[AIB] AIB notizie 23 (2011), n. 2
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Appunti da Bibliostar

Gianluigi D'Elia Accica

"È indubbio [quindi] che occorra stare al passo con i tempi e studiare le proposte innovative del settore senza paura di perdere ciò che già abbiamo. Per tale motivo, pur essendo io stesso un grande estimatore del libro cartaceo, non si può chiudere gli occhi e ignorare che l'avvento del digitale e dell'e-book porterà sicuramente ad una trasformazione del modello bibliotecario tradizionale".
(Massimo Buscemi, Assessore alla Cultura Regione Lombardia, 3-4 marzo 2011)

Anche quest'anno, puntualmente, si è svolto a Milano, il 3 e il 4 marzo scorsi, presso lo storico Palazzo delle Stelline di Corso Magenta 61, la due giorni di appuntamento di tutti i bibliotecari italiani. Un appuntamento come sempre emozionante e coinvolgente, giunto alla sua sedicesima edizione, quest'anno svoltosi in un clima particolare perché sottolineato dai 150 anni dell'Unità d'Italia, (di qui il titolo: "L'Italia delle biblioteche: scommettendo sul futuro in occasione del 150° dell'Unità nazionale"), la cui celebrazione è stata l'occasione per pensare al futuro partendo dal nostro passato. Un titolo che si propone di approfondire la specificità del caso italiano nel contesto internazionale, mettendo in evidenza il cammino percorso finora, le anomalie, gli obiettivi che ci attendono ed il cui scopo dichiarato è stato "fare il punto della situazione attuale del mondo bibliotecario italiano, evidenziando in particolare il significato e i modi dell'appartenenza ad una specifica dimensione nazionale, con lo sguardo rivolto al futuro".

Sotto un cielo plumbeo ma a tratti sereno, Milano ha riaccolto più di 2.500 tra bibliotecari, docenti universitari, ricercatori ed operatori culturali giunti da ogni parte del Paese ed accumunati dal comune denominatore del "lavoro con o nel libro". Molto alto il rilievo degli argomenti trattati quest'anno, volti ad approfondire i mutamenti intervenuti nei modelli gestionali e nella cultura della biblioteca, problematiche, che in una fase di difficoltà globale, vedono le aziende impegnate ad offrire soluzioni per affrontarla tenendo alta la qualità dell'offerta. C'è stata inoltre – a contorno delle relazioni – l'esposizione di servizi, tecnologie e arredi per le biblioteche: una mostra che ha visto la partecipazione di circa 110 aziende espositrici, rappresentative dell'intero panorama dei servizi offerti alle biblioteche in contemporanea al convegno ed in collaborazione con autorevoli partner istituzionali e professionali, che dagli esordi hanno garantito un alto livello scientifico ed una grande e costante partecipazione di bibliotecari e operatori del settore. In un clima sereno, festoso e cordiale, bibliotecari e professionisti del libro di quasi ogni città, provincia, e regione si sono incontrati, hanno parlato, si sono confrontati ed assieme hanno fatto il punto della situazione nel susseguirsi di dibattiti, conferenze, tavole rotonde o, più semplicemente, conviviali scambi di saluti seduti ad un tavolo davanti ad un caffè o ad un primo piatto.

Le relazioni principali, in programma nella Sala Manzoni, tutte di uguale interesse e tenore, hanno fatto breccia tra storia ed attualità, antico e moderno in alternanza. Si sono succedute una dopo l'altra riflessioni e ricostruzioni sul/del passato come attuazioni delle moderne tecniche ausiliarie, secondo la seguente scaletta di argomenti:

