[AIB]AIB Notizie 9/2005
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Dichiarazione di Ginevra sul Futuro dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale


L'umanità è di fronte ad una crisi globale nella gestione della conoscenza, della tecnologia e della cultura. La crisi si manifesta in molti modi.
Allo stesso tempo esistono innovazioni incredibilmente promettenti nel campo delle tecnologie dell'informazione, della medicina e di altri settori essenziali, così come all'interno dei movimenti sociali e dei modelli di business.
Siamo testimoni del grande successo di campagne per l'accesso alla medicine contro l'AIDS, ai giornali scientifici, alle informazioni del genoma e ad altre basi di dati, e di sforzi collaborativi per creare beni pubblici, come Internet, il World Wide Web, Wikipedia, Creative Commons, GNU Linux e altri progetti di software libero e aperto, come di strumenti per l'istruzione a distanza e per la ricerca medica. Tecnologie come Google forniscono potenti strumenti per la ricerca di informazioni a decine di milioni di individui. Sistemi alternativi di compensazione sono stati proposti al fine di espandere l'accesso e l'interesse alle opere culturali, fornendo sia agli artisti che ai consumatori sistemi efficienti e giusti per essere ricompensati.
Assistiamo ad un rinnovato interesse verso le regole di responsabilità compensatoria, premi per l'innovazione, intermediatori competitivi come modelli di incentivazione economica per la scienza e la tecnologia che possano facilitare l'innovazione sequenziale e incrementale ed evitare abusi monopolistici.
Nel 2001, l'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC o WTO, World Trade Organization) ha dichiarato che gli stati membri dovrebbero "promuovere l'accesso ai medicinali per tutti".

L'umanità si trova di fronte ad un bivio - una svolta nel nostro codice morale ed una prova della nostra capacità di adattarci e crescere. Valuteremo, impareremo e trarremo profitto dalle migliori di queste idee e opportunità, o risponderemo con richieste prive di fantasia volte a sopprimere tutto ciò a favore di politiche intellettualmente deboli, ideologicamente rigide e a volte brutalmente ingiuste e inefficienti? Molto dipenderà dalla direzione futura dell'Organizzazione Internazionale per la Proprietà Intellettuale (WIPO, World Intellectual Property Organization), un ente globale che decide gli standard che regolano la produzione, la distribuzione e l'uso della conoscenza.

Una Convenzione del 1967 ha cercato di incoraggiare l'attività creativa, assegnando al WIPO il compito di promuovere la protezione della proprietà intellettuale. La missione è stata ampliata nel 1974, quando il WIPO è divenuto parte delle Nazioni Unite, con un accordo che richiede al WIPO di "intraprendere le azioni appropriate per promuovere l'attività intellettuale creativa" e di facilitare il trasferimento di tecnologia ai paesi in via di sviluppo, "al fine di accelerare lo sviluppo economico, sociale e culturale".

Come organizzazione intergovernativa, tuttavia, il WIPO si è messo nella direzione di creare ed espandere privilegi monopolistici, spesso senza badare alle conseguenze. L'espansione continua di questi privilegi e dei loro meccanismi di applicazione ha causato gravi costi sociali ed economici e ha ostacolato e minacciato altri importanti sistemi per la creatività e l'innovazione. Il WIPO deve far sì che i suoi membri capiscano le vere conseguenze sociali ed economiche che una eccessiva protezione della proprietà intellettuale comporta, e l'importanza di raggiungere un equilibrio tra la competizione ed il dominio pubblico da un lato, e l'ambito dei diritti di proprietà dall'altro. I mantra "di più è meglio" e "di meno non è mai un bene" sono pericolosi -- e hanno grandemente compromesso la posizione del WIPO, specialmente tra gli esperti delle politiche di proprietà intellettuale. Il WIPO deve cambiare.

Non chiediamo che il WIPO abbandoni gli sforzi di promuovere la protezione appropriata della proprietà intellettuale, o abbandoni tutti gli sforzi di armonizzare e migliorare queste leggi. Ma insistiamo perché il WIPO lavori a partire dalla più ampia cornice descritta nell'accordo del 1974 con le Nazioni Unite ed assuma una visione più equilibrata e realistica dei benefici sociali e dei costi dei diritti di proprietà intellettuale come strumento, ma non l'unico strumento, per sostenere l'attività culturale creativa.

Il WIPO deve anche assumere una visione più equilibrata dei rispettivi benefici di armonizzazione e diversità e cercare di imporre la conformità globale solo quando è essa di reale beneficio per tutta l'umanità. L'approccio "stessa taglia per tutti" che applichi i livelli massimi di protezione della proprietà intellettuale per tutti porta a risultati ingiusti e gravosi per quei paesi che stanno lottando per garantire le necessità minime dei propri cittadini.

