[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 1
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SPECIALE

55° Congresso nazionale AIB
Servizio bibliotecario nazionale: gli strumenti.
Controllo bibliografico


Nuovo soggettario e Dewey

Alberto Cheti

La sessione del 55° Congresso nazionale AIB su “Nuovo soggettario e Dewey” è stata dedicata a Enrico Jahier: la proiezione di alcune immagini, una piccola antologia di fotografie e di testi, e una dedica a Jahier (si veda il riquadro nella pagina accanto), ha preceduto l’incontro.
Vi comparivano anche le definizioni dei cinque principi generali della soggettazione formulati da Jahier.
Basta semplicemente richiamarli, anche in modo estremamente sintetico, come altrimenti non si potrebbe fare qui, per apprezzarne l’efficacia e la sorprendente attualità: il soggetto non come una parola, ma come una formula, composta di vari elementi convenzionalmente ordinati, destinata a identificare un argomento centrale (primo principio); un solo argomento un solo soggetto (secondo principio); la necessità di uno schema logico, classificatorio, alla base della struttura sindetica del catalogo per soggetti (terzo principio); la forma del soggetto come un sostantivo o un sintagma nominale (quarto principio); infine, la necessità di risolvere uno dei problemi più spinosi della soggettazione, distinguendo gli argomenti che sono preceduti e quelli che sono seguiti dal nome geografico (quinto principio).

L’interesse per i due temi di questo incontro, la Classificazione decimale Dewey e il Nuovo soggettario, è oggi ancora più attuale.
Da un lato, per la prossima uscita di una nuova edizione italiana della DDC, la ventiduesima: come sempre, una nuova edizione della classificazione è foriera di aspettative e anche di qualche preoccupazione. Dall’altro, perché, fatte le regole e assicurata una maggiore consistenza al thesaurus, il Nuovo soggetta rio si avvia a diventare un sistema: per il suo impiego da parte della Bibliografia nazionale italiana e per l’avvio di una fase di collaborazione, nell’applicazione e nell’aggiornamento, da parte di altri istituti e biblioteche.

Alla tavola rotonda hanno partecipato:

  • per la Classificazione decimale Dewey: Federica Paradisi, Isabella Melozzi e Laura Crociani (Biblioteca nazionale di Firenze), curatrici dell’edizione italiana;
  • per il Nuovo soggettario: Luciana Franci e Isolina Baldi (Biblioteca nazionale di Firenze), membri del Gruppo di lavoro; Marta Motta, la decana dei giovani collaboratori che lavorano alla costruzione del Nuovo soggettario; Stefano Tartaglia (Università di Siena), uno dei consulenti;
  • per gli aspetti gestionali e informatici della catalogazione semantica in SBN: Maria Lucia Di Geso (Laboratorio Metodologie della catalogazione e per la didattica dell’ICCU), che ha seguito fin dall’inizio l’avanzamento del progetto del Nuovo soggettario.
  • I loro interventi rispondevano ad alcune questioni pervenute a seguito dell’invito pubblicato nella fase precongressuale o raccolte in precedenti occasioni formative e seminariali.
    Quali criteri hanno guidato questa nuova edizione italiana della DDC? In che modo sono state recepite le esigenze bibliografiche e i suggerimenti delle biblioteche italiane? Quali sono gli adattamenti e le nuove espansioni per i soggetti italiani?
    L’edizione italiana 22 della DDC si configura come il risultato di una più stretta collaborazione e confronto continuo con i redattori americani e soprattutto con l’editor in chief Joan Mitchell. Si tratta di una buona traduzione, rispettosa delle regole editoriali per lo sviluppo della DDC e la prima assolutamente compatibile con l’edizione inglese, che sempre più intende porsi come standard, dal quale devono nascere tutte le versioni nazionali.
    I numerosi adattamenti, modificazioni ed espansioni proposti dal team italiano, individuati sulla base della garanzia bibliografica italiana, sono stati introdotti allo scopo di andare incontro alle esigenze classificatorie delle biblioteche italiane. Crociani, Melozzi e Paradisi hanno presentato alcuni esempi per illustrare questa nuova prospettiva operativa: speciali espansioni per l’Italia antica e per i periodi storici della Sardegna, classificazione in dettaglio delle divisioni del Codice di diritto canonico (1982), introduzione di soggetti appartenenti alla cultura europea e italiana, alla storia dell’arte ecc.
    Tutti questi interventi sono comunque passati, anche se a un minor livello di dettaglio, nell’edizione americana.
    La procedura operativa, sopra delineata, potrebbe costituire un’interessante ipotesi di lavoro per il prossimo futuro: una sorta di cooperazione tra il gruppo di traduzione italiana della BNCF e le altre biblioteche italiane, per l’arricchimento della DDC e la condivisione dello strumento.

