[AIB]AIB Notizie 08/2004
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Leggere senza confini - Lesen ohne grenzen

Franca Eller

Giunto alla sua terza edizione, il Premio dei Lettori Arge Alp si è concluso lo scorso giugno a Trento con una “Festa della Lettura”in grande stile, una simpatica kermesse in cui musica, danza, teatro hanno affiancato la letteratura per festeggiare degnamente, alla presenza di tutti gli scrittori/trici che hanno partecipato al Premio, dei traduttori/trici e dei bibliotecari/e, nonché di oltre mille persone, il libro vincente, Io non ho paura, di Niccolò Ammaniti, nella sua versione italiana e tedesca (Die Herren des Hügels, trad. di Ulrich Hartmann).

Una delle molte peculiarietà che rendono del tutto atipico il Premio dei lettori Arge Alp è proprio la sua interetnicità; e il suo logo, “Leggere senza confini/Lesen ohne Grenzen” ben evidenzia questo felice muoversi in uno spazio che valica lingue e culture, lo spazio universale della scrittura e della lettura. Istituito sei anni fa dalla Comunità di lavoro di dieci regioni a cavallo dell’arco alpino (e precisamente il Trentino-Alto Adige e la Lombardia per l’Italia, il Tirolo, Voralberg e Salisburgo per l’Austria, il Baden-Württenberg e la Baviera per la Germania, i Grigioni, San Gallo e Canton Ticino per la Svizzera: regioni che da 30 anni a questa parte cooperano su questioni transfrontaliere), il Premio, fra ottobre e aprile di ogni secondo anno, mette a disposizione del vastissimo pubblico dei suoi lettori dieci testi (5 di autori italiani e 5 di autori di area linguistica tedesca), scelti da un gruppo di bibliotecari delle regioni deputate secondo precisi criteri di valutazione e che siano stati pubblicati nell’arco di questi due anni nelle due versioni italiana e tedesca. I testi sono reperibili, ovviamente in entrambe le lingue, presso le biblioteche pubbliche, quelle scolastiche, nei centri civici, nei posti di pubblica lettura, nelle librerie; sono corredati da una brochure illustrativa e il lettore troverà accanto ad essi anche una cassettina in cui mettere una scheda con il proprio voto per il testo preferito. (Scheda che concorrerà poi, in fase di festa finale, all’estrazione di numerosi premi di soggiorni nei luoghi di villeggiatura più significativi delle 10 regioni citate.) Dunque, finalmente un po’ di considerazione per il lavoro di “promotore culturale” della così spesso grigia e misconosciuta figura del bibliotecario/a; ma soprattutto un premio che, attento alle lezioni sull’arte del tradurre di Virginia Woolf, di Benjamin, di Brodskij (tanto per limitarci ai più celebri), pone quasi sullo stesso piano l’opera dello scrittore e quella del suo traduttore. E poiché tra le finalità del Premio c’è anche quella di favorire l’incontro fra autori, traduttori e lettori (tra i criteri di scelta c’è l’opzione dell’autore/trice vivente), ecco che la festa finale diventa parte integrante del Premio stesso, momento intenso di una duplice conoscenza: da un lato il lettore che può dialogare con lo scrittore prescelto, quello in cui spesso si identifica, quello cui vuole chiedere suggerimenti e spiegazioni – e lo stesso vale per il rapporto con il traduttore/trice; dall’altro l’autore/trice che può verificare il suo impatto sui lettori, non più pubblico anonimo legato a cifre di vendita, ma persone in carne ed ossa cui riferirsi. Un Premio assolutamente genuino, fuori da ogni logica editoriale o di mercato, dove il solo gusto della lettura determina il successo di un libro, del suo autore e del suo traduttore. E tanto per fare qualche cifra, diciamo che i lettori di questa edizione sono stati circa 20.000, con oltre 13.000 schede valide. Quale altro premio può contare su altrettanti lettori? Basti pensare che il libro di Ammaniti ha raggiunto nella sola versione tedesca le 2000 schede. Gli altri testi in concorso erano: In fondo al Viale del Sole” di Thomas Brussig, con traduzione di Palma Severi; Miliardi di tappeti di capelli di Andreas Escbach, per la traduzione di Robin Benatti; Signorina Stark di Thomas Hürlimann, con traduzione di Emilio Picco; La gallina volante di Paola Mastrocola, nella traduzione di Sylvia Höfer; Non ti muovere di Margaret Mazzantini, con traduzione di Petra Kaiser; Quel che conta di Georg Oswald, traduzione di Margherita Carbonaro; La spia e il presidente di Liaty Pisani, per la traduzione di Ulrich Hartmann; Quella che chiamano la vita di Elke Schmitter, con la traduzione di Alessandro Perni, e Nati due volte (splendida versione tedesca di Karin Krieger), di Giuseppe Pontiggia, indimenticabile figura di scrittore ma anche di lettore, di “Mangiatore di libri/Bücherfresser” della miglior razza, scomparso improvvisamente l’estate scorsa, e alla cui memoria Niccolò Ammaniti (il cui libro, sia detto per inciso, è stato tradotto in 36 lingue) ha voluto dedicare questo suo graditissimo “Premio dei Lettori Arge Alp”. E ora…al lavoro per la prossima edizione: ma non si sa ancora quale sarà la città prescelta per la festa finale.

llrfnca43@scuola.alto-adige.it


ELLER, Franca. Leggere senza confini - Lesen ohne grenzen. «AIB Notizie», 16 (2004), n. 8, p. 18.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2004-11-07 a cura di Franco Nasella
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