[AIB]AIB Notizie 8/2003
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La forza della concertazione per la formazione dei cittadini:
biblioteche pubbliche comunitarie di Cali, Colombia

Margarita Londoño Velez e Maria Victoria Londoño Velez


Coerenti con la linea editoriale seguita e consolidata nell’ultimo anno – che ha visto «AIB notizie» trasformarsi sempre più in un foglio di attualità e di informazione sulla professione in tutte le sue accezioni e sempre meno in notiziario autoreferenziato di fatti interni all’Associazione – continuiamo con gli “speciali” volgendo lo sguardo a quel che accade fuori dai nostri confini.
Questo numero ci porta lontano dalle rotte più solcate dal mondo dei bibliotecari italiani che si sviluppano soprattutto nei territori dell’Europa più o meno comunitaria, per rivolgerci ad un paese geograficamente lontano e molto poco conosciuto dal punto di vista delle biblioteche: la Colombia
Secondo paese dell’America Latina per popolazione e quarto per estensione, la Colombia ha sviluppato nelle grandi città sistemi bibliotecari ben dotati ed articolati. Qui proponiamo, nell’articolo di Maria Victoria Londoño Velez, Direttrice della Rete di Biblioteche Comunitarie del Valle de Cauca (Cali), e di Margarita Londoño Velez, giornalista, la fotografia della situazione bibliotecaria di Cali, una città che con i suoi due milioni di abitanti è la seconda metropoli del paese.
Ciò che di questa attenta relazione colpisce maggiormente il bibliotecario europeo è probabilmente lo sforzo sotteso che i colleghi colombiani devono produrre proponendosi come operatori culturali a tutto campo nello svolgere una professione border-line tra il bibliotecario e l’educatore.
Ma traspare altresì che essi giorno dopo giorno mettono in pratica, sul campo, quei principi e quelle raccomandazioni contenute del Manifesto dell’Unesco sulle biblioteche pubbliche che noi, in una situazione diversa e spesso privilegiata, utilizziamo più per arricchire le nostre dotte relazioni che non come concreta pratica quotidiana.
Quanto agli aspetti gestionali colpisce la sinergia posta in essere tra pubblico e privato per la realizzazione delle rete bibliotecaria.
Nel caso di Cali su quarantuno biblioteche trentotto sono comunali e tre fanno capo alla Fundación Carvajal: queste ultime sono quelle che fungono da volano dell’intero sistema mentre l’amministrazione della rete è condivisa tra il Comune e la Fundación Carvajal.
Ciò accade in un paese che, pur privo di una struttura ministeriale stabile com’è da noi la Direzione generale delle biblioteche e di un sistema bibliotecario nazionale, ha lanciato il Plan nacional de lectura y bibliotecas 2003-2006 che, coordinato dai Ministeri della cultura e dell’istruzione, si gioverà della partecipazione del Banco de la Repubblica e delle diverse istituzioni che operano nei settori della lettura e delle biblioteche per estendere il servizio bibliotecario nelle zone rurali del paese che attualmente ne sono sfornite con l’obiettivo di elevare l’indice di lettura a 3,5 libri annui per abitante.
Nell’augurare ai colleghi d’oltreoceano la miglior riuscita del loro Piano di sviluppo vogliamo qui ricordare che questo sguardo sulla Rete bibliotecaria di Cali costituisce un primo passo verso possibili reciproche collaborazioni a breve termine e nasce da costruttivi rapporti allacciati in occasione del recentissimo congresso dell’IFLA tenutosi a Berlino nei primi giorni dello scorso mese di agosto.

