[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 3
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La politica dell’AIB fra tradizione e futuro

Claudio Leombroni

Il tema del 54° congresso nazionale, il sistema bibliotecario nazionale, è un tema tradizionale dell’azione politica dell’AIB: fu il tema che l’AIB di Angela Vinay sollecitò per la Conferenza nazionale delle biblioteche che si tenne a Roma nel 1979, ma fu anche il tema discusso nei congressi di Perugia (1971) e Alassio (1975).
La discussione verteva sull’integrazione dei servizi bibliotecari in uno scenario caratterizzato dall’avvento delle Regioni, sulla razionalizzazione dell’intervento statale anche mediante la cessione di un certo numero di istituti bibliotecari alle autonomie regionali, sul problema dei servizi bibliografici nazionali con l’annessa questione delle due biblioteche nazionali centrali, sul rapporto fra servizi nazionali e servizi locali, sulla scelta regionalista dell’AIB.
La persistenza, e per certi aspetti l’attualità, di questi temi nell’agenda politica dell’Associazione, ma anche nelle politiche pubbliche, dimostra per un verso come certi nodi dell’organizzazione bibliotecaria del nostro paese siano tuttora irrisolti. Per un altro verso, invece, richiede un rilettura consapevole di quei temi, perché si innestano in un contesto profondamente diverso da quello degli anni Settanta.
È inutile soffermarsi sui cambiamenti intercorsi, sulla loro profondità e pervasività. È cambiata anche la nostra professione e anche l’Associazione ha avviato un percorso di adeguamento. È invece più utile rilevare come nel contesto socio-politico attuale anche la locuzione “sistema bibliotecario nazionale” abbia acquistato sfumature semantiche diverse e più complesse.

Anzitutto la parola “sistema”, che non può coincidere nella realtà italiana attuale con qualcosa di organico, di gerarchicamente strutturato, ma deve essere intesa come un ambiente cooperativo popolato dalla pluralità, dalla diversità delle culture organizzative, delle istituzioni, delle pratiche e sorretto da finalità condivise, da un lessico comune, da un grammatica condivisa con il cittadino-utente.

Poi la parola “nazionale”, che non significa statale, o in un’accezione più articolata, statale e regionale, ma, alla luce del nuovo titolo quinto della nostra Costituzione, include necessariamente tutti i livelli istituzionali coinvolti nella gestione in senso ampio delle biblioteche.
Si tratta di una filiera istituzionale connotata come una rete e sorretta dal principio di leale collaborazione. In questa filiera un servizio nazionale non necessariamente è svolto da un istituto statale e non necessariamente il centro della rete coincide con lo Stato.

I rappresentanti dell’intera filiera istituzionale sono stati presenti al Congresso e sono stati protagonisti della sessione di chiusura. L’occasione è stata utile per constatare che la tradizione politica dell’AIB è una tradizione alta, fatta di idee e valori difesi nell’interesse del paese, ma anche di punti di riferimento per l’azione politica del futuro.

Con questo spirito l’agenda politica dell’Associazione, discussa nell’ultima sessione del Congresso con i principali attori istituzionali, comprende le seguenti voci:
- una politica nazionale per le biblioteche che coinvolga tutta la filiera istituzionale e garantisca un adeguato flusso di finanziamenti con particolare riguardo alle aree svantaggiate del paese;
- una politica di sostegno alle biblioteche dei piccoli comuni anche mediante la definizione e la diffusione di modelli di gestione associata dei servizi;
- la definizione di una infrastruttura nazionale per la ricerca;
- il rilancio del Comitato nazionale biblioteche promosso da ANCI, UPI e Regioni. Il comitato ha ad esempio elaborato uno schema dei profili professionali necessari per i servizi bibliotecari che può consentire una svolta per il riconoscimento della professione nell’ambito del comparto enti locali;
- la riorganizzazione del Servizio bibliotecario nazionale;
- la definizione di una politica nazionale per il “digitale”;
- l’istituzione della Biblioteca nazionale d’Italia e la razionalizzazione dei servizi bibliotecari statali;
- il riconoscimento del ruolo della biblioteca scolastica e del profilo professionale del bibliotecario scolastico;
- la definizione da parte di tutta la filiera istituzionale di interventi concreti per il superamento del precariato e la tutela dei bibliotecari atipici, a cominciare da interventi nel settore degli appalti pubblici che non selezionino il contraente a scapito della tutela e della remunerazione dei bibliotecari.

L’agenda politica dell’AIB è l’esito di un processo collettivo e in quanto tale dovrà arricchirsi di altre voci. E così sarà, con l’obiettivo di costruire il futuro, il nostro futuro, anche grazie alla nostra tradizione, ai nostri maestri, a Luigi Crocetti, cui il congresso è stato dedicato.


LEOMBRONI Claudio. La politica dell’AIB fra tradizione e futuro. «AIB notizie», 20 (2008), n. 3, p. 3.

Copyright AIB 2008-03, ultimo aggiornamento 2008-03-14 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/0303.htm3

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