«Bibliotime», anno VII, numero 2 (luglio 2004)

Precedente Home Successiva



Maurizio Zani

La (in)sostenibile leggerezza delle risorse elettroniche. Proposte per la catalogazione delle RER in SBN



La catalogazione delle risorse elettroniche è da decenni al centro dell'attenzione della comunità internazionale dei bibliotecari. Nel corso degli anni sia il codice di catalogazione angloamericano sia gli standard descrittivi internazionali hanno cercato di cogliere le caratteristiche salienti di queste risorse in continua evoluzione attraverso un'ininterrotta riscrittura delle definizioni e delle indicazioni catalografiche [1].

L'ultimo decennio ha però visto il moltiplicarsi a dismisura delle risorse elettroniche ad accesso remoto, l'evolversi di nuovi strumenti per la ricerca dell'informazione (World Wide Web e motori di ricerca), l'affermazione di nuove realtà documentarie come le biblioteche digitali. La rapidità di queste trasformazioni - pur creando inevitabilmente un certo disorientamento - ha favorito nello stesso tempo utili sperimentazioni e ha imposto nuove riflessioni teoriche. Abbiamo così assistito alla creazione di nuovi standard descrittivi (metadati), al disegno di nuovi e aggiornati modelli concettuali per la descrizione bibliografica (FRBR), alla ridefinizione di alcuni standard descrittivi internazionali e del panorama stesso delle risorse bibliografiche (ISBD(CR)).

Nel panorama biblioteconomico italiano degli ultimi anni, la riflessione teorica sulle risorse elettroniche è stata segnata dal convegno di Roma del 2001 e dalla pubblicazione di alcune monografie e di alcuni saggi che oggi costituiscono un prezioso punto di riferimento [2]. A livello di applicazioni pratiche, invece, la catalogazione delle risorse elettroniche remote (d'ora in poi, RER) registra sì significative esperienze, ma in ambiti limitati [3].

Considerando il rilievo assunto dalla cooperazione interbibliotecaria e dalla catalogazione partecipata garantite dallo sviluppo del Servizio bibliotecario nazionale, un passo in avanti sostanziale sarebbe garantito qualora l'Istituto centrale per il catalogo unico aggiornasse il proprio manuale per la catalogazione delle risorse elettroniche [4], "aprendo" l'Indice a questo tipo di risorse.

Già nel 1999 l'ICCU prevedeva questa possibilità, limitandola però sostanzialmente alle risorse acquisite in abbonamento:

Per quanto riguarda la catalogazione delle risorse con accesso remoto, le indicazioni date nelle esemplificazioni sono da considerarsi una prima ipotesi di trattamento da sperimentare ed approfondire ulteriormente.

La catalogazione in SBN delle risorse elettroniche disponibili in rete sarà chiaramente limitata a quelle per le quali l'accesso è subordinato ad una sottoscrizione (ad es. l'abbonamento ad un periodico in rete).

Le copie digitalizzate non edite ma prodotte dalla biblioteca da un originale su supporto cartaceo, non saranno descritte in SBN ma sarà creata una sola descrizione relativa al documento cartaceo a cui si aggiungeranno, a livello gestionale, l'indicazione di "copia digitale", se è su supporto elettronico, l'indirizzo di accesso in caso sia disponibile in rete [5].

Molta acqua è passata sotto i ponti dalla pubblicazione di quel manuale. A fronte della crescita delle risorse elettroniche in abbonamento o digitalizzate, si è parimenti accresciuta l'esigenza di facilitarne il reperimento e l'uso da parte del lettore. Nello stesso tempo lo sviluppo dei progetti di digitalizzazione, in particolare di testi antichi, rende a parere di chi scrive ormai inadeguata la soluzione "gestionale" indicata dall'ICCU.

Pur con la cautela con cui è opportuno accogliere qualunque indicazione relativa alla catalogazione delle RER, gli strumenti e le esperienze oggi disponibili consentono di impostare eventuali progetti sperimentali su basi teorico-pratiche più solide di quelle di solo cinque anni fa. In Italia, il già ricordato convegno romano del 2001; a livello internazionale, la pubblicazione del nuovo standard ISBD(CR) e delle revisioni 2002 delle AACR2R, costituiscono un riferimento importante [6].

In questa sede, si darà conto dell'elaborazione di alcune linee guida che, a livello sperimentale, sono state approntate da chi scrive per una prima fase di catalogazione di RER in SBN nelle biblioteche universitarie del Polo bolognese, utilizzando il software Sebina [7]. Senza entrare nel dettaglio delle indicazioni relative alla catalogazione, saranno indicati gli aspetti più problematici rilevati.

La catalogazione delle RER non può essere affrontata senza un'opportuna valutazione degli obiettivi che ci si pone a livello di biblioteca e di sistemi bibliotecari, senza una valida analisi delle tecnologie che si intendono utilizzare, trascurando la predisposizione di accurate procedure di selezione, valutazione e descrizione delle risorse. Le caratteristiche stesse di questi documenti elettronici richiedono una più stretta integrazione e collaborazione tra professionalità diverse che operano in biblioteca: il catalogatore "classico", il bibliotecario di reference, il bibliotecario incaricato degli acquisti, il tecnico informatico. La catalogazione delle RER diventa quindi momento di innovazione più complessiva dei quotidiani processi di lavoro, attraverso una rinnovata formazione del personale.

