[AIB]AIB Notizie 11/2003
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La biblioteca digitale nelle università italiane:
progetti e prospettive di sviluppo

Serafina Spinelli

Anche nel 2003, per il terzo anno consecutivo, Bibliocom ha ospitato fra le sue mura un seminario organizzato dai coordinamenti di alcuni sistemi bibliotecari di ateneo (quest'anno quelli di Genova, Padova e Sassari), in collaborazione con la Commissione Università ricerca dell'Associazione.
Il tema proposto all'attenzione dei numerosissimi bibliotecari presenti è stato quello de "La biblioteca digitale nelle università italiane: progetti e prospettive di sviluppo", articolato in due sessioni dense di interventi svolte nella mattinata del 30 ottobre.
La prima sessione, dedicata a "Gli strumenti" e coordinata da Antonio Scolari, si è aperta con una relazione (Le nuove tecnologie per l'accesso all'informazione: gli strumenti per la costruzione di biblioteche digitali) in cui Antonella De Robbio ha passato in rassegna e classificato gli strumenti per la costruzione e la gestione di biblioteche digitali in dieci grandi categorie, in un “crescendo” (non solo o non tanto di complessità, quanto di “distanza” dal classico bagaglio di ferri del mestiere bibliotecari), che parte dagli strumenti tradizionali come i software di automazione e le loro evoluzioni basate sul raffinamento dei modelli concettuali sottostanti, per arrivare fino agli ambienti infrastrutturali e le piattaforme di e-learning, passando attraverso gli strumenti per la gestione degli open archive, dell'e-publishing e delle digitalizzazioni, dei portali e dei servizi di linking, di statistiche e analisi citazionali.
Il successivo intervento di Paola Gargiulo ha focalizzato l'attenzione su La produzione di contenuti elettronici per la ricerca e la didattica, analizzando gli elementi di contesto che caratterizzano il panorama italiano ma anche la cornice internazionale, le infrastrutture tecnologiche, di staff e di competenze, i principali standard internazionali non proprietari, e dettagliando quindi i possibili contenuti, le politiche di accesso e le principali categorie di costo.
Fra gli strumenti della tradizione bibliotecaria su cui più visibilmente influisce la sempre più ampia disponibilità di risorse digitali, il catalogo elettronico è per Paul Gabriele Weston, ultimo relatore della prima sessione, a un punto di svolta che ne richiede il ripensamento sulla base di nuovi modelli concettuali, che, come FRBR, implementino, attraverso l'“arricchimento bibliografico” e una gestione maggiormente strutturata delle informazioni, migliori capacità di gestione di grandi masse di dati e di un universo documentale di riferimento sempre più “ibrido”.
In apertura della seconda sessione, cooordinata da Guido Badalamenti e focalizzata su "I progetti e le politiche", Elisabetta Pilia e Luca Bardi hanno presentato a due voci i risultati della loro indagine su Le iniziative di biblioteca digitale negli atenei italiani. Condotta con l'ausilio di una scheda di rilevamento indirizzata ai coordinatori e ai presidenti dei sistemi bibliotecari d'ateneo, l'indagine aveva lo scopo di raccogliere dati e informazioni sulle iniziative promosse dalle università per favorire la condivisione e la discussione di esperienze in corso e progetti in fase di attivazione. L'analisi dei suoi risultati (effettuata in termini di categorie quali i soggetti coinvolti, i tempi, i costi, le fonti di finanziamento, le tecnologie, le modalità di fruizione ecc.) ha posto in evidenza per i due relatori la necessità di definire una linea d'indirizzo comune per la biblioteca digitale accademica italiana, attraverso cui realizzare forme di coordinamento fra le iniziative esistenti, il recepimento degli standard internazionali, l'integrazione degli strumenti tecnologici, l'accesso a programmi di finanziamento extrauniversitari.
È stata quindi la volta di Rahim S. Rajan, che ha presentato con dovizia di informazioni tecniche e di dati statistici e l'aiuto di una ricca serie di slides in italiano, l'archivio di JSTOR, nota collezione di periodici d'interesse accademico digitalizzati per iniziativa della Fondazione Andrew W. Mellon, che, avviata nel 1994, raccoglie a oggi 353 testate di 217 editori, per un patrimonio totale di 13 milioni di pagine digitalizzate.
Una voce dal mondo extrauniversitario è stata quella di Giuliana Sgambati dell'ICCU, che, dopo un breve excursus sulle principali tappe previste dal progetto "Indice 2" del Servizio bibliotecario nazionale per il 2004, ha illustrato Le prospettive di sviluppo della Biblioteca digitale italiana dettagliandone gli aspetti concernenti i repositories digitali, la gestione della conoscenza, il governo amministrativo, i sistemi di accesso, l'infrastruttura tecnologica.
Ultima fra le relazioni quella di Laura Tallandini (preceduta da un saluto di Vincenzo Milanesi, neopresidente della Commissione CRUI per le biblioteche di ateneo, letto dalla Tallandini stessa), che ha avanzato il punto di vista di una particolare categoria di utenti, quella dei docenti universitari. Partita dall'individuazione delle necessità degli utenti ricercatori, la Tallandini ha poi allargato lo sguardo a quelle degli studenti, dei sistemi bibliotecari degli atenei, fino a cercare di delineare quelle di un ipotetico sistema bibliotecario nazionale che si faccia portatore di una politica di ampio respiro non necessariamente limitata alle problematiche digitali.

spinelli@biocfarm.unibo.it


SPINELLI, Serafina. La biblioteca digitale nelle università italiane: progetti e prospettive di sviluppo. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 11, p. IX-X.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-12-31 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n15/03-11spinelli.htm

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