[AIB] AIB notizie 22 (2010), n. 4
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Qui Europa
Essere bibliotecari a Malta

Ilaria Fava

In questo numero di Qui Europa vi racconto com'è fare i bibliotecari a Malta e come lo si diventa.

L'arcipelago maltese (410.000 abitanti, circa) ha 400 biblioteche, di diverse tipologie: una biblioteca nazionale, due biblioteche pubbliche centrali, cinquantadue biblioteche di pubblica lettura, sette biblioteche regionali, circa 300 biblioteche scolastiche, una biblioteca centrale universitaria e un certo numero di biblioteche speciali. Mi impressionano subito i numeri: 400 biblioteche e poco meno di 150 bibliotecari strutturati full-time..

Esistono due associazioni professionali, entrambe gestite su base volontaria: la Malta Library and Information Association (MaLIA) e la Malta School Library Association (MSLA, nata nel 2001, con un inevitabile dirottamento di una parte degli iscritti da un'associazione all'altra). Alla mia intervista telematica ha risposto Laurence Zerafa, presidente dell'equivalente del nostro CEN, sorpreso dell'interesse dimostrato da un'altra associazione professionale per quello che succede a Malta, e desideroso di mantenersi in contatto con l'AIB "for mutual benefits". La lista delle domande spaziava dalla raccolta di notizie sul percorso professionale di un aspirante bibliotecario, alla presenza di un albo professionale, alle attività dell'Associazione.

Cominciamo: MaLIA è stata istituita nel 1969, anno in cui è diventata membro IFLA. L'associazione è tra i fondatori della COMLA (Commonwealth Library Association, del 1972), e fa parte di EBLIDA. Tra gli scopi dell'associazione: creare un gruppo di persone interessate alla professione di bibliotecario o coinvolte nel mondo delle biblioteche a qualsiasi titolo ("Membership is open to anyone involved in library and archive work, whatever their capacity"); migliorare la qualificazione professionale, lo stipendio e la percezione del ruolo del bibliotecario; promuovere iniziative di legge favorevoli ad archivi e biblioteche; mantenere un albo professionale ("to maintain a register of qualified library and information professionals"). Più nello specifico, l'iscrizione a MaLIA è aperta a bibliotecari e documentaristi, studenti di biblioteconomia e scienze dell'informazione, archivisti e studenti d'archivistica. L'albo professionale tenuto da MaLIA è il LIP (Register of Library and Information Professionals), continuazione di un precedente Register of Qualified Librarians: il cambio di nome riflette la presa di coscienza dei cambiamenti in atto nella professione con l'introduzione di nuove tecnologie.

La formazione professionale avviene secondo due modalità: formazione accademica e corsi di base e di aggiornamento offerti dalle due associazioni professionali. La formazione accademica prevede due corsi di diploma (Library and Information Studies e Archives and Record Management), e un corso di laurea (Library, Information and Archives Studies), erogati dall'Università di Malta, rispettivamente della durata di 2 e 5 anni. Il diploma è propedeutico all'iscrizione al corso di laurea. Interessante sapere che l'iscrizione all'albo è garantita dal conseguimento del diploma in discipline biblioteconomiche e della laurea quinquennale.

La "pecca" che mi viene evidenziata in questo sistema è che i bibliotecari laureati e più qualificati a svolgere la professione sono quasi tutti assorbiti nell'organico della biblioteca universitaria, mentre la fascia delle biblioteche di pubblica lettura rimane ancora scoperta, con i problemi di precariato conseguenti che anche in Italia conosciamo bene. Il problema del riconoscimento professionale è molto sentito: MaLIA, pur essendo una piccola associazione (gli iscritti sono poco più di un centinaio) e vantando un buon numero di attività e soprattutto una parte consistente della formazione dei bibliotecari maltesi, non è ancora riconosciuta come associazione professionale a livello nazionale, nonostante più di 30 anni di attività e diversi appelli formulati agli organi di governo. Oltre alla difficile situazione del riconoscimento professionale, si lamenta uno scarso livello di cooperazione tra biblioteche pur su un territorio così ridotto: la biblioteca nazionale e quella universitaria utilizzano gestionali diversi, rendendo problematica la creazione di un catalogo unico. Inoltre, nonostante la situazione per le biblioteche scolastiche sia migliore, la presenza di due associazioni professionali sullo stesso territorio non rende facile evitare sovrapposizioni e duplicazioni di sforzi.

Il refrain della mancanza di fondi (le biblioteche a Malta dipendono dal Ministero dell'Istruzione), infine, mi fa pensare che davvero tutto il mondo è paese: l'importanza degli istituti culturali per lo sviluppo di un paese si scontra sempre con i tagli che colpiscono, molto spesso per primo, il settore culturale.

Gli interessati possono trovare ulteriori informazioni nel sito web di MaLIA: http://www.malia-malta.org/

fava@aib.it


FAVA, Ilaria. Qui Europa. Essere bibliotecari a Malta «AIB notizie», 22 (2010), n. 4, p. 6

Copyright AIB 2010-10, ultimo aggiornamento 2010-11-01 a cura di Ilaria Fava
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