[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 3
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Qui Europa
Essere bibliotecari al CERN

Ilaria Fava

Ho incontrato Jens Vigen, direttore della biblioteca del CERN, alle Stelline il 12 marzo 2010. Sono rimasta affascinata dalla sua presentazione del progetto Open Data, e da quello che un bibliotecario può riuscire a fare in un ambiente "favorevole.

Come hai deciso di diventare bibliotecario? è successo per caso o per una decisione consapevole?

Ho studiato geomatica (disciplina che studia ambiente e territorio, e il ruolo dell'informatica relativamente allo sviluppo delle attività relative), ma mi sono sempre interessato di biblioteche. Nel corso dei miei studi sono stato archivista all'Unione degli Studenti di Trondheim (Norvegia), e di conseguenza sono stato molto a contatto con i bibliotecari dell'Università. Finiti gli studi, è stato impossibile trovare un posto come ricercatore per un periodo di depressione economica in Norvegia: da lì mi è venuto naturale accettare un posto come assistente di biblioteca alla Biblioteca dell'Università.

Che tipo di formazione bibliotecaria hai?

Il posto da assistente di biblioteca era pensato per ingegneri e architetti che volessero diventare bibliotecari universitari. Il mio contratto quindi prevedeva una formazione di 18 mesi. Più tardi ho continuato a lavorare come bibliotecario accademico alla Norwegian University for Science and Technology (NTNU).

Come sei arrivato al CERN, da Trondheim?

Assolutamente per caso: il responsabile della biblioteca del CERN all'epoca ha scritto al mio capo, dicendogli che al CERN avevano bisogno di un ingegnere con competenze e qualifiche di bibliotecario. Avevo due anni e mezzo di esperienza al NTNU, ma non un contratto stabile. Così ho fatto domanda al CERN e ottenuto il posto.

Come definisci la tua esperienza al CERN?

Semplicemente grandiosa. Sono arrivato nel momento in cui il web è decollato, e non ho rimpianti, visto che la professione del bibliotecario negli ultimi 15 anni è diventata molto interessante. In questi giorni stanno uscendo le prime pubblicazioni sull'acceleratore di particelle LHC, e vedo un futuro roseo per la professione.

La cosa che preferisci del fare il bibliotecario al CERN?

Essere nel mezzo del flusso informativo, e servire la comunità dei fisici delle particelle.

Di seguito il contributo sull'esperienza al CERN di Andrea Zanni, studente del master in Biblioteche Digitali dell'Università di Parma.

Sono andato al CERN con un compagno per 3 settimane, come tirocinio del master in Biblioteche Digitali che finirò a giugno. Il master si è svolto fra Oslo, Tallinn e Parma, e dunque Ginevra è stata per me un'ulteriore tappa di un lungo viaggio nel nord Europa.

Devo confessare che, da (ex) matematico, le mie aspettative sul CERN erano altissime: ne avevo sempre sentito parlare come la Mecca della fisica delle alte particelle, piena di fisici, ingegneri, matematici dediti a far scontrare protoni per scandagliare i misteri dell'universo. Al CERN, in particolare alla biblioteca, dove ho svolto il mio stage, ho trovato un ambiente estremamente eccitante, gentile, multiculturale, speciale. Jens Vigen, direttore della biblioteca del CERN, è stato gentilissimo. Oltretutto, dato che fortunosamente la presenza mia e del mio compagno si aggiungeva a quella di un gruppo di Rwandesi per un progetto congiunto CERN-UNESCO, abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di avere visite gratuite e giornate di formazione in cui ogni membro dello staff ci presentava ciò su cui stava lavorando.

Bibliotecariamente parlando, il CERN è speciale e normalissimo al tempo stesso: la piccola biblioteca (cartacea) interna serve un'audience composta prevalentemente da fisici (teorici, sperimentali, ecc...), ingegneri, informatici, matematici. La biblioteca contiene esclusivamente letteratura scientifica e tecnica, privilegiando la fisica. Ho trovato affascinante che fosse aperta 24 su 24: studenti, ricercatori e dottorandi potevano entrare e studiare anche tutta la notte, usufruendo liberamente dei PC (ovviamente collegati ad internet) e delle stampanti (senza limiti di stampa per utente). Un efficiente servizio di posta interna consente di richiedere un libro la mattina e averlo sul tuo banco dopo pranzo, con un sistema di richiesta informatico. Ancor più interessante, all'interno della biblioteca è presente un'enorme fotocopiatrice che permette di scansionare libri e riviste e spedirle direttamente sulla propria casella mail.

La parte più stupefacente, almeno per me, è la biblioteca digitale. Storicamente, proprio la fisica delle particelle come disciplina ha dato l'impulso a quello che oggi conosciamo come Open Access. Infatti, dati gli altissimi costi dei macchinari e delle strutture, la comunicazione scientifica ha seguito naturalmente logiche collaborative ed aperte. Nel 1991 nasce arXiv.org, il primo repository istituzionale disciplinare dedicato alla fisica. Serve ricordare poi che alla fine degli anni '90 al CERN abbiano inventato il Web?

Collaborazione, cooperazione e apertura propri della comunità scientifica hanno semplificato enormemente la comunicazione scientifica. Il CERN, data l'enorme complessità delle sue strutture e procedure, tende a "costruirsi" le cose da sé, e lo fa anche con i software: invece di affidarsi a sistemi come DSpace o Fedora, ha sviluppato un software chiamato Invenio, che al momento gestisce oltre un milione fra articoli, e-journals, foto e video. Invenio è una biblioteca digitale veramente notevole: concepita per grandi collezioni, cataloga in MARC, può comunicare attraverso il protocollo OAI-PMH con gli altri repository (la stragrande maggioranza degli articoli e paper prodotti sono Open Access).

La biblioteca cerca di coprire tutto l'ambito di ricerca della fisica delle alte energie, cioè la disciplina principale nel centro di ricerca. Per raggiungere tale scopo e offrire molti strumenti in più è in via di sviluppo una nuova biblioteca, in collaborazione con altri centri di ricerca americani, che utilizzerà una nuovissima versione di Invenio potenziata con strumenti semantici. Infatti, gli uffici dello staff bibliotecario al momento ospitano ragazzi da tutto il mondo, con specializzazioni varie, per sviluppare strumenti avanzati che permetteranno ai ricercatori di avere un motore semantico capace, all'interno del dominio delle fisica delle alte energie, di riconoscere gli autori degli articoli e avere a disposizione strumenti bibliometrici e scientometrici per navigare le citazioni. E' in fase di compilazione un vocabolario controllato della disciplina, e altri strumenti (ad esempio, per il tagging degli articoli) sono in fase di sviluppo.

Aspettative altissime le mie, ma soddisfatte pienamente.

fava@aib.it


FAVA, Ilaria. Qui Europa. Essere bibliotecari al CERN.. «AIB notizie», 22 (2010), n. 3, p. 19

Copyright AIB 2010-07, ultimo aggiornamento 2010-07-16 a cura di Ilaria Fava
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n22/0315.htm3

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