All'Assemblea Generale del WIPO è stato ora richiesto di stabilire un'agenda per lo sviluppo.
La proposta iniziale, avanzata per primi dai governi di Argentina e Brasile, rimodellerebbe profondamente l'agenda del WIPO verso lo sviluppo e verso nuovi approcci per sostenere l'innovazione e la creatività. Questo è un primo passo, atteso da tempo e fortemente necessario, verso una nuova missione e un nuovo programma di lavoro del WIPO. Non è perfetto. La Convenzione del WIPO dovrebbe riconoscere formalmente, come è stato proposto, la necessità di prendere in considerazione le "necessità di sviluppo dei propri Stati Membri, in particolare dei paesi in via di sviluppo o non sviluppati", ma ciò non è abbastanza. Alcuni hanno sostenuto che il WIPO dovrebbe soltanto "promuovere la protezione della proprietà intellettuale" e non considerare alcuna politica che respinga le pretese della proprietà intellettuale o protegga e migliori il dominio pubblico. Questa visione limitata impedisce il pensiero critico. E` possibile trovare espressioni migliori della missione del WIPO, compreso il requisito dell'accordo tra ONU e WIPO che quest'ultimo "promuova l'attività intellettuale creativa e faciliti il trasferimento di tecnologia legata alla proprietà industriale". Le funzioni del WIPO non dovrebbero essere solo promuovere la "protezione efficiente" e la "armonizzazione" delle leggi di proprietà intellettuale, ma abbracciare formalmente le nozioni di equilibrio, appropriatezza e stimolo dei modelli sia competitivi che collaborativi di attività creativa all'interno dei sistemi di innovazione nazionale, regionale e transnazionale.

La proposta di un'agenda per lo sviluppo ha creato la prima vera opportunità per discutere del futuro del WIPO. Non è un'agenda solo per i paesi in via di sviluppo. E` un'agenda per tutti, Nord e Sud. Deve andare avanti. Tutte le nazioni e le genti devono abbracciare ed allargare la discussione sul futuro del WIPO.

Dev'esserci una moratoria sui nuovi accordi e sull'armonizzazione degli standard che espandono e rafforzano i monopoli e restringono ulteriormente l'accesso alla conoscenza. Per generazioni il WIPO ha risposto in primo luogo alle settoriali preoccupazioni di potenti editori, industrie farmaceutiche, coltivatori e altri interessi commerciali. Di recente il WIPO si è aperto di più alla società civile e ai gruppi di interesse pubblico, e questa apertura è la benvenuta. Ma WIPO deve ora rispondere alle preoccupazioni sostanziali di questi gruppi, come la protezione dei diritti dei consumatori e dei diritti civili. Dev'essere data priorità a preoccupazioni a lungo ignorate per i poveri, i malati, gli ipovedenti ed altri.

L'agenda per lo sviluppo che è stata proposta va nella giusta direzione. Fermando gli sforzi per adottare nuovi accordi sulla legge sostanziale sui brevetti, sui diritti dei "broadcaster" e dei database, il WIPO creerà lo spazio per occuparsi di bisogni ben più urgenti.

Le proposte per la creazione di comitati permanenti e di gruppi di lavoro sul trasferimento tecnologico e sullo sviluppo sono benvenute.
Il WIPO dovrebbe considerare la creazione di una o più entità volte a controllare sistematicamente le pratiche anticompetitive e la protezione dei diritti dei consumatori.

Appoggiamo la richiesta di un Accordo sull'Accesso alla Conoscenza e alla Tecnologia (Treaty on Access to Knowledge and Technology). Il Comitato Permanente sui Brevetti e il Comitato Permanente sul Copyright e Diritti Collegati dovrebbero richiedere l'opinione degli Stati Membri e del pubblico sugli elementi di tale accordo.

I programmi di assistenza tecnica del WIPO devono essere riformati nella sostanza. I paesi in via di sviluppo devono avere gli strumenti per implementare la Dichiarazione di Doha dell'OMC su TRIPS e Salute Pubblica e "utilizzare pienamente" i punti di flessibilità di TRIPS per "promuovere l'accesso ai medicinali per tutti". Il WIPO deve aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i limiti e le eccezioni nelle leggi sui brevetti e sul copyright che sono essenziali per la giustizia, lo sviluppo e l'innovazione. Se il Segretariato del WIPO non riesce a capire le preoccupazioni e a rappresentare gli interessi dei poveri, l'intero programma di assistenza tecnica deve essere affidato ad un'entità indipendente che sia responsabile nei confronti dei paesi in via di sviluppo.

Enormi differenze nel potere di contrattazione portano a risultati ingiusti tra gli individui e le comunità creative (sia moderne che tradizionali) e le entità commerciali che vendono cultura e beni conoscitivi. Il WIPO deve onorare e sostenere gli individui e le comunità creative, investigando sulla natura delle rilevanti pratiche commerciali scorrette e deve promuovere modelli di "migliori pratiche" e riforme che proteggano gli individui e le comunità creative in queste situazioni, in maniera consistente con le norme delle comunità pertinenti.

Alle delegazioni che rappresentano gli stati membri del WIPO e al Segretariato del WIPO è stato chiesto di scegliere un futuro.
Vogliamo un cambio di direzione, nuove priorità e risultati migliori per l'umanità. Non possiamo aspettare un'altra generazione. E` tempo di cogliere l'attimo e andare avanti.

Traduzione di Antonella De Robbio


Dichiarazione di Ginevra sul futuro dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 9, p. 12-13.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2005-11-17 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0509ginevra.htm

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