Le integrating resources

Tra le questioni catalografiche che hanno suscitato il maggiore interesse e le maggiori perplessità tra i colleghi che hanno partecipato alla prima esperienza di formazione, vi è senz'altro quello del riconoscimento delle nuove risorse integrative (integrating resources) e della creazione e della "manutenzione" dei record relativi.

Seguendo la "piccola rivoluzione delle risorse integrative" operata con l'approvazione dello standard ISBD (CR), non possiamo

valerci di riferimenti concettuali e pratici precostituiti, ma sperimentiamo un modello. Come si è visto, abbiamo termini nuovi, a cui corrispondono oggetti di descrizione finora compressi in schemi predisposti per altri tipi di documenti o di risorse, senza rispettare le loro caratteristiche intrinseche. Lo standard esemplifica ripetutamente le IR con le pubblicazioni a fogli mobili in aggiornamento, finora descritte con ISBD(M), sul versante cartaceo, e con i siti Web, finora descritti con ISBD(ER), dalla parte delle risorse elettroniche remote; si possono aggiungere altre risorse elettroniche come le basi dati, anche ad accesso locale, come quelle su CD-ROM ad aggiornamento programmato, finora descritti come seriali con ISBD(S) e (ER) [8].

In gran parte dei siti web, dei repertori bibliografici, delle banche dati in abbonamento possiamo riconoscere una natura integrativa. Ciò non porta necessariamente alla creazione di un nuovo codice di natura, da affiancare a quelle ben conosciuti dai catalogatori SBN (M, monografie; S: seriali; C: collezioni). Soprattutto in questa fase di sperimentazione, si è ritenuto opportuno utilizzare la natura M anche per le risorse integrative [9]. Considerato il continuo aggiornamento a cui sono sottoposte queste risorse, il catalogatore è comunque obbligato a un'analisi attenta e costante, che non si esaurisce nel momento della creazione del record catalografico. Soprattutto per quanto riguarda i siti web [10], saranno da individuare il titolo ed eventuali sue variazioni, la data di inizio del servizio (non sempre riportata e non talvolta non facilmente ricostruibile), la "periodicità" e le modalità di aggiornamento. Operazioni tutte che possono riservare non poche sorprese, e che richiedono un'attenzione particolare verso il modo con cui si presentano le informazioni nel sito e specificamente nella home page [11]. Nel passaggio dal supporto cartaceo alla versione elettronica, inoltre, le diverse manifestazioni dell'opera possono mutare natura (da seriale a risorsa integrativa, per esempio). Anche a questo occorrerà porgere grande attenzione.

Può essere opportuno a questo proposito focalizzare sinteticamente la distinzione tra Monografie (M), Seriali (S) e risorse integrative [12]. Per decidere il codice di natura, il bibliotecario dovrà chiedersi, prima di creare il record e iniziare la catalogazione, se e come la risorsa elettronica è aggiornata:

 

La RER è aggiornata?

 

No à

Monografia à M

 

Si à Come è aggiornata?

Gli aggiornamenti mantengono una loro autonomia, una numerazione come issue à Seriale à S [13]

La risorsa si presenta come unitaria, il materiale aggiunto non è distinguibile dal resto à Risorsa a integrazione à M

Come ha sottolineato anche Buizza, "numerose difficoltà sono inerenti alla natura instabile degli oggetti, di cui la descrizione, statica, può solo fissare una rappresentazione istantanea, non il filmato dello sviluppo". Anche il confronto con le opinioni di diversi colleghi ha lasciato emergere parecchie preoccupazioni a proposito di record bibliografici che andranno curati, "manutenuti" e aggiornati, al fine di dare conto di mutamenti avvenuti nel tempo [14]. Sono ovviamente molte le difficoltà pratiche che inevitabilmente ritarderanno o renderanno faticoso l'aggiornamento del campo note o addirittura dell'area del titolo e finanche del titolo proprio. Una cura assidua della notizia si scontra inoltre con l'abitudine a considerare il catalogo come un database sostanzialmente "statico". L'ipotesi poi che, nel momento in cui un sito non sia più accessibile, il record catalografico si trasformi in un dato puramente bibliografico, è una prospettiva che suscita ulteriori, preoccupate perplessità.

Risorsa elettronica ad accesso locale e risorsa elettronica ad accesso remoto: una distinzione reale?

Guerrini aveva già indicato la difficoltà a mantenere una rigida distinzione tra risorse elettroniche ad accesso locale e ad accesso remoto:

Distinguere le due tipologie di risorsa ha principalmente lo scopo di facilitare la selezione degli elementi descrittivi di ciascuna di esse [15].

Oltre ai cd-rom ad accesso locale che si aggiornano grazie al collegamento in rete, ben difficilmente si riesce a far rientrare in questa suddivisione locale/remoto quelle risorse che, commercializzate su cd-rom o dvd, possono essere messe a disposizione per più biblioteche. Questa condivisione può avvenire per la rete di un'intera istituzione (un Ateneo, per esempio) e quindi coprire significative distanze geografiche e raggiungere un elevato numero di utenti. Per fare alcuni esempi, un'intera Università può accedere ad alcuni cd-rom grazie a specifici software, come Ultranet o Tatoo. Rispetto alla versione stand-alone, queste risorse mantengono per gli utenti remoti - perché tali vanno considerati - le stesse caratteristiche di interrogazione, lettura e ricerca.

