[AIB] AIB notizie 20 (2008), n. 10-11
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Cristalli di esperienza
Nuove prospettive e scenari per le tesi di dottorato

Sandra Astrella

Si è svolta presso il Politecnico di Torino, il 23 maggio, la decima giornata di studio del Coordinamento nazionale biblioteche di architettura, dedicata all’attualissimo tema delle tesi di dottorato. La rassegna ha ottenuto un grande successo di pubblico e molti apprezzamenti, grazie anche alla perfetta organizzazione curata da Alberta Zanella Rossella Fiorentino della Biblioteca centrale di architettura, con il supporto del Sistema bibliotecario di ateneo del Politecnico di Torino. Nella splendida cornice del Salone d’onore del Castello del Valentino si sono dati appuntamento bibliotecari provenienti da tutta Italia, archivisti, professori universitari, dimostrando ancora una volta come il CNBA, pur essendo associazione di nicchia e settoriale, sappia leggere e interpretare le esigenze di confronto di un ampio pubblico non necessariamente circoscritto ai bibliotecari di settore.
Il convegno si è aperto con i saluti di Serena Sangiorgi, presidente del CNBA, che ha ricordato come il Web, e innegabilmente Google, abbiano contribuito a generare un’accelerazione progressiva ed esponenziale delle aspettative dei risultati delle ricerche, di qualsiasi tipo.
In particolare il modello Google in qualche modo sottintende un “tutto, subito, qui” che prescinde da qualsiasi forma e formato per privilegiare il contenuto, il testo, il dato dell’informazione, e questo in particolare nel mondo della ricerca scientifica. D’altro canto però “dato, documento, diritto” costituiscono una catena logica che ha portato nei secoli a consolidare un sistema di certezze dal quale non possiamo prescindere: è su questo che bibliotecari e archivisti devono confrontarsi, per l’accesso e la diffusione della conoscenza ma anche per la conservazione e la certezza dell’autenticità.

Juan Carlos De Martin, presidente del Sistema bibliotecario del Politecnico di Torino, nonché responsabile in Italia di Creative Commons, ha immediatamente centrato il contesto culturale del tema congressuale. Lo scenario delineato è quello in cui l’organizzazione, la produzione e la diffusione dei saperi sta rapidamente evolvendo dal tradizionale cartaceo al digitale, da oggetti fisici tangibili a oggetti intangibili, da destinatari persone fisiche a intangibili “tutti”. In questo contesto, importanza strategica assumono le biblioteche e i sistemi bibliotecari delle università, che devono ridefinire il proprio ruolo e acquisire nuova centralità, con il compito di anticipare e comprendere l’evoluzione, interpretarla e soprattutto offrire nuove soluzioni per l’organizzazione e l’accesso alla conoscenza.
Da questi presupposti sono iniziati i lavori veri e propri, articolati in due sessioni: la prima, della riflessione teorica, con tre relazioni introduttive (Galimberti, Bergamin, Penzo Doria) che hanno affrontato i principali snodi tematici su cui ruotano le problematiche attuali relative alle tesi di dottorato, la seconda con le esperienze sul campo.
Punto di partenza l’intervento di Paola Galimberti sulle Linee guida per l’accesso aperto alle tesi di dottorato, documento CRUI del novembre 2007, che ha di fatto aperto la strada ai numerosi progetti che si stanno portando avanti nelle università italiane. Delle Linee guida, presentate in un convegno per la prima volta, è stata illustrata la genesi e la metodologia di lavoro, consistita nell’accurata raccolta, mappatura e analisi sia delle esperienze già maturate all’estero, sia di quelle già in atto in Italia, in special modo per quanto riguarda metadati e formati di acquisizione.
È stato poi delineato il quadro normativo assai articolato che investe la tesi di dottorato sia sul versante della regolamentazione del dottorato di ricerca, sia su quello del diritto d’autore fino al deposito obbligatorio alle biblioteche nazionali centrali.

