[AIB]AIB Notizie 3-4/2005
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Una biblioteca leopardiana a Torre del Greco

Silvia Girometti

20.000 volumi custoditi in un appartamento, catalogati e recensiti con cura uno per uno: una biblioteca il cui patrimonio rispecchia la grandissima passione per la lettura del proprietario.

20.000 volumi sono davvero tantissimi, accumulati nel corso di anni di ricerche e accompagnati da fotografie, stampe, quadri, sculture e cimeli: sistemati in ogni stanza, in ogni scaffale, dall’ingresso alla sala da pranzo, con grande passione dal loro proprietario, Nicola Ruggiero di Torre del Greco, scrittore, poeta, saggista e attento studioso di Torquato Tasso e soprattutto di Giacomo Leopardi. Forse agevolato dalla sua terra, in cui la natura offre da sempre spettacoli tra l’incanto e il “sublime” in senso letterario, Nicola Ruggiero vanta una lunga serie di riconoscimenti che costellano un’attività febbrile di ricerca senza sosta e senza cedimenti nella passione; fra tali riconoscimenti, la recente laurea honoris causa ricevuta a Pechino al termine di una conferenza tenuta a oltre 800 studenti di letteratura italiana.
Abituato a ricevere visite di cultori della materia, di studenti, di tesisti e di giornalisti, Ruggiero con grande cortesia mi illustra la tipologia del posseduto, il modo in cui esso viene schedato e la storia della passione che ne ha portato la costituzione.
Accanto a opere di letteratura latina e greca che attestano la formazione classica dello studioso, vi sono libri di storia, geografia, letteratura locale, arte; circa la metà del patrimonio è suddivisa in parti quasi uguali fra Tasso e Leopardi, anche se a quest’ultimo è dedicata la sezione più vasta. Fiore all’occhiello della raccolta tassiana sono circa 300 cinquecentine, mentre di Leopardi il professore possiede prime edizioni originali, documenti e carteggi autentici, oltre a una serie di veri e propri piccoli gioielli, che vengono mostrati con giusto orgoglio. Alcuni esempi: lettere autografe di Giacomo e della famiglia Leopardi, fra cui una scritta da Monaldo in occasione della nascita di Giacomo stesso; la prima edizione datata 1827 delle Operette morali pubblicata da Stella; la traduzione in tedesco del 1837 dei Canti pubblicata poco prima della morte dell’autore; l’edizione Piatti dei Canti in cui è inserita la Canzone all’Italia scritta di pugno da Leopardi; una delle tre edizioni originali Starita dei Canti e delle Operette morali sopravvissute alla distruzione dovuta alla censura del Regno di Napoli; l’edizione più piccola dei Canti: 7 x 4 centimetri, datata 1899. Alle molte curiosità visibili in casa Ruggiero, fra fotografie, quadri, medaglie, sculture, francobolli, ceramiche, appartengono la maschera funeraria di Giacomo, le monete che Leopardi aveva in tasca al momento della morte ed un ciondolo a forma di minuscolo libro nelle cui pagine sono trascritti i versi dell’Infinito. Quest’ultimo gioiello, creato appositamente per il prof. Ruggiero dal designer Terzago di Trieste, è accompagnato da un braccialetto, parimenti formato da minuscole pagine su cui è trascritta la poesia leopardiana. Simpatica è anche la bottiglia di vino “Zibaldone” sulla cui etichetta compare la foto di Leopardi.
A completamento del vasto patrimonio vi sono numerosi volumi di pregio, recensioni, riviste, miscellanee, opere di critica, saggi e tesi di laurea che spesso rientrano nella Bibliografia Leopardiana curata dall’Università Federico II di Napoli.
L’incremento di un tale, già ricco patrimonio, avviene costantemente sull’ordine di 3-4 volumi al giorno, grazie alla paziente ricerca nei cataloghi editoriali e nelle librerie di antiquariato. Il criterio delle acquisizioni è la presenza almeno di un commento, di una poesia, di qualsiasi riferimento a Leopardi in particolare.