La soluzione adottata in questi casi è stata quella di catalogare queste risorse come risorse ad accesso locale, senza indicare nell'area delle note l'url per l'accesso, bensì i requisiti del sistema. Il software Sebina consente di aggiungere al record un LEGAME OGGETTO DIGITALE, che in fase di consultazione dell'opac diventa un link ipertestuale che collega, qualora ne abbia diritto, l'utente alla risorsa. Questa soluzione - un compromesso tra una descrizione "locale" ed un accesso "remoto" - consente di rendere disponibile la notizia in Indice anche per i Poli SBN in cui il cd-rom sia disponibile solo con accesso locale.

Scelta del documento da catalogare

Le RER creano notevoli problemi anche per la difficoltà di definire la loro dimensione fisica e la loro partizione gerarchica:

L'assenza di confini fisici, che delimitano l'estensione del documento analogico tradizionale, rende problematica - ai fini della descrizione - l'individuazione del punto di inizio e fine del documento digitale (…) Ci imbattiamo in un problema simile tentando di stabilire i confini gerarchici all'interno di uno stesso documento o di un gruppo di documenti" [16].

Tentando di stabilire un paragone con altre realtà documentarie presenti in biblioteca, va ricordato che anche nel caso dei periodici le biblioteche hanno in larga parte evitato di procedere ad una catalogazione analitica dei singoli contributi apparsi nei fascicoli. La stessa catalogazione delle monografie si è quasi sempre fermata al livello del volume fisico. Al di là di eventuali scelte effettuate nelle singole strutture, si è inteso in questa fase sperimentare solo la catalogazione di siti dotati di una riconoscibile individualità e dignità documentaria, sconsigliando la catalogazione di singole pagine web. Un discorso a parte può essere fatto per quei documenti elettronici (in formato pdf o rtf, per esempio) che si possono assimilare a monografie cartacee o che ne costituiscono la versione digitale. Ai fini del reperimento nel catalogo di questa versione elettronica, può essere opportuno procedere ad una catalogazione completa:

*Functional requirements for bibliographic records : final report / IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records ; approved by the Standing Committee of the IFLA Section on Cataloguing. - Munchen : Saur, 1998 ; The Hague : IFLA [distributore], [s.d.]. ((Modalità di accesso: World Wide Web. URL: http://www.ifla.org/VII/s13/frbr/frbr.pdf. - Tit. del frontespizio. - Documento elettronico. - Versione elettronica della pubblicazione a stampa - Requisiti per la lettura: Adobe Acrobat Reader. - Ultima verifica: 28 settembre 2001.

Catalogazione delle risorse elettroniche remote derivate da digitalizzazioni di testi antichi a stampa

La soluzione suggerita dal manuale ICCU di lasciare al solo livello gestionale le notizie relative alla digitalizzazione di testi a stampa appare oggi un compromesso di scarsa utilità per chi fa ricerca e desidera individuare direttamente le versione ad accesso remoto. La creazione di record catalografici specifici per questi documenti apre, a parere di chi scrive, interessanti prospettive ai fini del più facile recupero delle relative notizie nella base dati Indice. In questo modo inoltre sarebbero maggiormente valorizzati le non insignificanti energie umane e finanziarie richieste dalla pubblicazione in rete, magari all'interno di vere e proprie biblioteche digitali [17].

I problemi che si prospettano per una corretta catalogazione non sono però pochi. Già a partire dall'area 1 si pone il problema di quale ISBD utilizzare. ISBD (ER) consente di integrare le catalogazioni utilizzando gli specifici ISBD relativi al tipo particolare di materiale trattato. In questo caso, sarebbe opportuno utilizzare ISBD (A), o perlomeno le indicazioni relative al trattamento del materiale antico in SBN [18]. Ai fini di un'efficace ricerca in Indice dell'opera attraverso il titolo, è parso opportuno indicare la compilazione dell'area 1 della scheda secondo le prescrizioni relative all'antico, privilegiando ISBD(A) rispetto a ISBD(ER) [19]. Per le aree 4 e 5 si prevede invece l'utilizzo di ISBD(ER):

*Geometria prattica dichiarata da Giouanni Scala sopra le tauole dell'ecc.te mathematico Giouanni Pomodoro tratte d'Euclide et altri authori opera per generali da guerra, capitani, architetti, bombardieri e ingegnieri cosmografi, non che per ordinarii professori di misure. - Bologna : Università degli Studi, [2000]. ((Modalità di accesso: World Wide Web. URL: http://www.librit.unibo.it/servlet/UniboOggetti/page/oggetti/lista/lista.ht ml?idbiblioteca=16. - Tit. del front. digitale, segnato come 00F. - L'url indica la pagina della scheda bibliografica completa. - Descrizione della risorsa al 5.4.2002. -Riproduzione dell'ed.: Roma, presso Giouanni Martinelli, 1603.