    Sul versante del Nuovo soggettario, Marta Motta ha spiegato come procede il lavoro di costruzione del thesaurus, quali criteri e modalità di aggiornamento vengono seguiti. L’obiettivo principale era quello di recuperare, ovviamente con adattamento ai nuovi criteri, la terminologia dei vecchi strumenti, Soggettario e Liste di aggiornamento, allo scopo di consegnare al futuro la possibilità di accedere, con consapevolezza ma anche con uno strumento agile e moderno, alla tradizione culturale tramandata dai cataloghi storici delle nostre biblioteche e, al tempo stesso, di garantire che questo strumento finalizzato al recupero dell’informazione si rinnovi e si arricchisca.

    Il recupero si è articolato in varie fasi:
    a) fase prototipale (2005-2006): recupero e strutturazione dei termini degli Aggiornamenti BNI 1986-1998, dei nuovi termini introdotti dalla BNI dal 1998 al 2006, dei termini provenienti dal Soggettario e dagli Aggiornamenti BNI 1956-1985 appartenenti alla biblioteconomia e bibliografia o ritenuti particolarmente obsoleti e bisognosi di revisione o, comunque, interessanti nel quadro dell’elaborazione del Prototipo (consistenza del thesaurus: circa 13.000 termini);
    b)seconda fase (2007-2008): recupero e strutturazione di tutti i termini delle Liste di aggiornamento 1956-1985, dei termini del Soggettario e dei nuovi termini impiegati nelle annate della BNI 2007 e 2008 e dei nuovi termini introdotti dalla BNI nel 2007 e 2008 (consistenza del thesaurus: circa 25.000 termini);
    c) terza fase (a partire da ottobre 2008): recupero e strutturazione dei termini del Soggettario per ambiti disciplinari (in modo da mettere a frutto le competenze culturali dei singoli collaboratori e da ottimizzare l’uso delle fonti repertoriali), dei termini proposti dagli enti che collaborano con la BNCF al progetto e dei nuovi termini introdotti dalla BNI.

