«Bibliotime», anno IX, numero 3 (novembre 2006)

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Serena Sangiorgi

La revisione delle RICA



Alberto Petrucciani, Seminario "La revisione delle RICA", Bologna, 21 febbraio 2006.

Un recente, acceso dibattito nella lista AIB-CUR sui "nuovi Opac", e loro funzionalità e caratteristiche, ha sottolineato anche un fondamentale aspetto strutturale: l'opportunità di rivedere le regole di catalogazione su cui gli OPAC stessi si basano [1].

In questo contesto non sarà inutile tornare alla presentazione dello stato dei lavori Commissione RICA [2] fatta da Alberto Petrucciani lo scorso febbraio a Bologna [3], quale seminario di aggiornamento introduttivo all'assemblea regionale dei soci. La partecipazione di moltissimi bibliotecari e il dibattito vivace seguito all'esposizione hanno confermato quanto il tema sia considerato importante nella comunità professionale.

Favorito da un ambiente "non formale", Petrucciani ha iniziato con una breve storia della Commissione, prevista sin dal decreto di approvazione delle RICA stesse del 1978 [4] ma insediata nel 1996-97 perché, come ha ricordato il relatore con ironia, non tutti erano proprio convinti della "necessità" di tornare sui Principi di Parigi… I lavori sono iniziati da un "grado zero" di rilettura delle RICA, con due sostanziali punti fermi: l'aggiunta delle "definizioni" come già presenti nelle diverse edizioni dei vari ISBD, e l'ampliamento dell'applicabilità a tutti i materiali oggi disponibili, non ai soli prodotti a stampa.

Un primo momento di confronto, già nel 1998, è stato il seminario La catalogazione verso il futuro, organizzato dall'ICCU a Roma [5], perché anche nelle altre nazioni era ed è in corso un processo analogo di ripensamento (l'autorità principale a livello internazionale è Tom Delsey, all'opera sulle AACR). All'Italia viene riconosciuto un notevole primato: è stata la prima e la migliore nell'analisi applicata del documento IFLA, quello che porta alla genesi di FRBR, per intendersi: tutti infatti sono d'accordo che i cataloghi sono cambiati, ma non esiste una disamina puntuale del come e del perché.

E' certo però che si è verificato un "inquinamento delle procedure" e delle mentalità stesse di catalogazione, indotto dalla pratica delle ricerca libera e dei troncamenti, che ha generato l'errata convinzione che la normalizzazione non è più una priorità, mentre invece è ancora chiaro il perché sia necessaria quando ci si imbatte ad esempio nelle iniziali puntate di nomi propri e sigle.

Altro problema squisitamente catalografico oggi sottovalutato è la funzione del rinvio: chi cercherebbe Italo Svevo sotto Ettore Schmitz? Certo, ma la sua tesi di laurea e le opere giovanili sotto vero nome, non sotto lo pseudonimo che lo rese famoso, non sono altrimenti rintracciabili che con un corretto rinvio. Oppure, come attualmente capita, se un autore cambia nome - ad esempio diventando mussulmano - non si può certo aspettare di valutare se sia più famoso con il vecchio nome o con il nuovo… Oltre all'utente quindi il rinvio aiuta anche il bibliotecario a non commettere errori di attribuzione. Costituisce anche un ineliminabile ponte per le metainterrogazioni: gli autori latini, che all'estero sono "tradotti" in lingua locale, e per i titoli uniformi nelle diverse lingue; e infine, con il crescere della mole dei cataloghi, è importante per rifinire, delineare e sottrarre le informazioni simili ma non pertinenti.

Un secondo momento significativo del processo di revisione sono state nel 2002 le Giornate di studio "Catalogazione e controllo di autorità" [6], in cui sono stati presentati i contributi teorici più importanti, che segnano le linee guida dell'intero riesame.

La Commissione diretta da Giovanna Merola ha lavorato al ritmo di revisione di due capitoli all'anno delle RICA, con fine lavori prevista per il 2007, producendo sino ad ora ben 180 pagine con più di mille esempi di cui la metà relativa a casi di problemi relativi alle intestazioni di Enti: un lavoro faticoso, che ricorda più le ricadute normative dopo il convegno di Parigi - conclave di delegazioni ufficiali molto convinte della svolta da attuare - che non i lavori "incerti" seguiti al convegno di Francoforte [7].

Eppure non si tratta di una rivoluzione, non si operano grosse differenze rispetto alla edizione corrente delle RICA: si tratta di puntualizzazioni, chiarimenti e adeguamenti al nuovo ambiente catalografico. Ad esempio, è un fatto che non esistano più le "sale di consultazione" di una volta, con strumenti bibliografici unici ammessi per la creazione del record: lo è ora l'uso prevalente, con ammissione di tutte le fonti disponibili, Internet compresa, per la determinazione della forma delle intestazioni.

