[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 6-7
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Le linee guida IFLA per i servizi bibliotecari ai bambini sotto i tre anni
Intervista a Letizia Tarantello

a cura di Giovanna Malgaroli

Nel configurare le linee guida per gli utenti più giovani, questo documento rinforza il proverbio africano secondo cui «ci vuole un intero villaggio per far crescere un bambino» [1].

Letizia Tarantello rappresenta il nostro paese nella Sezione Biblioteche per ragazzi e giovani adulti compresa nella Divisione Biblioteche per il pubblico generale dell’IFLA, la federazione internazionale che riunisce le istituzioni e le associazioni bibliotecarie di tutto il mondo.
Come componente della Sezione Biblioteche per ragazzi e giovani adulti ha partecipato ai lavori per la stesura delle Linee guida per i servizi bibliotecari ai bebè e ai piccolissimi entro i tre anni, delle quali ha curato la traduzione italiana pubblicata dall’Associazione italiana biblioteche. A questo proposito le rivolgiamo alcune domande.

Le linee guida per i servizi bibliotecari per i piccolissimi si inseriscono tra gli obiettivi che la Sezione Biblioteche per ragazzi e giovani adulti si è data nel periodo 2006-2007. Quale ne è stato l’iter formativo?

Come per tutti i progetti della Sezione, il primo passo è la condivisione della proposta da parte della Presidente in sede di riunione; si discute diffusamente sull’obiettivo e contemporaneamente viene nominato un gruppo di lavoro. Durante l’incontro di primavera (midyear meeting) di Copenhagen del 2005 il gruppo delegato alla stesura del documento, comprendente i componenti madrelingua inglese e operanti all’interno di realtà con servizi per i piccolissimi già sviluppati, ha discusso con tutti noi i punti salienti del documento. Dopo la circolazione tra tutti i componenti della prima bozza per eventuali osservazioni e integrazioni, il progetto delle linee guida per i piccolissimi è diventato un progetto divisionale.
Il testo è passato all’esame di tutte le sezioni della III Divisione, comprendente tutte le tipologie di biblioteche per il pubblico generale (Biblioteche pubbliche, Biblioteche per persone con difficoltà, Biblioteche per ragazzi e giovani adulti, Biblioteche scolastiche e centri di documentazione, Biblioteche per non vedenti, Servizi bibliotecari per le popolazioni multiculturali, Biblioteche metropolitane) e ha recepito tutte le integrazioni richieste. Il testo finale, presentato al Congresso IFLA 2007, mi sembra molto soddisfacente.

I contenuti di queste linee guida rispecchiano in modo molto puntuale quanto anche nel nostro paese è stato messo a frutto dal progetto Nati per leggere.
Quanto hanno inciso esperienze di questo tipo sulla formulazione e sullo spirito delle linee guida?

Di certo durante l’intera mia partecipazione ai lavori della Sezione non ho quasi fatto altro che parlare in ogni occasione di Nati per leggere, regalare materiali NPL provenienti da tutta Italia fino a illustrare, nella riunione finale del Comitato durante il Congresso 2006 di Seoul, il poster sui Primi libri prodotto dalla Provincia di Brescia, suscitando ovviamente molti consensi.
Credo che tutto ciò sia in qualche maniera servito. Lo stesso fatto che Nati per leggere sia stato scelto dalla Sezione IFLA nel 2007 come progetto unico da candidare all’Astrid Lindgren Memorial Award 2008 mi pare un riconoscimento di non poco conto al nostro lavoro. Quindi possiamo pensare di aver contribuito anche noi, in qualche modo, alla genesi di queste linee guida.

Quale aspetto a tuo modo di vedere è peculiare di queste linee guida?

Da un punto di vista teorico, le linee guida sono un progetto seguito e promosso da tutta una Divisione, e ciò rafforza ancora di più la priorità degli obiettivi messi a fuoco. Dal punto di vista pratico, si tratta di un documento molto attuale, moderno, scritto in linguaggio comprensibile in ambienti diversi.
L’amore per la lettura non fiorisce per caso, e questo viene spiegato ampiamente. Gli adulti e le istituzioni di qualsiasi tipo, purché abbiano relazioni con i piccolissimi, hanno un ruolo fondamentale, e perciò è sui servizi loro rivolti che le linee guida si diffondono. Certamente è una realtà profondamente nuova rispetto alla tradizione italiana che identifica i servizi nuovi in scaffali. Non si tratta di “scaffali per genitori” o di “scaffali per gli asili” o di “scaffali per pediatri”. È sulle interazioni, sul lavorare con (e non solo sul lavorare per…) che le linee guida insistono. Si parte da esigenze concrete e si esemplificano possibili servizi.
Altra caratteristica è la rispondenza ai criteri di sicurezza e qualità di materiali e ambienti. Dal punto di vista pratico mi sembrano molto innovative le due sezioni finali, la lista di controllo per verificare a che punto si è nella propria biblioteca e la rassegna di buone pratiche con esempi da tutto il mondo.

A differenza delle precedenti linee guida per il pubblico giovanile (per bambini e ragazzi e per giovani adulti) le linee guida per i piccolissimi contengono due appendici: una lista di controllo e un elenco di buone pratiche.
Ce le puoi illustrare?