    Prendendo spunto da una richiesta di chiarimento, Luciana Franci ha fornito alcune precisazioni sulle faccette e le sottofaccette del thesaurus e sul loro ordine di precedenza.
    La “faccetta” è una componente strutturale dell’ossatura semantica del Thesaurus, che indirizza la costruzione delle gerarchie dei termini. In questo senso vanno intese le 4 categorie (agenti, azioni, cose, tempo) e le 13 faccette in cui sono suddivise (organismi, organizzazioni, persone, attività, processi, discipline, materia, oggetti, strutture, strumenti e forme, spazio e tempo).
    Le sottofaccette sono espresse sia con etichette di nodo che con termini veri propri (per esempio nella faccetta Organismi, la sottofaccetta Piante e le etichette di nodo [Organismi animali e umani] e [Parti di organismi] : attraverso di esse, si sviluppa e si arricchisce la struttura thesaurale.
    Esiste un ordine di precedenza per la collocazione dei termini all’interno delle sottofaccette, qualora non si opti (caso raro) per una poligerarchia, come nel caso di Lavoratori anziani, che ha due BT, Lavoratori e Anziani, a loro volta rispettivamente con i BT [Persone secondo la condizione lavorativa] e [Persone secondo l’età] , etichette ambedue sviluppate sotto [Persone secondo la condizione] .
    Avendo però preferito generalmente la monogerarchia, è indispensabile un ordine di preferenza. La Guida riporta indicazioni in questo senso solo per alcune faccette, a titolo esemplificativo: per esempio, la faccetta Organizzazioni, nella quale molti termini, come Biblioteche, Musei, Conventi ecc., presentano sovrapposizioni con la faccetta Strutture, ha la precedenza su quest’ultima, in quanto si privilegia il significato relativo agli aspetti organizzativi rispetto a quello relativo alle strutture edilizie corrispondenti, dando luogo così alla costruzione delle gerarchie di questi termini sotto la faccetta Organizzazioni e non sotto Strutture.
    Tuttavia, la maggior parte dei criteri è annotata in documenti di servizio e quindi a carattere interno.
    In prospettiva, essi saranno formalizzati e pubblicati, o negli aggiornamenti della Guida oppure, più propriamente, nel futuro Manuale del Nuovo soggettario. Vale, comunque, in quasi tutto il Thesaurus, il criterio generale in base al quale, per la collocazione di un termine dentro una faccetta o sottofaccetta, si sceglie quella che corrisponde all’ambito di significato più specifico del termine stesso.
    Essendo, poi, il Thesaurus del Nuovo soggettario un thesaurus generale, molto spesso tale ambito di significato s’identifica con un ambito disciplinare: per esempio, il termine Devozione ha come BT [Attività relative alla religione, alla vita spirituale] , e non il più generico [Attività comportamentali e personali] .

    Stefano Tartaglia ha risposto, brevemente, a una domanda sulla scomposizione dei termini nei quali le funzioni di testa e di modificatore sono, sostanzialmente, intercambiabili (per esempio, Preti operai metalmeccanici), suggerendo la possibilità di impiegare la classe quasi generica, individuandola preferibilmente in quella componente che, nella forma più comune del sintagma in lingua naturale, appare formalmente come modificatore (per esempio, Operai metalmeccanici: Preti).
    Il successo del Nuovo soggettario, la sua applicazione, la sua diffusione non dipendono solo dalla bontà delle regole e dallo sviluppo del thesaurus. Un ruolo decisivo è svolto dagli aspetti organizzativi e da quelli informatici. Maria Lucia Di Geso ha illustrato le nuove funzionalità dell’Indice SBN attivate dal colloquio con i Poli, tramite il protocollo SBN-MARC.
    Tra queste, le più importanti sono: interrogazione diretta in Indice per dati semantici (soggetti, termini, simboli di classificazione); cattura di soggetti e classi, anche indipendentemente dalla cattura dei titoli ai quali sono collegati; navigazione dall’archivio dei soggetti/classi a quello dei titoli collegati (e viceversa), con eventuale cattura di questi ultimi; navigazione dall’archivio dei soggetti a quello dei descrittori (e viceversa); funzioni batch di Import/Export di un eventuale “authority” dei soggetti/classi.

    Ha illustrato inoltre alcune delle funzioni centralizzate, attivabili solo mediante l’applicazione della “Interfaccia diretta”, che permettono la gestione di un archivio di “autorità” per i soggetti e la gestione di un eventuale thesauro dei termini sulla base della norma UNI-ISO 2788 (la b/d è già predisposta ma mancano le funzionalità online).

    Ha presentato infine le modifiche che verranno a breve apportate nel catalogo gestionale – mediante il progetto di “Manutenzione evolutiva dell’Indice SBN” – per garantire ai Poli la possibilità di gestire in Indice in modo corretto la compresenza di due soggettari diversi (vecchio e nuovo Soggettario).


    Dedicato a Enrico Jahier

    Alberto Cheti

    Le immagini proiettate durante la lettura del contributo di Alberto Cheti sono state accompagnate dalla lettura della seguente dedica.