Interventi di precisione, pieni di dati tecnici, e livello elevatissimo dal primo all'ultimo. Un susseguirsi che ha fatto luce su informazioni, dati, ma anche nozioni tecniche e, senza alcun dubbio, valutazioni sul futuro con azzardi di anticipazioni di ciò su cui potremo ragionare non solo adesso ma anche fra qualche anno. Ogni relazione, come una tesi argomentativa, presentava valutazioni, statistiche, bilanci, ma anche scoperte, proposte, idee. Molte e puntuali sono state le informazioni di "mappatura" dei frequentatori di biblioteche (chi, dove, quando e perché); i dati storici che, alla mano, dimostrano le evoluzioni dei sistemi bibliotecari, a cosa hanno portato, quali e se vi sono stati benefici raggiunti; l'apporto decisivo di Internet per bibliotecari e lettori (l'introduzione di SBN e degli OPAC, i social network, gli attualissimi e-books). E i bibliofili? Tutto ciò è giovato, giova e gioverà ancor più ai bibliofili, siano essi professionisti-bibliotecari o fruitori-lettori. Ogni singola esperienza raccolta giunta da ogni parte d'Italia, così come ogni ricerca storico-archivistica effettuata sulle origini per poi approdare all'odierno, hanno offerto uno scenario di riferimento sia teorico che, soprattutto, pratico. E, forse più interessanti di tutte, le risposte che diversi dirigenti o rappresentanti di istituti culturali hanno dato concernenti ai pochi fondi economici con i quali battagliano quotidianamente. Risposte che hanno riportato l'immagine di un Paese diviso solo in apparenza, ma uguale culturalmente se, in gioco, c'è lo spirito di corpo e la volontà di aggiornamento di chi non ha assolutamente intenzione di abbandonarsi allo sconforto magari di conti che tornano sempre di meno.

Platea numerosa anche alle relazioni del 3 marzo nella Sala Bramante, nella quale si è svolto un seminario decisamente degno di essere sottolineato per l'estrema attualità ed importanza per la vita della maggior parte dei nostri istituti di conservazione, dal titolo "Conservare il passato progettando il futuro: iniziative ed esperienze di tutela e prevenzione" (ore 11.30-17.30). Anche qui, secondo la scaletta del programma, hanno preso la parola autorità specifiche del settore: Ornella Foglieni, Andrea Ilari, Raffaella Vincenti, Cesare Guerra, Christiane Baryla (in "Conservare il passato tra tradizione e innovazione: esperienze di grandi biblioteche storiche a confronto: tutelare fondi antichi attivando nuovi servizi"); Rosaria Campioni, Massimo Pistacchi, Tiziana Mazzali, Letizia Sebastiani, (in "Conservare il presente fra tradizione e innovazione: esperienze di conservazione del patrimonio moderno librario, fonoaudiovisuale e digitale nel deposito legale"); Maria Barbara Bertini, Danielle Mincio, Maria Cristina Misiti, Marco Lombardi (in "Salvare il salvabile: prevenire le ‘emergenze', quale formazione per professionisti e volontari?"), ed infine le "Comunicazioni e conclusioni" di Luciano Sassi (Conservatore o restauratore in biblioteca e archivio?") e Giorgio Spadoni ("Esperienze concrete di tutela, prevenzione, pronto intervento e restauro").

Altrettanto degno di nota è stato un altro seminario: "Dal locale al globale: l'esperienza di rete dei Centri di Documentazione Europea attraverso il Wiki dei CDE italiani", a cura della Rete italiana dei CDE (www.cdeita.it) con la partecipazione di Isolde Quadranti, Sergio Butelli, Tiziana Dessi, Francesco Garza e Laura Testoni.

È lecito, in conclusione, riflettere allora se possa esistere una "italianità delle biblioteche" e, soprattutto, se noi professionisti del settore (bibliotecari-archivisti-operatori museali) siamo ancora pronti a credere in noi stessi, ad un futuro di riscatto per il Paese. La risposta è sì, ma non sarà a carattere retorico se e solo se continueremo a metterci in gioco. Oggi più che mai. Porsi in gioco non è una mania di ripetizione "ossessivo-compulsiva" di un vecchio stilema, perché, altrimenti, non saremo qui a discuterne. È la "scommessa" sul futuro che ci dà l'arrivederci al prossimo anno, con tante altre idee, progetti ed esperienze di maturazione. Se la risposta è ancora sì allora, forse, "il futuro è già cominciato" veramente…

xwzgian@libero.it


ACCICA D'ELIA, Gianluigi. Appunti da Bibliostar «AIB notizie», 23 (2011), n. 2, p. 6-7

Copyright AIB 2011-05 ultimo aggiornamento 2011-05-13 a cura di Ilaria Fava
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