«Bibliotime», anno VI, numero 2 (luglio 2003)

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Maurizio Zani

Emilio Matricciani, Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica



Emilio Matricciani, Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica. Milano, Apogeo, 2003. XIV, 367 p. ill. 24 cm. (Idee & strumenti). ISBN: 88-503-2079-5. Prezzo: € 25,00.

Scheda, indice e booksite all'indirizzo <http://www.apogeonline.com/libri/02079/scheda>

Il momento dell'elaborazione e della redazione della tesi di laurea costituisce tradizionalmente un passaggio impegnativo per ogni studente. Molto spesso però gli studenti, durante il loro percorso accademico, non sono adeguatamente preparati a questo sforzo finale. Soprattutto in ambito tecnico-scientifico, la letteratura in lingua italiana non offre molti strumenti di lavoro a supporto di questo impegno. Lo studente non può fare altro che affidarsi ai consigli del proprio relatore, poiché difficilmente avrà il tempo di affrontare la corposa letteratura in lingua inglese [1].

Il volume oggetto di questa segnalazione si offre di colmare questa lacuna nella preparazione dei laureandi nelle discipline tecniche e scientifiche. L'autore è docente di Telecomunicazioni presso il Politecnico di Milano, e da oltre quindici anni si occupa di comunicazione e scrittura tecnico-scientifica. Al Politecnico tiene anche un corso sull'argomento [2], a quanto risulta l'unico esistente in Italia.

Il titolo dell'opera lascia già intendere come l'autore non abbia inteso ridurre il proprio lavoro ad un semplice "manuale" di scrittura tecnico-scientifica - operazione che, di per sé, sarebbe stata comunque meritoria. L'articolazione e l'indice dell'opera sono complessi e articolati. Senza tralasciare gli aspetti più propriamente operativi della produzione del testo e della scrittura (progettazione dell'indice, visualizzazione dei dati mediante figure e tabelle, scelte sintattiche e grammaticali per rendere più piano e leggibile il periodare), il libro offre al lettore un ampio e approfondito panorama di taglio storico.

I dieci capitoli si distribuiscono in tre parti: La comunicazione in ingegneria e nelle scienze; La redazione; La versione definitiva. Soprattutto nella prima parte, l'autore fornisce ai suoi lettori una ricostruzione storica dello sviluppo della comunicazione scientifica, in particolare affrontando l'origine della struttura canonica degli articoli scientifici [3]. In questo, la ricostruzione storica non è mai banale, e offre anche a chi non è ingegnere una preziosa antologia di testi tecnici e scientifici. Oltre al Sidereus Nuncius di Galileo, sono presentati alcuni articoli "classici": A structure for deoxyribose nucleic acid, di Watson e Crick, pubblicato su Nature del 1953, che ha segnato la storia della genetica degli ultimi 50 anni; oppure Notes on the theory of modulation di Carson, ripubblicato nel 1963 sui Proceedings of the IEEE, di cui sono evidenziati efficacemente anche gli errori comunicativi. La bibliografia è ampia e aggiornata e offre una valida guida alla bibliografia in lingua inglese sull'argomento [4].

L'ottima impostazione del lavoro e la sua attenta costruzione non possono però esimere da alcune valutazioni critiche. In primo luogo, Matricciani non riesce a sottolineare sufficientemente quale differenza corra tra il lavoro di ricerca e di comunicazione scientifica svolto da una parte dagli ingegneri e dall'altra dagli scienziati. L'autore non manca di evidenziare i limiti di questo tradizionale accostamento tra queste due tradizionali classi di ricercatori e studiosi. A parere di chi scrive, andavano indicati ai lettori quei lavori che - a partire dagli anni '50 - hanno per l'appunto evidenziato analogie e differenze nel comportamento comunicativo tra ingegneri e scienziati [5]. Le differenze, in particolare, hanno comportato tradizionalmente una minore attenzione da parte degli ingegneri verso le diverse fasi della comunicazione scientifica. La risoluzione pratica dei problemi (il cosiddetto problem solving) ha costituito per lungo tempo l'interesse principale per gli ingegneri, soprattutto quelli (la stragrande maggioranza) che lavorano all'interno delle aziende e delle corporation.

