«Bibliotime», anno III, numero 3 (novembre 2000)


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Gabriele Mazzitelli

Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane



AIB, Gruppo di lavoro "Gestione e valutazione", Linee guida per la valutazione delle biblioteche pubbliche italiane. Misure, indicatori, valori di riferimento. Roma, AIB, 2000, 127 p. ISBN 88-7812-078-2. L. 30.000.

La pubblicazione di questo volume rappresenta il coronamento di un lungo lavoro che ha visto impegnato il gruppo "Gestione e valutazione" dell'AIB, coordinato da Giovanni Solimine. Lo scopo del volume è ben dichiarato nell'introduzione: "la creazione di uno strumento di lavoro che possa contribuire al consolidamento tra i bibliotecari italiani di una consuetudine costante alla rilevazione dei dati statistici secondo criteri normalizzati", nella convinzione che "una volta che si sarà affermata una prassi omogenea per la raccolta dei dati e che saranno disponibili per tutto il territorio nazionale indicatori calcolati allo stesso modo, e quindi confrontabili, tutti avremo fatto un notevole passo avanti: ogni biblioteca potrà confrontare i propri dati con i valori di riferimento che qui vengono offerti, potrà aggiornarli, potrà utilizzarli per costruire uno strumento di autovalutazione e di confronto su base territoriale".
Per raggiungere questo obiettivo vengono proposte dodici misure utili per la rilevazione dei dati e quindici indicatori. Le misure, proposte in ordine alfabetico e numerate progressivamente, vengono presentate secondo uno schema uniforme: viene fornita la definizione, viene descritta la periodicità e modalità di rilevazione in cui si "illustrano le tecniche standard di misurazione", vengono indicate anche altre possibili misure. Non mancano, naturalmente, delle annotazioni e delle considerazioni a commento, con l'utilissimo corredo della modulistica necessaria per la rilevazione dei dati, utilizzando appunto le misure suggerite che sono: Acquisti, Area dei servizi al pubblico, Dotazione documentaria, Iscritti al prestito, Orario di apertura, Periodici correnti, Personale, Popolazione, Prestiti, Spesa, Transazioni informative, Visite.
Se l'attività di misurazione è il primo passo necessario per una valutazione dei servizi della biblioteca, la possibilità di un effettivo utilizzo dei dati raccolti viene realizzata con l'elaborazione di indicatori appropriati. Infatti: "una valutazione corretta sia delle risorse che dei risultati deve tener conto - se vuole evitare il rischio di una autoreferenzialità estranea alla vocazione e alla natura stessa delle biblioteca di pubblica lettura - non solo dei valori quantitativi assoluti e della loro evoluzione nel tempo ma anche della loro adeguatezza rispetto alla realtà specifica in cui la biblioteca opera e in particolare rispetto alla comunità locale alla quale la biblioteca ha l'obbligo di fornire servizi di informazione e lettura". Obiettivo dell'indicatore è quello di mettere in relazione risorse e prestazioni con l'utenza potenziale o tra di loro, in modo da ottenere un valore che possa rappresentarne l'adeguatezza rispetto agli scopi che la biblioteca deve avere.
Anche la presentazione dei quindici indicatori segue uno schema uniforme che comprende: denominazione e definizione; formula di calcolo, uso e interpretazione, indicatori correlati inerenti al medesimo aspetto, categoria di riferimento, funzione valutativa e fonti.
I primi sette indicatori sono relativi "agli input, alle risorse di cui la biblioteca dispone e alla loro adeguatezza rispetto alla popolazione, ossia all'utenza potenziale che la biblioteca è chiamata a servire": Indice di superficie, Indice di apertura, Indice della dotazione di personale, Indice di spesa, Indice della dotazione documentaria, Indice della dotazione di periodici, Indice di incremento della dotazione documentaria.
Gli altri otto indicatori "esprimono invece gli output, il risultato delle prestazioni, e testimoniano l'orientamento al servizio della biblioteca, l'efficacia della sua azione e la sua efficienza di gestione": Indice di impatto, Indice di prestito, Indice di circolazione, Indice di fidelizzazione, Indice di frequentazione, Indice di affollamento, Indice quantitativo del servizio di reference, Indice di costo dei servizi.
Naturalmente non è detto che una biblioteca debba necessariamente utilizzare tutti gli indicatori, ma "a seconda della dimensione, della complessità dell'organizzazione e soprattutto degli obiettivi particolari che intende realizzare utilizzerà gli strumenti di monitoraggio più adeguati".