Qualora invece le caratteristiche della risorsa elettronica consiglino di redigere l'area 1 secondo lo standard ISBD(ER), sarà comunque opportuno creare un titolo variante redatto secondo le regole di SBN Antico. Per approntare un record bibliografico di tale complessità è consigliabile una stretta collaborazione tra catalogatore dell'antico e del moderno, considerato che talvolta nelle strutture si tratta di due persone distinte.

Gestione e aggiornamento delle url e automazione

Una delle ragioni di maggior rilievo che hanno frenato - e ostacolano ancora attualmente - l'integrazione delle RER nei cataloghi è relativa alla temuta "ibridazione" del catalogo stesso. Ancora recentemente si sono susseguite diverse prese di posizione - molto aperte e sfumate peraltro - sull'opportunità di procedere ad una descrizione delle RER. Una soluzione è stata individuata nella possibile creazione di data base catalografici distinti rispetto alle risorse "tradizionali" [20]. La creazione di un autonomo archivio per le RER consentirebbe una migliore integrazione con i nuovi formati di metadati, forme automatiche di verifica e gestione delle url, ecc., mentre la costituzione di archivi di autorità interoperabili consentirebbe all'utente di recuperare l'informazione senza dovere ripetere le proprie ricerche [21].

L'inserimento di record destinati alle RER nel catalogo tradizionalmente riservato alla gestione delle risorse su supporto cartaceo ha indubbiamente suscitato perplessità e preoccupazioni in diversi colleghi [22]. Attualmente, il software gestionale (in questo caso Sebina) non è ancora in grado di coadiuvare il bibliotecario nella creazione rapida e nella manutenzione di questi record. Sebina consente di evidenziare la url attraverso un legame con l'oggetto digitale, che l'opac trasforma in un link che porta il lettore al documento selezionato. Sebina, però, non consente di effettuare altre operazioni che sarebbero certamente utili, e in particolare:

Facilitare l'inserimento e la manutenzione del record potrebbe costituire un incentivo ulteriore per "convincere" i bibliotecari - catalogatori e non - ad affrontare operativamente la catalogazione delle risorse elettroniche.

Selezione delle risorse da catalogare

Stabilire affidabili criteri di selezione delle risorse di qualità di interesse per gli utenti delle biblioteche costituisce però il nocciolo della questione. Sia pure in un'ottica di catalogazione partecipata o derivata e di collaborazione interbibliotecaria, le sempre più ridotte risorse umane delle biblioteche possono affrontare solo la catalogazione delle RER per le quali è stato acquisito l'accesso o che sono state pubblicate o prodotte dalle istituzioni di riferimento.

Converrà dunque classificare le risorse elettroniche da catalogare secondo una scala di priorità, identificando inoltre le strutture e/o le biblioteche in grado di selezionarle e catalogarle [23]. Un'ipotesi di policy in questo senso può essere costituita dalla seguente tabella:

 

 

Documenti da selezione e catalogare

 

Chi li seleziona

Chi li cataloga e li manutiene

Priorità di cataloga-

zione

RER in abbonamento o per le quali la biblioteca disponga di accessi privilegiati (repertori bibliografici e banche dati; periodici elettronici; versioni elettroniche di enciclopedie, manuali [Engnetbase, ecc.] e libri, chiusi o a integrazione; e-books; servizi in linea (Gazzetta ufficiale, ecc.))

I bibliotecari delle acquisizioni e/o di reference della/e biblioteca/he o sistemi bibliotecari strutture che le acquisiscono

Il catalogatore della Biblioteca che le acquisisce o, nel caso, di un Sistema bibliotecario, della Biblioteca disciplinarmente afferente. Si può prevedere la collaborazione del bibliotecario di reference

H H H H

RER pubblicate dalla biblioteca o dall'ente di appartenenza attraverso una politica di digitalizzazione di preesistente materiali cartacei (libri antichi a stampa, per es.).

I bibliotecari della/e biblioteca/he o sistemi bibliotecari che le pubblicano o che ne ricevono notizia

Il catalogatore della Biblioteca che le produce (o di cui riceve notizia) o, nel caso di un Sistema bibliotecario, della Biblioteca disciplinarmente afferente. Si può prevedere la collaborazione del bibliotecario di reference

H H H

RER non acquisite, ma pubblicate dall'ente di appartenenza (Università di Bologna, per esempio, e le sue strutture didattiche, scientifiche e di servizio) secondo la logica del "diritto di stampa" e della documentazione della produzione scientifica dell'ente.

I bibliotecari di reference della/e biblioteca/he o sistemi bibliotecari strutture che le producono o che ne ricevono notizia

Il catalogatore della Biblioteca che le produce (o di cui riceve notizia) o, nel caso di un Sistema bibliotecario, della Biblioteca disciplinarmente afferente. Si può prevedere la collaborazione del bibliotecario di reference

H H

RER ad accesso libero, di rilevante interesse scientifico e didattico, per gli utenti della biblioteca o del sistema biblioecario (testi letterari digitalizzati, periodici elettronici, enciclopedie, dizionari, servizi di traduzione, e-books, servizi in linea, directory o portali di ricerca, ecc.).

I bibliotecari di reference della biblioteca la cui mission e i cui obiettivi di servizio verso la ricerca e la didattica vengono interessati.

