[AIB]AIB Notizie 10-11/2005
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L'IMEC, archivio vivente

Francesca di Mattia

Conosco l'AIB da diversi anni, ormai.
Dopo la laurea in Lettere moderne ho frequentato la Scuola speciale per archivisti e bibliotecari dell'Università "La Sapienza" e in seguito ho preso il Diploma di Biblioteconomia presso la Scuola Vaticana.
Già durante i miei studi visitavo spesso il sito Internet dell'AIB, per approfondire la conoscenza delle attività legate alla professione di archivista e bibliotecario: l'aggiornamento dei professionisti, i convegni, i progetti legati ai fondi d'archivio.
Nel 1998 ho avuto la possibilità di lavorare sei mesi alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, e di conoscere personalmente Giuliana Zagra e il suo lavoro nell’AIB.
Negli anni successivi, pur essendo responsabile dei contenuti per un’azienda televisiva, ho continuato a seguire da lontano il mondo degli archivi e delle biblioteche, e ho stabilito un contatto con Yannick Maignien, il Direttore del Centro Risorse dell'Ambasciata francese a Roma, che si è rivelato interessante e costruttivo: alla fine del 2003 ho lasciato il mio posto fisso per specializzarmi sui progetti di cooperazione culturale tra la Francia e l'Italia.
Jean-Noël Mathieu, il direttore dell'ACCR - Association des centres culturels de rencontre (Parigi), che gestisce in dodici paesi europei, con il finanziamento del Ministero della cultura francese, più di quaranta monumenti restaurati e riutilizzati per progetti culturali e artistici, mi ha offerto una borsa di manager culturale presso uno dei centri esistenti: tra le varie possibilità, data la mia formazione, ho trovato naturale scegliere l'IMEC (Institut mémoires de l'edition contemporaine), che ha sede nel bellissimo complesso abbaziale di Ardenne, vicino Caen, in Bassa Normandia.
Qui si trovano gli archivi di grandi autori e filosofi del Novecento – tra cui Jean Genet, Alain Robbe-Grillet, Michel Foucault, Jacques Derrida, Roland Barthes –, e di editori come Flammarion, Hachette, Larousse et Le Seuil. I fondi sono a disposizione di studenti e ricercatori di tutto il mondo, e l'istituto organizza numerose attività culturali legate agli archivi e all'attualità letteraria.
Ho presentato un progetto per favorire e valorizzare le relazioni con l'Italia (organizzazione nel nostro paese di mostre e convegni legati al tema degli archivi, di incontri con ricercatori e studenti, di seminari presso università e biblioteche), e parallelamente un progetto letterario, un romanzo ispirato all’Abbazia di Ardenne e ai fondi che l’IMEC possiede, soprattutto quelli di scrittori: creazione e riflessione artistica stimolata dal territorio e dal suo patrimonio culturale, in cui l’essere umano diviene “archivio vivente” all’interno di un universo di “letteratura nella letteratura”.
E adesso, che sono giunta quasi al termine di questa esperienza – da cui stanno nascendo altre possibilità di collaborazione per le attività da realizzare nel 2006 – posso dire di aver vissuto un periodo fondamentale per la mia crescita professionale.
Ho avuto modo, infatti, di svolgere le mie ricerche nella bellissima e funzionale biblioteca dell’Abbazia, di lavorare quotidianamente con il personale dell'IMEC, che si occupa sia della conservazione e classificazione degli archivi che dello sviluppo culturale, e di confrontarmi con ricercatori motivati, stimolati dalla splendida cornice di questa “cittadella del sapere”.
Quando ho cominciato a lavorare al mio progetto ho subito pensato di parlare con Giuliana Zagra, per chiederle di darmi qualche consiglio e di aiutarmi a contattare università, biblioteche ed archivi presenti in Italia.
Le ho proposto di organizzare una visita all'IMEC di professionisti del settore, e lei, che già conosceva questo istituto seppur indirettamente, ha subito accettato con entusiasmo: il 17 e 18 ottobre 2005 è arrivata ad Ardenne una delegazione italiana composta da addetti ai lavori - bibliotecari e archivisti.
Il 17 ottobre, dopo una presentazione generale del personale dell'IMEC, il gruppo italiano guidato dal Direttore delle collezioni Philippe Charrier, ha visitato gli archivi sotterranei, gli uffici dove questi vengono trattati, e l'abbazia che ospita la biblioteca (dove lavorano i vari ricercatori).
In seguito Albert Dichy, il Direttore letterario, ha parlato dei rapporti con i depositari dei fondi e delle iniziative di comunicazione e promozione culturale a livello nazionale e internazionale.
Nella mattinata del 18 si è svolto un momento di confronto molto interessante, in cui i rappresentanti italiani hanno avuto modo di presentare il loro lavoro e di suscitare un dibattito costruttivo sul trattamento degli archivi in Italia e in Francia, la nozione di "documento" e la sottile linea di confine tra le competenze degli archivisti e quelle dei bibliotecari. Ha inoltre formulato, sul tema delle raccolte pubbliche e private del Novecento, alcune proposte di collaborazione, da cui speriamo si sviluppino progetti concreti:
Un appuntamento importante, una tappa verso uno sviluppo maggiore dei rapporti tra la Francia e l’Italia in questo settore, tanto appassionante quanto complesso.

francesca_dimattia@yahoo.it


DI MATTIA, Francesca. L'IMEC, archivio vivente. «AIB Notizie», 17 (2005), n. 10-11, p. 10.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2006-02-18 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n17/0510dimattia.htm

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