Oggi, per certi versi, i tempi sono cambiati. Anche agli ingegneri sono richieste competenze comunicative sempre più spiccate. Lo sviluppo tecnologico e il crescente impatto sulla vita di tutti i giorni obbliga gli ingegneri a sostenere un confronto più serrato con tutti gli attori sociali, anche quelli che, pur direttamente interessati allo e dallo sviluppo tecnologico, sono poco pratici del linguaggio della scienza e della tecnica. Si pensi solo alle problematiche ambientali create dalle grandi opere, alla tutela e salvaguardia dell'ambiente, alla valutazione degli effetti sulla salute delle nuove tecnologie della comunicazione radio, e si potrebbe continuare per un pezzo. Un ambiente sociale di questa complessità non può essere affrontato senza adeguate capacità di comunicazione. Contrariamente a quanto succedeva tradizionalmente, dunque, le capacità comunicative debbono sempre più entrare nel bagaglio professionale di ogni ingegnere, e le università anglosassoni svolgono in questo settore un ruolo avanzato. Lo stesso sviluppo dell'information literacy in quelle università trova nel settore della ricerca tecnologica un'attenzione sempre maggiore.

In prospettiva, dunque, Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica trova la sua ragione non solo perché aiuta lo studente nell'espletamento di un dovere accademico – la tesi, per l'appunto – ma anche perché inizia il futuro ingegnere italiano alla consapevolezza della necessità di migliori capacità comunicative. Il libro, però, stenta a renderne pienamente consapevole lo studente di ingegneria [6]. Matricciani in ogni modo non esita a ripercorrere in un lungo ed interessante capitolo la tragedia del Challenger del 1986. La vicenda della distruzione in volo della navetta spaziale è ricostruita chiaramente anche per i non ingegneri attraverso i documenti ufficiali dell'inchiesta. Questi dimostrano ragionevolmente quanto una comunicazione più efficace e consapevole tra ingegneri e manager della NASA e della ditta appaltatrice avrebbe potuto evitare quella tragedia. La fretta nell'esaminare i dati a disposizione e l'inefficacia nella presentazione di tabelle e grafici non consentirono di convincere chi di dovere a rimandare il lancio, pure in presenza di significative segnalazioni di problemi.

Un bibliotecario non può però esimersi da un'altra segnalazione critica, la scarsa attenzione riservata dal libro alla ricerca bibliografica. Le poche pagine che l'autore vi dedica contraddicono profondamente – a parere di chi scrive – la consapevole e qualificata impostazione dell'intero lavoro. Merita secondo me riportarle integralmente.

La ricerca bibliografica è molto importante per ogni tipo di tesi e, più in generale, per qualsiasi lavoro tecnico-scientifico. Leggere la letteratura specialistica può far risparmiare molto lavoro inutile, vale a dire rifare esperimenti e prove, sviluppare teorie già complete, inventare e scoprire cose già note agli specialisti. Questa attività, però, non deve essere sopravvalutata: ricercare e leggere articoli in modo ansioso può indirizzare la mente verso sentieri già ampiamente battuti, anche se non si deve, comunque, essere convinti che su un determinato argomento tutto è stato già studiato e pubblicato. Argomenti osservati sempre da una particolare prospettiva possono essere affrontati con un approccio nuovo, e rivelare aspetti trascurati, sorprendenti, e suggerire nuove applicazioni (p. 134).

La ricerca bibliografica consente dunque di evitare un'ulteriore invenzione della ruota, ma non bisogna esagerare e, soprattutto, si deve evitare di perdere tempo prezioso.

