«Bibliotime», anno VIII, numero 1 (marzo 2005)

Precedente Home Successiva



Domenico Ciccarello

Lernort Bibliothek. La biblioteca apprende



Lernort Bibliothek. La biblioteca apprende. A cura di Franz Berger. Berlin, Bibspider, 2004.

Quale ruolo possono svolgere oggi i professionisti dell'informazione nelle attività di didattica della biblioteca, e più in particolare in quelle di orientamento e consulenza su strumenti e servizi di reference della biblioteca? La domanda sulle opportunità e sulle esigenze strutturali di una biblioteca, pubblica o appartenente a una comunità educativo-scientifica (università o scuola), che voglia riconoscersi come ambiente specializzato di apprendimento ricorre molto spesso nei dibattiti biblioteconomici, ma ciò avviene quasi sempre in maniera marginale o superficiale. Se è vero che oggi si presta un'attenzione più che sufficiente alle potenzialità della biblioteca nell'era della rete, e vengono esaminati e valutati attentamente fattori tecnologici, strumenti di gestione e strutturazione dell'informazione digitale, logiche della trasmissione e diffusione del sapere in Internet, è anche vero che, in proporzione, rimane meno battuta la pista di indagine che riguarda i nuovi, ipotetici assetti organizzativi delle strutture che fanno capo alle biblioteche, in considerazione dei compiti strategici a cui i bibliotecari sono chiamati, in questa "nuova" fase caratterizzata dalla rivoluzione informatica e telematica. In particolare, sembra non si registri ancora una gestione consapevole del cambiamento, che senza dubbio deve passare anzitutto per la riqualificazione completa, moderna, e mirata negli obiettivi e nelle strategie, di tutto il personale che si occupa del trattamento e della comunicazione dell'informazione disponibile in biblioteca e attraverso la biblioteca.

A Bolzano, presso la Sala conferenze del Centro pastorale di Piazza Duomo, dietro iniziativa della Biblioteca della Libera Università, si è tenuto, dal 17 al 20 settembre 2003, il convegno internazionale Die lernende Bibliothek (La biblioteca apprende). Il sottotitolo di quel convegno recitava "Aggiornamento professionale e management dell'innovazione in biblioteca e nei sistemi bibliotecari", chiarendo per l'appunto i nodi centrali sui quali il dibattito delle diverse giornate si sarebbe incentrato. Hanno partecipato all'evento con presentazioni e relazioni, in collaborazione con gli organizzatori (e cioè, oltre alla Biblioteca universitaria, anche l'Ufficio Biblioteche tedesche e ladine della Provincia di Bolzano), le sigle di ben sette associazioni professionali di Italia (AIB, BVS), Austria (BVÖ, VBÖ), Germania (BIB, VDB) e Svizzera (BBS).

La pubblicazione dei contributi presentati a quel convegno è stata affidata a una casa editrice di Berlino, la BibSpider, che ha al suo attivo da un paio d'anni poche pubblicazioni in ambito LIS (una decina appena) ma che presenta sicuramente una linea editoriale chiara e per certi versi abbastanza innovativa nel panorama attuale, dato che si propone esplicitamente, tra le altre cose, di "offrire letteratura professionale bilingue per servire alle strategie e alla pianificazione futura", di "offrire orientamento alla professione con riferimento a progetti transnazionali" e di "rafforzare la pratica della cooperazione internazionale sulla base della reciproca conoscenza e della realizzazione di progetti comuni".