Altro problema basilare il rapporto tra titoli, opere ed edizioni, finora inteso come singola scheda in rapporto diretto, lineare e "piatto", che deve essere reso in modo più tridimensionale, più adatto a una navigazione reticolare, anche questa indotta dall'uso della rete.

All'esposizione dei principi di base della revisione delle regole RICA è seguito un dibattito vivacissimo e molto partecipato, che ha coinvolto anche aspetti più legati al risultato (il catalogo nazionale, la pratica di SBN) che alla teoria delle regole.

Giuliana Bassi, che ha seguito SBN dalla sua nascita, ha ricordato come da studi effettuati su OCLC l'85% delle pubblicazioni sia stato edito una sola volta, e quindi solo il 15% delle stampe catalogate sia presente più volte in Indice: eppure una percentuale così apparentemente piccola rende indispensabile il ricorso a seri e robusti Authority files, proprio per la natura distribuita della catalogazione italiana, spesso "periferica", cioè lontana dai centri di riferimento nazionali. A questo proposito ha ricordato anche come l'attività di controllo e di correzione da parte dell'ICCU andrebbe aumentata e potenziata, per ottenete un catalogo più preciso per l'utenza e riferimenti più certi per i catalogatori. Altro problema aperto per questi ultimi è la trattazione dei legami tra i record bibliografici, evidentissimo nel caso di periodici (cambiamenti di titolo) e loro allegati, che appesantiscono inutilmente i tracciati del catalogo.

E' stato poi richiesto un chiarimento relativo a un materiale non librario, le fotografie, le quali sono spesso anonime, cioè non attribuibili ad un fotografo definito. Petrucciani conferma che è stata data una soluzione introducendo la possibilità di attribuzione all'ente "studio fotografico" sinora non esistente nel codice delle regole.

Sono infine emersi due interessanti problemi: la "qualificazione" del nome autore e la conseguente problematica di intestazione "principale/secondaria", sono oggi superate, troppo legate alla concezione della vecchia scheda cartacea? Petrucciani risponde che si tratta più di problemi legati al software di catalogazione che alle regole di catalogazione: è anzi provato che la definizione accurata della funzione nome/autore è tanto più importante per ottenete risultati precisi in ambiente elettronico, riducendo il rumore della risposta all'interrogazione dei database.

A conclusione del seminario, Petrucciani ha ricordato come in un catalogo sia più importante la qualità della quantità, soprattutto in ambito partecipato e distribuito qual è quello di un catalogo nazionale: un impegno che sicuramente tutti condividiamo.

Serena Sangiorgi, Biblioteca Politecnica - Università di Parma, e-mail: serena.sangiorgi@unipr.it


Note

[1] Gli archivi della lista sono accessibili agli iscritti a partire da <http://list.cineca.it/archives/aib-cur.html>.

[2] Ampia illustrazione delle linee di lavoro, testi dei documenti finora prodotti, e link ai principali convegni sull'argomento sono reperibili a: <http://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=94>; altri materiali correlati di notevole importanza sulle pagine AIB: <https://www.aib.it/aib/commiss/catal/rica01.htm> e della Sezione Toscana AIB: <https://www.aib.it/aib/sezioni/toscana/conf/cfrbr.htm>.

[3] Last but not least di una serie iniziata nel 2005, e i cui riferimenti sono disponibili negli archivi della lista AIB-CUR; su questa attività di revisione si veda anche l'articolo pubblicato dallo stesso Petrucciani sul Bollettino AIB e disponibile a: <https://www.aib.it/aib/boll/2005n2.htm>.

[4] "Il Ministro per i beni culturali e ambientali (…) considerata la necessità di istituire una Commissione permanente che curi il costante aggiornamento e le eventuali semplificazioni delle predette regole (…)", decreto che apre il testo delle RICA.

[5] Parte dei contributi sono stati pubblicati sul Bollettino AIB <https://www.aib.it/aib/boll/1998n2.htm>; gli atti completi sono invece disponibili a stampa: La catalogazione verso il futuro: normative, accessi, costi. Atti del seminario. Roma 13 marzo 1998 (1998).

[6] Testi ed eventuali diapositive disponibili a: <http ://www.iccu.sbn.it/genera.jsp?id=96>.

[7] Ad esempio la revisione delle AACR2: ne è stato redatto un draft molto ampio ed elaborato che è stato poi però abbandonato (non completato e finito) per la decisione di cambiare titolo e impostazione sia delle parti che del contenuto (quindi è in corso la redazione di nuovi draft, diversi).




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