[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 1
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IFLA: Digital Library Futures

Maria Teresa Natale

Il 25 agosto 2009, nell’ambito di IFLA Milan 2009, si è tenuta la Conferenza internazionale "Digital Library Futures: User Perspectives and Institutional Strategies", presso l’Università degli studi di Milano, organizzata dall’IFLA Professional Committee Advisory Board e promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane, in collaborazione con l’Università degli studi di Milano e il progetto ATHENA.

Circa un anno fa, era stato proprio il MiBAC, nella persona del direttore dell’ICCU Rossella Caffo, a proporre all’IFLA un evento sugli utenti delle biblioteche digitali. Nel settore della digitalizzazione, il Working Group on Guidelines for Digital Libraries dell’IFLA aveva iniziato a esaminare le tematiche della standardizzazione e delle linee guida in questo settore, mentre grande risalto era stato dato all Digital libraries Manifesto, approvato dall’IFLA Governing Board nel dicembre 2007 e attualmente in corso di riconoscimento da parte dell’Unesco. Poca attenzione era stata dedicata invece dalle Sezioni dell’IFLA alle aspettative degli utenti delle biblioteche digitali. Ecco perchè la proposta italiana ha riscosso un grandissimo interesse da parte dell’IFLA che addirittura ha fatto proprio l’evento, organizzandolo direttamente attraverso il suo Advisory Board.

Il programma della Conferenza (http://www.athenaeurope.org/index.php?en/144/programme-and-presentations, dove sono anche disponibili le presentazioni dei relatori), articolato su tre sessioni, era focalizzato sulle collezioni digitali e sugli utenti e intendeva stimolare una discussione sulle sfide e sulle strategie da prevedere relativamente a collezioni digitali e servizi rispetto alle aspettative degli utenti.

Tale è stata la rilevanza dimostrata dall’IFLA, che l’evento ha visto un intervento di apertura della Presidente IFLA uscente Claudia Lux, e in chiusura quello della Presidente IFLA entrante Ellen Tise.

La prima sessione era focalizzata sullo stato delle indagini sugli utenti delle biblioteche digitali e si apriva con l’intervento di David Nicholas (CIBER research group, University College London) sull’esperienza degli utenti della biblioteca digitale e i risultati di sette anni di ricerca del CIBER. Il succo del suo intervento era che apparteniamo tutti alla cosiddetta “Google Generation”, inclusi gli utenti più anziani. La scommessa futura sta nel comprendere che il reperimento dell’informazione è un prerequisito per determinare i risultati (l’accesso non è un risultato).

Il secondo intervento ha visto Daniel Teruggi (Head of Research, Institut National de l’Audiovisuel, Ina, Coordinatore dell’Europeana User Group - Paris – France) parlare delle aspettative degli utenti delle biblioteche digitali e della sua esperienza nell’ambito di Europeana. Dopo aver categorizzato gli utenti in generici, specializzati, professionali e rappresentativi e aver ribadito il concetto di usabilità, il relatore ha spiegato cosa sono i requisiti, ovvero i bisogni necessari affinchè ogni progetto sia di successo, illustrando quindi i requisiti di Europeana e i potenziali utenti del portale europeo. Ha concluso affermando che le abitudini degli utenti e le possibilità offerte dalla tecnologia vanno monitorate con attenzione; gli utenti non vanno esclusi, ma vanno coinvolti per far tesoro delle loro conoscenze.

Elke Greifeneder, docente presso la Berlin School of Library and Information Science della Humboldt-Universität basava il suo intervento su uno studio realizzato da Denise Troll nel 2002 (Usage and Usability Assessment: Library Practices and Concerns, January 2002, http://www.clir.org/pubs/reports/pub105/contents.Htm). I dati raccolti nel corso delle indagini effettuate sugli utenti rispondono realmente alle esigenze della ricerca? La relatrice ha esposto i suoi dubbi in merito, affermando che spesso le metodologie adottate in ambito digitale derivano dal mondo non digitale. Auspica l’adozione in futuro di un "golden standard" delle indagini online sugli utenti, che includa le definizioni di uso, comportamento e soddisfazione degli utenti in modo più complesso, analizzi la differenza tra ciò che viene analizzato oggi e ciò che si dovrebbe analizzare; identifichi i metodi di indagine più adatti alla raccolta di dati utili. La seconda sessione metteva in relazione i contenuti delle biblioteche digitali in rapporto agli usi e ai desidarata degli utenti.

Einar Røttingen, professore all’Università di Bergen (The Grieg Academy - Department of Music) ha esposto la prospettiva dell’utente rispetto alla versione digitalizzata della Collezione di Edvard Grieg in Norvegia. In veste di compositore, ricercatore e insegnante di musica, il relatore ha fornito esempi pratici di come, in qualità di utente del web, lui stesso abbia potuto utilizzare per i propri scopi le informazioni raccolte in rete relativamente alla Collezione Edvard Grieg.

L’israeliana Susan Hazan (Curatore del New Media e responsabile dell’Internet Office presso l’Israeli Museum di Gerusalemme), è intervenuta con una relazione molto provocatoria che invitava il pubblico a riflettere sul termine "biblioteca", chiedendosi se abbia ancora senso nel XXI secolo, ora che i bibliotecari tradizionali sono costretti a confrontarsi con il Web 2.0. La relatrice quindi illustrava e commentava una serie di siti web e portali a supporto delle sue tesi: il progetto Gutenberg (http://www.gutenberg.org/wiki/Main_Page), Europeana (http://www.europeana.eu/portal/), la World Digital Library (http://www.wdl.org/en/), Internet Archive (http://www.archive.org/index.php), Google Books (http://books.google.it/books), concludendo con la Nebraska State Library, che allo stato attuale rappresenta uno dei casi più innovativi di biblioteca che sfrutta la tecnologia Web 2.0 per andare incontro alle esigenze degli utenti. In conclusione, le istituzioni oggi non si possono più permettere di ignorare le nuove frontiere del Web. E ciò vale non solo per le biblioteche, ma anche per le altre industrie culturali: musei, media tradizionali, mondo del giornalismo.