Il volumetto che si ispira allo stesso titolo dell'evento di Bolzano, curato da Franz Berger e pubblicato alla fine del 2004, è bilingue (tedesco e italiano) e si presenta in formato tête-bêche. Si tratta, in realtà, non dei proceedings completi di quel convegno internazionale, bensì di una selezione tra quegli interventi che più da vicino permettono di rendere un'idea sulle diverse esperienze e situazioni nei vari Paesi. Troviamo infatti solo sei contributi, per meno di 150 pagine complessive - traduzioni e introduzione compresa. Il libro si lascia leggere molto agevolmente anche grazie alla grafica essenziale (forse addirittura un po' trascurata, almeno nelle note a piè pagina, con un certo numero di refusi tipografici e rese imperfette di qualche passaggio del testo originale nelle traduzioni), soprattutto per merito del taglio pratico, fortemente orientato all'obiettivo, che le relazioni dovevano avere. La Premessa di Berger, oltre a calibrare e contestualizzare la sequenza degli interventi pubblicati, offre in poche pagine un paio di spunti importanti di riflessione. Il primo riguarda l'evoluzione storica della Learning library e del concetto di Teacher librarian, che non poche controversie ha suscitato in passato, e forse continua a suscitare, nel quadro dei rapporti con le autorità accademiche e con il suo corpo docente. Nei paesi di area tedesca si è più facilmente giunti a prevedere il joint degree, cioè la padronanza, da parte del bibliotecario, della disciplina specialistica della biblioteca unita alle sue tradizionali competenze professionali sancite da un diploma specifico. La prassi curricolare dell'"introduzione alla biblioteca", tuttavia, stenta ancora ad assumere, anche nelle situazioni più avanzate, un peso e un rilievo completo, non riesce cioè quasi mai a diventare una vera e propria materia di studio, in termini di Library education. Il secondo spunto riguarda i possibili contenuti e profili dell'information competence o information literacy nella formazione universitaria e nei progetti di aggiornamento professionale dei bibliotecari, altro elemento rispetto al quale non sembra vi siano state scelte coerenti, decise e unitarie in ambito europeo, nonostante le riforme degli studi universitari avvenute in anni recenti in vari Paesi, Italia compresa.

Antonella Agnoli (Obiettivo biblioteca amichevole: quale aggiornamento professionale per i bibliotecari?) offre al convegno una riflessione dall'osservatorio e nella prospettiva della biblioteca pubblica contemporanea come luogo di esperienza socializzante di studio, di svago, pienamente aperta ai nuovi media. Il mutato contesto della biblioteca di base e le rinnovate esigenze degli utenti richiedono maggiore amichevolezza degli spazi, eliminazione di ogni barriera all'uso dei servizi, immediata soddisfazione delle richieste, condizioni di presentazione e organizzazione dell'offerta informativa e delle raccolte orientata all'accoglienza ma anche a favorire l'autonomia dell'utente; niente di nuovo, ci sovviene Ranganathan con le sue arcinote Cinque leggi. E tuttavia, Agnoli affonda il colpo sulle debolezze istituzionali che perdurano nel sistema formativo e nelle condizioni del lavoro e della professione in Italia, tra le quali spiccano: instabilità e insufficiente considerazione del cosiddetto "lavoro atipico" o precariato; mancanza o insufficiente peso dei tirocini; inadeguatezza dei curricula didattici; latitanza degli enti locali nei piani di aggiornamento del personale; obsoleti metodi per il reclutamento, esterno e interno; problemi di riconoscimento, e spendibilità sul mercato del lavoro, dei titoli acquisiti. Alessandro Bertoni (Piani di riqualificazione e aggiornamento professionale dei bibliotecari dell'Università Ca' Foscari di Venezia) discute l'esperienza dell'Ateneo di Venezia, impegnato da alcuni anni in un ingente sforzo di razionalizzazione delle strutture e delle risorse, in particolare attraverso la costruzione del Sistema bibliotecario e la drastica riduzione delle piccole costellazioni di Biblioteche di istituti e dipartimenti in favore di un Servizio bibliotecario più coeso ed unificato, anche con nuovi depositi librari centralizzati. Nella certezza che gestire tale innovazione significa mettere al centro dell'organizzazione la figura del bibliotecario specializzato nei processi di mediazione informativa, il modello organizzativo che si va delineando ha richiesto e richiederà una continua e diversificata attività di aggiornamento del personale. Sulla base degli esiti della rilevazione del fabbisogno formativo, alcuni degli strumenti oggi in adozione a Venezia in favore del personale bibliotecario sono: corsi in-house, convegni e seminari, formazione a richiesta individuale, iniziative in collaborazione con il Cdl in Beni culturali, ricorso ad agenzie ad hoc, presentazioni tecniche, iscrizioni a missioni e corsi fuori sede, il tutto nel quadro di una regolamentazione complessiva per la formazione e l'aggiornamento professionale, individuata a livello di Ateneo.

