«Bibliotime», anno V, numero 2 (luglio 2002)

Precedente Home Successiva



Fabrizia Bevilacqua

La biblioteca dell'accesso: teoria e pratica della biblioteca verso il digitale



Il 10 giugno 2002 si è svolto presso l'Università di Parma un'incontro dal titolo "La biblioteca dell'accesso: teoria e pratica della biblioteca digitale". Per il terzo anno consecutivo [1] il Dipartimento di Beni Culturali, Sezione Beni Librari dell'Università di Parma e la Sezione Emilia- Romagna dell'Associazione Italiana Biblioteche hanno in questo modo promosso un incontro tra i bibliotecari e gli studenti del corso universitario "Organizzazione informatica delle biblioteche" sul tema della biblioteca digitale.

Il seminario quest'anno ha preso in esame il processo di trasformazione delle biblioteche tradizionali in biblioteche digitali, sia attraverso l'analisi di alcune realizzazioni nel campo dei servizi di informazione elettronica, della didattica e della digitalizzazione, sia attraverso una riflessione sul significato e sulle implicazioni sociali e culturali della biblioteca digitale.

L'introduzione dell'incontro è stata affidata a Michele Santoro, Presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche - Sezione Emilia-Romagna. Santoro ha osservato come nell'ambito del dibattito sulle funzioni della biblioteca sia attualmente riconoscibile una tensione tra una visione "tradizionale", decisamente ancorata alle funzioni di tutela e conservazione, e una concezione all'opposto ispirata a un vero e proprio 'determinismo tecnologico', per cui la tecnologia disponibile sarebbe il motore delle trasformazioni in atto nel mondo delle biblioteche. Secondo Santoro è necessario interrogarsi sugli aspetti etici e sociali che le risorse digitali mettono in campo: l'organizzazione di servizi di informazione, che richiedono la disponibilità di costose risorse tecnologiche, ed il possesso di specifiche conoscenze, possono costituire infatti un fattore di discriminazione nei confronti delle fasce più disagiate degli utenti, a meno che la biblioteca non assuma una funzione di supporto e di formazione. D'altra parte le risorse tradizionali, per quanto affiancate dalle quelle digitali, continueranno a rimanere un'indispensabile fonte di informazione per la comunità degli utenti. Missione del bibliotecario sarà dunque quella di sviluppare una strategia dell'accesso attenta agli aspetti etici della professione e volta a favorire l'integrazione delle risorse informative disponibili, siano esse cartacee o digitali.

La prima parte dell'incontro è stata dunque dedicata alla presentazione delle ricerche svolte dagli studenti nell'ambito del corso "Organizzazione informatica delle biblioteche", che hanno riguardato i temi dell'editoria elettronica per la didattica e la ricerca, e gli sviluppi digitali del servizio di reference.
Per il primo tema, gli studenti Isabella Canu, Luisa Garavet, Paolo Marenghi, Rosaria Romano, Cecilia Simonazzi e Fabrizia Tassoni, hanno analizzato tre progetti: il primo è K 12 della Library of Congress, che ha portato allo sviluppo di un archivio digitale (con documenti, film, fotografie, manoscritti e brani sonori) riguardante la storia e la cultura degli Stati Uniti, correlato a una serie di strumenti didattici, particolarmente pensati per i bambini, con lo scopo di facilitare l'apprendimento [2]; il secondo, JSTOR [3], offre invece un archivio elettronico integrale di articoli di periodici, selezionati per qualità e importanza scientifica, nell'ambito delle discipline umanistiche e delle scienze sociali; infine è stato esaminato il progetto Firenze University Press [4], attraverso cui l'Università di Firenze, divenuta editrice dei prodotti dell'attività interna di ricerca e di didattica, cura la pubblicazione di periodici elettronici e documenti digitali collegati a documenti cartacei (stampa on-demand) e lo sviluppo di servizi innovativi per la comunità accademica, quali l'archivio elettronico di pre-print e la produzione di dispense.

Gli studenti hanno sottolineato i vantaggi della conversione dal cartaceo al digitale: aiutare la comunità scientifica a usufruire dei progressi delle tecnologie dell'informazione, consentire alle biblioteche un risparmio negli spazi destinati alle raccolte, accrescere enormemente l'accesso alla letteratura scientifica da parte di studenti e ricercatori, offrire soluzioni tecnologiche ai problemi relativi alla preservazione delle pubblicazioni a stampa, incrementare la collaborazione tra biblioteche nel campo dell'accesso alle risorse.