La terza sessione, dedicata alle strategie delle istituzioni nel rispondere alla sfida digitale, si apriva con l’intervento di Zhu Qiang, direttore della Beijing University Library, sugli sforzi collaborativi in Cina per realizzare una biblioteca digitale di qualità. In Cina ci sono biblioteche digitali realizzate da istituzioni pubbliche a livello nazionale, regionale, provinciale o comunale, e biblioteche digitali realizzate da aziende private. Sono una realtà consolidata, che svolge un ruolo molto positivo nella vita quotidiana, nel lavoro e nello studio della popolazione cinese. Anche in Cina, come in Europa, le criticità sono costituite dal rischio di duplicazioni, dalla qualità delle basi di dati, dalle problematiche relative alla digitalizzazione e alla conservazione a lungo termine. Attualmente, I problemi più grossi non sono costituiti dalla tecnologia, ma dalla gestione. Secondo il relatore, la biblioteca digitale deve basarsi su un modello cooperativo di condivisione delle risorse e deve sfruttare l’open source, in stretta collaborazione con la comunità informatica, gli editori e gli utenti.

Rossella Caffo, direttore dell’ICCU, nel suo intervento sulle strategie delle istituzioni in risposta alla sfida digitale, ha raccontato il percorso che il Ministero per i beni e le attività culturali ha intrapreso a livello nazionale ed europeo per coordinare le iniziative di digitalizzazione e promozione dell’accesso all’informazione culturale. Ha puntualizzato che la strategia ministeriale si focalizza sull’integrazione tra i sistemi informativi esistenti, il recupero delle basi di dati non allineate con gli standard internazionali correnti, la creazione di siti web e portali culturali. Da molti anni, l’ICCU, l’istituto che coordina le attività di catalogazione e documentazione delle biblioteche italiane, è coinvolto nel coordinamento di progetti nazionali ed europei che promuovono la digitalizzazione e l’accesso online al patrimonio culturale: SBN, Internet Culturale, CulturaItalia. Nell’ambito delle esperienze a livello europeo, la relatrice ha illustrato progetti MINERVA (http://www.minervaeurope.org), MICHAEL (http://www.michael-culture.org), e ATHENA (http://www.athenaeurope.org), tutti coordinati dal ministero italiano.

Caffo ha concluso auspicando la nascita di una linea d’azione all’interno dell’IFLA dedicata alle biblioteche digitali. L’esperienza secolare delle biblioteche nell’organizzazione della conoscenza nel settore librario potrebbe essere di notevole aiuto per altre istituzioni con diversi requisiti.

John Van Oudenaren, direttore della World Digital Library (http://www.wdl.org/en/), ha presentato quest’iniziativa di biblioteca digitale mondiale promossa dalla Direzione generale per la comunicazione e l’informazione dell’Unesco e dalla Library of Congress per rendere disponibili su Internet, gratuitamente e in formato multilingue, una serie di risorse culturali significative appartenenti alle diverse culture e nazioni. Presentata il 21 aprile 2009, la World Digital Library attualmente ospita i contenuti culturali digitalizzati di ventisei istituzioni di diciannove paesi. La WDL si differenzia da Europeana, in quanto quest’ultima si focalizza sull’Europa e su collezioni inerenti l’Europa, conservate presso istituzioni culturali europee. La WDL invece ha un ventaglio di contenuti a livello mondiale. La sessione si è conclusa con l’intervento di Herman P. Spruijt, presidente della International Publishers Association (IPA) che ha parlato del futuro delle biblioteche digitali e delle relazioni tra editori e bibliotecari in quest’epoca di cambiamento (Digital Library Futures: pressures on the publisher-librarian relation in the era of digital change).

L’International Publishers Association (IPA) è una federazione internazionale di associazioni nazionali di editori che rappresenta l’editoria libraria e periodica, con sede a Ginevra. La sua mission è la protezione del diritto d’autore e la promozione dell’editoria come fattore di sviluppo economico, culturale e politico. Secondo il relatore, gli editori ritengono che la qualità dei contenuti sia cruciale, ma che la modalità di erogazione (forma, luogo, contesto ecc.) all’utente finale rappresenti la sfida dei prossimi anni. Il suo intervento prendeva in esame diverse problematiche: gli e-books, i nuovi modelli di business e di servizi, le strategie di Google e gli accordi con le biblioteche, l’open access. Il relatore concludeva affermando che vanno trovate nuove forme di collaborazione tra bibliotecari ed editori, basate non solo su relazioni commerciali (tra venditori e acquirenti), ma su interessi comuni che tutelino le esigenze dei lettori. A conclusione della Conferenza, Anna Maria Tammaro, ricercatrice presso l’Università di Parma e chair della IFLA Division of Education and Research, ha tirato le somme della giornata, soffermandosi sulla metafora dell’”albero bibliotecario”, le cui radici rappresentano il legame con il passato, il tronco la strategia istituzionale e l’organizzazione delle risorse, il fogliame l’accesso alle risorse e alle prospettive future.

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NATALE, Maria Teresa. IFLA: Digital Library Futures. «AIB notizie», 22 (2010), n. 1, p. 12-13

Copyright AIB 2010-02, ultimo aggiornamento 2010-02-05 a cura di Ilaria Fava
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