Dei problemi e delle soluzioni allo studio legati a quest’ultimo aspetto ha parlato Giovanni Bergamin della BNCF, che, partendo dal significato di digital preservation, ne ha delineato le implicazioni verso la comunità di riferimento, in quanto servizio pubblico accreditato e certificato che deve garantire nel tempo la vitalità, la traducibilità, l’autenticità e la fruibilità dei dati.
Ha poi illustrato le procedure sperimentate a questo scopo per il progetto “Magazzini digitali”, del quale ha descritto le strategie e gli strumenti utilizzati per i processi di harvesting (sia dei metadati che delle tesi), di generazione di file di servizio, di verifica dei formati ricevuti, di acquisizione finale, delineando quindi un modello e una procedura di deposito affidabile almeno quanto quella relativa al formato cartaceo.

Sulla conservazione e sull’autenticità dei dati si è incentrato l’intervento di Gianni Penzo Doria dell’Università di Padova che, sottolineando la generale mancanza di una politica nazionale di conservazione del digitale in ambito amministrativo, ha ricondotto le stesse preoccupazioni alla conservazione delle tesi di dottorato. Ricordandone la duplice natura di documento scientifico ma anche, e prima di tutto, di documento amministrativo, ha sottolineato la propedeuticità della conservazione per l’accesso.
Alla conservazione sono strettamente legate le problematiche sull’autenticità, in quanto non è possibile preservare nel tempo un documento digitale senza, di fatto, modificarlo. Per affrontare questi aspetti in modo efficace è stata richiamata l’importanza dell’interazione e della cooperazione, sia a livello nazionale che locale, tra bibliotecari, informatici e archivisti, dei quali si è sottolineato l’impegno e i risultati raggiunti su queste problematiche a livello internazionale.

