«Bibliotime», anno II, numero 3 (novembre 1999)


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Francesca Filograna

La legislazione dell'ente locale



Ivana Pellicioli, La legislazione dell'ente locale, Milano, Editrice Bibliografica, 1998, 2 v.

La pubblicazione di Ivana Pellicioli La legislazione dell'ente locale nasce come strumento di studio e di lavoro destinato sia a chi si appresta ad affrontare per la prima volta un concorso pubblico nel settore bibliotecario, sia a chi, già inserito in un contesto professionale, trovi opportuno aggiornare e approfondire le proprie conoscenze in ambito legislativo e organizzativo.

Il primo volume - Norme commentate e procedure amministrative con esempi pratici - si presenta sotto la forma di un prontuario di facile utilizzo, completo di quiz e relative soluzioni.

Una prima parte propone elementi di diritto amministrativo, privato e di organizzazione del comune, e prosegue commentando le leggi 142/90 (Ordinamento delle autonomie locali), 241/90 (Procedimento amministrativo e diritto d'accesso ai documenti) 127/97, meglio conosciuta come "Bassanini bis" (Snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo), e i recenti decreti legislativi 77/95 (Ordinamento finanziario e contabile degli enti locali) e 80/98 (Nuove disposizioni in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nelle amministrazioni pubbliche).

La seconda parte definisce in modo breve e chiaro la struttura e le competenze di Istituzioni e Fondazioni, e illustra nel dettaglio i principali atti della pubblica amministrazione e i contratti degli enti locali.

Una terza parte, infine, fornisce una serie di documenti/esempio concreti, adatti anche ad una consultazione rapida, just in time, di deliberazioni, convenzioni, capitolati d'appalto, determinazioni, bandi di gara, verbali, procedimenti per richiesta o erogazione di contributi, autorizzazioni e impegni di spesa.

Un'appendice offre sintesi e commento del Manifesto UNESCO e delle Raccomandazioni IFLA per le biblioteche pubbliche, terminando con un glossario.

Il secondo volume - Apparato legislativo - reca i testi integrali delle leggi prese in esame nel primo tomo, privi, come premesso in avvertenza, di ogni commento, al fine di permetterne l'utilizzo in sede di concorso.

La struttura e il contenuto del manuale ci sembrano soddisfare l'esigenza del futuro "addetto ai lavori" di acquisire una conoscenza, funzionale ai propri scopi, intorno ad un complesso legislativo specifico, a partire dal testo di legge in quanto tale, spogliato di qualsiasi glossa. Ciò può consentirgli di giungere, passando attraverso i preziosi suggerimenti dei commenti ai testi stessi, alla verifica e all'auto-correzione (forse una proposta di lettura rovesciata?) nella forma del quiz a risposta multipla, oramai divenuto una tipica prova di preselezione soprattutto per l'accesso a posti della 6ª qualifica funzionale, con lo scopo di snellire e accelerare i lavori delle commissioni alle prese con un numero sovrabbondante di partecipanti. Intorno all'efficacia di prove così fortemente nozionistiche - e talvolta maniacalmente specifiche - sull'accesso dei candidati alla vera e propria "Prova scritta a contenuto teorico pratico", si potrebbe disquisire in altra sede.

L'intento dell'autrice dei volumi in rassegna è, con ogni evidenza, quello di porre l'accento sui nuovi mots-noeuds dell'attuale dibattito politico e sociale del nostro paese, in questo lungo, complesso e - ci si augura - fecondo momento di innovazione e di rinata attenzione verso la norma in quanto oggetto - ma anche strumento - di semplificazione. Come è stato da più parti rilevato, infatti, l'intrico legislativo che sino ad oggi ha appesantito lo sviluppo e l'evolversi di determinati settori, primo fra tutti quello della cultura, va più che mai sciolto, snellito, "personalizzato" e finalizzato alle esigenze delle singole realtà locali.

Non a caso l'autrice propone e commenta le norme laddove esse presentano gli elementi cruciali dell'innovazione.

