[AIB] AIB notizie 18 (2006), n. 6
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Le politiche delle biblioteche in Italia: la professione

Claudio Gamba

Claudio Gamba

Nelle Linee programmatiche 2005-2008 il Comitato esecutivo nazionale eletto nel febbraio 2005 si è impegnato a lanciare e strutturare una duplice "campagna" su cui impegnare l’AIB tutta, sia nei suoi organi centrali (CEN, commissioni e gruppi, organismi operativi) sia in quelli periferici (le sezioni regionali ma anche ogni singolo socio nella sua azione quotidiana): una "campagna per le biblioteche" e una "campagna per la professione".
La prima consiste nel "mobilitare l’intera associazione per il riconoscimento del valore sociale e culturale delle biblioteche, ricercando a tale scopo tutte le possibili alleanze".
La seconda è volta a "tener conto della mutata composizione sociale [della professione], che è una conseguenza dei cambiamenti intervenuti nel mercato del lavoro…", e deve arrivare a questi obiettivi: riconoscimento e tutela della professione come requisito essenziale per sostanziare la concezione di biblioteca; tutela della dignità del lavoro atipico o discontinuo; rigorosa definizione dei principi deontologici; promozione di accurate politiche per la formazione e l’aggiornamento dei bibliotecari; efficace funzione qualificante dell’iscrizione all’Albo; sostegno alla mobilitazione affinché nei rinnovi contrattuali vi sia un preciso inquadramento del profilo di bibliotecario e migliori prospettive dal punto di vista del trattamento economico.

Questi sono anche i contenuti essenziali e i punti qualificanti del prossimo 53° Congresso dell’AIB – dedicato appunto a "Le politiche delle biblioteche in Italia: la professione" – che si svolgerà a Roma presso il Centro congressi Europa del Policlinico Gemelli (Università Cattolica), dal 18 al 20 ottobre 2006.
Dunque dopo il congresso del 2005 dedicato ai "servizi" si affronta ora il nodo strategico della professione: i suoi cambiamenti, i suoi contenuti e profili, le diverse tipologie organizzative, le specializzazioni, il riconoscimento giuridico, la formazione e l’aggiornamento.

Molte cose sono state dette su questi temi, anche in occasioni relativamente recenti.
Il 53° congresso vorrebbe fare un passo avanti, riuscendo non solo ad analizzare una situazione complessa e mutevole, ma anche a formulare proposte concrete e attuabili in tempi certi.
Si pensi alla questione della esternalizzazione dei servizi e della conseguente precarizzazione del lavoro di bibliotecario: occorrono forme di tutela e salvaguardia, ma anche applicazione di rigorosi principi deontologici e criteri qualitativi che permettano di avere biblioteche di alta qualità e bibliotecari qualificati e (naturalmente) riconosciuti e retribuiti come veri professionisti.
Oppure si pensi alla annosa questione del riconoscimento giuridico: l’Albo professionale ha posto le premesse per una valutazione delle competenze, ma va ancora conquistato il riconoscimento giuridico dell’associazione e della professione, attraverso un processo di riforma che le recenti iniziative liberalizzatrici sembrano finalmente avviare su una buona strada.
Si pensi anche al fatto – fondamentale – che è sempre più necessario essere pronti a definire, proporre, difendere un "profilo professionale" del bibliotecario da far valere in ogni occasione in cui si parli del nostro lavoro (rinnovi contrattuali, definizione di capitolati d’appalto, inquadramenti professionali ecc.): chi meglio dell’associazione professionale è in grado di fare sintesi dei contenuti della professione (articolandoli se necessario in figure professionali diversificate) e proporli con forza a un ambiente socio-economico che non mostra certo molta attenzione nei nostri confronti?

A queste e altre questioni (teoriche ma anche molto pratiche) vuol cercare di rispondere il congresso di ottobre. I cui temi saranno, appunto, l’organizzazione del lavoro, i contenuti e profili professionali, il riconoscimento giuridico della professione di bibliotecario, la formazione e l’aggiornamento professionale.
A ognuno di questi filoni di riflessione e intervento saranno dedicate specifiche sessioni, articolate in modi differenti: relazioni e interventi "tradizionali", tavole rotonde, sessioni parallele di discussione e confronto.

Tra le novità più rilevanti è da ricordare l’invito (aperto a tutti i soci e colleghi) a presentare proposte di intervento, che saranno – previa valutazione del comitato scientifico – presentate nelle diverse sessioni di riferimento.
Ancora, la formula delle "sessioni aperte" vuole inaugurare un metodo di lavoro – per "gruppi", anche se necessariamente di dimensioni piuttosto rilevanti – per favorire il dibattito più allargato e portare a obiettivi e risultati concreti già nel corso del congresso (formulazione di proposte, documenti, mozioni ecc.).
Una particolare attenzione – durante tutto il congresso nelle sue varie articolazioni – sarà dedicata al problema del lavoro atipico e discontinuo: nella precisa consapevolezza che proprio questo è oggi il punto cruciale sul quale un’associazione professionale rappresentativa deve far valere le sue idee per permettere uno sviluppo aperto, democratico e moderno della professione a tutti coloro che la vogliono affrontare con serietà e preparazione.

Nella preparazione del 53° Congresso sono impegnati il Comitato scientifico (Claudio Gamba, Vanni Bertini, Silvia Bruni, Simonetta Buttò, Mauro Guerrini, Rosa Maiello, Rossana Morriello), la Segreteria nazionale, la FASI, azienda specializzata in organizzazione di eventi. Collaborano anche diverse commissioni e gruppi di lavoro. Ci auguriamo che la partecipazione dei soci e di tutti i bibliotecari italiani sia ampia e attiva: la dimensione strategica del tema lo richiede.

gamba@aib.it


GAMBA, Claudio. Le politiche delle biblioteche in Italia: la professione. «AIB notizie», 18 (2006), n. 6, p. 3.

Copyright AIB 2006-10, ultimo aggiornamento 2006-10-04 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n18/0603.htm3

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