[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 1
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De Bibliotheca
Intervista a Carlo D'Amicis

Gabriele De Veris

Carlo D'Amicis, scrittore e conduttore radiofonico, appassionato lettore, inaugura la rubrica "De bibliotheca" - il titolo richiama il quaderno curato da Umberto Eco per la biblioteca Sormani nel 1982 – dedicata a quanti hanno familiarità con le biblioteche e ne possono parlare dal loro punto di vista.

Hai partecipato a ottobre a Insula Romana sezione giovani, un premio letterario istituito da alcuni anni a Bastia Umbra. Cosa puoi raccontare di questa esperienza?

A ottobre sono stato insieme a Cristian Frascella e Laura Sandi alla giornata finale del premio. Eravamo a Bastia Umbra in un cinema pieno di ragazzi, ed è; stato davvero sorprendente vedere il coinvolgimento e la preparazione di questi ragazzi, cosa che si è; ripetuta anche nell'incontro che ho avuto a dicembre a Perugia. Le domande, le letture, i commenti... rivelano un grande lavoro di preparazione, l'impegno degli insegnanti e dei ragazzi. Sono rimasto davvero sorpreso nel vedere come la lettura individuale sia diventata una partecipazione collettiva.

Dopo La guerra dei cafoni cosa stai preparando?

Il mio nuovo libro – che uscirà ad aprile per Minimum fax- si intitola La battuta perfetta, è; la storia di un conflitto generazionale tra gli anni Sessanta e oggi. Un uomo lascia Matera per andare a lavorare a Roma, alla Rai, di cui condivide la missione pedagogica, l'impostazione formativa. Il figlio invece vive nel piacere di piacere, sulla ricerca di consenso... il suo modello è; la tv contemporanea, crescendo diventerà un venditore di Publitalia. è; una contrapposizione tra vecchia e nuova Italia, tra vecchia tv pedagogica e nuova tv del consenso di massa (nel romanzo appare anche Berlusconi).

Lavori a Fahrenheit, una delle trasmissioni radio più amate da chi ha la passione dei libri.

Fahrenheit ha ormai 10 anni, è; un progetto consolidato, anche nella promozione della lettura. Condividiamo un piacere, qui non c'è; una funzione didattica. Il rapporto con gli ascoltatori è; attraverso le rubriche, le lettere.. spazi di comunicazione dove si condividono le passioni. Non per niente abbiamo scelto "My favourite things" come sigla. Cerchiamo di creare correnti emotive per suscitare emulazione, voglia di comunicare, curiosità, interesse.

Da lettore, qual è; il tuo rapporto con le biblioteche?

Purtroppo ora si è; diradato, però devo assolutamente parlare della mia preferita... la biblioteca della Rai in via Mazzini. è; aperta a tutti, ha una documentazione eccezionale, riviste di ogni tipo sulla radio e la tv. Ma è; anche un rifugio, oltre che un luogo di ricerca. Le biblioteche per me sono un luogo di studio ma anche una nicchia dove trovare la concentrazione, la quiete, sono povere di distrazioni. Sono oasi di silenzio da mantenere, insieme alla loro tendenza all’apertura, alla promozione. Hanno una vocazione forte, come i luoghi dedicati al jazz. Almeno per quel che riguarda le biblioteche pubbliche, è; bene che ci siano gli incontri, le manifestazioni come "Ottobre piovono libri". La lettura è; una passione che mi ha preso da grande, non al tempo della scuola, dove leggevo per dovere e non per passione. La migliore promozione della lettura avviene attraverso una situazione emotiva coinvolgente. Io ho scoperto che leggere era divertente. Occorre fare (o far fare) esperienza, non serve dichiarare che leggere è; bello! Tutte le iniziative in questo senso, come per "Ottobre piovono libri", sono importanti; anzi, qui faccio una piccola critica. A volte con Fahrenheit ci siamo trovati spiazzati perché gli eventi programmati erano cambiati e non era facile ritrovarli. Penso che la gestione tramite internet abbia migliorato le cose.

Effettivamente i tempi di "Ottobre piovono libri" richiedono necessariamente l'uso di internet: il catalogo adesso viene pubblicato a suggello della campagna. Cosa ne pensi dei premi e delle fiere letterarie?

La fiera serve più al pubblico che agli operatori, perché diventa un rito, in cui si scopre un accesso inusitato ai libri. Infatti i piccolissimi editori trovano spazio accanto ai grandi editori, senza quelle limitazioni che si soffrono nelle librerie. La fiera diventa un approccio al libro, una scoperta. Per chi scrive invece la quantità di volumi provoca un senso di vertigine, una specie di sindrome di Stendhal… uno pensa "il mio libro è; solo una goccia in questo oceano di carta!". Ma poi passa, e gli incontri che si fanno aiutano, si incontrano libri, persone, storie. I premi a volte vengono messi sotto accusa, si dice che siano pilotati dai grandi editori. Per quel che è; la mia esperienza da giurato direi che non ci sono tante pressioni, la realtà è; più tranquilla. Spesso i premi sono un’occasione per coinvolgere comunità, piccoli centri isolati, persone: le giurie popolari sono molto vivaci, come ho visto anche a Insula Romana.

Concludiamo con una tua riflessione sui libri elettronici, gli e-book, e un consiglio per i bibliotecari.

Probabilmente anche in Italia i libri elettronici avranno spazio, prenderanno piede fra le nuove generazioni "digitali", sempre affamate di novità... ma questo non significa che i libri cartacei scompariranno o che il numero dei lettori aumenterà automaticamente. Non mi attirano molto perchè; la mia lettura è; anche una questione sensoriale, il contatto con la carta e il profumo del libro. Ma che siano di carta o digitali, l’importante è; amare i libri, la lettura, il contenuto, piuttosto che il supporto o la forma. E non dimentichiamo che un libro è; gia portatile, se vado in vacanza posso portarmi un buon numero di libri senza troppa fatica; tranne le enciclopedie, che però non mi porterei in vacanza! Consiglio per i bibliotecari: fate attenzione agli spazi. All’estero – mi ricordo la Svezia - le biblioteche sono spesso ben inserite nel paesaggio, nel verde: sono davvero accoglienti. In Italia invece gli edifici sono freddi, allontanano, spesso intimoriscono. Occorre portare le biblioteche (e anche le scuole) in luoghi accoglienti, in spazi verdi. E fare molta attenzione alla comunicazione, non solo per informare, ma soprattutto per comunicare la ragion d’essere della biblioteca, l’amore per la professione, la passione per i libri.

deveris@aib.it


DE VERIS, Gabriele. De Bibliotheca. Intervista a Carlo D'Amicis. «AIB notizie», 22 (2010), n. 1, p. 24-25

Copyright AIB 2010-02, ultimo aggiornamento 2010-02-05 a cura di Ilaria Fava
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