I catalogatori della biblioteca la cui mission e i cui obiettivi di servizio verso la ricerca e la didattica vengono interessati. Si può prevedere la collaborazione del bibliotecario di reference

H

Le caratteristiche stesse delle risorse, i problemi relativi alla loro selezione, acquisizione (abbonamento o digitalizzazione, per esempio) e catalogazione descrittiva e semantica obbligano a prevedere precise procedure al fine di meglio integrare il lavoro di tutti i bibliotecari potenzialmente coinvolti. Soprattutto di fronte alla complessità e all'articolazione raggiunta da alcuni siti (banche dati e biblioteche digitali commerciali), appare inopportuno "lasciare da solo" il catalogatore. Indispensabile appare invece l'integrazione del suo lavoro con quello del bibliotecario che si occupa della selezione e dell'acquisizione delle RER e del bibliotecario di reference, spesso più attento e informato sulle novità nella composizione e nell'articolazione delle risorse e nelle modalità di visualizzazione e di ricerca.

Immessa la notizia dal curatore delle acquisizioni, il bibliotecario di reference potrebbe successivamene imbastire uno stringato record catalografico, magari dotato di un breve abstract [24], lasciando poi al catalogatore l'onere del completamento formale del record (titolo proprio e complemento, varianti del titolo, formulazioni di responsabilità, note, ecc. [25]). Al termine del processo, il record catalografico metterà a disposizione dell'utente dell'opac questa somma di conoscenze.

In questa prospettiva, l'integrazione delle professionalità e delle esperienze interne alle biblioteche potrà saldarsi con la collaborazione prestata dagli editori stessi [26]. Questi ultimi già adesso sono in grado di fornire record in formato Marc relativi alle pubblicazioni elettroniche, così da renderle maggiormente accessibili da parte degli utenti finali [27].

Conclusioni

La fase di sperimentazione per la quale si sono poste le condizioni lascia aperta la possibilità di arricchire ulteriormente le soluzioni qui proposte.

Sulla catalogazione delle risorse elettroniche si sono da tempo formati tra i bibliotecari "partiti" contrapposti, che hanno trovato modo di scontrarsi anche duramente sulle possibilità offerte da una parte dagli standard ISBD e dai formati sostanzialmente basati sull'esperienza MARC, e dall'altra dai nuovi standard dei metadati [28]. La diatriba non può ovviamente lasciare indifferenti, ma neanche può impedire di affrontare in forma cooperativa e attraverso una collaborazione interbibliotecaria di ampie proporzioni la sfida dell'accesso alle risorse di qualità presenti in rete. La collaborazione interbibliotecaria creata da OCLC, e che va sotto il nome di CORC (Cooperative Online Resource Catalog), indica la strada dell'integrazione tra i diversi formati catalografici, al fine di creare un unico database [29]. Altre esperienze mostrano come sia possibile anche un'integrazione "distribuita" in rete grazie alla mappatura tra formati di metadati (ONIX, per es.), numero identificativo unico, DOI, e formato MARC [30].

Al di là delle molteplici opinioni che si affrontano sull'argomento, l'esperienza che si è inteso presentare in questa sede è nata dalla necessità, sempre più pressante, di migliorare drasticamente le condizioni di accesso alle RER per le quali le biblioteche sostengono oggi spese rilevanti.

In particolare, con la diffusione massiccia dei periodici elettronici e con quella crescente degli e-books, è sempre più difficile tamponare quella che è una vera e propria emergenza. La moltiplicazione delle pagine web, dei rinvii, dei vrd, delle liste parziali di periodici e di libri elettronici non risolve purtroppo ancora del tutto quello che è il problema essenziale del lettore, dell'utente, del ricercatore che lavora in rete, e cioè di avere uno strumento di reperimento delle risorse garantito da criteri e da filtri di selezione delle risorse all'insegna della qualità. In attesa che siano sperimentate e affidabili nuove soluzioni tecnologiche, già oggi è possibile potenziare le possibilità di accesso alle risorse elettroniche. Il catalogo elettronico ci consente di procedere su questa strada, senza penalizzare ma anzi valorizzando le risorse cartacee, le nostre biblioteche e, soprattutto, l'esperienza e la professionalità dei bibliotecari che vi lavorano quotidianamente.

La selezione e la valutazione qualitativa delle risorse, l'analisi delle loro caratteristiche, la predisposizione di percorsi di studio e di ricerca sono da sempre obiettivi dei bibliotecari. Il necessario rafforzamento del lavoro di controllo bibliografico e di gestione degli archivi di autorità (autori, classi, soggetti), costituisce operazione intellettuale della quale i bibliotecari rimarranno per lungo tempo responsabili. Una comunicazione e una integrazione più stretta tra le diverse professionalità che lavorano dentro e fuori la biblioteca potrebbero dare risultati complessivamente positivi, sia per i bibliotecari che per gli utenti. Al di là dei formati e/o degli standard, preme infatti sottolineare la necessità di affrontare i temi dell'accesso all'informazione in rete, non fidando esclusivamente nelle potenzialità, sicuramente straordinarie, dell'automazione, ma riponendo ancora fiducia nella professionalità del bibliotecario.

Maurizio Zani, Biblioteca Centrale della Facoltà di Ingegneria - Università di Bologna, e-mail: zani@mail.cib.unibo.it


Note

[1] Oltre alle indicazioni presenti nei volumi citati di seguito, segnalo immediatamente A. K. Weiss, Proliferating guidelines: a history and analysis of the cataloging of electronic resources, "Library Resources & Technical Services", 47 (2003), 4, p. 171-186.

