[aiblogo3a] Associazione italiana biblioteche. Pubblicazioni
Carla Basili. Internet come strumento per la catalogazione retrospettiva?

Il recupero del retrospettivo è un'operazione di precisione, che richiede accurata progettazione e pianificazione; Internet - allo stato attuale - manca, invece, delle caratteristiche di affidabilità e precisione necessarie per questo tipo di attività, come illustreremo brevemente. Di qui il punto di domanda nel titolo di questo contributo, punto di domanda che di seguito ci accingiamo ad argomentare.

Internet non nasce per il bibliotecario

Internet nasce come progetto di ricerca ad uso del ricercatore e per un ventennio resta di esclusivo uso da parte della comunità accademico-scientifica.
Le prime applicazioni di rete nascono per agevolare la collaborazione a distanza tra laboratori di ricerca (posta elettronica), per usufruire in maniera condivisa di risorse di calcolo costose (collegamento remoto - telnet), per trasferire archivi di dati o di programmi per il calcolo scientifico (file transfer - ftp).
Questa matrice accademica ha dato luogo ad un ambiente che presenta due caratteristiche originali e, a nostro avviso, determinanti per l'affermarsi di Internet:
- le risorse informative sono fruibili gratuitamente;
- l'iniziativa e la creatività individuale sono lasciate libere di esprimersi.
Alcuni disapprovano questa atmosfera, definendola "anarchica", senza valutare che proprio questa anarchia è il punto di forza di Internet e la ragione stessa di tutto il suo sviluppo attuale e della sua evoluzione futura.
Questa temperie culturale, infatti, permea l'ambito Internet a tutti i livelli: il software è rilasciato gratuitamente, per essere controllato e collaudato (lo stesso protocollo di rete, il TCP/IP, si è andato costituendo come standard de facto con il meccanismo delle Request for comments, una procedura secondo la quale la proposta di standard veniva diffusa in rete per ricevere osservazioni e suggerimenti dopo il collaudo); il singolo individuo, attraverso il regolare contributo a liste di discussione, può affermarsi come esperto di riconosciuta competenza e autorità, e ciò non in virtù della sua posizione, ma grazie al valore ed alle capacità personali.
Abbiamo voluto dilungarci in queste argomentazioni - lontane, in senso stretto, dal problema del recupero del retrospettivo - perché volevamo sottolineare che Internet è una fucina di idee e di innovazione, che potrebbe dar luogo a soluzioni e modificazioni non ancora prevedibili anche per la concezione stessa del catalogo di biblioteca.

Internet non evolve secondo lo stile bibliotecario

Internet non evolve secondo lo stile bibliotecario; questa affermazione risulta evidente se analizziamo le caratteristiche, poco appetibili, dell'offerta di informazione in rete che risulta:
- priva di meccanismi di coordinamento del suo ciclo di vita, atti ad assicurare procedure universali di pubblicazione, di aggiornamento e di cancellazione della singola risorsa informativa; da ciò deriva una caratteristica molto "scomoda" dell'informazione in rete: la sua volatilità;
- non organizzata, né strutturata; numerosi sono i tentativi di organizzare l'informazione in rete, sia di matrice pratico/tecnologica - quali le guide all'informazione in Internet, i subject trees nel gopher, le guide attive e le biblioteche virtuali nel web - sia di matrice bibliotecaria - quali gli sforzi normativi del comitato MARBI dell'ALA per un ampliamento del formato MARC atto a descrivere le risorse informative di rete, o il progetto CATRIONA dell'Università di Bath che vuole estendere l'OPAC locale per includere le risorse di rete;
- orientata al testo completo e non alla descrizione bibliografica;
- orientata all'utente e non al bibliotecario.
Tutto ciò è in apparente contrasto con l'idea corrente di biblioteca virtuale, che vede Internet come una grande opportunità per la biblioteca e come lo strumento per potenziare i servizi bibliotecari.
Ma dobbiamo chiederci: per quali servizi bibliotecari?
Certamente per i servizi di reference e di recupero dell'informazione, nella direzione degli slogan "accesso contro possesso", "conservazione contro uso", "catalogo virtuale", che trasformano la logica del servizio al pubblico. In questa sfera l'unità informativa è il documento o la bibliografia ad uso dell'utente.
Per i servizi tecnici della biblioteca dei quali stiamo discutendo in questa sede, l'unità informativa deve essere la registrazione in formato MARC, o, comunque in un formato elaborabile da un calcolatore. Non basta quindi il documento o la descrizione bibliografica in formato stampabile, in quanto il recupero del retrospettivo prevede la produzione - originale o derivata - di una rappresentazione elettronica della descrizione catalografica.
Esiste tuttavia una classe di strumenti progettati per convertire archivi di riferimenti bibliografici, costruiti tramite downloading da fonti quali basi di dati bibliografiche o CD-ROM, in formati che possono essere importati da un sistema per la gestione di basi di dati.
L'elenco di questi strumenti, chiamati Bibliographic Conversion Tools, è disponibile all'indirizzo:

http://www.ecst.csuchico.edu/~jacobsd/bib/tools/converters.html

Ogni programma è descritto e accessibile direttamente; in molti casi viene anche fornito il commento dello sperimentatore, che è poi l'autore della guida.