    Le immagini e i testi che scorrono alle mie spalle sono di Enrico Jahier: un piccolo omaggio e, al tempo stesso, un prologo, un’epigrafe, una dedica per questo nostro incontro.
    Perché? C’è innanzitutto una ragione personale: quest’estate mi è capitato di leggere alcune lettere che Jahier scrisse a Carlo Revelli, circa quarant’anni fa, in occasione della preparazione e della pubblicazione del libro Il catalogo per soggetti, di cui presto uscirà la ristampa curata dall’AIB.
    Quella lettura mi ha trasmesso tutta l’intensità della passione e dell’impegno di Jahier nel campo della catalogazione per soggetti, un impegno profuso sul piano teorico-metodologico e su quello organizzativo.
    Ma una ragione così personale non potrebbe giustificare questa scelta.
    Il prestigio e l’importanza di Jahier sono noti. È stato l’infaticabile redattore del Bollettino delle pubblicazioni italiane alla BNCF, “il quale – nel ritratto di Francesco Barberi – rivede le schede, corregge le bozze di stampa, compila gl’indici per autori e per soggetti, ... uno dei pochissimi esperti in Italia di catalogazione per autori e per soggetti”, un “capufficio d’eccezione ... colto, umano, gentile”, che riceveva nella sua stanza la visita delle maggiori personalità della cultura fiorentina.
    È stato – come lo definisce Alfredo Serrai – il “bibliotecario appassionato e intelligente ma incompreso”, che, con il suo intervento al Congresso nazionale dei bibliotecari italiani nel 1938 sul tema Catalogo a soggetto e schedatura centrale, portò “una folata di vivacità e di rinnovamento”.
    È stato il promotore – come lo ricordava Luigi Crocetti nelle sue lezioni sulla soggettazione – di “una nuova attività e un risveglio di interesse per i problemi della soggettazione”.
    È stato l’iniziatore del catalogo per soggetti nella Biblioteca nazionale di Firenze: origine prima del Soggettario. A lui si deve la parola stessa “soggettazione”.
    Tuttavia, se la motivazione personale è troppo stretta, quella dell’importanza e del prestigio della figura di Jahier è troppo larga per giustificare questa piccola dedica.

    C’è una motivazione più specifica: è legata alla sua relazione al Congresso nazionale AIB di Milano del 1951, dal titolo La catalogazione per materie nel catalogo unico, e in particolare a due spunti che in essa affiorano: la visione della soggettazione come un sistema e la promozione del catalogo per soggetti come un servizio pubblico nazionale.
    Due approcci intimamente legati.
    La soggettazione, infatti, dovrebbe poggiare, secondo Jahier, su un sistema articolato, costituito da tre componenti: le regole, il soggettario, l’indice nazionale dei soggetti. Nel Nuovo soggettario, queste componenti sono state ridisegnate in forme più consone all’attuale contesto metodologico e tecnologico.
    Tuttavia, la natura e le funzioni appaiono le stesse. Soprattutto, comune è l’esigenza di dotare le biblioteche italiane di uno strumento che, mediante un linguaggio comune e regole condivise, semplifichi il lavoro di indicizzazione, favorisca la comunicazione tra le biblioteche e tra queste e il loro pubblico.
    Al Congresso del 1951, la preparazione del Soggettario era già un passo avanti. Alla relazione di Jahier seguì così quella di Emanuele Casamassima su Soggettario e soggetti nella Biblioteca nazionale di Firenze, che Crocetti considerava “il migliore approccio alla conoscenza del Soggettario”.
    Infine, l’ordine del giorno approvato al termine di quella sessione del Congresso auspicava per la catalogazione per soggetti qualcosa di molto simile a un codice di regole, seguito da un indice nazionale dei soggetti.
    Non è questo il luogo per approfondire queste vicende.
    Tuttavia, l’invito a rileggerne le testimonianze nasce, oltre che dalla loro attualità, anche dalla convinzione che in quegli anni, grazie soprattutto a Jahier e a Casamassima, la riflessione italiana sulla catalogazione per soggetti fosse all’avanguardia nel panorama internazionale e ricca di forti tensioni innovative.

    A. Cheti


    CHETI, Alberti. Nuovo soggettario e Dewey. «AIB notizie», 21 (2009), n. 1, p. 14-17

    Copyright AIB 2009-03, ultimo aggiornamento 2009-03-03 a cura di Zaira Maroccia
    URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n21/0114a.htm3

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