Impressionano le cifre riportate da Petra Haetscher (Il progetto di aggiornamento professionale della Biblioteca universitaria di Costanza) riguardo l'operatività della Biblioteca dell'Università di Costanza: nei giorni feriali si tratta di 24 ore al giorno di apertura, nei festivi e prefestivi "solo" 15 ore. Difficile immaginare un tale livello di servizio senza una professionalità e una consapevolezza diffusa del proprio ruolo e delle proprie competenze da parte dei bibliotecari. Haetscher insiste sulle dinamiche da "psicologia aziendale" che, se ben governate, sono in grado di assicurare l'exploit di un'organizzazione. La motivazione è la chiave. L'aggiornamento professionale non può che tendere allo sviluppo delle risorse umane, e questo a sua volta non può prescindere da una coesione e un'articolazione organizzativa strettamente funzionale e orientata agli obiettivi, che assume il cambiamento non come l'eccezione ma come la regola. Perciò il primo cardine dell'aggiornamento sono gli incontri settimanali, aperti a tutti e tenuti a turno dagli stessi bibliotecari della struttura allo scopo di illustrare agli altri e discutere con loro novità e peculiarità del proprio settore di attività. In questo modo ognuno impara a conoscere il lavoro degli altri, oltre ad apprezzare e valutare le possibili connessioni tra reparti, in un flusso operativo della struttura che tende a diventare sempre più osmotico. Secondo asse portante dell'aggiornamento è l'addestramento prolungato, mirato a gruppi specifici per esigenze settoriali e caratterizzato da maggiore durata e complessità dei contenuti, per il quale si fa ricorso a specialisti tecnici esterni alla struttura. L'ultima e più delicata linea formativa è quella del workshop, in cui l'accento è posto sulle strategie di problem-solving, con l'intervento di un moderatore esperto. Resistenze psicologiche e inadeguatezza del formatore al compito sono sempre in agguato e rischiano di ingenerare maggiori frustrazioni, per cui tale attività viene pianificata dai responsabili settoriali e dalla direzione stessa con la massima cura.

Angelika Holderried (Elaborare e trasmettere dei contenuti didattici tenendo conto dei destinatari: e-learning e seminari per le biblioteche) sviluppa ulteriormente il filone del convegno dedicato alle strategie di aggiornamento professionale focalizzando il proprio intervento sulle differenti soluzioni proposte dal servizio commerciale di EKZ, in Germania (Reutlingen). Se la trasmissione delle competenze chiave rappresenta sempre il fine ultimo dell'aggiornamento professionale, esso si ottiene facendo ricorso di volta in volta a metodologie personalizzate sia rispetto ai destinatari che al contesto al quale sono rivolti gli interventi di riqualificazione. Nella politica di EKZ, ad esempio, i colloqui preliminari con gli organizzatori per pianificare i contenuti e prendere accordi sulle modalità di gestione degli eventi formativi, sono fondamentali. Troppo spesso la formazione è connotata da eccessiva astrattezza, ovvero si appiattisce solo su fenomeni marginali o sugli aspetti meramente tecnici, piuttosto che rivolgersi alla soluzione di problemi concreti partendo dal quadro esistente, dalle conoscenze pregresse dei partecipanti, da esempi e casi di studio realistici. Per accrescere la flessibilità dell'offerta formativa, EKZ ha sviluppato di recente anche corsi on-line e il bibweb-Lernforum come ambiente virtuale di scambio e approfondimento di tematiche organizzati per centri di interesse, ed ha inoltre potenziato il settore cruciale dell'aggiornamento delle figure dirigenziali.