Dario D’Alessandro



Seguendo le raccomandazioni dell’Unesco che indicano nella biblioteca pubblica un servizio di base e imprescindibile per la società civile, una istituzione attiva nel campo dell’informazione e della lettura che contribuisce ai processi di identità, di partecipazione cittadina e di trasformazione sociale oltre che soggetto compartecipe nella realizzazione del progetto sociale di una nazione, la Fondazione Carvajal lavora dal 1989 al consolidamento della Rete di Biblioteche Comunitarie della città di Cali, Colombia, col contributo attivo dei settori pubblici, privati e comunitari.
Dopo quattordici anni, questa attività della Fondazione ha iniziato a dare i suoi frutti concreti consolidando una politica pubblica tesa al miglioramento della qualità dell’educazione, con un importante apporto di partecipazione cittadina. Questo lavoro è diventato un fattore così determinante da indurre il Comune ad adottare un modello di interventi sociali in campo educativo più appropriati a favore di una parte di comunità.
Il Programma della Rete di biblioteche pubbliche comunitarie di Cali gravita attorno a varie istituzioni quali il Comune, la Fondazione Carvajal, le Giunte di intervento comunali dei settori interessati al programma e altri enti nazionali e internazionali i quali apportano contributi di conoscenza unitamente ad interventi economici utili al rafforzamento ed allo sviluppo della Rete.
La Rete si compone di quarantuno biblioteche, situate in trenta quartieri e undici distretti rurali della città, ben corredate di consistente materiale bibliografico e di personale capace di servire una comunità di quasi 700 mila persone, in una città che supera i due milioni di abitanti. La Rete funziona con una amministrazione decentrata in ciascun quartiere in cui si trovi una biblioteca, ma riceve le direttive e il coordinamento dal centro,
sotto la direzione della Fondazione Carvajal e dell’Assessorato alla cultura del Municipio.


Attività
Per raggiungere il livello di sviluppo in cui si trova oggi la Rete, è stato necessario stringere accordi ad ampio raggio con tutti gli enti partecipanti al programma, in modo tale da garantire l’operatività del sistema e garantire che l’alternarsi delle fasi politiche dei governi locali non arrecassero mutamenti o distorsioni al sistema bibliotecario.
Ciò significa che il programma è sostenibile, senza essere condizionato dalla volontà transitoria della burocrazia ufficiale, ed è tale da diventare patrimonio culturale ed educativo della città e dei suoi cittadini. La Rete di biblioteche pubbliche comunitarie di Cali svolge un’attività complementare alle misure di sostegno all’apprendimento. Alla popolazione più depressa della città vengono offerti spazi, dotazioni e soprattutto competenze affinché la comunità disponga delle condizioni necessarie a ricevere formazione di qualità con l’indispensabile supporto tecnologico. Attraverso le Biblioteche pubbliche comunitarie gli utenti hanno accesso a libri, materiale didattico, sale informatiche e di ricerca, collegamento
a Internet e corredo interattivo, sale da gioco e offerte culturali come il cinema in piazza e i laboratori creativi. Inoltre è stato progettato un innovativo sistema di prestito bibliografico a favore sia dei centri educativi che delle famiglie, attraverso i cosiddetti “zaini” e “cassette viaggianti”.
La Fondazione Carvajal ha impostato la propria strategia proponendosi come attore in questa politica pubblica senza sostituirsi al compito educativo dello Stato, ma arricchendolo, apportando contributi decisivi al conseguimento di miglioramenti sostanziali della qualità dell’istruzione, utilizzando le forze di ciascuna istituzione e costruendo una esperienza di lavoro in cui è decisiva la competenza degli operatori culturali di ciascuna biblioteca e la partecipazione della collettività, che si responsabilizza ogni giorno di più.
Ma aldilà dell’offerta di servizi la Rete di biblioteche pubbliche comunitarie di Cali è impegnata in ogni aspetto della formazione dell’individuo. In questo senso il lavoro è orientato secondo il pensiero di Paulo Freire, cioè verso un’educazione vista come agente del mutamento sociale. Afferma il grande pedagogista brasiliano: «Leggere non è passeggiare sopra le parole. Leggere significa possedere una profonda comprensione del mondo, anche estetica. Se questo paese prendesse sul serio l’esercizio della lettura, della parola associata alla lettura del mondo, con tutte le sue implicazioni di ordine estetico, semantico e anche di libertà, di creatività... insegnare a leggere e scrivere, in una tale prospettiva, fa parte della pedagogia della democrazia» (Paulo Freire, dal portale dell’Istituto Paulo Freire http://www.paulofreire.org

