[AIB]AIB Notizie 5/2003
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I sistemi bibliotecari di ateneo in Sicilia: l’esperienza di Messina

Benedetta Alosi

Il Sistema bibliotecario di ateneo dell’Università di Messina nasce con un Regolamento istitutivo nel 1999. Data storica per quanti avevano sino ad allora percepito la distanza tra la realtà in cui operavano e quella che si viveva in altri atenei e, soprattutto, le difficoltà sino ad allora incontrate dalle commissioni incaricate dei progetti di riorganizzazione delle biblioteche dell’ateneo.
Il primo impulso al cambiamento è stato dato dall’acquisto di un software di catalogazione unico per l’ateneo, in linea con quelle che sembravano essere allora le finalità del Sistema che di lì a poco sarebbe stato costituito. L’adozione di un software di ateneo ha infatti introdotto un primo fondamentale elemento di uniformità e di aggregazione nel panorama fortemente variegato e disgregato delle biblioteche di facoltà e dipartimentali, caratterizzato da una grande varietà di software utilizzati, molti dei quali artigianali, e da una disomogeneità nelle procedure catalografiche seguite, ma non solo.
La disomogeneità, nel nostro caso, riguardava l’automazione, presente a macchia di leopardo, e il livello di organizzazione dei servizi. A biblioteche informatizzate ed efficienti dal punto di vista dei servizi forniti all’utenza, se ne affiancavano altre che, nella maggior parte dei casi andrebbero più correttamente valutate come fondi librari, che, al di là della mancata previsione di un qualsivoglia progetto di automazione, si presentavano prive di strumenti di lavoro essenziali, nella fattispecie, computer e talora cataloghi cartacei del posseduto.
La costituzione del Sistema bibliotecario di ateneo ha segnato un reale punto di discrimine e una grande opportunità di cambiamento.
Considerato inizialmente come uno strumento che doveva organizzare e gestire il passaggio all’automazione diffusa e alla creazione di un database elettronico di ateneo, il Sistema ha di fatto assunto, in corso d’opera, compiti e finalità più articolati.
Nella fase iniziale, nelle facoltà prive di una biblioteca centralizzata si è lavorato per creare i centri di facoltà, previsti dal Regolamento, che avrebbero dovuto gestire o comunque coordinare almeno i servizi essenziali tra i quali la catalogazione. Nelle intenzioni, era anche prevista la realizzazione di spazi attrezzati con sale multimediali destinati all’utenza studentesca, per i quali il Sistema ha fornito servizi per la messa in rete e, con finanziamenti derivanti da progetti regionali, strumenti di lavoro, dai computer alle fotocopiatrici, in numero certamente non congruo al reale fabbisogno, ma che in alcuni casi hanno costituito un punto d’inizio.
Oggi, accogliendo l’orientamento che si è gradualmente affermato all’interno del Consiglio dello SBA, quasi tutte le facoltà hanno deliberato la costituzione di biblioteche centralizzate, alcune delle quali dispongono di ampi locali per l’utenza con postazioni di lavoro multimediali. L’installazione capillare del software è stata preceduta dalla organizzazione di un percorso formativo, altra tappa fondamentale del programma.
Con un progetto rivolto a tutto il personale dell’area e finanziato dal Consiglio d’amministrazione dell’università, si è inaugurata un’attività formativa, inedita per l’ateneo, che si è focalizzata in prima battuta su catalogazione, alfabetizzazione informatica e moduli aggiuntivi di Aleph500, in linea con la scelta operata di dare priorità alla catalogazione delle nuove acquisizioni, per i noti problemi di disomogeneità, e di intervenire con progetti successivi, ancora in fase di elaborazione, sul recupero del pregresso (al momento, con un progetto che si avvale della collaborazione di studenti part-time, è in corso di pubblicazione un OPAC parallelo che raccoglierà le registrazioni bibliografiche immesse in database locali prima dell’avvento di Aleph).
Ma è stata senza dubbio l’adesione al CIBER (Coordinamento interuniversitario basi dati & editoria in rete), avvenuta nel 2001, a segnare una ridefinizione sostanziale dei compiti e delle funzioni del Sistema.
L’adesione al consorzio ha posto anche l’accento sulla necessità di un ripensamento della complessa gestione delle collezioni e sulla opportunità di destinare parte delle risorse economiche alla struttura centrale del Sistema (nel vigente Regolamento definita «sede operativa del SBA») per l’acquisto delle risorse elettroniche.
A questi temi e alle modalità di reperimento delle risorse da destinare alla biblioteche l’ateneo sta dedicando molta attenzione. Le proposte cominciano a delinearsi e sembrano andare nella direzione di un’ipotesi gestionale che tenga conto sia delle dotazioni ordinarie delle biblioteche di facoltà, sia delle finalità più generali affidate alla struttura centrale del Sistema, che è centro autonomo di spesa con autonomia di bilancio e con una propria dotazione annua e personale dedicato.
Ma, in occasione dell’adesione al consorzio, anche se in assenza di un modello economico e organizzativo compiutamente definito nel suo complesso, è stata comunque rintracciata, dal punto di vista della razionalizzazione delle politiche di acquisto, una linea di azione che deve gran parte della sua efficacia alla politica accademica che ha garantito allo SBA un sostegno forte e un ascolto attento nei confronti dei suoi slanci propositivi.
Per andare un po’ più nel particolare, il Consiglio d’amministrazione ha concesso al Sistema bibliotecario d’ateneo un contributo straordinario, che, auspicabilmente, assumerà carattere di stabilità, a garanzia degli impegni economici connessi all’attività consortile.
E ancora, il Sistema ha presentato e gestito, per conto dell’ateneo, progetti annuali di finanziamento regionali dai quali ha attinto risorse economiche cospicue, in larga parte ripartite con le facoltà, che hanno consentito, in una fase precedente all’erogazione del contributo, l’acquisizione centralizzata di risorse elettroniche e un ampio margine decisionale del Consiglio del Sistema bibliotecario d’ateneo nell’adesione alle trattative più onerose.
Va, infine, detto che l’orientamento favorevole, espresso recentemente dal Senato accademico, in merito al passaggio a modelli di abbonamento e-only per i pacchetti di periodici scientifici acquistati consortilmente, sta gradualmente affrancando le facoltà e i dipartimenti dall’impegno gravoso del mantenimento del cartaceo e avviando, parallelamente, una gestione più razionale ed efficace di risorse e collezioni.
Ultima iniziativa, in ordine di tempo, ancora in fase sperimentale, all’interno di un progetto più ampio di costituzione della Messina University Press, voluta e già deliberata dagli organi accademici, è la pubblicazione di un OpenArchive per la didattica e la futura attività editoriale elettronica dell’ateneo.

alosib@unime.it


ALOSI, Benedetta.I sistemi bibliotecari di ateneo in Sicilia: l'esperienza di Messina. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 5, p. V.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-05-25 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-05alosi.htm

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