Wolfram Neubauer, del Politecnico ETH di Zurigo ("Chi vuole migliorarsi deve trasformarsi" oppure: perché cambiare e perché ora?), propone una lettura in chiave biblioteconomica del motto di Churchill citato nel titolo, per evidenziare lo strettissimo nesso esistente tra formazione/aggiornamento e innovazione/cambiamento. Nel ritornare su questo leitmotiv del convegno, il contributo fa riferimento a un programma nazionale di rinnovamento della gestione del pubblico impiego chiamato New public management. La separatezza tra funzione finanziaria e funzione strategica, e analoga demarcazione tra questa e la funzione operativa, l'orientamento a logiche di efficienza/efficacia e qualità delle mansioni, e infine la privatizzazione dei rapporti di lavoro nel pubblico impiego (compresa la scala salariale), fanno da sfondo a un quadro organizzativo che ormai ruota sempre più intorno al fenomeno della concorrenza nei servizi e nei risultati attesi. In un periodo di ristrettezze finanziarie, sviluppo tecnologico avanzato e dinamicità crescente dei contesti organizzativi, i fattori di successo nelle strategie di cambiamento sono ricondotti ad alcuni punti-chiave: a) percezione dell'urgenza (rischio di sopravvivenza); b) partecipazione a tutti i livelli; c) sviluppo e comunicazione delle prospettive; d) eliminazione degli ostacoli (anche attraverso scelte spiacevoli ma necessarie); e) garanzia di successi intermedi (che danno fiducia ai protagonisti del percorso di cambiamento e possono trascinare tutti gli interessati); f) cambiamento della cultura interna della biblioteca. Le fasi del cambiamento, esemplificate secondo il modello di Lewin (unfreeze-move-refreeze), vanno governate da una sapiente leadership, che sia capace di riorientare continuamente e in modo convincente le attività della biblioteca e la sua stessa mission, come in effetti sta avvenendo per molte biblioteche, specie in ambito scientifico.

L'ultimo contributo, di Helga H. Zotter-Straka della Biblioteca universitaria di Graz (Modelli innovativi di aggiornamento per le biblioteche scientifiche in Austria), è ancora incentrato sull'impatto delle nuove tecnologie nelle biblioteche accademiche di ambito scientifico. Una riflessione sulla situazione austriaca coglie anzitutto alcuni difetti e rallentamenti dovuti all'eccessivo centralismo istituzionale che perdurò in Austria almeno fino al 1995, anno in cui una serie di competenze gestionali passarono dal Ministero federale della ricerca scientifica a quello dell'Istruzione, e da questo all'autonomia degli atenei, per non dire della Biblioteca nazionale, che solo nel 2002 ha assunto forma giuridica autonoma. Tale centralismo, tuttavia, aveva prodotto alcuni meccanismi di coordinamento riguardo i sistemi di automazione, come pure riguardo la formazione professionale (tramite il sistema del Brain Pool in capo proprio alla Biblioteca nazionale austriaca), i cui effetti ora rischiano di andare dispersi. Zotter-Straka richiama poi il range di attività formative (viaggi studio, seminari di aggiornamento, congressi, etc.) dell'Associazione dei bibliotecari austriaci (VÖB), la cui validità tuttavia non può da sola risolvere esigenze di rinnovamento e adeguamento ai nuovi bisogni da parte delle biblioteche scientifiche austriache. Pertanto a Graz, come in altri contesti universitari, si stanno mettendo in piedi modelli organizzativi per l'aggiornamento continuo del personale, in modo che a un certo punto sia possibile per i professionisti dell'informazione imparare ad anticipare e governare il cambiamento in biblioteca, piuttosto che subirlo come una necessità di adattamento al nuovo che avanza.

Domenico Ciccarello, Biblioteca Fardelliana - Comune di Trapani, e-mail: domenico.ciccarello@tiscali.it




«Bibliotime», anno VIII, numero 1 (marzo 2005)

Precedente Home Successiva


URL: http://static.aib.it/aib/sezioni/emr/bibtime/num-viii-1/ciccarel.htm