«Bibliotime», anno VI, numero 2 (luglio 2003)

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Evelina Ceccato

Verso biblioteche digitali centrate sui loro utenti?



Il 23 maggio scorso, presso l'Università degli Studi di Parma, ha avuto luogo l'ormai tradizionale seminario, giunto alla quarta edizione, promosso dalla Sezione Beni Librari del Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Parma [1] e dalla Sezione Emilia-Romagna dell'Associazione Italiana Biblioteche [2].

Il tema dell'incontro di quest'anno, che ha visto protagonisti gli studenti del corso di Editoria digitale [3], tenuto da Anna Maria Tammaro, è stata la centralità dell'utente nel contesto della biblioteca digitale. Come negli anni precedenti, sono stati invitati alcuni bibliotecari a contribuire alla discussione presentando i propri lavori attinenti al tema.

Dopo i saluti di Giovanni Galli, in rappresentanza dell'Associazione Italiana Biblioteche, Tammaro ha introdotto i lavori spiegando che, durante l'anno accademico, gli studenti hanno analizzato alcuni strumenti della biblioteca digitale mettendosi dalla parte degli utenti e verificandone quindi l'"usabilità" nel suo significato più ampio.

Dalle ricerche degli studenti, ha commentato Tammaro fornendo un'anticipazione delle conclusioni, è emerso che l'utente non utilizza molti dei servizi che ha a disposizione o perché ne ignora l'esistenza, o perché incontra ostacoli di vario genere nell'uso degli strumenti della biblioteca digitale, o perché ha altre abitudini di ricerca.

Tammaro ha ceduto la parola a Fabrizia Bevilacqua, responsabile della Biblioteca del Dipartimento di Filologia classica e medievale dell'Università di Parma [4], che è stata invitata a parlare di Usabilità ed uso degli e-journal [5].

Nel suo interessante lavoro, Bevilacqua ha analizzato vantaggi e svantaggi dei periodici elettronici dal punto di vista dell'utente; la sua analisi è partita dall'esame della letteratura professionale sulla base della quale ha individuato i fattori che condizionano il successo o l'insuccesso dei periodici elettronici, fattori tra i quali spiccano non solo la ricchezza di contenuti ed il prestigio della rivista, come avviene generalmente per i periodici a stampa, ma anche la facilità di accesso, le funzioni di scorrimento e ricerca, la personalizzazione del servizio e la possibilità, fondamentale per l'utente, di stampare gli articoli.

Nella seconda parte della ricerca, Bevilacqua ha esaminato le strategie adottate dagli editori e dalle biblioteche per favorire l'utilizzo degli e-journal da parte degli utenti. Purtroppo, come ha correttamente sottolineato la relatrice, manca in questo campo una collaborazione tra bibliotecari ed editori; così, mentre i primi continuano a considerare i periodici elettronici come "collezione" piuttosto che come "servizio", e conseguentemente lavorano sulle problematiche relative all'accesso ed alla catalogazione, gli editori cercano di perfezionare le interfacce di ricerca ed i sistemi di controllo degli accessi.

In conclusione, i periodici elettronici non rappresentano una risorsa abituale per diverse fasce di utenza e presentano ancora molti problemi di usabilità; bibliotecari ed editori devono necessariamente cooperare per sviluppare questo servizio sia servendosi di strumenti di monitoraggio e valutazione dell'uso dei periodici, sia attraverso la formazione degli utenti e la promozione del servizio.

Al termine dell'intervento di Bevilacqua, Tammaro ha introdotto i lavori degli studenti, i quali sono stati divisi in tre gruppi, i primi due, a loro volta, suddivisi in due sottogruppi: il primo gruppo di lavoro ha esaminato i portali, concentrandosi sull'analisi di due siti, mentre il secondo ha lavorato sugli e-book e, anche in questo caso, sono stati analizzati due siti che operano nel campo dell'editoria digitale. Il terzo gruppo di lavoro, infine, ha analizzato i periodici elettronici.

Come ha precisato Tammaro e com'è chiaramente emerso dalle relazioni presentate dagli studenti, le analisi non hanno seguito alcun modello teorico di riferimento, ma si sono semplicemente basate sulle loro impressioni di utenti di risorse digitali.

Gli studenti del primo sottogruppo di lavoro sui portali hanno esaminato il sito Alice.it [6] valutando le possibilità di personalizzazione, ricerca, comunicazione, gestione dell'informazione, integrazione e sicurezza offerte dal sito [7]. Nelle conclusioni, gli studenti hanno affermato che Alice.it è un portale verticale che presenta una grafica semplice e lineare, ma non è interattivo e la navigazione è resa difficoltosa dall'assenza di help in linea.