Di seguito, gli studenti Silvana Duò, Alessio Galbiati, Alessandro Granata e Valeria Mantovan hanno invece analizzato due progetti legati all'evoluzione del servizio di informazione bibliografica in ambiente digitale: il progetto CreMISI che, promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali con lo scopo di costituire una rete di biblioteche pubbliche impegnate a promuovere la riqualificazione professionale dei lavoratori a rischio di disoccupazione attraverso la didattica a distanza, ha realizzato dieci moduli didattici riguardanti i nuovi sviluppi della professione bibliotecaria [5]; e quindi AskERIC, servizio di informazione elettronica correlato alla banca dati statunitense di scienze dell'educazione ERIC [6]. Gli studenti hanno messo in luce le opportunità offerte dai servizi di reference digitale, tra cui la possibilità di facilitare l'accesso all'informazione attraverso l'uso delle nuove tecnologie, raggiungere una più vasta comunità di utenti, offrire servizi aperti 24 ore al giorno e accessibili da ogni luogo. Grazie alla collaborazione della Biblioteca Palatina, che ha messo a disposizione un'aula attrezzata ed ha offerto il supporto professionale, gli studenti hanno avuto l'opportunità di sperimentare in prima persona i moduli didattici di CreMISI, valutandone gli aspetti positivi e negativi, e facendo diretta esperienza di formazione a distanza.

Proprio il tema della formazione a distanza è stato sviluppato da Elisa Minardi, bibliotecaria presso la Biblioteca centrale di Giurisprudenza dell'Università di Parma, che nell'intervento "Studiare a distanza: l'esperienza del Master internazionale a distanza in biblioteconomia e scienze dell'informazione", ha presentato la sua esperienza di studente del Master internazionale [7]. Minardi ha innanzitutto illustrato i contenuti del corso, che riguardano l'ambiente elettronico e digitale, la ricerca applicata nelle scienze dell'informazione, il nuovo ruolo del bibliotecario, la gestione dell'informazione e delle risorse umane. Relativamente alla propria esperienza personale di studente, ora arrivata all'inizio del secondo anno, Elisa Minardi ha sottolineato la novità della metodologia didattica utilizzata, che non solo prevede una fruizione a distanza attraverso gli strumenti della comunicazione elettronica (e-mail, utilizzo di una classe virtuale), ma assegna allo studente un ruolo attivo nel processo di apprendimento ponendolo al centro del proprio percorso formativo e utilizzando differenti metodi didattici (lezioni frontali, workshop, discussioni, realizzazioni di compiti individuali e attività di gruppo). Il contesto internazionale in cui il Master si colloca costituisce la maggiore novità della proposta formativa: in un'epoca caratterizzata dalla globalizzazione e dagli enormi sviluppi nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, il Master si propone di formare dei professionisti dell'informazione in possesso di una qualificazione internazionale, in grado di approfittare delle opportunità offerte dalle aperture del mercato del lavoro a livello europeo e internazionale.

Fiammetta Mamoli, responsabile del Servizio Organizzazione Biblioteche dell'Università di Parma, nell'intervento "Corsi agli studenti sulle abilità di ricerca bibliografica: integrazione nella didattica universitaria e riconoscimento dei crediti", ha ripercorso il cammino di formazione e le tappe organizzative che hanno permesso ai bibliotecari dell'Università di Parma di predisporre un programma didattico per gli studenti, finalizzato all'acquisizione di capacità di ricerca, reperimento, valutazione e uso delle informazioni. Il progetto, nato durante un laboratorio formativo per i bibliotecari dal titolo "L'utente indipendente", tenuto da Anna Maria Tammaro nel 2000, e sviluppato sulla base di una indagine conoscitiva dei bisogni informativi degli utenti, ha portato alla realizzazione nell'autunno del 2001 di un corso 'sperimentale', basato su lezioni frontali e esercitazioni. Dopo una valutazione dei risultati e un confronto con gli studenti coinvolti, si è deciso di sviluppare un programma che potesse essere accolto tra le offerte didattiche dell'Ateneo, con l'attribuzione di crediti formativi. Mamoli ha posto in evidenza la complessità del progetto, che ha implicato il coinvolgimento degli organi di governo dell'Università e delle sedi responsabili della programmazione didattica. La formula che sta emergendo, e che verrà sperimentata nel corso del prossimo anno accademico, prevede che il programma venga inserito sotto forma di seminario tra le offerte didattiche dell'Ateneo, con la possibilità di realizzazione secondo un modello flessibile (a livello di singolo corso di insegnamento, di Facoltà o come attività generale di Ateneo) a seconda delle diverse esigenze formative e delle disponibilità locali.