Risultati
La struttura della Rete, a dicembre del 2002, era formata da quarantuno biblioteche, per complessivi oltre seimilasettecento metri quadri di area costruita (6771), milleottocentoottanta posti di lettura e di lavoro (1886) e 106.134 volumi.
Ciò significa, rispetto all’anno precedente, un incremento dell’11% di biblioteche, del 6% di area costruita, del 9% di posti di lettura e del 6% di materiale bibliografico. Nel 2002 le istituzioni che partecipano al programma hanno ritenuto indispensabile valutare i risultati della Rete di biblioteche pubbliche comunitarie e hanno commissionato ad esperti dell’Università nazionale di Colombia uno studio di settore.
I risultati sono stati estremamente soddisfacenti, sia in termini quantitativi sia qualitativi. Si sono infatti rilevate differenze statistiche significative tra gli utenti delle biblioteche e i non utenti (giovani e adulti) in merito alle competenze fondamentali di apprendimento quali la comprensione della lettura, la produzione di testi e l’interazione sociale. Nello stesso modo lo studio ha valutato i bibliotecari e gli insegnanti quali soggetti propulsori nel campo dell’educazione. Una delle conclusioni generali cui è giunta la valutazione è che la frequentazione della biblioteca predispone alla formazione di gruppi ed aiuta a conseguire migliori risultati scolastici. Si è osservato, ad esempio, che gli utenti raggiungono migliori risultati rispetto ai non utenti ai livelli di maggior complessità dell’espressione scritta. Parimenti, si è constatato che l’uso della biblioteca ha un ampio impatto, tanto per gli utenti giovani che per gli adulti, nello sviluppo di competenze verbali complesse soprattutto nell’uso della scrittura quando questa supera il livello elementare primario.
Uno dei quesiti posti nella valutazione chiedeva se fruire della biblioteca contribuisca a pensare in modo più chiaro, scoprire cose nuove, studiare tematiche interessanti, aiuti a costruirsi delle opinioni e a formarsi in campo culturale. Per quanto riguarda tutti gli aspetti menzionati, utenti e non, concordano nel dire che la biblioteca aiuta nello sviluppo di queste competenze. Le percentuali tra gli utenti giovani e quelli adulti variano tra il 92% e il 67%, mentre i non frequentanti valutano la biblioteca quale utile strumento per lo sviluppo delle proprie competenze tra il 74% per i giovani e il 51% per gli adulti.
Gli utenti indicano i benefici ricevuti dall’uso della biblioteca secondo due aspetti fondamentali, «pensare più chiaramente e scoprire cose nuove». L’80% dei frequentanti adulti e l’88% dei giovani ritengono che la biblioteca li aiuti a pensare con maggiore chiarezza. Gli intervistati che dichiarano inoltre di aver riportato come beneficio l’aver scoperto cose nuove sono principalmente giovani, con un 93%, seguiti dagli adulti, con un 86%. Oltre agli aspetti cognitivi, un fattore ritenuto di grande valore per chi frequenta la biblioteca, sia adulti sia giovani, è quello del poter “fare amicizie”.
Questi risultati coincidono con la raccomandazione dell’Unesco in cui si sostiene che «La biblioteca pubblica, porta locale di accesso alla conoscenza, facilita le condizioni di base per l’apprendimento permanente, per lo sviluppo delle capacità di prendere decisioni in modo indipendente e per lo sviluppo culturale dell’individuo e dei gruppi sociali».
(Unesco, Bibliotecas publicas, 1992).
Quanto all’impatto sui bibliotecari, definiti nel programma operatori culturali, nel corso della valutazione è emerso che la maggioranza, nel qualificare il modo di conduzione della biblioteca, considera di aver potuto soddisfare ampiamente le proprie necessità di impatto sociale aiutando gli altri; di aver tratto giovamento nel fare bene le cose; di aver conquistato più potere decisionale attraverso la capacità di assumere autonomamente decisioni; e di aver ottenuto riconoscimento sociale, a partire dalla valorizzazione del proprio lavoro da parte della comunità. I bibliotecari considerano il proprio lavoro di chiaro impatto sugli utenti, soprattutto nello