Come ben riepilogato dalla classificazione per categorie di riferimento, la funzione valutativa dei quindici indicatori consente di ottenere informazioni utili sull'accessibilità, l'efficacia, l'efficienza, l'impatto e la vitalità di una biblioteca.
La terza parte del volume è dedicata alla valutazione, vale a dire all'"interpretazione di quanto ci dicono gli indicatori e della correlazione fra essi, allo scopo di ricavarne suggerimenti di carattere operativo, individuando i settori su cui intervenire per ottenere dalla biblioteca nel suo complesso un livello più elevato di performance". Per questo motivo vengono presentate alcune metodologie di autovalutazione e di valutazione comparativa della qualità con l'avvertenza che è necessario per questo scopo, avere a disposizione valori di riferimento e standard quantitativi con i quali confrontarsi.
Proprio a causa della peculiarità italiana, brevemente ma efficacemente descritta in un paragrafo dal titolo Il panorama nazionale, il gruppo di lavoro dell'AIB non si è sottratto alla definizione di standard minimi che "forniscono i valori che possono essere considerati come condizioni essenziali che vanno assolutamente rispettate da chi intende istituire una biblioteca o desidera che una biblioteca venga riconosciuta come tale", valori che non sono stati elaborati a tavolino ma sono il risultato di rilevazioni effettuate in quelle biblioteche italiane che "pur operando in situazioni di debolezza, appaiono in grado di fornire un livello di servizi minimamente accettabile".
Allo stesso modo viene fornito uno standard obiettivo per la programmazione della crescita, basato su un sistema di confronto che consente ad ogni biblioteca di prendere come riferimento non dei dati assoluti, ma di scegliere la fascia all'interno della quale può essere ragionevolmente compresa per darsi degli obiettivi realistici.
Il volume è chiuso da un'appendice in cui vengono presentati alcuni schemi di controllo "attraverso i quali la biblioteca può aiutarsi nell'individuare le correlazioni tra i diversi fenomeni, in un'ottica sistemica tendente da analizzare la ricaduta di ciascuna attività sulle altre" e da una serie di riferimenti bibliografici.
Se la pubblicazione nel 1999 presso Olschki del libro La valutazione delle biblioteche pubbliche. Dati e metodologie delle indagini in Italia di Anna Galluzzi (che ha, per altro, attivamente collaborato alla realizzazione e alla redazione anche di queste Linee guida) ha consentito di avere finalmente un panorama di riferimento preciso per quanto attiene alla situazione delle biblioteche pubbliche italiane, presentando un quadro pieno di molte ombre e di poche luci, la realizzazione di queste Linee guida consente adesso di avere a disposizione uno strumento che fornisce una base di partenza 'valida per tutti'.
Pur con tutta la prudenza del caso, ogni biblioteca pubblica italiana può d'ora in poi utilizzare misure e indicatori unitari, in modo da fornire dati davvero attendibili per la misurazione e la valutazione dei propri servizi: si tratta di un'enorme passo in avanti per il nostro mondo bibliotecario, così poco abituato ai confronti virtuosi e spesso condannato, per ragioni storiche e spesso non eludibili, all'autoreferenzialità. Queste Linee guida sono utilissime anche perché possono rappresentare uno strumento con il quale richiamare gli amministratori locali al rispetto di standard minimi di servizio, rivendicando le necessità 'vitali' di una biblioteca che voglia davvero rispondere alle esigenze dei suoi utenti.
Va anche sottolineato lo sforzo degli autori di presentare la materia in maniera molto discorsiva, in modo da evitare qualsiasi timore dei potenziali utilizzatori nell'affrontare tematiche spesso ritenute ostiche.
Credo che debba essere sottolineata anche la volontà di offrire uno strumento 'pratico', facilmente 'adottabile', 'calibrato' sulla realtà italiana: in questo senso la presentazione di valori di riferimento appare come una scelta molto intelligente che dimostra come il gruppo di lavoro dell'AIB si sia posto in un'ottica molto realistica, spinto dal desiderio di non iscrivere sempre nel libro dei sogni la speranza di migliorare la qualità del nostro servizio bibliotecario di pubblica lettura. Una speranza che, ovviamente, mi auguro che non venga delusa.


Gabriele Mazzitelli, Biblioteca Area Biomedica - Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", e-mail: mazzitelli@biblio.uniroma2.it



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