Il secondo sottogruppo ha analizzato il sito del sistema bibliotecario dell'Università di Parma [8] esaminandolo sotto diversi aspetti, fra i quali le possibilità di ricerca, di personalizzazione e di interattività, i contenuti ed i servizi offerti e, infine, giudicandolo complessivamente dal punto di vista dell'usabilità.

Gli studenti hanno messo in evidenza la ricchezza di contenuti del sito, all'interno del quale, però, la navigazione è difficoltosa perchè le pagine sono prive di menù di navigazione. Gli studenti hanno rilevato la mancanza di servizi di personalizzazione, citando, ad esempio, la necessità di forum e newsletter, e hanno lamentato la scarsa interattività, dal momento che la comunicazione è unidirezionale, dal sistema all'utente. Per quanto riguarda la grafica, gli studenti la trovano semplice, di veloce caricamento, ma forse un po' troppo "casalinga". L'ultima critica al sito è che non sono presenti servizi per i disabili. In conclusione, gli studenti hanno affermato che non si tratta di un portale e che i ricchi contenuti sono poco valorizzati [9].

Dopo l'analisi dei portali, la parola è passata al gruppo di lavoro sugli e-book. Entrambi i sottogruppi hanno esaminato i siti relativi agli e-book secondo una griglia che prende in considerazione la scheda di descrizione del libro, l'accessibilità e la grafica.

Il primo sottogruppo ha esaminato la sezione Libri on-line del sito di Laterza [10]. Gli studenti hanno apprezzato la gratuità dell'accesso al sito, nonostante i titoli disponibili siano meno di una decina, così come il caricamento veloce e la grafica molto gradevole.

Compiuto l'esame generale del sito, gli studenti hanno analizzato in particolare il libro di Marco Folin Rinascimento estense, del quale esiste anche la versione a stampa, sempre edita da Laterza: il giudizio su questo e-book è sicuramente positivo.

Il secondo sottogruppo di lavoro ha esaminato il sito di Casalini libri [11] che, dall'inizio del 2000, ha fondato la Casalini libri Digital Division che collabora con diversi editori nella digitalizzazione dei testi [12].

L'accesso alle informazioni riguardanti le pubblicazioni elettroniche è subordinato ad una registrazione, peraltro gratuita, ma la navigazione non è sempre intuitiva. Per quanto riguarda gli e-book, si tatta di versioni elettroniche di testi a stampa e la versione elettronica è disponibile solamente suddivisa in capitoli; a volte, l'anteprima è gratuita, ma il download è a pagamento.Ci sono norme ben precise che regolano la stampa e le operazioni di copia-incolla dei testi. È disponibile un motore di ricerca che permette di individuare e di visualizzare termini o frasi all'interno dei documenti full-text presenti nel database utilizzando opzioni e criteri di ricerca [13].

Gli studenti hanno concluso affermando che, spesso, più che di e-book si tratta di versioni elettroniche dei libri su carta e che il settore dei libri elettronici, almeno in Italia, ha ancora molta strada da percorrere.

L'ultimo gruppo di lavoro, incentrato sui periodici elettronici, si è particolarmente soffermato sulle caratteristiche delle biblioteche digitali, confrontandole sistematicamente con le biblioteche tradizionali, valutando pro e contro di entrambe le tipologie dal punto di vista degli utenti e, dunque, dell'usabilità.

L'intervento conclusivo è stato quello di Fiorenza Bernardi, bibliotecaria presso le Biblioteche comunali di Parma, che ha esposto i risultati di un'indagine molto interessante, da lei condotta nel corso del 2002 e finalizzata ad individuare la presenza, nelle biblioteche italiane, di servizi digitali per i disabili visivi.

Bernardi ha esordito definendo l'accessibilità come la possibilità, per tutti, di arrivare all'informazione. Dopo aver brevemente esaminato i dispositivi di lettura tradizionali ed i formati di lettura alternativi innovativi per i disabili visivi, Bernardi ha illustrato la metodologia seguita per condurre la sua indagine e ha esposto i risultati.

Da quanto ha rilevato, in Italia le biblioteche che dispongono attualmente di postazioni informatiche attrezzate per i disabili visivi sono circa quaranta, per la maggior parte al nord ed al centro, che si dividono quasi equamente tra biblioteche di ente pubblico e biblioteche universitarie, anche se le prime a disporre di postazioni informatiche attrezzate sono state le biblioteche pubbliche. La relatrice ha sottolineato che nella stragrande maggioranza delle biblioteche l'introduzione di questi servizi innovativi è avvenuta al di fuori di progetti istituzionali ed in assenza di cooperazione con altre biblioteche, anche se molte biblioteche si avvalgono della collaborazione con le associazioni per i disabili visivi.