Nicola Ruggiero effettua personalmente tutte le attività della propria biblioteca, che non prevede il servizio di prestito, e non riceve aiuto alcuno; molto importante sono la collaborazione e la comprensione della moglie: sostegno non piccolo, considerando l’insolito utilizzo degli spazi nell’appartamento. Tuttavia la disponibilità di spazio è ovviamente limitata e inoltre il professore è consapevole della necessità di prevenire eventuali problemi di sicurezza dovuti al peso del materiale.
Di conseguenza parte del patrimonio è in corso di donazione, e in previsione del trasloco, man mano che i libri vengono inscatolati, Ruggiero produce per ogni opera una scheda bibliografica dattiloscritta, con relativo riassunto e commento; a ogni scheda vengono aggiunte notizie bibliografiche e un giudizio. Tutte le schede, infine, vengono raccolte in appositi contenitori ad anelli e ordinate cronologicamente per data di pubblicazione. Una volta trasferiti, molto probabilmente i libri verranno catalogati in SBN.
La loro destinazione è duplice: alla vicina Sorrento, priva di una vera e propria biblioteca dedicata all’illustre concittadino, verranno donate ovviamente le opere di Tasso, mentre il luogo giudicato custode più consono del materiale relativo a Leopardi, richiesto da molti istituti culturali ed inizialmente destinato a Recanati, è la Villa delle Ginestre, dove il poeta aveva vissuto per nove mesi dall’aprile 1836 e dove sarebbe dovuto tornare il giorno stesso in cui invece morì, nel 1837. Torre del Greco non ha una biblioteca; presso la Villa delle Ginestre, dove ancora oggi si trova il mobilio originale dell’epoca di Leopardi, si riunisce il Comitato tecnico-scientifico, del quale il prof. Ruggiero fa parte, per discutere le condizioni della donazione modale del professore alla villa stessa dei circa 6000 volumi di e su Leopardi. La Villa delle Ginestre nel XIX secolo era proprietà della famiglia Ferrigni, ovvero del cognato di Antonio Ranieri, il grande amico di Giacomo nelle cui mani passarono tutti gli scritti che Leopardi si era fatto portare a Napoli dal 1833. Tali scritti subirono vicende alterne e solo nel 1906 vennero pubblicate. La villa stessa subì varie vicissitudini nel tempo e passò all’attuale proprietà dell’Università di Napoli, che la concesse in comodato gratuito all’Ente Ville vesuviane; recentemente restaurata e inaugurata ufficialmente, è stata destinata a ospitare, oltre alla biblioteca leopardiana donata da Nicola Ruggiero, la sede di incontri culturali e attività di promozione letteraria. Ruggiero suggerisce che la villa venga ribattezzata “La Ginestra” affinché il generico riferimento ai fiori che si trovano sulle pendici del Vesuvio assuma un carattere più specifico e marcatamente leopardiano. Ruggiero stesso è promotore e protagonista di eventi culturali, quali la celebrazione a Torre del Greco del secondo centenario della nascita di Leopardi nel 1998; ha contribuito alla creazione di un premio per un concorso letterario annuale di componimenti su vari temi leopardiani, oltre che di una borsa di studio per la migliore tesi di laurea su Leopardi.
Nicola Ruggiero è molto attento al periodo napoletano di Leopardi; in particolare gli ultimi attimi di vita del poeta, le cause della morte e la sorte del sepolcro sono frutto di studi e ricerche da parte del professore, le cui originali teorie in proposito sono state rese note dalla stampa. Ascoltare l’esposizione di tali teorie è un’esperienza veramente interessante, così come visitare la Villa delle Ginestre in compagnia del prof. Ruggiero e del suo grande amore per il poeta recanatese: non è retorica affermare che, complici forse i luoghi, quinci la spiaggia grigia per la lava, e quindi la vista del formidabil monte/sterminator Vesevo, l’atmosfera dell’epoca a poco a poco si ricrea e quasi si materializza la presenza di Leopardi stesso.


GIROMETTI, Silvia. Una biblioteca leopardiana a Torre del Greco. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 3-4, p. 16-17.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2005-05-08 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0503girometti.htm

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