[AIB] AIB notizie 19 (2007), n. 2
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Gli archivi fotografici.
Come cambia il mestiere del fotografo nell’era del digitale

Carmela Santoro

Uno degli incontri tenutisi nell’ambito dei "Dibattiti di Archiexpo" è stato dedicato in modo specifico agli archivi fotografici e ai mutamenti cui è andato e va incontro il mestiere di fotografo nell’era digitale.

La relazione introduttiva di Adolfo Mignemi (Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, Milano) ha presentato un Quadro storico relativo al contesto di nascita della fotografia, al suo sviluppo fino all'era digitale, trattando il tema dal punto di vista dello storico.
Partendo dalla premessa che la fotografia fissa un momento della realtà ma non per questo è oggettiva, Mignemi ha ripercorso le tappe fondamentali della storia della fotografia, dalla nascita avvenuta in Europa nel XIX secolo a oggi, considerando l’influenza dello sviluppo tecnologico che ha permesso il passaggio dal bianco e nero al colore e dall’analogico al digitale.
Mentre in passato è stata prestata scarsa attenzione alla conservazione delle immagini fotografiche, recentemente esse sono state riconosciute come bene culturale e per questo ritenute oggetto di conservazione e tutela. I problemi di conservazione delle fotografie, in modo particolare di quelle a colori, la mancanza di norme adeguate e la scarsa formazione degli archivisti rendono però la loro gestione difficoltosa.

Riprendendo il discorso del riconoscimento giuridico della fotografia come bene culturale, Enzo Minervini (Regione Lombardia) ha affrontato il tema del Trattamento e la descrizione del documento fotografico nell'era digitale, sottolineando che gli enti pubblici per salvaguardare e rendere accessibili le foto in quanto fonti storiche, devono sostenere notevoli costi per il loro trattamento.
La Regione Lombardia ha avviato un progetto di descrizione già alla metà degli anni settanta, utilizzando norme stabilite da un gruppo di lavoro nazionale misto, che ha preso a modello le norme dei bibliotecari per i materiali non librari. Attualmente il portale culturale della Regione Lombardia contiene 51.000 foto, di cui è descritto anche il contesto di produzione e in cui sono presenti notizie sulla committenza.

Il punto di vista del fotografo è stato espresso da Grazia Neri (Agenzia fotografica Grazia Neri) nell’intervento relativo all’Impatto delle tecnologie digitali nella produzione di foto. Archiviazione. Distribuzione. Consolidamento dei grossi gruppi distributori di immagini.
Secondo la relatrice il mondo contemporaneo è pieno di immagini fotografiche, molte delle quali provengono da ambiti di guerra o testimoniano calamità naturali, scattate da fotografi in tempo reale, senza aver abbastanza tempo per riflettere ad esempio sul problema della privacy, ma anche da non professionisti presenti sul posto, e vendute ai giornali. Un problema da non trascurare è la facile manipolabilità, grazie al formato digitale, di queste fotografie, con le relative possibili deformazioni della rappresentazione della realtà che ne conseguono.
Gli archivi dei fotografi o delle agenzie, fonti preziose per i giornali e per i ricercatori, presentano il difficile problema del reperimento, tra migliaia di foto, di quella che si sta ricercando. Per questo chi si occupa di archivi fotografici dovrebbe avere una conoscenza della storia, soprattutto dell’età contemporanea, molto profonda e competenze tecniche mirate alla conservazione e gestione delle fotografie. Sarebbe inoltre necessario un istituto specifico per la fotografia.

Silvia Berselli (Centro per il restauro e la conservazione della fotografia) ha affrontato il tema della Conservazione e il restauro fotografico digitale, premettendo che le fotografie contemporanee sono molto più fragili di quelle ottocentesche e per questo necessitano di maggiori interventi di restauro. Ai fini della conservazione è importante sapere che tipo di oggetto è la fotografia, perché in base alle sue caratteristiche cambiano le esigenze per la conservazione e le tecniche di restauro. L’immagine della fotografia analogica è data da una serie di reazioni chimiche, per questo i problemi per la sua conservazione sono più complessi di quelli relativi alla conservazione della carta.
Con il digitale la qualità della stampa delle fotografie è cresciuta e i costi sono inferiori, ma sono aumentati i problemi di conservazione e di accesso all’immagine, comuni agli altri materiali digitali, quali la necessità di hardware e software specifici e i problemi connessi all’obsolescenza.

Un seminario importante, sia come occasione per fare il punto su uno dei settori più soggetti alla "rivoluzione digitale", anche in armonia con gli scopi divulgativi e didattici di questi incontri/dibattito organizzati nel contesto di Archiexpo, sia soprattutto come occasione d’incontro tra esperti di settori professionali diversi: in particolare tra professionisti della descrizione, conservazione, valorizzazione del bene culturale e professionisti impegnati quotidianamente in questo specifico ambito.

carmela.santoro@beniculturali.it


SANTORO, Carmela. Gli archivi fotografici. Come cambia il mestiere del fotografo nell’era del digitale . «AIB notizie», 19 (2007), n. 2, p. 18.

Copyright AIB 2007-03, ultimo aggiornamento 2007-03-17 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n19/0218.htm3

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