[AIB]AIB Notizie 3-4/2005
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Le teche della lettura. Leggere in biblioteca al tempo della rete

Maria Patrizia Calabresi

Una temperatura insolitamente mite ha accolto quest’anno i partecipanti al consueto appuntamento primaverile al Palazzo delle Stelline a Milano, giunto ormai al decimo anno di vita.
Folta, attenta e interessata è stata, come sempre, la partecipazione dei bibliotecari al convegno “Le teche della lettura. Leggere in biblioteca al tempo della rete”.

Dopo i saluti di rito, sul palco dei relatori si sono alternati diversi esponenti, italiani e stranieri del variegato mondo dell’università, dell’editoria e delle biblioteche, per proporci una nuova visione della lettura e darle un nuovo significato in un’epoca in cui il computer sembra aver acquisito un ruolo predominante e preponderante.
Mauro Guerrini, in qualità di Presidente neo-eletto, ha auspicato un nuovo ruolo politico dell’AIB nell’integrazione fra ambito bibliotecario e mondo accademico e nel recupero di un costruttivo rapporto con le istituzione e con gli editori.
L’affermazione del valore civile delle biblioteche e il riconoscimento della funzione sociale dei bibliotecari anche nel 21° secolo sono stati ribaditi con forza come punti nodali dell’attività dell’AIB anche in campo internazionale.
L’intervento di Derrick de Kerckhove ha voluto puntualizzare i cambiamenti che intervengono nelle condizioni della lettura:
. La lunga esposizione di Patrick Bazin, direttore della Biblioteca municipale di Lione, ha focalizzato l’attenzione sul profondo cambiamento introdotto dalle nuove forme di lettura e di scrittura, cambiamento accolto dai bibliotecari con un misto di entusiasmo e di timore reverenziale. Il paradosso di una “biblioteca universale”, che viene inteso come ideale (intellettuale e politico) di un sapere universalmente condiviso e che fa da contraltare alla disaffezione verso il libro e le biblioteche, in realtà è solo apparente: è soltanto la ricerca di nuovi mezzi e nuovi modi di trasmettere globalmente le idee.
Le biblioteche hanno sempre svolto un ruolo fondamentale per la diffusione della conoscenza e per lo scambio delle idee. Il libro elettronico, l’ipertesto, attraverso l’interattività offrono enormi possibilità alla ricerca, ma non possono avere la dimensione ergonomica, sensuale ed affettiva del libro vero, del libro tradizionale.
Le biblioteche devono dunque assumere una posizione attiva e creativa, attrezzandosi per rispondere alle richieste di utenti sempre più esigenti, e dotarsi di strumenti consoni alla loro funzione, per restare fedeli alla loro vocazione essenziale.
La Biblioteca municipale di Lione ha sperimentato con successo due progetti:
Il bilancio è stato positivo ed interessante, perché ha consentito di far accedere alla biblioteca persone che la frequentavano poco, ha fornito una buona immagine della biblioteca, aperta e moderna, e ha modificato il rapporto tra bibliotecario e utente. Questo è infatti il fine a cui devono tendere le biblioteche pubbliche: adottare dei dispositivi di navigazione ipertestuale e di cooperazione che concorrano allo sviluppo di una cultura della “metalettura”.
La relazione di Riccardo Ridi, sempre pregnante e coinvolgente, si è rivolta a considerare la biblioteca come “portale” piuttosto che come “luogo” della lettura.
L’azione di “leggere” non è specifico della sola istituzione bibliotecaria, ma può effettuarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento della vita privata di ognuno di noi. Del resto, citando uno dei principi di Ranganathan: «Ad ogni lettore il suo libro, ad ogni libro il suo lettore», Ridi sottolinea che non ha importanza dove il libro viene letto, in biblioteca o altrove. Diverse sono invece le attività specifiche delle biblioteche: il prestito, il document delivery ecc. E, d’altra parte, l’efficacia di una biblioteca non si misura con il numero degli utenti o con il numero delle letture effettuate in sede, bensì con il numero dei bisogni informativi e documentari che vengono soddisfatti. È vero infatti che il reference reading, la lettura di consultazione è la tipologia di lettura più specifica e più appropriata che dovrebbe essere al primo posto in biblioteca, specialmente nell’epoca della “Rete”.
