[AIB] AIB notizie 21 (2009), n. 1
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Per un archivio della produzione editoriale regionale in Lombardia

Paola Puglisi

Giovedi 20 novembre 2008 si è tenuto, nella sede della Direzione generale Culture, identità e autonomie della Regione Lombardia, l’incontro sul tema “Deposito legale: l’avvio dell’Archivio della produzione editoriale regionale in Lombardia (APE RL)”, nel corso del quale è stato presentato uno “stato di avanzamento lavori” del progetto.
Quest’ultimo, sancito da un accordo bilaterale sottoscritto il 20 dicembre 2007, vede cooperare la Regione, la Biblioteca Braidense e la Fondazione BEIC al fine di dare attuazione, per quanto concerne le istituzioni e il territorio lombardi, alla legge n. 106/2004 e al d.P.R. n. 252/2006 sul deposito obbligatorio degli stampati.
In apertura, mentre Alberto Garlandini inquadrava la soluzione prescelta in una coerente politica della Regione Lombardia – determinata ad applicare la strategia della sussidiarietà ogniqualvolta sia possibile – Ornella Foglieni ha chiarito agli intervenuti una questione preliminare: infatti, ancora non è stato aggiornato il d.m. 28 dicembre 2007 con cui sono stati individuati gli istituti depositari dei documenti della produzione editoriale regionale, ma rispetto al dettato di quest’ultimo è stato sancito uno scambio di ruoli tra Biblioteca Braidense (individuata nel d.m. come sede di conservazione di tutti i documenti cartacei su base regionale) e BEIC (individuata nel d.m. come sede di conservazione dei documenti su base provinciale).

Così invece l’ampio respiro del progetto BEIC, facendosi carico dell’archivio regionale, potrà procedere in direzione di un’integrazione con le risorse del territorio (come sottolineato nell’intervento di Antonio Padoa Schioppa) – senza dimenticare che la scelta della Lombardia è stata quella di un archivio regionale distinto per categorie di documenti, e distribuito pertanto tra BEIC, Mediateca di Santa Teresa, Conservatorio G. Verdi, Museo per la fotografia di Cinisello Balsamo, Cineteca italiana e Biblioteca civica di Monza; mentre la Biblioteca Braidense più opportunamente manterrà il profilo di archivio provinciale.
Di fatto, grazie al concreto esempio di cooperazione interistituzionale tra BEIC e Braidense, l’Archivio della produzione editoriale regionale previsto dalla nuova normativa sul deposito legale è già una realtà fisica presso il deposito esterno di Lacchiarella, dove l’acronimo APE identifica la sezione in cui sono collocati i documenti depositati a partire dall’entrata in vigore del regolamento nel settembre 2006 – anche se a causa della sfasatura cronologica tra entrata a regime del Regolamento e allestimento della scaffalatura dedicata erano intanto pervenuti circa 30.000 volumi che saranno recuperati nel prossimo futuro.
L’organizzazione prevede un punto di raccolta e smistamento presso la Braidense, che gestisce i controlli e l’invio delle ricevute agli editori: per il momento, grazie a dati forniti dalla Regione, ci si rapporta con un’anagrafe di oltre tremila editori, in corso d’integrazione e correzione.

Come hanno illustrato in due dettagliati interventi Danilo Deana e Alexandra Belsten, la catalogazione ha visto finora un massiccio impegno della Braidense, e proseguirà in un sempre più serrato confronto con il personale della BEIC, grazie anche alla definizione di linee guida per la catalogazione e il trattamento fisico.
Mentre si è già detto dell’immagazzinamento, punto di arrivo del ciclo sarà naturalmente la fornitura del servizio all’utenza: nell’ambito del progetto BEIC è previsto che si possa accedere in rete a un OPAC dedicato all’Archivio regionale, in cui i record bibliografici saranno implementati con contenuti digitali ulteriori quali copertine, indici, recensioni, link ai siti degli editori ecc.

Proprio sulla qualità di questo prodotto si misurerà la capacità di risposta dell’Archivio a quella finalità della norma espressa all’articolo 2, comma d) della legge 106, ovvero la “documentazione della produzione editoriale a livello regionale”, auspicabilmente da ricercare in un equilibrio non sempre scontato tra l’adesione agli standard SBN e l’apporto di servizi ulteriori e specifici.
E infine, al di là dell’ovvia constatazione che non tutte le Regioni riusciranno ad agire in un’ottica di partenariato di così alto profilo, appare questo più di ogni altro aspetto quello che potrebbe essere esportato come esempio di “buona pratica”.
Aurelio Aghemo, direttore della Braidense, si è dichiarato soddisfatto della situazione determinata dalla nuova legge sul deposito legale: notoriamente infatti le vecchie disposizioni, con l’obbligo di deposito al tipografo, conducevano spesso all’acquisizione di opere incomplete, poiché specialmente i grandi editori si servivano di più tipografie e non tutte nella medesima provincia; né pervenivano in biblioteca gli allegati, sempre più importanti in molte tipologie di pubblicazioni, spesso uniti al volume dall’editore dopo la stampa e immediatamente prima della distribuzione.
Il passaggio dell’obbligo all’editore consentirà invece, d’ora in poi, la costituzione di un archivio davvero rappresentativo della produzione editoriale del territorio; e questa circostanza, in una biblioteca che ha sempre posto molta attenzione (anche a livello gestionale) ad evidenziare le linee di sviluppo delle collane editoriali, «la garanzia della completezza della collezione garantirà a sua volta un migliore controllo bibliografico» (A. Belsten).

Lascia perplessi soltanto, tra tutte le buone notizie e le informazioni acquisite nel corso della presentazione, il fatto che le pubblicazioni di case editrici originariamente non lombarde vengono ora depositate presso l'Archivio della Regione Lombardia, sede di alcuni grandi gruppi editoriali che le hanno assorbite (esempio: la veneziana Marsilio ora in RCS).
Infatti, dal momento che solitamente in questo tipo di operazioni l’editore “assorbito” mantiene un autonomo marchio, una propria immagine, e soprattutto una politica editoriale in coerente sviluppo con quella “storica” sua propria, sarebbe forse necessario riflettere sull’opportunità di mantenere, in questi casi, il deposito presso l’archivio regionale oggettivamente più pertinente: quest’ultimo, a giudizio di chi scrive, non sarebbe quello del gruppo, bensì quello dell’editore (mantenendo l’esempio di Marsilio, non la Lombardia bensì il Veneto).
L’interrogativo da porsi in sostanza sarebbe il seguente: l’Archivio regionale deve essere rappresentativo del livello – e dei contenuti – del gruppo, l’assetto del quale sfugge ai non addetti ai lavori, né figura sui documenti, o piuttosto del livello proprio dell’editore, il quale oltre l’evidenza del marchio sul documento ha un’immagine e una politica editoriale ben definite da considerare di per sé contenuti propri dell’Archivio?

giornali@bnc.roma.sbn.it


PUGLISI, Paola. Per un archivio della produzione editoriale regionale in Lombardia . «AIB notizie», 21 (2009), n. 1, p. 26

Copyright AIB 2009-03, ultimo aggiornamento 2009-03-03 a cura di Zaira Maroccia
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