Già a una prima lettura è facile rintracciare un insieme di idee chiave che ricorrono di frequente nello scenario politico-amministrativo attuale, dominato da trasformazioni di varia natura. Sono i concetti di cooperazione e collaborazione tra enti come superamento del contrasto centralismo-decentramento, efficienza e qualità dei servizi, programmazione, integrazione, trasparenza e diritto di accesso ai documenti amministrativi, partecipazione, riduzione del controllo preventivo sugli atti, decentramento e rafforzamento delle autonomie locali, sviluppo armonico delle collettività, aziendalizzazione, responsabilità dei dirigenti e dei singoli dipendenti, neutralità dell'apparato burocratico, separazione tra indirizzo/controllo e attuazione/gestione, controllo di produttività e non soltanto di mera conformità alla legge, direzione per obiettivi versus direzione per compiti, cultura della domanda versus tirannia dell'offerta e, last but not least, i concetti di federalismo culturale e di autonomia gestionale (quest'ultima un vero e proprio trampolino di lancio per la biblioteca pubblica).

In rilievo, dunque, i modi di essere della società attuale, la cui presenza si fonda sull'importanza politica ed economica dell'informazione e la cui sussistenza poggia sui modi di possedere, organizzare e comunicare l'informazione. Non a caso si è già da tempo identificata quale nuova vocazione della biblioteca quella di fungere e agire da sistema informativo plurale, permettendo al cittadino di esercitare il diritto di accedere al docuverso e alla conoscenza come partecipazione al potere. Così pure il nuovo ruolo del bibliotecario dovrebbe essere quello di operare non più solo da intermediario ma da architetto dell'informazione, o knowledge manager, in grado, cioè, di fornire all'utente non soltanto prodotti su richiesta ma un insieme di information handling skills. Le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione non cambiano, quindi, soltanto i modi del lavoro, ma ne modificano la sostanza permettendo di ottimizzare i servizi.

Ecco, quindi, emergere con evidenza il ruolo fondamentale del Comune quale struttura primaria dell'autonomia locale, "ente di gestione di servizi che abbiano per oggetto la produzione di beni e lo svolgimento di attività volte a realizzare fini sociali e promuovere lo sviluppo economico e civile delle comunità", in grado di autodeterminarsi attraverso lo statuto ed una competenza regolamentare decisamente ampliata.

Basta, in questo contesto, riflettere sul passato, per comprendere quanto le chances innovative contenute nella legge abbiano delineato, pur tra zone d'ombra, inadempienze, ritrosie e conflitti tra principi e dettagli, il nuovo assetto della pubblica amministrazione, tracciando i profili del riassestamento e del buon andamento dopo un lungo periodo di crisi.

Si è trattato, come è stato osservato, di una crisi di tipo fiscale e, ancor più, di una depressione causata dall'eccessiva penetrazione dello Stato nella vita economica e sociale e da interventi legislativi rigidi, vincolanti e inefficaci. E da tempo si ribadiva la necessità di superare il formalismo giuridico attraverso puntuali interventi di deregolamentazione ed un adeguamento dell'impianto organizzativo al fine di garantire la funzionalità nella legalità, e "il passaggio da un tipo di amministrazione che agisce per adempimenti a un altro che opera per risultati".

I servizi pubblici - sociali e culturali - dunque, che in un simile scenario hanno lungamente sofferto di carenze e disagi, divengono oggi, alla luce della nuova legge, la chiave del processo di rinnovamento, e definiscono le condizioni stesse della sperimentazione di nuove modalità organizzative e strategie operative a partire dalla dimensione locale.

Gli istituti bibliotecari assumono, in quest'ottica, un valore strategico, qualunque sia la forma di gestione prescelta, e il bibliotecario vede modificarsi il proprio ruolo, le proprie competenze e, soprattutto, la consapevolezza delle proprie funzioni e gli ambiti di responsabilità.

Ma a ciò spetta un ampio e dettagliato contributo a parte.

Concludendo ci sembra di potere auspicare che ogni approccio avanzato possa essere reso, in ultima analisi, operativo e funzionale, rovesciando certa mentalità politica, rimuovendo resistenze, favorendo sinergie tra biblioteche, enti pubblici ed enti privati.

I contorni dell'interazione tra centri decisionali e società si fanno dinamici, le linee corrono per coincidere e la ri-definizione degli equilibri si sfaccetta e può essere progettata soltanto riconoscendo il passo del mutamento.


Francesca Filograna - e-mail: filograna@mclink.it



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