La riflessione di Alberto Salarelli si è incentrata sulla noia esistenziale, caratteristica dell’epoca moderna, che colpisce nel tempo libero, molto aumentato rispetto al passato. Quale può essere il rimedio? Convertire il tempo della noia nel tempo della creatività e della ricreazione spirituale, utilizzando la lettura non come semplice “evasione”, ma come approfondimento, arricchimento, stimolo e sorpresa. Si introduce così il concetto della “buona lettura” e del “buon lettore”, che è colui che attua una relazione di reciprocità consapevole con il libro letto, cioè un rapporto attivo, critico e creativo.
“Leggere in formato digitale” è il tema trattato da Gino Roncaglia, che mette in guardia dall’identificare la “lettura” con la “lettura di un libro”. Infatti i libri sono soltanto uno dei supporti di lettura che utilizziamo e che sono a nostra disposizione: giornali, riviste, dépliant, cartelli stradali e pubblicitari, etichette dei vari prodotti che acquistiamo, sono tutti i giorni sotto i nostri occhi, così come la lettura digitale comprende la posta elettronica, gli sms, le pagine web, ecc. In un periodo di transizione, quale è il nostro, è quindi importante promuovere il libro anche nell’ambiente digitale, sollecitando lo sviluppo e la diffusione dei libri e delle biblioteche elettroniche.
Michele Santoro ha effettuato una panoramica sulle posizioni di diversi esponenti e sostenitori delle tesi che propugnano la trasformazione in senso totalmente elettronico della società, della completa eliminazione della carta dagli scambi informativi e della scomparsa delle biblioteche in quanto basate sulle obsolete fonti a stampa. Tuttavia, analizzando lo scarso entusiasmo dimostrato versi i nuovi strumenti di lettura (e-book ecc.), che non riescono ad imporsi al grande pubblico, ancora non abituato, Santoro conclude che è necessario prepararsi ad accogliere le innovazioni della tecnologia.
Eugenio Pintore si è soffermato sul progetto “Multimedialità e lettura”, in corso presso la Biblioteca di Settimo Torinese, che ha riscosso un grande successo di pubblico (circa 5000 iscritti in un anno e 20.000 presenze). Sono stati organizzati anche diversi corsi di istruzione all’uso di Internet e dei CD-ROM. Ma lo scopo principale era quello di avvicinare i lettori ad Internet e i “navigatori” ai libri, e quindi di favorire l’integrazione fra i nuovi mezzi tecnologici e gli strumenti di comunicazione e informazione tradizionali (libri, riviste ecc.).
Maria Guarini e Gianfranco Maiozzi hanno riferito di due progetti della Biblioteca del Ministero delle telecomunicazioni: uno, “L’italiano nella comunicazione digitale”, che si propone di avviare un’analisi dell’uso della lingua italiana nella comunicazione pubblica attraverso il digitale; l’altro, un progetto di user learning, grazie al quale tre ragazzi diversamente abili di una scuola romana hanno scritto e realizzato un e-book dal titolo A proposito di noi, con tre racconti autobiografici che sono stati presentati in occasione della “Giornata mondiale del libro 2004” dell’Unesco.
Alberto Manguel ha preso spunto dal personaggio Pinocchio per parlarci della lettura come mezzo di apprendimento e quindi come mezzo di crescita intellettuale e sociale. Gli ostacoli e le tentazione che allontanano Pinocchio dalla scuola, nonostante i buoni maestri e i consiglieri (il grillo parlante, la fata turchina), sono in fondo gli stessi che anche la nostra società ci pone dinanzi. L’insegnamento e l’apprendimento sono processi lenti e difficili, mentre la tecnologia elettronica, con le sue qualità di rapidità e immediatezza («…più rapida del pensiero…») ci spinge a non riflettere e ad accontentarci dei luoghi comuni, con la conseguenza che la crisi della nostra società è la crisi dell’immaginazione.
Nelle sue Linee guida per una nuova società della lettura, anche Giuliano Vigini sostiene che il libro riesce a stabilire un rapporto di memoria, incontro e confronto, che attiva le facoltà della mente e dello spirito, offrendo la possibilità di accedere al pensiero, alla fantasia e alle esperienze di altri.
Dieci sono i punti fondamentali per sviluppare una politica di promozione del libro e della lettura: Sono queste le condizioni per creare una nuova società della lettura: Diverso è stato invece l’approccio di Michele Rak, che ha presentato i risultati di una ricerca effettuata presso l’Università di Siena sulla lettura nelle biblioteche. Delineando un profilo del lettore italiano il panorama risulta piuttosto sconfortante, anche perché non è facile raccogliere i dati e compararli con quelli degli altri paesi europei. Comunque nel 2003 i lettori che hanno frequentato le 47 biblioteche pubbliche statali sono stati 1 milione e 621.000.
