[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 8-9
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Un’esperienza di fund raising in biblioteca
Collaborare con un’azienda per migliorare i servizi

a cura di Vittorio Ponzani

Questa intervista è in corso di stampa nel volume Fund raising per le biblioteche italiane: opportunità ed esperienze, a cura di Giovanni Di Domenico, Roma: AIB, 2008. Si ringrazia il curatore per averne autorizzato la pubblicazione.


Da molti anni la 3M produce strumenti per la protezione antitaccheggio delle biblioteche, ma anche per la gestione inventariale e l’automazione dei prestiti ecc. Recentemente ha realizzato un interessante progetto, 3M Library Media, che prevede l’uso delle porte antitaccheggio per usi pubblicitari, con una serie di vantaggi per le biblioteche.
L’idea è semplice: 3M compra spazi pubblicitari all’interno della biblioteca in cambio di prodotti e soluzioni che vengono offerti a titolo gratuito. La Mediateca dell’Istituto per il diritto allo studio universitario dell’Università degli studi di Milano è stata la prima a sperimentare questa collaborazione tra biblioteca e azienda.
Abbiamo chiesto a Luigi Fiducia, responsabile della Mediateca, quale è stato il suo approccio con il problema del reperimento di fondi e quale giudizio dà del progetto della 3M.

Innanzi tutto è la prima volta che vi confrontate con il problema del reperimento dei fondi?
Non è la prima volta. Anche in passato sono state attivate iniziative di fund raising, anche se con modalità diverse, ad esempio attraverso collaborazioni dirette con aziende disponibili per l’attivazione e gestione di servizi informatici.

Avete immaginato una politica di fund raising con un carattere strategico oppure occasionale?
In questi anni l’Ente ha dato corso a una politica di fund raising, al fine di favorire quelle iniziative che hanno poi offerto la possibilità di finanziare l’attivazione di nuovi servizi o la riqualificazione di servizi già attivi.
Cito, a questo proposito, la collaborazione con l’Assessorato alle culture, identità e autonomie della Lombardia, che ha contribuito al finanziamento per l’ammodernamento del nostro servizio di prestito con l’adozione delle più recenti tecnologie di automazione dei servizi librari.

Torniamo alla proposta della 3M. Quali sono state le caratteristiche del progetto che maggiormente vi hanno spinto ad aderirvi? Quali quelle che, secondo lei, hanno convinto la 3M a “scegliere” la vostra Mediateca?
Fra gli altri nostri fornitori, la 3M è da tempo fornitrice di attrezzature per l’automazione dei servizi librari e per la protezione del patrimonio librario. Il progetto realizzato ci consentirà di finanziare l’acquisto di beni e servizi per la protezione dei volumi delle nostre biblioteche.
Per quanto riguarda l’azienda, credo che l’interesse per la nostra struttura derivi sia dal target molto particolare rappresentato dai nostri utenti, tutti studenti universitari, sia anche dal numero elevato di presenze giornaliere presso la nostra Mediateca, certificato da un efficiente sistema di controllo degli accessi.
Quali sono stati i vantaggi immediati che avete ottenuto da questa iniziativa?
Come già detto, i vantaggi immediati sono rappresentati dalla possibilità di mantenere i nostri servizi su livelli elevati di efficienza, pur in un momento di note difficoltà finanziarie.
È necessario e importante quindi riuscire a stimolare, intercettare e cogliere quelle opportunità di finanziamento che possono venire anche dal mondo delle imprese che operano nel nostro settore.

Quali sono state le reazioni degli studenti/utenti? Ci sono state lamentele per aver messo della “pubblicità” in un “luogo della cultura”, oppure sono state comprese appieno le ragioni della vostra scelta?
La nostra Mediateca è una struttura moderna, tecnologicamente ben attrezzata, frequentata esclusivamente da studenti universitari e che risponde adeguatamente all’evoluzione delle metodologie degli studi universitari.
A me pare che i nostri utenti abbiano accolto con favore la campagna pubblicitaria, che si è appena chiusa, specialmente per le modalità soft e simpaticamente colorate in cui si è manifestata.

E le reazioni dei bibliotecari? Qualche commento?
È diffusa la consapevolezza tra il personale che certe iniziative, se condotte con modalità non invasive e con un pizzico di simpatia, non solo non disturbano in alcun modo l’attività di servizio ma, anzi, possono renderla più gradevole.

Avete avviato o state preparando nuove iniziative di fund raising?
Certamente. Questa è stata un’iniziativa sperimentale e ci auguriamo che abbia un buon riscontro presso i committenti.
Speriamo di poter ripetere ancora l’esperienza appena conclusa, nella certezza che queste siano comunque opportunità da cogliere e stimolare con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e l’efficacia del servizio offerto.


Un’esperienza di fund raising in biblioteca. Collaborare con un’azienda per migliorare i servizi, a cura di Vittorio Ponzani. «AIB notizie», 20 (2008), n. 8-9, p. 18-19

Copyright AIB 2008-10, ultimo aggiornamento 2008-10-13 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/0818.htm3

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