[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 1
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SPECIALE

55° Congresso nazionale AIB
Servizio bibliotecario nazionale: gli strumenti.
Controllo bibliografico


I nuovi strumenti: le regole italiane di catalogazione

Pino Buizza

In una sala affollata, con colleghi in piedi o seduti per terra come in un’occupazione, altri impossibilitati a entrare, la Commissione nazionale catalogazione (non più “e indicizzazione”) si è presentata in un formato ringiovanito, e ha offerto l’occasione per un incontro diretto con la Commissione RICA, chiamata a rispondere a dubbi e obiezioni dei catalogatori sul codice di imminente pubblicazione.
Contributi sintetici ed esemplificativi hanno raccolto domande espresse e latenti.

Da Simona Turbanti “schegge” di lezione sulla completezza del codice (vi sono trattati pure gli accessi non controllati), che non dà nulla per scontato (sono esaminate le varie modalità di pubblicazione in più unità) e sui punti della descrizione bibliografica che si discostano dalla prassi attuale e/o da ISBD, pur nella sostanziale assunzione dello standard.
In una schematica e precisa ricognizione di Maria De Panicis, l’analisi degli elementi di cambiamento che richiedono adattamenti del software, rispetto a quelli praticabili con gli applicativi attuali; questi ultimi distinti se implicano per le nuove immissioni una catalogazione diversa da prima (descrizione), senza modifiche ai record esistenti, o se esigono di intervenire sul già catalogato (per coerenza degli accessi controllati); tra questi infine le situazioni facilmente individuabili e risolvibili anche con procedure automatiche (i numerali nelle intestazioni) e altre invece da verificare puntualmente perché non generalizzabili.
Pensando ai catalogatori: un codice esigente sarà accessibile a (studiato da) precari malpagati e a cottimo? Ci vorrà un Bignami? Con occhio critico: spostare la fonte primaria ISBD per gli audiovisivi dal filmato stesso alle fonti leggibili senza apparecchiatura, etichette e custodie, non creerà confusione? Il contesto: senza il rapido adeguamento del supporto informatico e il sostegno politico il codice avrà un’applicazione monca? Rischia di abortire? (provocazioni di Agnese Galeffi).

Richieste precise per la fase di avvio hanno riguardato l’adozione immediata in SBN delle norme indolori (come l’abbandono delle abbreviazioni non più previste) e indicazioni di comportamento chiare per ogni fase successiva; per tutti che ci siano opportunità di formazione.
Un primo gruppo di risposte è venuto da Cristina Magliano che, rilevando lo scarto fra l’avanzamento dell’Indice 2 di SBN e le modifiche prospettate dalle nuove regole, di cui al tempo non si è potuto tener conto, ha confermato l’attuale impossibilità di gestire correttamente, per esempio, i legami fra persona e ente o i titoli uniformi, ma ha assicurato l’avvio delle procedure per l’assunzione del codice da parte degli organismi della cooperazione SBN e per l’implementazione delle modifiche al software.
Cambiare tutto subito non è possibile, né si pensi a bonifiche complete; l’ICCU indicherà le norme da applicare subito e quelle da inserire gradualmente nel tempo: il titolo uniforme per tutte le notizie non sembra urgente per le opere che hanno una sola uscita. Adeguamenti al formato Unimarc per gestire il titolo uniforme verranno proposti in sede di comitato permanente.

Alberto Petrucciani, rispondendo a tutti, ha portato ulteriori spiegazioni sulle scelte effettuate, ha sottolineato il valore della ricchezza e articolazione del codice come strumento di lavoro e l’aderenza a ISBD, superiore a quella di altri codici, e ha prospettato la fase di applicazione come momento più adatto a evidenziare eventuali incongruenze e le necessarie correzioni.
Gloria Cerbai ha concluso con l’invito ad appropriarsi della logica del nuovo codice, senza stare a ricercare quanto c’era o non c’era nelle RICA, perché non serve, ad applicarlo senza timori, perché chi conosce e ha applicato le RICA non avrà difficoltà; certo, è da studiare in maniera rigorosa.
Con fiducia: le regole sono ospitali, guidano dalle norme più generali a quelle più puntuali che è stato necessario aggiungere, sono preparate per tutti i materiali, per il contesto italiano e, infine, c’è una commissione che è “permanente” e deve instaurarsi un colloquio continuo con i catalogatori, che partecipino a cambiamenti e correzioni. I nodi critici e le preoccupazioni sembrano dunque relativi più alle condizioni di applicazione che alle regole in sé ed è prevalso un atteggiamento di fiducia e il desiderio di incominciare.
La commissione AIB raccoglie l’invito a supportare la diffusione e il monitoraggio delle regole, con soddisfazione per l’avvio di un dialogo nuovo con le componenti istituzionali della professione.


BUIZZA, Pino. I nuovi strumenti: le regole italiane di catalogazione . «AIB notizie», 21 (2009), n. 1, p. 14

Copyright AIB 2009-03, ultimo aggiornamento 2009-03-03 a cura di Zaira Maroccia
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n21/0114.htm3

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