I punti deboli sono soprattutto la scelta e la mediazione, in quanto il processo di scelta è irregolare e non tiene conto del profilo del lettore, mentre la mediazione si basa sulla comunicazione e sul marketing. I mediatori sono di tre tipi: Stefania Fabbri si è soffermata sulle rotte della lettura, analizzando l’evoluzione della cultura attraverso il tempo, nei diversi periodi della civiltà umana e nelle concezioni di vari autori. Il libro, oggetto culturale, è come un codice da decifrare, e la lettura è concepita come un’attività di decifrazione, di studio e di comprensione. Le diverse figure che ruotano intorno al libro, il bibliofilo, il bibliotecario, l’editore, il lettore, finiscono per diventare come gli adepti di una religione animata dalla preoccupazione della scomparsa del libro, mentre il libro diventa un rifugio per la conservazione delle conoscenze e della memoria del passato, rispetto al tempo sempre presente proposto dalla tecnologia. L’innovazione tecnologica, caratteristica della nostra epoca, non potrà portare pericoli al libro, perché risponde ad esigenze diverse, e può anche avere vita effimera (i siti web spesso scompaiono in breve).
Andrea Kerbaker ha affrontato il tema del ruolo dei privati nella diffusione della lettura, con le loro proposte di nuovi prodotti sempre più specializzati e sofisticati.
Andrea Ferrieri ha parlato degli estremi: lettori forti e non lettori, come si pongono nei confronti della lettura, delle biblioteche e dei servizi offerti, sia in ambito tradizionale che rispetto alle nuove tecnologie. È necessario sviluppare una biblioteca accogliente, aperta, che sia un punto di riferimento non soltanto per i lettori “forti”, abituati a frequentarla, ma anche per i non lettori, coloro che hanno bisogno di una biblioteca amichevole e confortevole, per essere invogliati a frequentarla.
Corinna Hess ci ha presentato l’esperienza tedesca riguardo alla promozione della lettura, compito precipuo degli Uffici per le biblioteche pubbliche dei singoli Lander federali. I progetti di tali uffici prevedono viaggi d’informazione, manifestazioni e convegni, suggerimenti e consulenze per la scelta dell’ubicazione, la costruzione e l’arredamento delle biblioteche, per la programmazione delle funzioni e delle attività, per le questioni relative al personale, alla legislazione, all’informatizzazione ecc.
“Il giorno di Frederick”, festa annuale della letteratura e della lettura, che si svolge in ottobre nel Baden Wurttemberg, è un esempio di queste iniziative volte a promuovere la lettura e a stimolare la cooperazione tra istituzioni analoghe. “Estate letteraria”, “Rete di lettura”, “2 leggono 1”, “Leggere senza confini”, sono altre iniziative che, nell’ambito di una politica bibliotecaria e culturale, hanno lo scopo di avvicinare alla lettura, di arricchire la vita intellettuale e di favorire lo scambio di esperienze culturali. Anche la televisione collabora in questa attività di promozione con diversi programmi mirati a suscitare interesse e desiderio verso la lettura e la conoscenza.
Antonella Agnoli ha descritto gli spazi e i modi del leggere nelle biblioteche, soffermandosi in particolare sul rapporto degli utenti con i nuovi linguaggi della comunicazione digitale.
Infine Bianca Verri ha raccontato e spiegato alcune esperienze di lettura nella Biblioteca comunale di Cervia, come esempi di avvicinamento e socializzazione fra persone accomunate dal piacere della lettura e dal desiderio di conoscenza e di cultura.
Tutti gli intervenuti hanno ribadito ancora una volta come le biblioteche possano e debbano continuare il loro ruolo di mediazione fra cultura e informazione; esse mantengono infatti la loro funzione di tramandare il patrimonio documentario, ma soprattutto devono costituire la chiave di accesso a questo patrimonio, che non è più soltanto a stampa, sia attraverso gli strumenti tradizionali, sia con le nuove tecnologie elettroniche.

bibliografia@bnc.roma.sbn.it


CALABRESI, Maria Patrizia. Le teche della lettura: leggere in biblioteca al tempo della rete. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 3-4, p. 14-15.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2005-05-08 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0503calabresi.htm

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