stimolarli nella conoscenza di cose nuove, nell’approfondimento di tematiche di interesse, nel sostenere le proprie opinioni, nel pensare più chiaramente e nell’approfondire le proprie conoscenze culturali. I benefici principali ottenuti nel lavorare nelle biblioteche sono, in primo luogo, apprendere attività extra accademiche, organizzare attività culturali e risolvere problemi personali degli utenti. I bibliotecari ritengono inoltre che il proprio lavoro sia importante, abbia un impatto sulla società e si sentono apprezzati per i propri compiti. Questa percezione positiva si è rivelata fondamentale per una buona gestione e per la qualità di attenzione prestata nei confronti della comunità.
Quanto ai docenti, risulta che solo il 31% di quelli interessati al programma dichiara di fare uso del servizio di biblioteca. Ciò induce a pensare che esistano fattori esterni che non attirano questa parte di popolazione in biblioteca. Uno di questi è forse il tipo di libri e di materiale didattico reperibile in biblioteca, prevalentemente orientato ad una popolazione infantile e adolescenziale. Malgrado il basso utilizzo da parte degli insegnanti, l’elemento positivo emerso dallo studio è che i docenti osservano negli studenti che frequentano la biblioteca un aumento di padronanza nell’uso delle parole (comprensione della lettura, ampiezza di vocabolario, maggiore fluidità verbale, sviluppo del pensiero critico e migliore capacità di analisi), confermando così i risultati della valutazione relativa ai frequentanti. E ovviamente, come risultato dell’utilizzo dei servizi offerti dalla Rete, una maggiore comprensione verbale facilitalo sviluppo di altre competenze.
I docenti constatano uno sviluppo di nuovi comportamenti negli alunni grazie alla frequentazione della biblioteca. Sono ritenuti rilevanti:
La creatività . L’accesso a materiali diversi genera nell’utenza maggiore produzione intellettuale.
L’interesse verso la conoscenza. Ovvero l’irrequietezza intellettuale dei giovani che consente loro di ampliare le possibilità cognitive e risveglia la curiosità per il sapere in generale.
Il miglioramento del lavoro di gruppo. Si presume che il relazionarsi con i propri pari e con il personale di biblioteca faciliti un maggior apprendimento di capacità sociali a scuola.
La partecipazione a spazi di discussione. Questa competenza aiuta ad assumere decisioni, responsabilità e a lavorare in gruppo.
Un maggior grado di tolleranza e cooperazione. Ampliare gli orizzonti intellettuali e avvicinarsi a nuove idee, genera cittadini più responsabili, partecipi e collaborativi con la comunità. È evidente che questi comportamenti agevolano il lavoro scolastico. In seguito – nella vita adulta – si riveleranno come utile complemento nel momento di svolgere un lavoro o una professione in qualsivoglia ambito del sapere.
I risultati di questa valutazione sono stati un punto fermo per il programma in quanto, più che infondere il compiacimento nei membri di questo sodalizio che opera per l’educazione e la cultura, costituiscono un motivo di rafforzamento in quel che si sta facendo e di conferma che lo sforzo in atto va verso la giusta direzione. Bisognerà comunque percorrere anche una strada verso l’ampliamento dei servizi, come quelli che fungono da corredo delle aule specializzate per la popolazione con deficit sensoriali o motori, integrandone la dotazione ed estendendone il lavoro a tutta la comunità educativa. La valutazione segnala chiaramente che, al di là dell’impatto sulle competenze scolastiche, le biblioteche hanno giocato una carta fondamentale nella socializzazione e nella costruzione di spazi di aggregazione cittadina e nella formazione di cittadini più partecipativi e disposti al dialogo e al lavoro in gruppo. Ciò è messo particolarmente in rilievo se si considera che le biblioteche sono collocate in settori socialmente ed economicamente depressi e che per le loro caratteristiche, sia per quanto attiene l’utenza che gli spazi fisici e la dotazione, fungono da elemento dinamico per una società più sana e più vivibile.