[2] Le risorse elettroniche: definizione, selezione e catalogazione. Atti del Convegno internazionale, Roma, 26-28 novembre 2001, a cura di M. Guerrini, con la collaborazione di S. Gambari e L. Sardo, Milano, Bibliografica, 2002; M. Guerrini, Catalogare le risorse elettroniche, "Biblioteche oggi", 17 (1999), 1, p. 46-70, poi ripubblicato in "ESB Forum", e disponibile all'url: <http://www.burioni.it/forum/isbder.htm>; S. Gambari - M. Guerrini, Definire e catalogare le risorse elettroniche. Un'introduzione a ISBD(ER), AACR2 e metadati, Milano, Bibliografica, 2002; M. C. Bassi, La catalogazione delle risorse informative in Internet, Milano, Bibliografica, 2002; E. Martellini - S. Manzi, Il catalogo e le risorse elettroniche in biblioteca, un'integrazione possibile, "Bollettino AIB", (2003), 1, p. 7-27, consultabile all'indirizzo <https://www.aib.it/aib/boll/2003/03-1-007.htm>.

[3] Oltre ad esperienze presso gli Atenei di Roma (in particolare presso la Biblioteca "Angelo Monteverdi") e di Padova, il convegno di Roma ha dato conto di alcune sperimentazioni presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (v. A. I. Fontana, Linee guida BNCF per la catalogazione delle ER, in Le risorse elettroniche, cit., p. 301-326). Una importante iniziativa di "catalogo" cooperativo è comunque costituita da Segnaweb <http://www.segnaweb.it>, sulla quale v. E. Boretti, SegnaWeb: risorse Internet selezionate dai bibliotecari italiani, "Bollettino AIB", 43 (2003), 4, p. 483-488. Conviene inoltre citare le preziose note di lavoro di R. Badoer, Catalogare le risorse elettroniche in SBN. Risorse di rete. Note di lavoro, maggio 2001, disponibili all'url <http://claweb.cla.unipd.it/mediateca/documenti/sbner2.htm>.

[4] Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, La catalogazione delle risorse elettroniche in SBN, Roma, ICCU, 1999.

[5] Ibid., p. 7-8.

[6] Segnalo alcuni strumenti didattici che illustrano precisamente le modifiche apportate ai capitoli 9 e 12 delle AACR2R. Si può partire dalla pagina Library of Congress implementation of the 2002 edition ofAACR2. Training materials, <http://lcweb.loc.gov/catdir/cpso/train.html>, e in particolare: 2002 Revision of AACR2. Impact on Integrating Remote Access Electronic Resources, November 2002, <http://www.loc.gov/catdir/pcc/ir/AACR2rev_dr02_files/v3_document.htm>, e B. B. Tillett, 2002 revision of AACR2 & LC, Implementation: dec. 1, 2002, all'url <http://www.loc.gov/catdir/pcc/ir/AACR2rev_ovrvbt02_files/v3_document.htm>. Inoltre, v. S. J. Miller, Cataloging Integrating Resources A Prototype PCC. Training Resource, Revision of a training workshop given at LC on May 2, 2002, all'url <http://www.loc.gov/catdir/pcc/bibco/irtrng702_files/frame.htm>; e Implementing the Revised AACR2 Chapter 9 for cataloging electronic resources. An online training presentation from the Cataloging Policy Committee (CAPC) of the Online Audiovisual Catalogers, Inc. (OLAC), 2001, all'url <http://ublib.buffalo.edu/libraries/units/cts/olac/capc/ch9.ppt>.

[7] Il paper La catalogazione delle risorse elettroniche in Sebina. Contributo per una policy di Polo, (disponibile all'url: <http://ubo2.cib.unibo.it/docs/files/rer_sebina_9_12_2003.pdf>), è stato elaborato a partire dell'esperienza maturata all'interno del gruppo di lavoro per la costituzione della Biblioteca digitale dell'Università di Bologna. Successivamente sottoposto alla supervisione della Soprintendenza per i Beni librari della Regione Emilia-Romagna, è stato oggetto di un corso di aggiornamento e formazione per i bibliotecari dell'Ateneo di Bologna. Ringrazio Raffaella Gaddoni e Maria Pia Torricelli per i consigli relativi a parti specifiche del testo. Grazie a Valeria Buscaroli per avere letto, commentato il testo e avermi fornito valide indicazioni al riguardo. Gli errori e le valutazioni presentate in questa sede sono da attribuirsi esclusivamente a chi scrive e non impegnano gli enti e le istituzioni citati.

[8] P. Buizza, Un'ottica nuova per le ISBD: la piccola rivoluzione delle risorse integrative, "BollettinoAIB", (2002), 4, p. 395-410, all'URL: <https://www.aib.it/aib/boll/2002/02-4-395.htm>.