Esagerare nella ricerca di tutti i possibili articoli, legati in qualche modo all'argomento, e nella loro lettura, fa correre il rischio di rimanere schiacciati dalla massa enorme dei lavori pubblicati. Si devono, invece, individuare solo gli articoli pertinenti. Per capire se un articolo è da leggere e studiare, spesso è sufficiente leggere il riassunto, le conclusioni e scorrere le figure e le tabelle. Naturalmente la ricerca e la lettura fanno perdere moltissimo tempo, ma dopo aver letto uno o due articoli di rassegna (tutorial papers) su un argomento, si dovrebbe sviluppare il senso dell'importanza relativa dei vari articoli citati, ed essere in grado di leggere in modo selettivo. La selettività è fondamentale per non perdersi in una letteratura ridondante.

L'ampiezza della bibliografia scientifica internazionale ha assunto dimensioni incredibili e le capacità critiche e selettive sono indubbiamente preziosissime. Ma continuiamo a vedere come, secondo l'autore, si possono recuperare gli articoli di maggiore interesse.

Gli articoli da leggere sono innanzi tutto quelli che sono citati a proposito di teorie, esperimenti, dispositivi ecc., legati ai punti principali dell'argomento della tesi. Gli articoli citati per aspetti marginali, anche se importanti, è bene leggerli soltanto se riguardano strettamente la propria ricerca. Gli articoli fondamentali si riconoscono immediatamente perché sono citati più volte, sia nell'ambito di uno stesso articolo di rassegna sia in altri.

Il relatore stesso fornirà, all'inizio, le prime indicazioni bibliografiche sull'argomento. Da queste, e dalla lettura di articoli di rassegna, l'allievo può individuare le fonti principali per affrontare un certo argomento seriamente. Spesso, attraverso informazioni fornite dal relatore, il laureando sa che deve cercare possibili articoli in due o tre raccolte di riviste scientifiche. Basta allora consultare l'indice degli argomenti, o l'indice dei nomi degli autori se ricerca i contributi di noti specialisti. Questa ricerca è bene cominciarla dalle annate più recenti perché gli articoli "invecchiano" rapidamente. Nella letteratura tecnico-scientifica, la metà degli articoli citati è stata pubblicata negli ultimi 4-5 anni. Dalla bibliografia degli articoli letti si può risalire ad altri articoli, e così via. Se questa ricerca è poco fruttuosa, o se le riviste da consultare sono molte (e, di conseguenza, gli autori distribuiscono i loro contributi su tante riviste), si possono usare le informazioni contenute nelle raccolte di riassunti, accessibili anche attraverso internet [sic] (spesso a pagamento). Per ogni riassunto sono riportati il titolo dell'articolo, il nome dell'autore e della rivista, l'anno, il volume e le pagine; oppure il titolo del libro, la casa editrice e l'anno di pubblicazione. Con questi dati a disposizione si possono cercare le riviste e i libri che interessano nelle biblioteche dell'università, del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), delle industrie, o richiederli a pagamento direttamente ai servizi menzionati. (p. 136-7).

Allo studente si propone correttamente di consultare soprattutto la bibliografia offerta dal docente, con l'invito a non disperdersi troppo nella ricerca bibliografica. Dal punto di vista della "strumentazione" bibliografica, non sono indicati né i cataloghi locali né quelli collettivi, su cui tanto è stato investito negli ultimi venti anni. Non c'è alcun riferimento preciso e circostanziato ai repertori e/o ai database bibliografici. Non sono citati né repertori di interesse generale (Current Contents, per es.) né quelli di ambito disciplinare (Compendex, Inspec, ecc.). Si usa il termine "raccolte di riassunti", considerandoli uno strumento necessario qualora lo spoglio manuale dei fascicoli delle riviste si protragga a lungo. Non c'è alcun riferimento alla ricerca per parole chiave e/o per voci di thesaurus, il riferimento a internet è assolutamente vago, con il richiamo al pagamento dei servizi, che - come ben si sa - per la maggior parte dei docenti e degli studenti italiani non viene richiesto direttamente, poiché di questo si occupano le biblioteche e/o i sistemi bibliotecari. Non c'è alcun riferimento ai periodici elettronici, agli e-books, agli archivi di preprint, ma non c'è riferimento neanche alle diverse tipologie di materiali bibliografici che gli ingegneri sarebbero comunque tenuti a conoscere: enciclopedie generali e tecniche, handbook e manuali, proceedings, standard e brevetti. Si afferma che la letteratura tecnico-scientifica invecchia rapidamente - e non si può non essere d'accordo - ma è altrettanto vero che le analisi della letteratura ingegneristica sostengono che i libri e le monografie citati dagli ingegneri sono molto spesso più datati che in altre discipline.