Linee di azione
1. I risultati positivi fin qui conseguiti attraverso l’organizzazione di reti sociali rivolte a sviluppare nell’individuo l’atteggiamento critico e la volontà di partecipazione consentono di riflettere sulla necessità di rivedere le linee di politica pubblica dei servizi bibliotecari. È necessario considerare il loro potenziale, non solo verso una equiparazione di opportunità educative e culturali -meta obiettivamente cercata- ma anche nella direzione dell’utilizzo della loro forza di concertazione rivolta alla formazione dei cittadini.

2. La Rete di biblioteche costituisce una opportunità per dar luogo a sodalizi istituzionali del settore pubblico e privato, che siano complementari tra loro per evitare la duplicazione degli interventi, che operino per un cambiamento del vivere sociale e per l’accesso democratico alle nuove tecnologie dell’informazione. Tutto ciò contribuisce, senza dubbio, a garantire opportunità reali al vivere con dignità e all’esercizio della libertà.

3. Le biblioteche debbono essere pubbliche, offrire servizi di qualità, spazi accoglienti, in un contesto urbano gradevole, tali da favorire il rispetto per il prossimo e per il bene comune, testimoniando altresì la presenza dello Stato attraverso l’assunzione della responsabilità quale ridistribuire delle pari opportunità.

4. Come riconoscono gli stessi bibliotecari, in qualità di operatori culturali, le biblioteche facilitano l’organizzazione della comunità. Il programma deve quindi appoggiarsi alla comunità, vincolandola in modo volontario nella gestione di alcuni servizi e nello sviluppo di attività ludiche e culturali, in modo tale da garantirne la proprietà ed esprimere il senso di appartenenza.

5. Non si può generare spontaneamente un vincolo tra docenti e biblioteche. Avvicinarli e unirli attivamente, arricchendo il lavoro grazie alla loro metodologia ed esperienza deve essere un proposito dichiarato del programma che, come si è visto durante la valutazione, conta, da parte di questo gruppo, su un appoggio fondamentale, ma nel contempo distinto. Solo facendo comprendere ai docenti il ruolo rivestito dalle biblioteche nel campo dell’educazione, si potrà conseguire il paradigma di Jacques Delors di offrire un’educazione cementata da quattro pilastri che ne costituiscono l’essenza: imparare ad essere, imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere assieme.

(traduzione di Giuliana De francesco e Marisol Occioni)


Santiago de Cali
È la seconda città della Colombia per popolazione (2.000.000 di abitanti). Situata nel sud-ovest, a 150 chilometri da Buenaventura, principale porto Colombiano sul Pacifico, Cali è la capitale della provincia del Valle de Cauca, una ricca regione agroindustriale caratterizzata per la produzione dello zucchero e per le industrie manifatturiere. La sua popolazione è plurietnica, con una forte presenza afrocolombiana e meticcia che ne ha arricchito la cultura con un grande dinamismo sociale, nonostante negli ultimi 15 anni i problemi di identità legati alla migrazione abbiano aumentato in maniera preoccupante i livelli di povertà e di marginalità. Il sistema bibliotecario, costituito da 42 biblioteche pubbliche comunitarie ubicate in ciascuno dei 21 quartieri e dei 17 distretti rurali, è coordinato da un gran centro culturale in cui è ubicata anche la Biblioteca departamental (provinciale), che opera sotto la guida tecnica della Fundación Carvajal alla quale fanno capo anche tre proprie centrali didattiche che sono state inserite nella rete pubblica.

La Fundaciòn Carvajal
La Fundaciòn Carvajal è la principale organizzazione non governativa di Cali ed una delle più importanti della Colombia nel settore del sociale. Istituita dall’Empresa Carvajal S.A. nel 1953, si occupa di sviluppo d’impresa, di formazione del lavoro, di edilizia popolare, di educazione e di cultura. Con sede principale a Cali, essa opera in tutta la Colombia, con una particolare presenza nelle province del sud-ovest, in un’ottica di partenariato attivo col settore pubblico.

Lecturas sugeridas
Adama Samassèkou, Le sommet mundial sur la sociètè de l´information: premier pas vers une veritable sociètè de la connaissance et des savoirs partagès, 69th IFLA Council and General Conference, August, 2003.
El valor de la cultura, Paris: BID - Unesco, 1999
Amartya Sen, Desarrollo y libertad, London, 2000
Educaciòn, la agenda del siglo XXI, Hernando Gòmez Buendía editor, Bogotà, 1999
Jacques Delors, La educaciòn encierra un tesoro, Paris: Unesco, 1998
Manifiesto de la Unesco sobre bibliotecas pùblicas, Paris 1994
Instituto Paulo Freire, www.paulofreire.org



LONDOÑO VELEZ, Margarita e LONDOÑO VELEZ, Maria Victoria . La forza della concertazione per la formazione dei cittadini: biblioteche pubbliche comunitarie di Cali, Colombia. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 8, p. 10-14.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-10-06 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-08velez.htm

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