[9] Si è inteso in questo modo seguire le guidelines di OCLC: "Starting on 2002 December 1 and continuing until the future full implementation of Bibliographic Level code 'i', follow these guidelines for integrating resources: Continue to use Bibliographic Level code 'm' (Monograph) when coding a record for an integrating resource. DO NOT use Bibliographic Level code 's' (Serial) for an integrating resource (…). Remotely accessed electronic resources of a dynamic nature that are currently excluded from serial treatment are: Databases (including directories, A&I services, etc.); Electronic discussion groups (e.g., SERIALST); Electronic discussion group digests (e.g., AUTOCAT digest); Gopher servers (e.g., LC-MARVEL); Online public access catalogs (e.g., OCLC, RLIN); Online services (e.g., America Online); Web sites (e.g., the CONSER home page). These electronic resources should be cataloged as integrating resources or monographs and be coded as monographs". (J. Weitz, Cataloging electronic resources: OCLC-MARC coding guidelines, revisione del 17.7.2003, all'URL <http://www.oclc.org/support/documentation/worldcat/cataloging/electronicresources/>).

[10] In questa fase si è preferito non affrontare il tema delle risorse integrative pubblicate su cd-rom o dvd, e tradizionalmente catalogate come seriali (v. es. presenti in ICCU, La catalogazione … cit., p. 74).

[11] Gambari e Guerrini (Definire e catalogare, cit., p. 148) citano Barbara Tillett: "siamo ancora nei tempi bui in cui si attende che un luogo convenzionale come il frontespizio si sviluppi e divenga onnipresente nei documenti elettronici". Per un'analisi della home page, si può fare utile riferimento, oltre al testo di Gambari e Guerrini, a M. Barrett, Source of title note for Internet resources, 8.1.2001, ultimo aggiornamento 22.8.2002, all'url: <http://ublib.buffalo.edu/libraries/units/cts/olac/capc/stnir.html>; e M. Barrrett, Source of title tote for Internet resources, 8.1.2000, all'url: <http://www.bama.ua.edu/~mbarrett/sotn/1.html>.

[12] In SBN le collezioni (C) sono a parte, e si è ritenuto opportuno continuare ad utilizzare la natura C anche per i documenti elettronici; si veda, per es.: *Engnetbase : engineering handbooks online. - Boca Raton, Fl. : CRC Press LLC, c2000- . ((Modalità di accesso: World Wide Web. URL: http://www.engnetbase.com. - Tit. dalla home page. - Descrizione della risorsa al 5.4.2002. - Ultima verifica, 5.4.2002. - Collezione di manuali di ingegneria, in formato pdf. - Accesso riservato secondo le condizioni contrattuali.

[13] In questa fase sperimentale, e in attesa di future auspicabili integrazioni, non sono state affrontate le questioni relative alla catalogazione dei seriali e, soprattutto, dei periodici elettronici. Presso l'Ateneo di Bologna, si è scelto di utilizzare l'Archivio collettivo nazionale dei periodici (ACNP) per la catalogazione di questo tipo specifico di risorse.

[14] Nel caso di risorse integrative aggiornate frequentemente, i record bibliografici andranno ricompilati - nelle diverse aree interessate - sulla base dell'ultima iterazione, conservando le scelte precedenti nell'area delle note. Nei casi di cambiamenti del titolo, verrà creato un legame titolo. Una nuova registrazione sarà richiesta obbligatoriamente quando: si forma una risorsa dalla fusione di due o più altre risorse oppure due o più risorse si formano dalla scissione di una preesistente.

[15] M. Guerrini, Catalogare le risorse elettroniche: lo standard ISBD(ER), "Biblioteche oggi", 17 (1999), 1, p. 46-70, consultabile (senza immagini) anche all'indirizzo <http://www.burioni.it/forum/isbder.htm>.

[16] T. Delsey, Riesaminare i paradigmi convenzionali per la descrizione dei documenti, in Le risorse elettroniche, cit., p. 127-136: p. 131.

[17] In questa prospettiva, le notizie "gestionali" relative ad una versione digitalizzata dell'opera sarebbero riservate solo a risorse ad accesso locale, magari prodotte dalla biblioteca ai fini della mera tutela del documento originale.

[18] M. Venier - A. De Pasquale, Il libro antico in SBN, Milano, Bibliografica, 2002.

[19] Una scelta che appare rafforzata da quanto prevede la bozza dell'aggiornamento di ISBD(ER): "One difference in this version is that it is recommended that other ISBDs be used before the ISBD(ER) when the resource has aspects requiring the use of more than one ISBD" (Invitation to: World-Wide Review of "ISBD(ER): International Standard Bibliographic Description - 2004 revision", all'url <http://www.ifla.org/VII/s13/guide/isbder04.htm>).

[20] V. per es., P. G. Weston, Il catalogo elettronico. Dalla biblioteca cartacea alla biblioteca digitale, Roma, Carocci, 2002, e i diversi interventi al convegno Le risorse elettroniche: definizione, selezione e catalogazione, cit., in particolare quello di A. I. Fontana, Linee guida, cit.

[21] Sui diversi significati che può assumere il termine interoperabilità nel contesto delle tematiche relative al catalogo elettronico, cfr. Weston, Il catalogo, cit., p. 153-156.

[22] V. a questo proposito, anche la discussione tra Antonella De Robbio, Maurizio di Girolamo, Claudio Gnoli, Riccardo Ridi, Paola Rossi, Giulia Visintin, in Le risorse elettroniche nei cataloghi. Una discussione telematica della redazione di "OPAC italiani, a cura di Claudio Gnoli, 2000-05-04, ultimo aggiornamento 2002-01-21, all'url <https://www.aib.it/aib/contr/gnoli3.htm>.