Chi conosce gli ingegneri e le loro abitudini di ricerca non si sorprende più di tanto per questo sostanziale disincentivo alla ricerca bibliografica. Ciò non toglie che la mancata conoscenza delle differenziate tipologie documentarie costituisce una clamorosa disattenzione verso aspetti e momenti fondamentali nel ciclo della comunicazione e documentazione scientifica.

Una tale disattenzione poteva forse essere giustificata qualche anno fa, ma nel 2003 si fatica ad accettarla. Ai temi della ricerca bibliografica e dell'analisi della documentazione scientifica riserva un'attenzione particolare un altro recente, prestigioso manuale sulle tecniche di comunicazione di ingegneri e scienziati, questa volta nord-americano. L'agile e sintetico The MIT guide to science and engineering communication [7] offre, nel capitolo Searching the Literature, un quadro sintetico ma preciso sula ricerca bibliografica. Nelle 21 pagine del capitolo viene illustrato brevemente un record catalografico e un record tratto da una bibliografia specializzata; viene presentato un elenco dei principali servizi bibliografici commerciali e anche un percorso tipico di ricerca. Sono indicati allo studioso diversi tipi di ricerca: subject searching, snowball searching (la ricerca a ritroso seguendo le citazioni di un documento), citation searching (grazie al Science Citation Index), star searching (la ricerca attraverso la consultazione delle principali riviste del settore o la conoscenza delle attività delle principali associazioni o istituzioni), comprehensive database searching. Ogni tipologia di ricerca va adeguatamente padroneggiata e utilizzata al momento opportuno.

Nella seconda parte della MIT guide vengono illustrate le diverse tipologie di documenti prodotti durante le diverse fasi della comunicazione scientifica. Oltre agli articoli, sono presentati i rapporti, le mail di posta elettronica, i documenti elettronici come i siti web. Diverse tipologie di documenti che non vengono neanche citati nell'opera italiana di Matricciani. Eppure sappiamo benissimo che la maggior parte degli studenti di ingegneria non esita a cercare e a utilizzare informazioni in Internet, soprattutto attraverso i motori di ricerca, e che gran parte della comunicazione scientifica oggi passa attraverso questi canali.

Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica si arresta sostanzialmente a 15 anni fa, quando la rete non aveva assunto una presenza così pervasiva, proprio nei settori della ricerca scientifica e tecnologica. In attesa che una seconda edizione colmi questa lacuna, il libro costituisce comunque per gli studenti uno strumento importante, la versione scientifica di Come si fa una tesi di laurea di Eco.

Per i bibliotecari che lavorano in strutture di servizio alla ricerca scientifica e tecnologica la lettura e la conoscenza dell'opera è da consigliare, proprio al fine di meglio conoscere il pubblico al quale ci si rivolge. Inoltre - verrebbe da dire con una battuta - non va trascurato il senso di sollievo che è dato provare nell'apprendere che la coscienza della profondità storica della comunicazione scientifica non è patrimonio solo degli umanisti. D'ora in poi, sarà possibile affrontare - in sede di reference e/o di formazione all'information literacy - il tema della "storicità" degli strumenti e dei documenti scientifici utilizzando una fonte ingegneristica in lingua italiana.

Maurizio Zani, Biblioteca Centrale "G. P. Dore" della Facoltà di Ingegneria - Università di Bologna, e-mail: zani@mail.cib.unibo.it


Note

[1] Utilizzando un normale motore di ricerca si possono comunque oggi recuperare diversi documenti non ufficiali – alcuni di ottima qualità e ben strutturati -- creati dai docenti per aiutare i loro laureandi.