Anche la Biblioteca Civica di Parma ha avviato alcune interessanti esperienze nel campo della formazione. Di queste attività ha parlato Giovanni Galli, responsabile del Settore Cultura del Comune di Parma, nell'intervento "Corsi in biblioteca: l'esperienza della Biblioteca civica di Parma". Secondo Galli, nella presente fase caratterizzata dai rapidi progressi nel campo della tecnologia dell'informazione, si sta realizzando anche in Italia il modello anglosassone di biblioteca pubblica intesa come strumento di alfabetizzazione e inclusione sociale. Le biblioteche pubbliche quindi stanno assumendo un ruolo di responsabilità nella diffusione della cultura e nella formazione dei cittadini della 'learning society', in particolare per quanto riguarda l'uso delle nuove tecnologie. Missione della biblioteca pubblica non è solo quella di offrire ai cittadini gli strumenti e le opportunità per ricercare le informazioni, ma anche trasmettere le competenze e le abilità per svolgere la ricerca in modo autonomo. In questo contesto si inserisce l'esperienza condotta nella Biblioteca civica, con la realizzazione di un corso di formazione per gli adulti sulle caratteristiche e sull'uso di Internet. Analizzando i punti di forza e di debolezza dell'esperienza condotta, Galli ha osservato come l'offerta sia stata accolta dagli utenti in modo molto positivo, anche se i partecipanti hanno mostrato maggiore interesse per gli aspetti tecnici e pratici rispetto a quelli culturali. Obiettivo della Biblioteca Civica per il prossimo anno è di dare stabilità all'offerta formativa, reperendo gli spazi e le attrezzature necessarie.

L'ultimo intervento della giornata ha riguardato da vicino gli aspetti tecnici e organizzativi della costituzione di un archivio digitale. Antonella Farsetti, membro della Firenze University Press, nella relazione dal titolo "Digitalizzazione: i problemi da affrontare" ha analizzato gli obiettivi e le fasi progettuali del processo di digitalizzazione, dalla definizione degli scopi, alla pianificazione delle fasi di esecuzione, alla scelta dei metadati e degli standard, all'analisi del contesto di riferimento allo studio di fattibilità. Secondo Farsetti la digitalizzazione rappresenta indubbiamente un valore aggiunto per le biblioteche, non solo perché permette di trovare una soluzione ai problemi di archiviazione, salvaguardia, maneggevolezza e usabilità, ma soprattutto perché consente un più generalizzato accesso alle risorse informative. Per raggiungere a pieno questi obiettivi è tuttavia necessario che i progetti di digitalizzazione siano effettivamente rispondenti ai concreti bisogni informativi degli utenti di riferimento, e che siano fondati sul confronto con altre realtà sviluppate nel contesto delle biblioteche digitali, inserendosi nelle linee guida dei progetti già esistenti.

Ad Alberto Salarelli, ricercatore presso il Dipartimento di Beni Culturali, Sezione Beni Librari dell'Università di Parma, è stato affidato il compito di trarre le conclusioni di un incontro che ha fornito interessanti spunti di riflessione ed ha messo in luce l'esistenza di problematiche ancora da esplorare. Difatti, rileva Salarelli, non v'è dubbio che il tema del 'digital divide' e delle responsabilità sociali della biblioteca per ciò che riguarda l'alfabetizzazione informatica degli utenti delineano un chiaro ruolo educativo ed una rinnovata funzione di intermediazione per i bibliotecari; ma d'altra parte esistono seri interrogativi su quella che sarà la formazione dei bibliotecari formatori: il riferimento è alla riforma universitaria in atto, che se da un lato sta portando l'università italiana ad uniformarsi agli standard internazionali, dall'altro rischia di impoverire l'identità del curriculum di studi in biblioteconomia. Come osservato da Anna Maria Tammaro a conclusione della giornata, la formazione universitaria continuerà a rappresentare la base per l'avviamento alla professione, tuttavia la strada del futuro è quella del Master, che guarda all'Europa e all'internazionalizzazione della formazione, e allo sviluppo di curricula europei nei contenuti e nelle metodologie didattiche, al fine di formare professionisti dell'informazione in grado di cogliere le opportunità offerte dalla attuale 'società dell'informazione' e di superare le forze conservatrici ancora presenti a livello nazionale.

Fabrizia Bevilacqua, Biblioteca di Filologia Classica e Medievale - Università di Parma, e-mail: fabrizia.bevilacqua@unipr.it


Note

[1] Per i resoconti dei due precedenti incontri vedi: Monica Vezzosi, Gli scenari dell'utente e i modelli di biblioteca digitale, "Bibliotime", 4 (2000) 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iv-2/vezzosi.htm>; Evelina Ceccato, La biblioteca digitale tra progetti e realtà, "Bibliotime", 3 (2000) 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iii-2/ceccato.htm>.

[2] <http://memory.loc.gov/>.

[3] <http://www.jstor.org>.

[4] <http://epress.unifi.it/>.

[5] <http://www.cremisi.org/index.htm >.

[6] <http://askeric.org/>.

[7] Il Master internazionale a distanza in Biblioteconomia e Scienze dell'Informazione è stato attivato nell'anno accademico 2001/2002 in collaborazione tra il Dipartimento di Beni Culturali - Sezione Beni Librari dell'Università di Parma e la School of Information Studies della University of Northumbria at Newcastle. Informazioni dettagliate sul programma, i requisiti di ammissione e la struttura del corso sono disponibili presso il sito della Sezione, all'indirizzo: <http://www.aldus.unipr.it/master/index.php>.




«Bibliotime», anno V, numero 2 (luglio 2002)

Precedente Home Successiva


URL: http://www.spbo.unibo.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-v-2/bevilacq.htm