[23] L'indicazione sperimentale di mantenere una localizzazione delle RER costituisce un tentativo di soluzione al problema di indicare una biblioteca che garantisca agli utenti la cura della notizia e la gestione degli accessi alla risorsa.

[24] La creazione di abstract delle risorse bibliografiche - non solo elettroniche - è stato oggetto, per esempio, di un gruppo di lavoro del Polo SBN bolognese, che ha portato all'elaborazione di una prima bozza di Linee guida per la redazione di abstract, consultabili all'url <http://ubo2.cib.unibo.it/docs/files/lineeguidaabstract.pdf>. La compilazione di un abstract potrebbe contribuire a rendere meglio leggibile il record bibliografico, alleggerendolo di possibili note relative alla struttura, alla storia e ai contenuti informativi della risorsa.

[25] V. al proposito il report Bibliographic control of digital content: workflow analysis (rev. 24 marzo 2004), che disegna le procedure relative approntate presso la Library of Congress (disponibile all'url: <http://lcweb.loc.gov/catdir/stratplan/goal4wg4report.pdf>.

[26] V. in particolare K. Calhoun, Redesign of library workflows: experimental models for electronic resource description, in Bicentennial conference on bibliographic control for the new Millenium: Confronting the challenges of networked resources and the web, consultabile all'url <http://lcweb.loc.gov/catdir/bibcontrol/calhoun.html>, e da cui è tratta l'immagine qui riportata.

V. inoltre: A. Caldwell, D. Coulombe, R. Fark, M. Jackson, Never the Twain Shall Meet? Collaboration Between Catalogers and Reference Librarians in the OCLC CORC Project at Brown University, "Journal of Internet Cataloging", 4 (2001), 1/2, p.123-30: 123; K. Calhoun, CORC and Collaborative Internet Resource Description: A New Partnership for Technical Services, Collection Development and Public Services, ibid. p. 131-42; S. M. Goldberg - T. McAdam, A collaborative approach for processing electronic resources at the University of California, "Technical Services Quarterly", 20 (2002), 2, p.21-32.

[27] Per esempio, i libri elettronici in formato pdf pubblicati dalla CRC Press (Engnetbase, Chemnetbase, ecc.), possono essere ora "inseriti" a catalogo grazie alla fornitura automatica di record in formato Marc (http://marc.crcpress.com).

[28] E' stato in particolare Michael Gorman a parlare di metadata boys (M. Gorman, Metadati o catalogazione?, "Biblioteche oggi", (2001), 5, p. p.8-18), suscitando risentite reazioni; dall'altro lato, i sostenitori della crisi del formato MARC per la catalogazione hanno trovato modo di prorompere in un MARC must die, (Roy Tennant su "Library Journal", 127 (2002), 17 (15 ott.), p. 26, 28, consultabile all'url <http://www.libraryjournal.com/article/CA250046>). La bibliografia sulla querelle è ormai sterminata. Un buon punto di partenza rimane il convegno di Roma; un altro testo di riferimento è Cataloging the Web. Metadata, AACR and MARC 21, edited by W. Jones, J. R. Ahronhei, J. Crawford, Lanham e Londra, Scarecrow, 2002.

[29] Sull'esperienza di CORC, v. K. Calhou e J. J. Riemer (ed.), Corc. New tools and possibilities for cooperative electronic resource description, New York , Haworth Press, c2001 (pubblicato contemporaneamente come n. 1/2 del v. 4 (2001) del "Journal of Internet catologing". A proposito della inevitabile collaborazione tra diversi formati di metadati (Dublin Core, MARC, ecc.), Guenther ha proposto la metafora del LEGO, così da identificare, descrivere, raggiungere e gestire gli accessi degli utenti di una RER: "In any discussion of metadata interoperability, crosswalks are a very important factor in how different metadata schemes complement each other. Standards are very important to support interoperability. Descriptive metadata does not serve all needs, and it is necessary to have packages of different types of metadata that fit together (the Warwick Framework idea). This may include descriptive metadata in various format, administrative and structural metadata, and rifhts information. The "lego model" shows the concept of modular extensibility, that is, the idea of complementary packages of metadata and additional elements that support different needs, including local or dscipline-specific requirements. In this model, some pieces (building blocks) overlap, and others are used in conjunction with one another. The description may partially overlap with structural metadata, and terms and conditions may also complement the other blocks" (R. Guenther, MARC 21 as a metadata standard: a practical and strategic look at current practices and future opportunities, in Cataloging the Web. Metadata, AACR, and MARC 21, edited by W. Jones, J. R. Ahronheim and J. Craword, Lanham, Maryland, and London, Scarecrow Press, 2002, pp. 41-44: pp. 43-44).

[30] P. G. Weston - A. Galeffi, Condividere la catalogazione nell'epoca del Web, in La biblioteca condivisa, a cura di O. Foglieni, Milano, Bibliografica, 2004, p. 200-228, che propone contemporaneamente una nuova definizione di catalogazione derivata.




«Bibliotime», anno VII, numero 2 (luglio 2004)

Precedente Home Successiva


URL: http://www.spbo.unibo.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-vii-2/zani.htm