La seconda parte dei lavori è stata dedicata alle più significative esperienze già avviate in Italia.
Zanetta Pistelli ha illustrato la genesi e lo sviluppo del nuovo modello gestionale delle tesi dell’Università di Pisa, che coinvolge, in una stretta sinergia, tutte le strutture interessate all’iter amministrativo e scientifico dei documenti: segreterie, facoltà, biblioteche. Molti sono gli obiettivi raggiunti e i punti qualificanti del progetto oramai a regime, che copre oggi tutte le tipologie di tesi in tutte le discipline.
In particolare: l’alleggerimento degli archivi cartacei, la diminuzione del lavoro burocratico, l’abbattimento dei costi, una diffusa consapevolezza e soddisfazione sia degli studenti che dei docenti, e lo sviluppo, all’interno della piattaforma utilizzata (ETDL), di interessanti strumenti sia di verifica che di interoperabilità, nati da esigenze e da riflessioni maturate nel tempo, come per esempio: il controllo e l’alerting della dimensione dei files pari a zero, il controllo e l’alerting verso il docente ogni volta che lo studente modifica il testo depositato, l’iter complessivo studiato per far coincidere la versione ufficiale depositata con quella realmente discussa, e infine il colloquio con il sistema di autenticazione dell’Ateneo e con il gestionale bibliotecario Aleph. Di grande interesse l’analisi dei dati sulle tesi depositate nei vari settori disciplinari e i relativi trend di crescita negli anni.
Pierre Piccotti ha offerto una vasta e puntuale panoramica di riflessioni relative alle problematiche ancora aperte legate allo storage degli oggetti digitali, riflessioni basate sulle numerose esperienze di trattamento di documenti digitali portate avanti dallo IUAV di Venezia. In particolare sui metadati la riflessione è stata rivolta alla necessità di individuare il target della comunità di riferimento, la semantica e la lingua veicolare utilizzata, nonché l’orizzonte temporale di accessibilità dei dati.
Il relatore si è soffermato, poi, sulla forma e la dimensione dei dati, le cui implicazioni hanno un ruolo importante sull’autenticità e la conservazione. Se il presupposto e il modello di riferimento è la progressiva sostituzione del cartaceo, si rende necessario offrire la maggiore densità possibile di informazione che, insieme alla scelta di formati aperti, comporta una serie di interrogativi e problematiche da non sottovalutare: documenti con immagini, tesi con allegati CAD, tesi con immagini vettoriali, documenti in 3D, fotografie e relativi negativi, video: per ognuna di queste tipologie sono stati presentati problemi legati alla conversione, alla scelta del formato, alla compressione, al tempo/macchina, alle strategie di migrazione.
Nella relazione di Laura Vignocchi e Roberta Lauriola sull’esperienza dell’Università di Bologna sono state presentate tutte le varie tappe che hanno segnato il progetto Alma Tesi di dottorato: dalla situazione di partenza, all’analisi di fattibilità, alle scelte tecnologiche operate, ai flussi di lavoro che riguardano le strutture coinvolte (scuole di dottorato, area ricerca, settore post-lauream, SBA, CIB), fino all’implementazione molto articolata dei metadati.
Oltre al set Dublin Core esteso sono stati previsti anche altri elementi, funzionali non solo alle esigenze organizzative e di rappresentazione locale, ma anche al colloquio con altri database e sistemi informativi: una particolare valenza va attribuita a quello con la BNCF, con la quale sono stati con successo sperimentati, nella cornice del deposito obbligatorio, i test per l’harvesting dei metadati e dei full text. L’intervento rappresenta un prezioso vademecum per le esperienze in fieri perché ha sottoposto e analizzato tutti i problemi e le difficoltà di natura istituzionale, biblioteconomica e tecnica, via via incontrati e ne ha illustrato le soluzioni adottate.
Ezio Tarantino ha presentato l’esperienza di PADIS, archivio elettronico delle tesi di dottorato de La Sapienza, mettendone in luce storia, caratteristiche, punti di forza e criticità. Elemento caratterizzante di PADIS è la scelta della piattaforma CDS-Invenio, che se da una parte mostra peculiarità positive, quali la potenza e la stabilità, dall’altra ha comportato qualche difficoltà di personalizzazione, gestione e implementazione, soprattutto per il contesto organizzativo (informatici spesso non strutturati e quindi “temporanei”) in cui il settore di riferimento si è trovato a operare.
Anche per La Sapienza, come per le esperienze sopraccitate, obiettivo futuro imprescindibile per il popolamento dell’archivio e quindi per il successo del progetto è l’obbligatorietà di deposito.
Ricco di spunti e riflessioni è stato il contributo di Fabrizia Bevilacqua dell’Università di Parma, che oltre a illustrare genesi, sviluppi e caratteristiche del progetto Polimnia, ha richiamato l’attenzione sull’analisi del contesto culturale, politico e organizzativo delle singole istituzioni in cui i progetti di tesi elettroniche si muovono, e sulle diverse sensibilità e consapevolezze dei vari attori coinvolti.
Aspetti, questi, che possono condizionare l’ampiezza, i contenuti, il percorso stesso dei progetti, ingenerare ritardi, e che necessitano, come nella ben documentata esperienza parmense, di attenta mediazione e di un ben progettato e capillare programma di advocacy.
Altrettanto interessante si è rivelata l’illustrazione di una prima fase di valutazione, ancora in atto, del progetto, che ha offerto spunti di buona pratica per un approfondito monitoraggio finalizzato al miglioramento dei processi sia organizzativi che tecnici.
Il convegno si è concluso con una vivace tavola rotonda, animata da un interessante confronto con gli archivisti presenti, sulle implicazioni legate alla conformità della tesi depositata negli archivi aperti rispetto a quella effettivamente discussa, e sui già citati problemi di conservazione e autenticità dei documenti.
Un’ultima nota: per sfatare la velocità del digitale in confronto al cartaceo, gli atti del convegno sono stati distribuiti ai convegnisti in formato tradizionale, mentre è imminente (ma non ancora attivo) l’accesso online sulla piattaforma dell’editore Casalini, dove già si trovano i precedenti atti del convegni CNBA.

s.astrella@unica.it


ASTRELLA, Sandra. Cristalli di esperienza. Nuove prospettive e scenari per le tesi di dottorato. «AIB notizie», 20 (2008), n. 10-11, p. 20-21.

Copyright AIB 2008-12, ultimo aggiornamento 2008-12-03 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n20/1020.htm3

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