L'influenza di Internet per il recupero del retrospettivo

Vediamo invece quale forma di influenza Internet può avere nei riguardi del recupero del retrospettivo.
Dobbiamo riconoscere che esiste una tendenza latente - specialmente nello scenario economico delle biblioteche italiane - a rimandare il costoso problema del recupero del retrospettivo, dando priorità ad attività che riguardano lo sviluppo corrente del servizio.
In primo luogo - a mio avviso - Internet sta dando rinnovato impulso alle attività di recupero del retrospettivo perché sta proponendo nuove sfide al catalogo.
Sforzi quali quelli di MARBI e di CATRIONA vanno infatti nella direzione di ampliare il catalogo locale per includere risorse informative di rete, il che può in qualche modo amplificare il disagio di non aver ancora completato il catalogo del posseduto locale.
Il concetto stesso, inoltre, di catalogo virtuale - un catalogo logicamente accessibile come unica entità, ma fisicamente distribuito su più nodi della rete - sottolinea, accentua ed esibisce di fronte a una comunità intercontinentale le disparità nel livello di automazione delle varie biblioteche.
Internet sta inoltre accelerando quel processo di trasformazione della logica del servizio verso l'utente e le sue esigenze personalizzate - trasformazione del resto già in atto da tempo nella comunità bibliotecaria, per esempio, con i servizi di disseminazione selettiva dell'informazione o di current awareness (aggiornamento permanente). Ricordiamo che il concetto di biblioteca virtuale si fonda su due elementi di base: l'accesso all'informazione e l'utente.
Si sta moltiplicando nella rete un insieme di strumenti in questa direzione, quali i servizi di filtro dell'informazione, di current abstracting, di indicizzazione di periodici sui quali non ci dilunghiamo perché esulano dal nostro tema.
L'orientamento all'utente, tuttavia, può influenzare la strategia-filosofia del recupero del retrospettivo, nel senso che privilegia un'espansione orizzontale del catalogo quanto più vasta possibile, rispetto ad una espansione verticale, che mira ad una descrizione quanto più accurata del singolo documento, a beneficio del potenziamento del recupero dell'informazione.
Partiamo da un assunto di base: se in biblioteca esiste un catalogo automatizzato, l'utente tende a consultare solo questo, senza curarsi del fatto che possa essere incompleto. Da qui scaturisce immediatamente che se un documento non è presente nel catalogo automatizzato, non risulta presente in biblioteca.
In linea con le tendenze dominanti in Internet, la strategia del recupero del retrospettivo, dunque, dovrebbe puntuare ad inserire quanto più materiale possibile nel catalogo in linea, seppure con una descrizione bibliografica minimale.

Gli strumenti di rete per la catalogazione retrospettiva

Passiamo ora ad esaminare alcune risorse che Internet offre per facilitare il recupero del retrospettivo.
Non ci soffermiamo sul fatto che tramite Internet è possibile connettersi con le agenzie bibliografiche, quali OCLC, in quanto ciò non cambia la natura del servizio che queste offrono.
Possiamo semplicemente elencare alcune risorse di rete utili per la gestione dell'informazione bibliografica.
Una iniziativa statunitense, e dunque focalizzata a quell'ambito, è la guida Internet resources for cataloging, di Vianne Tang Sha, reperibile all'indirizzo:

http://www.itcompany.com/inforetriever/cat.htm [Nota]

che descrive le biblioteche nazionali, le associazioni professionali, le utilities bibliografiche, una serie di sistemi per l'automazione di biblioteca, nonché un insieme di strumenti per la catalogazione, tra i quali Bibliographic Conversion Utility (BCU), così localizzato:

http://www.blpes.lse.ac.uk/misc/bcu.htm

espressamente pensato per la conversione tra formati bibliografici.
Tra le risorse europee citiamo l'iniziativa inglese NISS (National Information Services and Systems), all'indirizzo:

http://www.niss.ac.uk/reference/

NISS si configura come punto di raccordo e di ingresso unificato a fonti specificamente bibliografiche, offrendo una gamma di soluzioni alternative per il recupero di informazioni bibliografiche: fornitori commerciali di basi di dati, quali DIALOG, Data-Star, ESA/IRS, STN, OCLC; fonti bibliografiche ad accesso gratuito, quali CARL, BUBL; cataloghi di biblioteca e cataloghi di case editrici, archivi e manoscritti.
Alla luce delle nostre precedenti considerazioni sulla possibilità di estendere il catalogo alle risorse di rete, è significativo che NISS abbia posto come quarta categoria quella degli strumenti di ricerca per chiave dell'informazione in rete.
Un'altra iniziativa europea è il progetto Gabriel (GAteway and BRIdge to Europe's national Libraries), promosso dalla British Library, il cui obiettivo è costruire un unico punto di accesso alle biblioteche nazionali europee ed ai loro servizi.Ulteriori informazioni su Gabriel si possono trovare alla URL:

http://portico.bl.uk/gabriel/en/welcome.html

Conclusioni

Internet non nasce per il bibliotecario, anche se sta dando impulso ad alcune modificazioni nella filosofia del servizio all'utente.L'informazione in rete - lontana dai canoni dell'organizzazione bibliotecaria - è prevalentemente a testo completo più che nella forma di descrizione bibliografica.
Per quanto attiene più specificamente al recupero del retrospettivo, Internet è di scarso aiuto nella costruzione sistematica di un catalogo in formato elettronico, mentre può essere di supporto per la cattura di descrizioni catalografiche minimali, alle quali poi applicare le procedure di conversione necessarie, tramite strumenti quali Bibliographic Conversion Utility.
Anche avvalendosi di tale supporto, tuttavia, non vengono alleviate le "spine" di questa operazione, che richiede sempre e comunque tanto denaro oppure tanta buona volontà!

[Nota] Il presente URL sostituisce: http://asa.ugl.lib.umich.edu/chdocs/libcat/libcat.htm presente nell'originale cartaceo, ma non più attivo.


BASILI, Carla. Internet come strumento per la catalogazione retrospettiva?. In Catalogazione retrospettiva: esperienze nelle biblioteche del Lazio, p. 113-118.

HomePage AIB-WEB | Pubblicazioni AIB | Indice del volume
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 1997-12-16 a cura di Gabriele Mazzitelli