Credo che la lista di controllo sia un prodotto dell’inesauribile impegno professionale di Ivanka Stricevic, perchè erano appena state definite a Zagabria quando, nell’aprile 2007, sono stata invitata a illustrare il progetto NPL ai bibliotecari della Croazia. Rileggendola ora mi sembra molto, anche troppo, efficace: ti inchioda, non si scappa, si esce dalle velleità e dalle chiacchiere e ci si pone di fronte alla realtà di un servizio.
La lista di controllo esemplifica in 24 aspetti la domanda «Cosa vogliamo fare in questo anno sui servizi ai piccolissimi?». Rispondere è una bella sfida…
L’elenco delle buone pratiche mi sembra la parte più nuova e interessante di tutte le linee guida.
Ci sono ben 33 esempi da tutto il mondo, incluso il nostro NPL. Non si può certo dire che siamo i soli.
È la migliore prova concreta di quanto queste linee guida per piccolissimi si riferiscano a realtà diverse ma accomunate dalle stesse esigenze concretissime.

Infine, ci puoi rendere partecipi dell’attività che svolgi e hai svolto all’interno della Sezione Biblioteche per ragazzi e giovani adulti, raccontandoci in qualche battuta che senso ha avuto per te e come questa esperienza ha influenzato la tua vita professionale?

L’attività è scandita dagli appuntamenti principali del calendario annuale: l’incontro di primavera e il congresso annuale, la partecipazione alle due newsletter previste per giugno e dicembre. Tutto il lavoro che emerge al pubblico nelle sessioni congressuali o nelle pubblicazioni viaggia attraverso Internet.
Senza l’uso corrente e nei tempi di scadenza richiesti della posta elettronica è impensabile il funzionamento dell’IFLA e di una sua Sezione. Questo impatto tecnologico è stato indubbiamente il primo scoglio, per me. Al secondo posto metterei l’obbligo di farsi sostenere dall’amministrazione di appartenenza: da questo punto di vista mi ritengo una persona fortunata e privilegiata perché l’Istituzione Biblioteche del Comune di Roma mi ha sempre sostenuto per affrontare i viaggi europei e oceanici che sono richiesti a chi deve rappresentare un segmento bibliotecario di un paese in un Comitato.
Al terzo posto metterei infine il muro della differenza linguistica che esiste tra persone provenienti da Giappone, Russia, USA, Gran Bretagna, Francia, Norvegia, Singapore, Spagna, Germania... La differenza di pronuncia delle stesse parole è forte… Superare questo scoglio è un po’ come raggiungere per la prima volta il binario 9 e 3/4 della Stazione King Cross per Harry Potter. Ci vuole una disponibilità a parlare, ascoltare e scrivere in inglese, anche sporcandosi le mani e accettando di ricevere scherzosi richiami sulla “pronuncia Tarantello”.
Abbiamo condiviso anche le difficoltà di comprensione, parlandone.
Ogni momento di contatto, riunione, discussione è anzitutto un momento di crescita culturale e di confronto con patrimoni di lingua e tradizioni diverse.
Insieme a questo aspetto squisitamente umano entrano in gioco le competenze e curiosità professionali.
Nel complesso riconosco che l’impatto sulla mia vita professionale è stato indubbiamente alto. La concretezza dei temi che ho avuto l’occasione di trattare sfatano completamente l’immagine desueta di un’IFLA assente dalla vita e dall’esistenza delle biblioteche e dei bibliotecari. La crisi economica (e non solo) che caratterizza la situazione non solo bibliotecaria e non solo italiana si riflette nel cambiamento organizzativo dell’IFLA e nella necessità di risparmiare su tutti i possibili costi. L’imperativo categorico di lavorare in rete e in partenariato si è riflesso e si riflette nell’organizzazione delle sessioni congressuali insieme ad altre sezioni.
La particolarità del lavoro bibliotecario, un lavoro intellettuale sì ma che deve sempre fare i conti con materiali in arrivo, da trasportare, da esporre, fotocopie da preparare, è proprio quella che ho rivissuto ogni volta che ho partecipato alla realizzazione di un evento del Comitato, ad esempio i festeggiamenti dei 50 anni della Sezione Ragazzi nel 2005 a Oslo.
Non posso però dichiarare un bilancio del tutto positivo: non sono riuscita a esaudire la proposta ripetuta di rappresentare l’Italia nelle Biblioteche per ragazzi alla sezione dei poster. Nonostante gli inviti scritti e orali non sono mai riuscita a convincere nessuno! Inoltre c’è un minimo di costo che l’amministrazione di provenienza deve sostenere (ma questo vale per il lavoro IFLA in toto).


[1] IFLA, Linee guida per i servizi bibliotecari ai bebé e ai piccolissimi entro i tre anni, Roma: AIB, 2008, p. 3.


Le linee guida IFLA per i servizi bibliotecari ai bambini sotto i tre anni. Intervista a Letizia Tarantello. A cura di Giovanna Malgaroli. «AIB notizie», 20 (2008), n. 6-7, p. 22-23

Copyright AIB 2008-07, ultimo aggiornamento 2008-07-07 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/0622.htm3

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