa, dedicato al progetto di conversione in formato elettronico delle schede catalografiche dell’Università di Milano, stimola un dibattito assai ricco in AIB-CUR sulla delicata e controversa questione dei compensi ai catalogatori e più in generale sul problema delle gare d’appalto per l’assegnazione di incarichi di catalogazione in biblioteca.
È sempre difficile valutare il livello di retribuzione dei catalogatori, che può variare a seconda di diversi fattori legati a ogni specifica gara d’appalto, ma resta comunque il fatto che lo stipendio di un catalogatore “esperto” si aggira mediamente intorno ai 700-800 euro mensili: si tratta evidentemente di un compenso iniquo, soprattutto se si considerano le mansioni svolte e il livello di competenza necessario, senza contare che spesso si tratta di professionisti laureati che hanno fatto corsi di specializzazione e di aggiornamento. Non va inoltre dimenticato che spesso questi lavoratori operano in condizioni di grande precarietà, vengono pagati con scadenza irregolare (anche ogni tre mesi) e magari devono assumersi i rischi derivanti da infortuni, in quanto in molti casi non vengono neanche assicurati.
La discussione in AIB-CUR si sposta poi inevitabilmente sull’altra faccia del problema, cioè le procedure burocratiche per lo svolgimento degli appalti che costringono le cooperative a una gara al ribasso per aggiudicarsi il lavoro, spesso a discapito del risultato e della qualità del prodotto finale. Una volta che la cooperativa ha vinto una gara con un compenso troppo basso, infatti, si vede spesso costretta a prendere come catalogatori persone senza alcuna competenza né esperienza, disponibili però ad accettare una remunerazione inferiore alla media.
Dall’altra parte, troppo spesso i committenti bandiscono gare dove i criteri economici sono di gran lunga prevalenti rispetto ai criteri qualitativi, mentre è indispensabile che si ponga maggiore attenzione alla qualità del lavoro, alla competenza certificata dei catalogatori (che non possono essere sostituiti se non con altri catalogatori dalle equivalenti caratteristiche di competenza ed esperienza). Occorre inoltre eseguire verifiche periodiche e sistematiche delle schede immesse ed eventualmente applicare le penali previste nei contratti in caso di inadempienze. A questo proposito più di un messaggio ribadisce come, nell’ambito della gara d’appalto, il valore del prezzo non dovrebbe mai superare il 30% della valutazione complessiva.
Alcuni messaggi suggeriscono che sia istituito, nell’ambito degli enti (pubblici e privati) che si occupano di tali questioni, un gruppo di lavoro che stabilisca un tariffario per i servizi offerti dalle biblioteche a ditte esterne, magari coinvolgendo direttamente l’Osservatorio lavoro dell’AIB, che da tempo si sta occupando di questi problemi e sta lavorando alla stesura di linee guida per i gestori di servizi in outsourcing, con l’indicazione dei requisiti minimi strutturali e organizzativi.
Molto interessante è la riflessione proposta da alcuni messaggi che pongono l’accento sull’atteggiamento che spesso i bibliotecari assumono di fronte all’attività di preparare capitolati di gara o più in generale di occuparsi della gestione amministrativa della biblioteca.
Questi importanti aspetti della vita professionale sono vissuti molto spesso dai bibliotecari come una “condanna” rispetto alle più “nobili” e gratificanti attività tradizionalmente “da bibliotecari”, come la catalogazione o il reference. Questo pregiudizio rivela la mancanza di una corretta cultura burocratico-manageriale e non considera che un uso corretto ed efficace degli strumenti messi a disposizione dalla burocrazia consente al bibliotecario di stabilire le condizioni per la migliore scelta tra i fornitori dei servizi per la propria biblioteca, mentre capita troppo spesso di confondere «il modo ordinato di far funzionare un’amministrazione pubblica con certe degenerazioni consolidatesi nella tradizione italiana, che sono invece l’esatto contrario».

***

Strettamente legato al tema della qualità dei cataloghi e al rischio di affidarne la gestione a persone poco qualificate è il caso della scheda trovata in SBN relativa a un’edizione del Tartufo di Moliere, che nelle ultime settimane ha provocato molti sorrisi e qualche amarezza tra i bibliotecari iscritti ad AIB-CUR. La scheda recita così:

Moliere
ISBD: Tartufo ; Il misantropo : commedie / di B.G. - Milano : Sonzogno, [ca
1910] - 110 p. ; 18 cm - Biblioteca universale
Soggetti: TARTUFI
TARTUFI - Coltivazione
Classificazione: 589.23 - Funghi. Ascomycetes.

Nel dibattito che si sviluppa in AIB-CUR, i partecipanti si dividono tra chi inorridisce di fronte all’obbrobrio di una tale indicizzazione e stigmatizza un’ignoranza così grande da impedire di riconoscere nel Tartufo la celebre commedia francese, e chi invece ritiene che si tratti di una «intelligente, diabolica vendetta di un cottimista plurilaureato e specializzato», che in questo modo vuole dimostrare la fragilità del sistema di SBN (tra l’altro rendendo evidente il modo di lavorare poco attento di quelle biblioteche che hanno “catturato” il record senza effettuare alcuna verifica e quindi senza accorgersi del madornale errore).
Alcuni messaggi rilevano come non siano rari gli errori presenti in SBN, spesso causati da duplicazioni di record non giustificate, mentre altre volte ci sono casi di descrizioni bibliografiche al limite tra il verosimile e la leggenda metropolitana, come ad esempio il caso della Bibbia che ha (o avrebbe) come intestazione principale Dio o un’edizione delle Meditazioni delle vette di Julius Evola soggettata con «Alpinismo – Saggi» e classificata a «796.5 Gite turistiche, campeggio ecc.».
Proprio a proposito di quest’ultimo caso interviene in lista una bibliotecaria che lavora come catalogatrice semantica presso la Biblioteca nazionale di Firenze e la BNI, la quale afferma che, quando ci si trova di fronte a errori di indicizzazione probabilmente dovuti a un’analisi semantica effettuata in tempi passati e utilizzando dei criteri che oggi possono apparire obsoleti e non condivisibili, è tuttavia preferibile mantenere l’indicizzazione originale, in modo tale da salvaguardare la stratificazione storica dei cataloghi. Questo dovrebbe avvenire soprattutto nel caso in cui l’informazione sia ugualmente reperibile attraverso edizioni successive che siano indicizzate correttamente.

ponzani@aib.it

L'archivio storico di tutti i contributi inviati in AIB-CUR è consultabile, da parte degli iscritti alla lista, a partire dall'indirizzo https://www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3

PONZANI, Vittorio. Biblioteche e propaganda. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 1, p. 6.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-02-10 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-01ponzani.htm

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