Bernardi ha rilevato, nella sua indagine, anche il dato relativo all'uso effettivo di queste postazioni da parte degli utenti, scoprendo che meno della metà delle biblioteche indagate dichiara un uso abituale di questi servizi, mentre alcune postazioni non sono addirittura mai state utilizzate.

Nelle conclusioni la relatrice ha sottolineato soprattutto l'importanza dell'accessibilità delle risorse, la necessità di formazione dei bibliotecari all'uso di strumenti per disabili visivi e l'esigenza di promozione di questi servizi.

Anna Maria Tammaro ha concluso l'incontro sottolineando che, da tutti gli interventi, emerge l'inderogabile necessità di mettere al centro delle biblioteche, non solo digitali, gli utenti ed i loro bisogni partendo proprio da loro per progettare i nuovi servizi e per riorganizzare quelli già offerti. Ha messo in evidenza inoltre la necessità di promuovere i servizi della biblioteca digitale e di formare gli utenti all'uso di questi servizi, per renderli consapevoli delle potenzialità offerte alla ricerca dalla digital library.

Le biblioteche digitali, in definitiva, devono fare ancora uno sforzo per "centrarsi sui loro utenti".

Evelina Ceccato, Biblioteca centrale di Giurisprudenza - Università di Parma, e-mail: evelina.ceccato@unipr.it


Note

[1] <http://www.aldus.unipr.it/HomeIt.html>.

[2] I resoconti degli incontri precedenti sono pubblicati su questa stessa rivista:
Fabrizia Bevilacqua, La biblioteca dell'accesso: teoria e pratica della biblioteca verso il digitale, "Bibliotime", 5 (2002) 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-v-2/bevilacq.htm>;
Monica Vezzosi, Gli scenari dell'utente e i modelli di biblioteca digitale, "Bibliotime", 4 (2001) 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iv-2/vezzosi.htm>;
Evelina Ceccato, La biblioteca digitale tra progetti e realtà, "Bibliotime", 3 (2000) 2, <http://www.spbo.unibo.it/bibliotime/num-iii-2/ceccato.htm>.

[3] <http://www.unipr.it/arpa/lettfilo/corsi/programmia-m.htm#Editoria%20digitale>.

[4] <http://www.unipr.it/arpa/classics/ >.

[5] Anche in un recente contributo, pubblicato su "Biblioteche oggi", Bevilacqua ha affrontato questo argomento: Fabrizia Bevilacqua, Usabilità e uso dei periodici elettronici, "Biblioteche oggi", XXI (2003) 3, pp. 5-13, reperibile, in versione full-text, all'URL <http://www.bibliotecheoggi.it/2003/200304bevilacqua5.pdf >.

[6] <http://www.alice.it/>.

[7] Il sito Alice.it fa parte di Informazioni Editoriali, <http://www.ie-online.it/>. Per una breve presentazione del sito, si veda il profilo, in rete all'URL <http://www.ie-online.it/profilo/aliceit.htm>.

[8] <http://www.unipr.it/arpa/setbibl/settore.htm>.

[9] L'attuale sito Web del Sistema bibliotecario dell'Ateneo è stato sviluppato nel 1999 secondo le direttive del progetto "Ateneo in rete a Parma", di cui costituiva una delle sezioni. In quel periodo, epoca ormai lontana nel mondo Web, le pagine del Settore biblioteche erano addirittura all'avanguardia, mentre ora cominciano ad avere un aspetto rispettabile ma un po' attempato. Consapevole di questo, da alcuni mesi si è costituito un gruppo di lavoro del Settore biblioteche dell'Università di Parma che sta progettando il portale del Sistema bibliotecario di Ateneo. Il gruppo di lavoro ha già effettuato un'indagine sugli utenti, attraverso un questionario in linea da marzo a maggio 2003, per verificare quali siano le esigenze rispetto a un servizio di informazione via Web. I risultati di quest'indagine, che differiscono parzialmente dalle osservazioni presentate dagli studenti del corso di Editoria digitale, sono stati utilizzati dai componenti del gruppo come base di partenza per lo sviluppo del nuovo sito.

[10] <http://www.laterza.it/laterza/libri-online/libri-online.asp>.

[11] <http://www.casalini.it/>.

[12] <http://digital.casalini.it/>.




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