[2] Fondamenti di comunicazione tecnico-scientifica, di cui si possono leggere le informazioni relative all'url <http://www.polimi.it/facolta/programmi/02_03/5_ing_mileo/23elett/fondamenticomunicazionetecnico-scientifica.htm>. Cito dal programma: "Obiettivi. Il corso si propone di fornire agli allievi gli elementi fondamentali della comunicazione tecnico-scientifica e della rappresentazione delle conoscenze, soprattutto scritta, emersi dalla pratica e dalle riflessioni del mondo scientifico e tecnico, dalla Rivoluzione scientifica ad oggi. Alla fine del corso gli allievi avranno a disposizione gli strumenti teorici, metodologici e pratici per progettare, organizzare e scrivere un "manoscritto" tecnico-scientifico (tesi, relazioni, articoli studi di fattibilità, manuali) di qualità. Il corso è atipico per Ingegneria e per le Scienze, ed è il primo del genere in Italia. Distribuzione indicativa dell'attività didattica: Ore di lezione = 18 ore, ore di esercitazione = 7 ore".

[3] Su questi temi, segnalo in italiano almeno C. Bazerman, Le origini della scrittura scientifica: come è nata e come funziona l'argomentazione del saggio sperimentale, Ancona-Bologna, Transeuropa, 1991, trad. parziale di Shaping written knowledge: The Genre and activity of the Experimental Article in Science, Madison, University of Wisconsin Press, 1988. L'edizione integrale del testo in lingua inglese è ora disponibile in formato elettronico all'url: <http://wac.colostate.edu/books/bazerman_shaping/>.

[4] Le ampie bibliografie con cui Matricciani termina ciascun capitolo riportano in particolare numerosi articoli apparsi sulla rivista -- IEEE Transactions on professional communications -- che l'associazione professionale degli ingegneri elettrici ed elettronici americani (IEEE) dedica da anni ai problemi della comunicazione tra ingegneri e in particolare della redazione di articoli, testi, rapporti, presentazioni, ecc. Su questi temi, la stessa associazione tiene annualmente alcuni importanti convegni.

[5] A partire perlomeno da Communication among scientists and engineers, a cura di C. E. Nelson e D. K. Pollock, Lexington, Mass., Heath Lexington books, 1970 e, con un particolare interesse verso le discipline LIS, Information seeking and communicating behavior of scientists and engineers, a cura di C. Steinke, New York-London, Haworth Press, 1991.

[6] Si veda invece l'approccio scelto da H. L. Hirsch, Essential communication strategies for scientists, engineers, and technology professionals, Hoboken, IEEE Press e Wiley, 2003 2. La sintetica introduzione all'arte della comunicazione introduce la quarta ed ultima parte, dal titolo significativo Cross-culture communication - Bridging the gap, i cui capitoli sono ancora più significativi: Understandig a communication culture gap; Writign for any readership; Presenting to any audience; Meeting with anyone or any group.
Cito dalla pag. 122: "The point here is that, as technical communicators, we often need to be able to provide an understanding of our technologies to audiences that are not merely nontechnical, but have completely different ways of thinking, acting, and understanding, than those we would normally communicate with. This goes way beyond cross-technology communication or technical- management communication. It is the undiscovered country of cross-culture communication. (...) Our job, as communicators, is not to train the user to understand the technology, but to bridge the culture gap and set the technology in the user's comfortable and familiar context."

[7] J. Paradis, M. L. Zimmerman, The MIT guide to science and engineering communication, Cambridge, Mass, MIT Press, c2002 2. Si veda anche la recensione di Tony Cawkell, apparsa su "Journal of Documentation", 59 (2003), n. 2, pp. 227-229: "Chapter eight covers "searching the literature ". It offers a concise answer to the question "You have access to an excellent research library, but you have only a few weeks to search literature and summarise how it applies to your project. Where do you begin?". The chapter includes a table listing major information vendors and their services. It is quite unusual to find much about citation searching in a book of this kind, and exceptional to find an example of what the authors call "snowball searching". At ISI this type of searching is known as "cycling". The procedure is to start with a relevant article and consult its references in order to proceed backwards in time. The articles thus found are then looked up to see who is currently citing them, thereby bringing the user forwards in time".




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